martedì, novembre 14, 2006

Pensioni e riforma! Riforma e pensioni!! Riforma delle pensioni!!!

Il vero problema è la mancata campagna informativa sui cambiamenti, innanzitutto di tipo culturale, conseguenti al passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo.
Palese è inoltre la contraddittorietà del provvedimento sul Tfr.
Il fine dello sviluppo della previdenza complementare è del tutto incompatibile con quello di far convergere risorse finanziarie allo Stato.
Inoltre, si avverte un indebolimento delle strutture portanti del processo di riforma.
Ma se si aprono più problemi di quanti se ne risolvano, questo non sarà l’ultimo intervento sul sistema previdenziale.

giovedì, novembre 09, 2006

RIQUALIFICAZIONE AREA B allora, allora, allora... & allora...

A domanda delle OO.SS. presenti al Tavolo della contrattazione nazionale sulla definizione delle Graduatorie per l’inquadramento dei vincitori dalla posizione economica B2 verso B3 e della pubblicazione delle graduatorie conclusive, revisionate dall’Amministrazione, per l’inquadramento dei vincitori dalla posizione economica B1 verso B2 e dalla posizione economica B1 verso B3 (si badi bene, al momento si procederà all’inquadramento dei soli vincitori, mentre invece, per gli idonei si dovrà attendere le conclusioni e l’accordo sui passaggi tra le Aree), l’Amministrazione ha fornito la seguente risposta:
· INQUADRAMENTI DALLA POSIZIONE ECONOMICA B2 VERSO B3
entro la fine del mese di dicembre 2006 (scusate se indichiamo l’anno...) verranno trasmessi alle Soprintendenze Regionali i contratti firmati dal Direttore Generale relativi agli inquadramenti nella posizione economica B3 per la relativa notifica e sottoscrizione degli interessati.

· PUBBLICAZIONE DELLE GRADUATORIE CONCLUSIVE per gli inquadramenti dalla posizione economica B1 verso B3 e dalla posizione economica B1 verso B3
entro la prossima settimana – 18 novembre 2006 (anche qui, scusate se indichiamo l’anno...), verranno pubblicate sulla Rete Intranet del Ministero le Graduatorie conclusive, revisionate dall’Amministrazione, relative ai profili professionali Tecnico ed Informatico.
Per i profili professionali degli Amministrativi e della Vigilanza ed Accoglienza, invece, ci sarà da aspettare la fine del mese di novembre per sapere qualcosa di più preciso e certo (e concreto!).

La Segreteria Nazionale, nel rimanere a disposizione dei Lavoratori che lo desiderano per ogni ulteriore informazione, fornirà, appena possibile, ulteriori notizie con dovizia di particolari.

mercoledì, novembre 08, 2006

7 DICEMBRE SCIOPERO GENERALE CONFSAL

E’ stata una grande Manifestazione di protesta quella organizzata dalla Confsal, a Roma, il 20 ottobre u.s. contro il disegno di Legge Finanziaria 2007.
Alla Manifestazione “CAMBIAMO LA FINANZIARIA 2007” hanno partecipato tutte le rappresentanze delle Federazioni aderenti del privato e del pubblico impiego e dei pensionati.
Erano circa 700 i quadri sindacali presenti che dalla 13.00 alle 14.00 hanno continuato a manifestare in un sit-in a Piazza Montecitorio con bandiere, striscioni, ombrelli e impermeabili che riportavano il seguente slogan: Confsal – Finanziaria: “piove governo ladro” – che tanta curiosità ha suscitato tra le forze dell’ordine, i passanti (tra i quali diversi onorevoli…..) e i mezzi di comunicazione presenti (TG1, TG2, TG4, TG5, troupe della rubrica “Le Iene”, TV e Radio private…).
Ha aperto i lavori della Manifestazione “CAMBIAMO LA FINANZIARIA 2007” il Segretario Generale che in un ricco ed articolato intervento ha illustrato i motivi della protesta pervenendo ad un giudizio ampiamente negativo sulla proposta governativa in quanto:
1) iniqua nei confronti dei lavoratori dipendenti, dei pensionati e dei contribuenti onesti;
2) inconsistente negli investimenti nei settori strategici della crescita economica e occupazionale;
3) insostenibile per i pesanti tagli alla spesa dei servizi pubblici primari (scuola, sanità, pubblica amministrazione, …);
4) inadeguata in relazione alle risorse da destinare al rinnovo dei contratti del pubblico impiego e alla doverosa e improcrastinabile risoluzione del precariato;
5) omissiva in materia di rivalutazione delle pensioni, di previdenza integrativa e di governo delle tariffe e dei prezzi pubblici.
Nel corso della Manifestazione sono state preannunciate forti azioni di protesta a livello territoriale (regioni e province) che culmineranno il 7 dicembre 2006 con lo sciopero generale di un intera giornata di tutte le categorie dei lavoratori del pubblico e del privato impiego, in relazione ad una serie di richieste presenti nella piattaforma rivendicativa della Confsal
(Stralcio dal notiziario Confsal n. 204 del 23 ottobre 2006)



venerdì, settembre 22, 2006

Che cosa cambia al Ministero

Ma Rutelli ha un piano
Interim fino a dicembre per Giuseppe Proietti
che accorpa in sé le funzioni dei quattro Capi Dipartimento
mentre il Ministro prepara una sua strategia triennale
roma. Tra i primi passi da Ministro, sembra che Francesco Rutelli abbia come prossimo obiettivo raggiungere, nella struttura del Ministero, nuovi punti di equilibrio tra esigenze di coordinamento ed esigenze di autonomia gestionale, oltre che ridurre le spese.
La programmazione 2007-2009 sarà compiuta sulla base di un documento di strategia del Ministro per la politica dei beni culturali, in fase di preparazione. Ridefinire in via generale l’articolazione del Ministero potrà coincidere con le decisioni sulla collocazione delle strutture amministrative dedicate al turismo. Infatti (cfr. lo scorso numero, p. 13), sono state trasferite alla Presidenza del Consiglio (Ministro senza portafoglio Giovanna Melandri) le funzioni già del Ministero per i Beni e le Attività culturali (Mibac) in materia di sport. Sono state, inoltre, trasferite le funzioni che erano del Ministro dello sviluppo economico in materia di turismo alla Presidenza del Consiglio (Vice Presidente Rutelli), mentre (e si rileva la singolarità e la scarsa coerenza della scelta) le relative strutture amministrative sono state trasferite al Mibac. Tale trasferimento dovrà avvenire a costo zero: i Dipartimenti non dovranno aumentare ma, anzi, è addirittura possibile la loro eliminazione e il ritorno al Segretario generale e alle Direzioni generali.
I primi segnali della nuova linea sono venuti da:
q la conferma, tra i Capi Dipartimento nominati dal precedente Governo, del solo Giuseppe Proietti, a capo del dipartimento per la Ricerca, l’Innovazione e l’Organizzazione, e l’assegnazione a questi (fino al 31 dicembre) dell’interim per la direzione dei dipartimenti per i Beni Culturali e Paesaggistici, per i Beni Archivistici e Librari e per lo Spettacolo. Proietti, è dunque attualmente (con la fuoriuscita di Salvatore Italia e Paolo Carini), l’unico capo dipartimento del Ministero.
q la generale indicazione, trasmessa dal Ministro, di delegare funzioni dal livello del Capo Dipartimento a quelli dei Direttori generali e dei Direttori regionali, e altrettanto dalle Direzioni regionali a quello delle Soprintendenze;
q la non proroga dell’attribuzione, scaduta l’1 agosto, ai Direttori regionali di incarichi ad interim di Soprintendente. Per l’impossibilità di nominare nuovi dirigenti, tale situazione si era verificata per ben un terzo del totale delle Soprintendenze. Gli interim sono stati ora attribuiti ad altri Soprintendenti di analoga professionalità (cfr. box), seguendo il criterio della vicinanza territoriale, ma affermando insieme la necessità di «un intervento più ponderato e complessivo». A questo proposito, è in via di conclusione (accompagnato da discussioni e polemiche) un concorso per 11 posti di dirigente storico dell’arte;
- l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro, di uno schema di regolamento (da sottoporre al parere delle competenti commissioni parlamentari) che rimodula le competenze e la composizione del Consiglio Superiore dei Beni Culturali e Paesaggistici e dei Comitati Tecnico Scientifici, di cui viene in generale valorizzato il ruolo rispetto alle concrete scelte da assumere nelle politiche del Ministero. I Comitati sono rimasti sei, con l’istituzione di un Comitato per l’economia della Cultura, che dovrà occuparsi degli aspetti attinenti all’impatto economico degli interventi per i beni culturali, e la fusione dei due preesistenti comitati per i Beni archivistici e per i Beni librari.
- l’istituzione da parte del Ministro per i Beni culturali e di quello dell’Economia di una commissione per studiare le questioni dei finanziamenti alla cultura (cfr. lo scorso numero, p. 13), guidato da Davide Croff, presidente della Biennale di Venezia.
Marta Romana
(Il Giornale dell' Arte)

martedì, settembre 05, 2006

Custodiamo il custode Ovvero: Rutelli, di "qualcosa di centrosinistra". (di Stefano Innocentini)

L’ uomo, sin dai tempi più remoti, ha sempre visto nella figura del custode, quanto di più rassicurante e protettivo potesse esistere.
Il custode è colui che protegge, si prende cura di qualcuno o qualcosa, tutela, sorveglia. E’ una presenza rassicurante e discreta.
Nella mitologia romana, Giano era il dio custode dell'universo ed il dio dell'inizio. Era una delle divinità romane più importanti, il primo ad essere invocato nelle preghiere, prima ancora di Giove. È Ovidio che lo indica come custode dell'universo e per questo, la sua effige viene messa ad ogni ingresso. Egli apriva e chiudeva ogni cosa, guardava all'interno e all'esterno, da qui la sua raffigurazione bifronte.
Fornace era, invece, custode del buon funzionamento del forno per il pane il cui culto fu introdotto da Numa Pompilio.
Anche qualcosa di intangibile, come la memoria, può essere custode, ad esempio, del tempo, perché in essa il tempo è contenuto e trattenuto.
Persino una città può essere custode, ad esempio, del proprio patrimonio di storia ed arte.
Recentemente, due quotidiani nazionali, “Il Sole 24 Ore” e “La Nazione”, hanno riportato le dichiarazioni di Antonio Natali, Direttore della Galleria degli Uffizi, in merito alla grave e cronica carenza di custodi nel Museo da lui diretto.
E’ un grido di allarme che va preso in seria considerazione poiché, come dichiara lo stesso Natali, “viene messa a dura prova la possibilità di sorvegliare adeguatamente i tesori conservati all'interno del museo, soprattutto in questa stagione, perché i turisti aumentano e ci sono le ferie dei dipendenti. Basti dire che per coprire i 7mila metri quadrati della Galleria servirebbero almeno sessantacinque custodi per ognuno dei due turni di lavoro, e invece adesso non riusciamo a superare il numero di quaranta”.
In merito alla possibilità di assumere nuovo personale, il Direttore precisa, giustamente, che “Non possiamo farlo autonomamente: spetterebbe al Ministero, cioè allo Stato, che però ha il problema di alleggerire la spesa per il pubblico impiego. Neppure sostituisce chi va in pensione”.
In questo “caldo mese d’agosto” anche un altro quotidiano, “Il Mattino” nell’edizione del giorno 10, lancia un analogo allarme: “anche i custodi dei musei vanno in ferie. E l'assenza di una consistente fetta del personale - almeno il 40 per cento - si traduce nella chiusura al pubblico di alcune sale”. Polemico il sovrintendente del Polo museale Nicola Spinosa: «Troppi errori nella programmazione, il massimo che diamo, d'estate, sono quattro canzonette sul lungomare. Città inospitale? Direi proprio di sì».
A margine delle dichiarazioni del Dott. Natali, la Segreteria Regionale della Toscana del Sindacato UNSA Beni Culturali, così come riportato da “ Il Giornale” e “Il Sole 24 Ore, ha attaccato il direttore del museo accusandolo di «fare demagogia tramite la stampa e in pieno agosto» e auspicato che «invece di "sentire" un solo sindacato convochi - per quanto di sua competenza - al più presto tutte le OO. SS: ed affronti seriamente i problemi che ha denunciato, dato che i suoi conti non tornano». Secondo il sindacato, Natali sa bene che con meno di 50 custodi presentì per turno «si commette reato» così come si augura il non «inserimento di "tecnologie giocattolo" e la gestione della vigilanza "ballerina" a scapito della professionalità».
Alle dichiarazioni del Direttore degli Uffizi, risponde anche, sul “Sole 24 Ore” del 10 agosto, Gianfranco Imperatori, segretario generale di Civita, associazione che gestisce i servizi aggiuntivi di 50 musei. La sua proposta è molto semplice: «Per salvare gli Uffizi la custodia ai privati».
Non ci sono fondi, lo Stato ormai deve prenderne atto».
“Dove non arriva lo Stato si deve lasciare spazio ai privati. E’ questa la ricetta per sostenere i musei italiani e salvarli da un sicuro collasso per mancanza di fondi”.
Sembra quasi di assistere ad un’anticipazione del dibattito LA LIBERTÀ NELLE LIBERALIZZAZIONI. PIÙ SUSSIDIARIETÀ MENO STATALISMO (Meeting di Rimini 2006. N.d.A.), che ha visto contrapporre le tesi del centrodestra, esposte dal Senatore Giuseppe Pisanu, a quelle del centrosinistra, esposte dal Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro ai Beni e Attività Culturali On. Francesco Rutelli.
Nel dibattito in questione, il Senatore Giuseppe Pisanu ha ulteriormente confermato la predilezione del concetto di “Sussidiarietà” da parte dello schieramento di centrodestra.
Così come ha ricordato lo stesso Pisanu, la nozione di sussidiarietà fu enunciata per la prima volta nel 1838, da Antonio Rosmini, quando disse: “Lo stato faccia solo quello che i cittadini non possono fare”. Centoventi anni dopo, il “Manifesto di Godesberg”, praticamente il manifesto dei socialdemocratici tedeschi, avrebbe ripreso questo concetto, dicendo più laicamente: “Il mercato ovunque possibile, l’intervento pubblico solo quando è necessario”.
Così come sappiamo, Il termine sussidiarietà deriva dal latino subsidium ferre che significa prestare aiuto e, nella terminologia militare romana, subsidium stava ad indicare le truppe di riserva che rimanevano dietro al fronte, pronte a intervenire in aiuto delle truppe che combattevano in prima linea.
Questo principio, nel nostro caso, sta a significare che le responsabilità pubbliche devono essere attribuite all’autorità territorialmente più vicina ai cittadini interessati e lo Stato deve intervenire solo dove e quando le Regioni e gli Enti locali (nel caso di sussidiarietà verticale) oppure la famiglia o le associazioni (nel caso di sussidiarietà orizzontale) non riescono assolutamente a provvedere.
Contestualizzando queste teorie nel discorso iniziale, potremmo affermare che la strada già intrapresa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è proprio quella di un intervento sempre più massiccio, dei privati - per quanto intesi come associazioni o fondazioni e quindi senza scopo di lucro- nella gestione della cosa pubblica, ovvero dei musei statali.
Recentemente, il famoso e storico Museo Egizio di Torino, è stato affidato ad un’apposita Fondazione il cui presidente è Alain Elkann, uomo di cultura, giornalista e scrittore.
Questa sorta di “Privatizzazione” dei musei apre però una serie di interrogativi: il privato sa gestire la cosa pubblica meglio dello Stato? Un museo gestito da una fondazione è più efficiente e produttivo di uno gestito direttamente dal Dicastero competente? I custodi privati sono più bravi e preparati di quelli dipendenti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali?
E’ difficile rispondere a queste domande, anche se, i soliti luoghi comuni, farebbero propendere per una risposta favorevole alla gestione privata.
Purtroppo, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali sin dalla sua creazione voluta dal Senatore Giovanni Spadolini - allora si chiamava Ministero per i Beni Culturali e Ambientali - non ha mai avuto fama di grande ed efficiente tutore e custode del patrimonio culturale italiano.
Nonostante tutto, sono convinto che una buona e diretta gestione dei beni culturali italiani da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, sia possibile e concretamente realizzabile. I tempi sono cambiati così come è cambiata, in meglio naturalmente, la mentalità e la professionalità degli operatori del settore.
Per quanto riguarda il caso specifico dei custodi, il Sindacato Nazionale Autonomo CONF.SAL – U.N.S.A. Beni Culturali ha sempre sostenuto la necessità di dotare il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, di un apposito “Corpo di Agenti di Custodia”.
Tutto sommato, non sarebbe una grande novità, poiché già altri Ministeri hanno dei Corpi analoghi, come ad esempio, il Corpo Forestale dello Stato, che fa capo al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, oppure la Polizia Penitenziaria, appartenente al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia. Non proseguo con l’elenco degli esempi perchè sarebbe esageratamente lungo, basti pensare alla Guardia di Finanza, ai Vigili del Fuoco o alla Polizia Municipale. Tutti Corpi appositamente creati per fini specifici e dipendenti da diversi Ministeri o da Comuni.
La creazione di un apposito Corpo degli Agenti di Custodia dei Beni Culturali darebbe maggiore professionalità agli addetti alla vigilanza e costerebbe sicuramente meno di un analogo Corpo gestito da privati.
Ad ogni buon conto una cosa è sicura: il principio di Sussidiarietà è interessante e condivisibile ma ogni volta che lo Stato necessita di un subsidium ferre, ovvero di aiuto, vuol dire che da solo non ce la fa e se necessita di aiuto questo è interpretabile più come una sconfitta dello Stato che una vittoria della libertà.
Ministro Rutelli, per favore, almeno tu di "qualcosa di sinistra" o perlomeno “di centrosinistra”.

martedì, luglio 04, 2006

LA CONFSAL ALLA FUNZIONE PUBBLICA

In data 3 luglio 2006, il Capo di Gabinetto, Dott. Alberto Stancanelli, ha incontrato informalmente la Confsal per affrontare alcune questioni aperte nel pubblico impiego.
La Confsal era rappresentata dal vicesegretario, R.Plaja e dal coordinatore dell’Area del pubblico impiego, F. Ricciato.
Nel corso dell’incontro si è appreso che il Ministro Nicolais ha chiesto il finanziamento (stanziamento nella legge Finanziaria 2007) per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego e si è attivato per accelerare l’iter di validazione e controllo del contratto della dirigenza- area VI - Enti pubblici non economici e Agenzie fiscali.
La riunione, in generale, è stato proficua, anche se sono necessari incontri formali tematici per cercare e trovare soluzioni condivise sulle questioni poste dalla Confsal.
(Stralcio dal notiziario Confsal n. 127 del 3 luglio 2006)

giovedì, giugno 01, 2006

CAF-CONFSAL – PRESENTAZIONE DICHIARAZIONE REDDITI

Il prossimo 15 Giugno scade il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi Mod.730.
Ricordiamo ai colleghi interessati che il CAF-CONFSAL è il centro di assistenza Fiscale di assoluta affidabilità al quale ci si può rivolgere tramite diversi Centri di Raccolta presenti in tutta Italia e consultabili sul sito www.cafconfsal.it.
Comunichiamo, altresì, che il SALT ha attivato un elenco di referenti, qui di seguito riportati, presso i quali è possibile presentare il modello 730.

ELENCO REFERENTI CAF/CONFSAL-SALT 2006
1
AGRIGENTO
Trifiro' Raimondo

2
BOLOGNA
Mallamo Maria Assunta


3
CALTANISSETTA
Trifiro' Francesco


4
CATANIA
Quattrocchi Salvatore


5
COSENZA
Mastrolorenzo Anna


6
L'AQUILA
Cosenza Giuseppe


7
LECCE
Benza Gaetano
Cirillo Raffaele

8
LECCO
Del Sordo Alfredo


9
MILANO
Di Staso Antonio
Lo Giudice Paolo
Lelio Domenica Lorella
10
NAPOLI
Rosina Bartolo


11
PADOVA
Callegaro Elisabetta


12
PALERMO
Messina Benedetto


13
PESARO
Gattoni Enrichetta
Manenti Marco

14
PESCARA
Di Cintio Giuseppe


15
PIACENZA
Sorba Maria


16
PISA
Vispi Paolo


17
PORDENONE
Aiello Antonio


18
POTENZA
De Lucia Antonio


19
RAGUSA
Mazzotta Augusto


20
REGGIO EMILIA
Gentili Maria


21
ROMA
Capeccia Ferdinando
Montilla Bruno

22
SIRACUSA
Storaci Maurizio


23
TARANTO
Pastore Cosimo


24
TERAMO
Danesi Marianna


25
TRIESTE
Nicolini Emida


26
VENEZIA
Fregonese Giorgio



Si dovrà contattare la Segreteria Nazionale del SALT – telef.06/4819660 – per avere i recapiti dei suddetti referenti.
Al Caf Confsal è, ovviamente, possibile avere anche l’assistenza per la compilazione dei modelli UNICO, ICI,ISE-ISEE e 770.

ACCORDO SOTTOSCRITTO IN DATA 31 MAGGIO 2006, CONCERNENTE IL PERSONALE PRECARIO.

La delegazione CONF.SAL – UNSA Beni Culturali, nell’ esprimere la più ampia riserva circa le risultanze del tavolo tecnico, ai fini dell’ applicazione del contenuto della Legge finanziaria 2006 (personale precario), in quanto la materia resta di assoluta prerogativa del Dipartimento della Funzione Pubblica e/o della componente politica del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha voluto che nelle premesse dell’ accordo sottoindicato, si sottolineasse l’ esigenza del buon funzionamento dell’ Amministrazione e la salvaguardia degli standard qualitativi che, con l’ apporto del personale precario, da anni si è potuito assicurare.
Infatti, la Conf.sal Unsa Beni Culturali, ribadisce la necessità di stabilizzare il rapporto di lavoro di tutti i precari, riconoscendone la continuità del rapporto di lavoro, ormai consolidato nei diversi anni, quale esperienza professionale di capacità e di impegno dei lavoratori interessati per la piena funzionalità del Dicastero.
Per queste motivazioni, è stato chiesto dalla nostra Organizzazione sindacale, un’ apposito incontro con la parte politica, pienamente condiviso anche dalle altre OO.SS. e dalla stessa Amministrazione centrale.

domenica, maggio 28, 2006

TAVOLO TECNICO LAVORATORI PRECARI

TAVOLO TECNICO LAVORATORI PRECARI: ISTITUITO CON D.D. 17/02/2006 PER L’ESAME DELLE PROBLEMATICHE RELATIVE ALL’APPLICAZIONE DELL’ART. 1 COMMA 247 DELLA LEGGE FINANZIARIA 2006.
Il tavolo tecnico sui lavoratori precari, che anche oggi si è riunito, al fine di affrontare le problematiche connesse all’articolo 1 comma 247 della legge finanziaria 2006, ha rassegnato un documento conclusivo e, pertanto, sottoscritto dai componenti designati dalle OO.SS. che ne hanno condiviso gli intenti.
Da premettere che l’UNSA, a più riprese, è stata contraria al concorso con apertura anche agli esterni e quindi, coerentemente, aveva ritirato la propria delegazione. Il tavolo tecnico, comunque, nel rassegnare il documento di cui sopra, ha auspicato che l’Amministrazione recepisca la proposta e ciò consenta di garantire, nel contempo, le posizioni dei dipendenti in servizio a tempo determinato e il rispetto delle prescrizioni legislative.




I MINISTRI DEL GOVERNO PRODI II


Presidente del Consiglio
Romano Prodi
VicePresidente del Consiglio
Massimo D'Alema
Francesco Rutelli
Sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio
Enrico Letta
Enrico Micheli
Fabio Gobbo
Ricardo Franco Levi
Ministri senza portafoglio
Affari regionali e autonomie locali
Ministro: Linda Lanzillotta
Sottosegretario: Pietro Colonnella
Attuazione programma di Governo
Ministro: Giulio Santagata
Riforme e innovazione nella pubblica amministrazione
Ministro: Luigi Nicolais
Sottosegretari: Beatrice Magnolfi, Giampiero Scanu
Diritti e pari opportunità
Ministro: Barbara Pollastrini
Sottosegretario: Donatella Linguiti
Politiche europee e commercio internazionale
Ministro: Emma Bonino
Sottosegretari: Mauro Agostini, Milos Budin
Rapporti con il Parlamento e riforme istituzionali
Ministro: Vannino Chiti
Sottosegretari: Giampaolo D'Andrea, Paolo Naccarato
Politiche per la famiglia
Ministro: Rosy Bindi

Sottosegretario: Chiara Acciarini
Politiche giovanili e attività sportive
Ministro: Giovanna Melandri
Sottosegretari: Giovanni Lolli, Elidio de Paoli
Ministri con portafoglio
Affari Esteri
Ministro: Massimo D'Alema
Sottosegretari: Famiano Crucianelli, Donato di Santo, Gianni Vernetti, Vittorio Craxi, Ugo Intini, Patrizia Sentinelli
Interno
Ministro: Giuliano Amato
Sottosegretari: Marcella Lucidi, Ettore Rosato, Alessandro Paino, Franco Donato, Marco Minniti
Giustizia
Ministro: Clemente Mastella
Sottosegretari: Luigi Manconi, Alberto Maritati, Daniela Melchiorre, Luigi Scotti, Luigi Rigotti
Economia e Finanze
Ministro: Tommaso Padoa Schioppa
Sottosegretari:Massimo Tononi, Paolo Cento, Mario Lettieri, Alfiero Grandi, Casula Antonangelo, Vincenzo Visco, Roberto Pinza
Sviluppo Economico
Ministro: Pierluigi Bersani
Sottosegretari: Filippo Bubbico, Paolo Giaretta, Alfonso Gianni, Sergio D'Antoni
Università e Ricerca
Ministro: Fabio Mussi
Sottosegretari: Luciano Modica, Nando Dalla Chiesa
Istruzione
Ministro: Beppe Fioroni
Sottosegretari: Gaetano Pascarella, Letizia De Torre, Mariangela Bastico
Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro: Cesare Damiano
Sottosegretari: Antonio Montagnino, Rosa Rinaldi
Solidarietà sociale
Ministro: Paolo Ferrero
Sottosegretari: Franca Donaggio, Cristina De Luca
Difesa
Ministro: Arturo Parisi
Sottosegretari: Giovanni Lorenzo Forcieri, Emidio Casula, Marco Verzaschi
Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
Ministro: Paolo De Castro
Sottosetretari: Guido Tampieri, Stefano Boco
Ambiente e Tutela del Territorio
Ministro: Alfonso Pecoraro Scanio
Sottosegretari: Gianni Piatti, Bruno Dettori, Laura Marchetti
Infrastrutture
Ministro: Antonio Di Pietro
Sottosegretari: Luigi Meduri, Tommaso Casillo, Angelo Capodicasa
Trasporti
Ministro: Alessandro Bianchi
Sottosegretari: Andrea Annunziata, Cesare de Piccoli
Salute
Ministro: Livia Turco
Sottosegretari: Serafino Zucchelli, Antonio Gaglione, Giampaolo Patta
Beni e Attività Culturali
Ministro: Francesco Rutelli
Sottosegretari: Elena Montecchi, Andrea Marcucci, Danielle Mazzonis
Comunicazioni
Ministro: Paolo Gentiloni
Sottosegretari: Luigi Vinercati, Giorgio Calò

RIORDINO DELLE ATTRIBUZIONI DELLA PCM E DEI MINISTERI

Presentazione

E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 114 del 18 maggio scorso il decreto legge 18 maggio 2006, n. 181 recante "Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri".
Il provvedimento, approvato dal Consiglio dei Ministri del 17 maggio 2006, provvede ad un riordino delle attribuzioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri e di alcuni Ministeri per rafforzare l'azione di governo e renderla più funzionale alla realizzazione del Programma.
Si prevede, in primo luogo, la ripartizione tra più Ministeri delle seguenti funzioni:
le funzioni in materia di infrastrutture e trasporti sono ripartite tra il Ministero delle Infrastrutture e il Ministero dei Trasporti;
le funzioni in materia di istruzione, università e ricerca sono ripartite tra Ministero dell'Istruzione e Ministero dell'Università e della Ricerca;
le funzioni in materia di commercio con l'estero, oggi attribuite al Ministero delle Attività Produttive, sono assegnate al neoistituito Ministero per il Commercio Internazionale.
Si prevede, inoltre, la seguente redistribuzione di funzioni tra Ministeri o tra Ministeri e la Presidenza del Consiglio dei Ministri:
al Ministero dello Sviluppo Economico sono trasferite le funzioni in materia di politiche di coesione;
al neoistituito Ministero delle Solidarietà Sociale sono attribuite le funzioni intestate al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in materia di politiche sociali, di lavoratori extracomunitari e di politiche antidroga;
al Ministero degli Affari Esteri sono trasferite le funzioni in materia di politiche per gli italiani nel mondo;
al Ministero per i Beni e le Attività Culturali sono trasferite le funzioni in materia di turismo.
Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri sono, inoltre, attribuite le competenze in materia di sport e di vigilanza sull'albo dei segretari comunali e provinciali, nonché le funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di politiche giovanili e di politiche per la famiglia.
Alla Presidenza del Consiglio è altresì trasferita la segreteria del CIPE, nonché l'iniziativa legislativa in materia di allocazione delle funzioni fondamentali di comuni, province e città metropolitane di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera p), della Costituzione.

giovedì, aprile 13, 2006

TAVOLO TECNICO PER LA STABILIZZAZIONE DEI PRECARI

Così come già reso noto con il nostro comunicato n. 10/06, il giorno 3 aprile u.s. l’ Amministrazione ha riferito al “tavolo tecnico”, la necessità di ultimare i lavori, al fine di pervenire al più presto ad una relazione che contempli la bozza di bando di concorso in merito al numero dei posti per regione, ai titoli di studio, punteggi, titoli e prove nonchè il contenuto delle prove stesse. Per l’ UNSA BENI CULTURALI, ciò affretta, senza spiegazioni, il compito di “apri pista”del nostro Ministero rispetto ad altri che, pur essendo interessati allo stesso modo, non hanno finora dato inizio ad alcun iter procedurale analogo, visto anche l’ assenza, su questo problema, da parte della Funzione Pubblica. Se ciò dovesse accadere, in pratica ci troveremmo in una situazione volta a generare l’ ennesima
“guerra tra poveri” con tutto il precariato esistente, il tutto in ossequio alla norma contenuta nella Legge Finanziaria, che vuole, paradossalmente, da un lato stabilizzare il personale precario, dall’ altro mette a concorso i posti degli stessi precari con aperture verso l’ esterno. Nel frattempo, l’ Amministrazione ha convocato il tavolo tecnico in data 12 aprile 2006, alle ore 15, presso il salone dell’ ex Consiglio Nazionale, per esaminare i seguenti punti:
- bozza di bando di concorso, con i seguenti allegati:
- All. A: posti a concorso, per regione
- All. B: titoli di studio
- All. C: punteggi titoli e prove
- All. D: contenuto delle prove
Ad ogni buon conto, l’ UNSA, nell’ ultima riunione tenutasi il 12 aprile, ha ribadito la propria contrarietà all’ emanazione di un ipotetico concorso che, di fatto, creerebbe paradossalmente la stabilizzazione di altro personale precario estraneo all’ Amministrazione, annullando così la possibilità di sanare i rapporti di lavoro intercorsi da anni con il Ministero dei Beni e le Attività Culturali. Pertanto l’ UNSA, in considerazione del cambio della guardia a livello politico, ha chiesto tempo all’ Amministrazione, per dare modo al nuovo Governo di emanare un’ apposito provvedimento legislativo che dia modo a stabilizzare realmente tutto il personale precario attualmente in servizio. Nel contempo, coerentemente con la propria linea sindacale, l’ UNSA ha dichiarato allo stesso tavolo tecnico, che questo sia ampiamente superato e che abbia esaurito la sua necessità e quindi non vi è alcun motivo per essere presenti n tale contesto, ciò anche per non essere coinvolti in un “pastrocchio” che poco garantisce tale personale avente diritto.

RIQUALIFICAZIONE:AUMENTANO I POSTI, MA I LAVORATORI DELLE AREE B e A RESTANO ANCORA PENALIZZATI

Come già precedentemente divulgato, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Dipartimento della Funzione Pubblica hanno rimosso i rilievi fatti precedentemente e superati a seguito della certificazione del Ministero Beni Culturali relativi agli oneri di parte fissa che saranno calcolati sulla base dell’ammontare dell’ anno 2004.

Questo comporterà il nulla osta all’aumento dei posti che, per l’area C e questo riguarderà non solo i vincitori, ma anche gli idonei, secondo lo schema sottoindicato
.In merito, apprezziamo la disponibilità dell’Amministrazione affinchè gli inquadramenti non siano più sdoppiati tra vincitori ed idonei, bensì considerati tutti insieme.
Per quanto riguarda l’area B per le prossime settimane si riunirà tavolo tecnico per la ripartizione dei posti aggiuntivi e che riportiamo in calce. Pertanto, per l’ area B si ritiene che un ulteriore sforzo vada fatto affinché tutti gli idonei abbiano la possibilità, di essere inquadrati nella posizione economica per la quale si è concorso.

Quindi, se pur i bandi per la riqualificazione delle aree C e B sono stati avviati alla stessa data del 28 novembre 2002, purtroppo le procedure hanno avuto un risvolto diverso che ha portato a conclusione dei percorsi di riqualificazione per l’ area C, lasciando l’ area B come fanalino di coda.

Infatti, questo significa che tra un lavoratore di Area C ed un lavoratore di area B, oltre alle differenze giuridiche degli inquadramenti, vi sarà una notevole differenza per la parte economica, poichè i lavoratori dell’ area B perderanno un anno di differenza stipendiale rispetto alle posizioni economiche per le quali hanno concorso.
Per quanto riguarda i passaggi tra le Aree, purtroppo, finchè non perverrà un segnale positivo da parte della Funzione Pubblica e la necessaria copertura finanziaria, l’ Amministrazione e le Organizzazioni Sindacali non potranno iniziare alcuna discussione in merito, volta ad attivare sul piano contrattuale, le procedure per tali percorsi di riqualificazione.

Da C2 A C3 – 115 DA C1 A C3 – 256 DA C1 A C2 – 783
Da B2 A B3 – 1727 DA B1 A B3 – 182 DA B1 A B2 – 1022

APERTURE PROLUNGATE


APERTURA PROLUNGATA NEI GIORNI DI PASQUA, LUNEDI’ DELL’ANGELO E 15 AGOSTO - ANNO 2006
La contrattazione del 22 marzo 2006 ha riguardato il progetto per le aperture di Pasqua, Pasquetta e 15 agosto.Riportiamo qui di seguito il testo dell’ accordo:
L’Amministrazione e le OO.SS. stipulano il presente accordo:
1. Contenuto del progetto
Al personale, a tempo indeterminato e a tempo determinato, impegnato in tutti i siti dipendenti dall’Amministrazione aperti al pubblico, nei giorni di Pasqua, Lunedì dell’Angelo e 15 agosto, sarà corrisposto, oltre alle ordinarie posizioni di lavoro, per le prestazioni antimeridiane e pomeridiane, un incremento pari ad € 25,82 per ciascun turno.Nei siti che in tali giorni non effettuano l’apertura la pubblico dalle 8,00 alle 20,00,assicurando 11 ore di apertura al pubblico, i dipendenti che svolgano prestazioni lavorative su turni hanno diritto esclusivamente al compenso per la posizione di lavoro.
2. Quantificazione dei costi
Il progetto verrà finanziato con i risparmi determinati dalla realizzazione del progetto A. F. 2005 denominato “Apertura prolungata nei giorni di pasqua, lunedì dell’angelo e 15 agosto” finanziato con i fondi dell’anno 2004, ed eventualmente integrato, in relazione alla verifica, con i fondi dell’A.F. 2005, prevedendo su questi ultimi un accantonamento di 100.000,00 €.
3. Verifiche sull'attuazione del progetto
I capi degli Istituti interessati dal progetto dovranno redigere – entro il 30 settembre 2006 - una relazione dei risultati conseguiti in termini di maggiore produttività e di miglioramento quantitativo e qualitativo dei servizi, nonché delle risorse umane e finanziarie impegnate. Le relazioni finali dei capi degli Istituti dovranno essere inviate alle Direzioni Generali competenti per il successivo inoltro alla Direzione generale per gli affari generali, il bilancio, le risorse umane e la formazione.La successiva verifica con le OO.SS. nazionali sarà effettuata entro un mese dalla scadenza di cui al primo capoverso.
4. Responsabili del progetto
I capi degli Istituti periferici, coordinati dai rispettivi Direttori generali.
Roma, 22 marzo 2006
PER L’AMMINISTRAZIONE
PER LE OO.SS

lunedì, marzo 06, 2006

50 ANNI E NON LI DIMOSTRA

Sono passati più di 50 anni da quando, nel 1954, nacque la nostra Federazione U.N.S.A. Ripercorriamone in breve la storia:Negli anni 1947 e 1948 molti lavoratori dei Ministeri delle Finanze e del Tesoro abbandonarono la CGIL unitaria, all’epoca unico sindacato dei lavoratori dipendenti, per dare vita ad una serie di sindacati autonomi. Essi si ispiravano tutti, in contrapposizione al sindacato di ispirazione politica di allora, alla necessità di dare vita ad un sindacalismo veramente apolitico, dotato di regole ed organizzazione tali da impedire la strumentalizzazione a fini meramente politici.
Queste organizzazioni sentirono la necessità, nel 1954, di creare un’associazione intersindacale che potesse allinearsi alle altre grandi organizzazioni sindacali, riunendo attorno a sé lavoratori, soprattutto statali, per curarne gli interessi e le giuste rivendicazioni. Nacque così, il 30 dicembre 1954 a Roma, in Via del Tritone 46, l’UNSA (Unione Nazionale dei Sindacati Autonomi), associazione indipendente e apartitica.
Preoccupazione principale dell’Unione fu quella di lasciar salvi per ogni Sindacato Nazionale aderente quei principi di autonomia che sono alla base del vero sindacalismo moderno e che avrebbero consentito a ciascuno di essi la più ampia libertà d’impostazione per i problemi inerenti alle singole categorie rappresentate, con il solo impegno di trattare su di un piano comune i problemi di carattere generale per i pubblici impiegati. Con l’ingrandirsi e l’affermarsi dell’UNSA nuovi settori, anche privati, aderiscono all’Unione, rendendone sempre più incisiva ed efficace l’azione di tutela delle categorie rappresentate. L’UNSA, in virtù delle adesioni raccolte, acquisì il diritto di far parte, già nel 1957, della Commissione per la riforma della Pubblica Amministrazione ed in seguito di essere presente nel Consiglio Superiore della Pubblica Amministrazione, oltre che nei diversi Consigli di Amministrazione dei Ministeri, nei Consigli di Amministrazione dei Fondi di Previdenza e nelle Commissioni istituite presso la Presidenza del Consiglio e presso i Ministeri. Infine ottenne ciò che fino a quel momento non era stato consentito agli organismi sindacali autonomi, cioè la trattativa unica con le Confederazioni nel 1973, allorquando si stipulò il primo contratto degli statali.
Nel 1979 l’UNSA e lo SNALS (Sindacato Nazionale Autonomo dei lavoratori della Scuola) decisero di costruire una nuova Confederazione Autonoma che rappresentasse un polo di aggregazione delle strutture sindacali autonome italiane.Il 21 giugno 1979 fu annunciata la nascita della CONF.S.A.L. , Confederazione che si fondava “sugli irrinunciabili valori della libertà, del pluralismo e della giustizia sociale”.
(da BREVE STORIA DEL SINDACALISMO ITALIANO di A. Bigi ed. CONF.S.A.L.)

venerdì, febbraio 24, 2006

BENI CULTURALI - I "tagli" precludono lo sviluppo al turismo

La protesta della gente dello spettacolo contro i tagli operati dalla Finanziaria al Fus, il fondo per lo spettacolo, è stata forte, vibrante,e largamente avvertita da milioni di persone specialmente per la rilevanza che alla stessa è stata data dai mass media sempre molto attenti a quelle vicende che possono suscitare l’interesse popolare.

 

E l’esecutivo ha dovuto piegarsi, rivedere i propri conti e ridurre i previsti tagli (dal 50 al 33 per cento) restituendo un po’ di ossigeno ad un settore già in crisi da tempo, con particolare riferimento alla cinematografia che si distingue, purtroppo, per il provinciale e assai modesto prodotto fornito negli ultimi decenni.

 

Tutto questo mentre passava nel più assoluto silenzio la tragica situazione economica del sistema museale italiano che ha visto ridursi drasticamente i fondi necessari per la semplice sopravvivenza.

 

Dal 1996, infatti, gli stanziamenti per il settore sono passati dagli 85 milioni di euro annui ai 36 milioni del 2005 con rilevanti ripercussioni negative per il funzionamento dei musei e per l’attività e l’indagine archeologica che in un Paese come il nostro, dove gli oltre 2500 anni di storia hanno lasciato tracce indelebili spesso ancora occulte, può consentire ancora molte acquisizioni di carattere artistico e culturale.

 

Tutto questo perché in ambito politico vi è una sottovalutazione generalizzata

dell’utilità del patrimonio artistico-museale del nostro Paese, sottovalutazione

determinata sì dalla necessità ormai cronica di reperire senza andare troppo per il sottile quanto necessita per il funzionamento dello Stato ma soprattutto da quella palese ignoranza e dal decadimento culturale che caratterizza ormai buona parte di una classe politica italiana fatalmente votata all'imbarbarimento totale.

 

Eppure, lo abbiamo scritto e documentato più volte, i flussi turistici nel nostro Paese sono determinatiquasi esclusivamentedal fatto che vi si trovano il 70 per cento delle opere d’arte esistenti al mondo (oltre 4 milioni di pezzi unici), 3500 musei, più di 100

mila chiese, 20 mila centri storici di rilevante interesse, 2000 siti archeologici,

54 mila castelli e 35 mila dimore storiche. Tutto questo, e non certo la ricerca di

incantevoli paesaggi, che pure ci sono ma che si possono trovare a più buon

mercato e senza gli inconvenienti che il nostro Paese riserva ai visitatori (alti costi

di soggiorno, microcriminalità,accattonaggio,traffico alienante, carenza

di servizi, sporcizia, ecc.) in tanti altri paesi, rende in soldoni il 14 per cento del

Pil.

Il turismo così, grazie all’insostituibile contributo dei beni culturali, è a pieno titolo la prima industria nazionale per fatturato. E qui sta il paradosso.

Questa realtà, finalmente avvertita dall’esecutivo, ha spinto il

Presidente Berlusconi a prendere taluni provvedimenti per tutelare ed incrementare

il flusso turistico nel nostro Paese, oggi sopravanzato nel settore da Francia, Spagna, Stati Uniti e Cina, rivitalizzando l’Enit e restituendogli con lo stanziamento di due milioni di euro (pochi, ne servirebbero almeno 200!) il suo ruolo originario. Si tratta di una lodevole iniziativa ma al tempo stesso contradditoria e quasi inutile se vengono

contestualmente penalizzati i beni culturali che rappresentano in maniera indiscutibile l’attrattiva prima dei flussi turisitici stranieri e nostrani, tant’è che nello scorso anno i soli musei statali hanno registrato ben 32 milioni di visitatori.

 

 

E si potrebbe fare molto di più se solo si considera che dei 71 milioni di turisti

recatisi nel 2004 in Francia in ben 31 milioni hanno effettuato tale scelta quasi esclusivamente per visitare la Disneyland parigina ovvero un parco di divertimenti che non ha nulla a che vedere con la storia,la cultura, l’arte.

 

Stando così le cose come è possibile solo ipotizzare di sostenere ed incrementare

il turismo nel nostro paese se non si tiene conto che lo stesso si identifica

e si sostanzia quasi esclusivamente con quanto offrono a piene mani i beni culturali?

 

Su questi ultimi in Italia si lesina e si taglia senza criterio e contro ogni logica di mercato. Gli stanziamenti per il settore, del resto, sono assai significativi

in merito. Al patrimonio culturale italiano è destinato lo 0,39 per cento del bilancio dello Stato, a quello dei paesi concorrenti - solo per citarne alcuni - ben di più: alla Francia l’1 per cento, alla Germania l’1,35 per cento, al Portogallo lo 0,90 per

cento. In queste condizioni appaiono evidenti in tutta la loro drammaticità le difficili condizioni in cui versano i beni culturali italiani non solo per quella mancata valorizzazione a cui avrebbero pienamente diritto ma, e soprattutto, per l’impossibilità economica di attendere ad una pur minima ma indispensabile manutenzione e ad un’adeguata sorveglianza.

 

Così sidissolvono i dipinti pompeiani, crollano parti delle mura aureliane, si sbriciolano i muri di contenimento del Palatino, pesanti incognite gravano sulla stabilità di molti monumenti come la Domus Aurea, le Terme di Caracalla e quelle di Diocleziano, l’acquedotto Claudio e persino il Colosseo, si moltiplicano i furti di opere d’arte che vanno ad arricchire i musei d’oltre oceano, si impedisce o si limita l’afflusso turistico

a musei e siti archeologici per carenza di personale o per oggettive ragioni di sicurezza.

 

Di questo stato di cose, che non ci fa certo onore anche perché il dovere primario dei nostri governanti dovrebbe essere almeno quello di preservare nelle migliori condizioni possibili per i posteri quello che tanto generosamente ci ha elargito la storia millenaria del nostro Paese, risente innanzitutto il turismo che non può certo essere rivitalizzato dai modesti aiuti di un esecutivo che, percorrendo una strada tristemente già battuta da precedenti governi, si limita a interventi quasi esclusivamente di facciata e che non affrontano alla radice un problema che si sostanzia poi nella tutela e nella valorizzazione concreta dei beni culturali.

 

L’imperativo quindi deve essere quello di fare molto di più e presto. Per consentire al nostro Paese di superare la difficile congiuntura in cui si trova bisogna individuare gli interventi prioritari, effettuare intelligenti scelte di politica economica in modo che, accantonati almeno per una volta gli interessi elettorali, sia possibile portare il Paese fuori dal guado e al tempo stesso guardare con qualche certezza al futuro. È indispensabile perciò puntare con decisione proprio sul turismo e quindi sui beni culturali,unica grande industria nazionale attiva per fatturato e garanzia certa per lo sviluppo del Paese.

 

Ogni altra strada, del resto, non è al momento percorribile. Dunque la nostra classe politica ne prenda finalmente coscienzae agisca di conseguenza.

 

Federico De Lella

 

(dal settimanale della CONF.SAL Società - Cultura - Lavoro del 13 gennaio 2006)

giovedì, febbraio 23, 2006

Intervento del Soprintendente Pietro Giovanni Guzzo sui tagli alla Soprintendenza di Pompei

Così come il Parlamento a suo tempo (1997) aveva stabilito che gli introiti realizzati dalla Soprintendenza Archeologica di Pompei (SAP) fossero esclusivamente destinati alla tutela archeologica vesuviana, altrettanto il Parlamento ha stabilito (2006) che da quegli introiti il Ministero per i Beni e le Attività culturali possa attingere fino a 30 milioni di euro , da utilizzare per progetti cantierabili, localizzati anche all’esterno del territorio vesuviano.
Quindi, lo scopo generale di tutela della precedente norma viene rispettato nella sostanza, anche se non nella esclusiva destinazione.
Rimane da comprendere il motivo per il quale una tale norma redistributiva non viene applicata anche alle risorse finanziarie che, a quanto risulta, giacciono inutilizzate presso altre Soprintendenze.
Ma non è di sicuro opportuno schierarsi in una guerra tra poveri: in quanto questa recente norma mette in evidenza la gravità della situazione finanziaria generale.
Da un punto di vista tecnico, quello che secondo l’autonomia di Pompei compete al Soprintendente, si tratterà presumibilmente di ritardare la realizzazione di progetti già elaborati.
Augurandoci che a questi ritardi , causati dal taglio stabilito dal Parlamento, non si aggiungano, aggravandoli ulteriormente, quelli derivanti dalle procedure amministrative, curate dal Direttore Amministrativo e dai suoi Uffici.
Pietro Giovanni Guzzo
Soprintendente
Archeologo di Pompei
17-02-2006
Fonte.: Patrimoniosos

mercoledì, febbraio 22, 2006

C.C.I.M.

Il giorno 22 febbraio 2006 si è tenuta la riunione Amministrazione e OO.SS. relativa all’informazione sui seguenti argomenti:

- Esame della bozza CCIM

- bozza di accordo concernente le turnazioni pomeridiane feriali anno 2006

- problematiche sollevate nel corso della riunione precedente



esame della bozza CCIM

Si è preso in esame il Titolo riguardante la mobilità interna e si è ritenuto che si debba procedere ad un accordo transitorio in quanto attualmente non è disponibile un organico definitivo anche a seguito della riforma di Ministero che ha istituito altre sedi a livello dirigenziale regionale ed essendo ancora tuttora in corso i processi di riqualificazione. Pertanto, si è convenuto aggiornarsi alla prossima riunione con nuove proposte.


INTEGRAZIONE TURNAZIONI POMERIDIANE

per definire l’integrazione all’ accordo sulle turnazioni pomeridiane feriali A.F. 2005.
Le delegazioni sindacali e l’Amministrazione hanno ritenuto opportuno integrare l’indennità di turno pomeridiano feriale in relazione all’esigenza di assicurare adeguatamente la vigilanza negli istituti d’arte e di cultura per l’anno in corso, tenuto conto delle disponibilità delle risorse F.U.A. del 2005.
Pertanto, i compensi per le turnazioni feriali pomeridiane dal 1 gennaio al 31 dicembre 2006 sono i seguenti:

AREA A e B euro 5.53 lorde
AREA C euro 7.64 lorde

corrispondente ad una prestazione lavorativa non inferiore alle 6 ore. L’ammontare complessivo è stimato in 5.250.000,00 al lordo degli oneri di legge.


PAGAMENTI STIPENDI PERSONALE PRECARIO

Finalmente a decorrere dal mese di aprile p.v. le retribuzioni al personale con contratto di lavoro a tempo determinato avverrà tramite il Ministero dell’’Economia e Finanze, ciò eviterà quei notevoli ritardi e disguidi che provocavano disagi ai lavoratori. Infatti il Ministero con Circolare n. 36/06 ha fornito indicazioni alle Amministrazioni periferiche di prendere contatto con le Direzioni Provinciali dei Servizi del Tesoro al fine di attivare la procedura, fermo restando che le spese relative saranno imputate al Cap. 1202 Cod. Mec. 988 dello stato di previsione del MBAC.


PATENTE DI SERVIZIO

L’Amministrazione su pressione delle OO.SS. ha preso in considerazione la possibilità di poter fornire una patente di servizio per gli addetti, dal momento che gli stessi attualmente rischiano la decurtazione dei punti sulla loro patente, durante l’attività di servizio. Su questo punto l’Amministrazione si è attivata presso gli organi competenti e ci porterà a conoscenza quanto prima sugli ulteriori sviluppi.


DECADENZA DELLE GRADUATORIE ESISTENTI

L’Amministrazione aveva chiesto all’Avvocatura dello Stato la possibilità di avvalersi delle graduatorie precedenti relative a nuove assunzioni. In merito presso l’Avvocatura si è riunito l’apposito Comitato ed ha stabilito che tali graduatorie non sono più valide, in quanto le stesse non possono avere una valenza illimitata nel tempo come previsto dalla normativa vigente.




CONTROLLO DOCUMENTALE AREA B

Parte il controllo della documentazione per l’Area B da parte della Società esterna incaricata dal Ministero. Al termine di tale controllo si procederà al riscontro incrociato con le banche dati esistenti. Su questo punto l’UNSA ha chiesto garanzie affinché si possa procedere celermente nei termini previsti senza ulteriori lungaggini a danno degli interessati.

CRITERI GENERALI PER IL CONFERIMENTO DEGLI INCARICHI DI DIREZIONE – UFFICI DIRIGENZIALI

Il Gabinetto dell’On. Ministro ha inviato in visione ai Capi di Dipartimento la bozza del provvedimento relativo ai CRITERI GENERALI PER IL CONFERIMENTO DEGLI INCARICHI DI DIREZIONE – UFFICI DIRIGENZIALI, al fine di acquisire eventuali contributi da far pervenire entro il giorno 24 febbraio p.v. , successivamente la Direzione Generale del Personale provvederà a trasmettere tale bozza in visione alle OO.SS. ed infine il giorno 1 marzo 2006 si terrà l’incontro di informazione ai sensi dell’art. 13 del CCNL 98/01 in merito ai criteri generali.

Cordialità e Saluti

Il Segretario Nazionale
(Dott. Giuseppe Urbino)

martedì, febbraio 14, 2006

PROCESSI DI RIQUALIFICAZIONE

Il Dott. Mauro Cotone ha scritto:

Si trasmette la bozza di CCIM, aggiornata alla seduta del 1 febbraio 2006.

 

IL SINDACATO AUTONOMO UNSA BENI CULTURALI AGGIUNGE:

nel corso della riunione che si terrà alla data suindicata, si chiede formalmente di prendere in esame, per quanto riguarda il controllo documentale dei titoli relativi alla riqualificazione, la possibilità di integrazione dei titoli stessi, qualora il dipendente abbia dichiarato un’anzianità di servizio inferiore a quella effettiva, trattandosi di un dato oggettivo, di cui l’Amministrazione è a conoscenza e poteva verificare d’ufficio e in qualsiasi momento, a prescindere da quanto affermato dal dipendente.

Si chiede altresì che la possibilità di integrazione sia estesa a quei casi di titoli non dichiarati al momento della presentazione della domanda di riqualificazione, qualora il dipendente dimostri che si sia trattato di un "mero errore materiale".

Ciò anche al fine di evitare incresciosi contenziosi, con oneri dispendiosi a carico dell’Amministrazione.

Pertanto, le Organizzazioni Sindacali che leggono questa richiesta, sono invitate a sostenere coralmente tale richiesta, giuntaci da molti lavoratori, anche iscritti ad altre OO.SS.

 

LA SEGRETERIA NAZIONALE 

 

martedì, gennaio 31, 2006

P.A. - SOPPRESSO IL PAGAMENTO DELLE FESTIVITA'

P.A. - SOPPRESSO IL PAGAMENTO DELLE FESTIVITA’
 
 Fra i tanti tagli alle spese di bilancio,la Finanziaria 2006 (legge 266/05) ha disposto all’att.1, comma 224 che non viene più riconosciuto ai pubblici dipendenti il diritto al pagamento delle maggiorazioni retributive delle festività nei casi in cui le ricorrenze ricadono in uno dei seguenti giorni: domenica; in qualsiasi altro giorno riconosciuto dai CCNL festività nazionale; il giorno del santo patrono.
 Un taglio di spesa che, fra le pieghe di una Finanziaria respinta e non confrontata con le parti sindacali, colpisce la prestazione lavorativa, vanificando il maggior sacrificio di quei colleghi, che, con encomiabile spirito di servizio, si sono resi disponibili a lavorare in un giorno doppiamente festivo.
 
 
UFFICIO LEGISLATIVO: NOTIZIE DALLA CORTE COSTITUZIONALE
 
1) PRECARI, ALLA CONSULTA IL DOPPIO PUNTEGGIO
Il Tar della Sicilia ha rimesso alla Corte Costituzionale la questione riguardante la legittimità del doppio punteggio riconosciuto  per il servizio di montagna previsto per le graduatorie permanenti di terza fascia, cioè gli elenchi che vengono utilizzati dagli uffici scolastici provinciali per le assunzioni dei supplenti e per il 50% delle immissioni in ruolo.
Nell’ordinanza di remissione il giudice a quo ha messo in dubbio la legittimità del doppio punteggio, riconosciuto a chi abbia prestato servizio di insegnamento in sedi scolastiche situate in comuni considerati montani (al di sopra di 600 metri).
 
2) TRASMISSIBILITÀ DELL’INDENNITÀ DI FINE RAPPORTO SECONDO LE REGOLE SUCCESSORIE
La Corte Costituzionale, con sentenza 23 dicembre 2005, n. 458, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 9, terzo comma, del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 4 aprile 1947, n. 207 (Trattamento giuridico ed economico del personale civile non di ruolo in servizio nelle Amministrazioni dello Stato) nella parte in cui non prevede che l’indennità di fine rapporto spettante al dipendente non di ruolo defunto, in mancanza dei soggetti ivi indicati, si devolva secondo le norme che disciplinano la successione mortis causa.
Pertanto, in materia di indennità di fine rapporto dovuta ai dipendenti deve ritenersi che gli emolumenti comunque riconosciuti al lavoratore (sia privato che pubblico) alla fine del rapporto abbiano natura di retribuzione differita ai fini previdenziali e che, di conseguenza, tali indennità debbano ritenersi già entrate a far parte del patrimonio del dipendente al momento della sua morte, analogamente a quanto disposto dall’art. 2122 c.c.; corollario di tale principio è che le stesse indennità, in mancanza dei soggetti legittimati individuati dalli legge, debbano devolversi agli eredi secondo le regole successorie.
 
3) PENSIONE: REVERSIBILITÀ PER I FIGLI MAGGIORENNI
La Corte costituzionale, con sentenza del 2 dicembre 2005, n. 433, ha  dichiarato l’illegittimità costituzionale degli art. 30 e 31 della legge 6 luglio 1939, n. 1035 (approvazione dell’ordinamento della cassa di previdenza per le pensioni dei sanitari), nella parte in cui, ai fini del trattamento pensionistico di reversibilità, non equiparano ai minorenni gli orfani maggiorenni iscritti ad università o ad istituti superiori pareggiati per tutta la durata del corso legale e, comunque, non oltre il ventiseiesimo anno di età.
DA OGGI 31 GENNAIO 2006 LA STANZA SINDACALE RESTERA' CHIUSA PER ALCUNI GIORNI A CAUSA DI LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE.
CI SCUSIAMO PER EVENTUALI DISAGI.
 
IL VICE SEGRETARIO NAZIONALE
    (Stefano Innocentini)

lunedì, gennaio 30, 2006

RINNOVO CONTRATTI PUBBLICO IMPIEGO: AGGIORNAMENTO


Si comunica che ieri, 26 gennaio 2006, sono state sottoscritte all’ARAN, le pre-intese relative ai contratti biennali economici 2004-2005 del Comparto Agenzie Fiscali e Servizio Sanitario Nazionale.
Le pre-intese sono disponibili sul sito Confsal: http://www.confsal.it/ .
L’Unsa-Confsal, per il Comparto Agenzie Fiscali, e la Fials-Confsal, per il Comparto Sanità, forniranno in merito commenti e notizie dettagliate attraverso i propri organi di informazione.
Si coglie l’occasione per rappresentare la situazione aggiornata alla data odierna, riguardante il rinnovo dei Contratti del Pubblico Impiego.
Gli undici Comparti e le otto Aree Dirigenziali registrano la seguente situazione:

COMPARTI

v BENEFICI CONTRATTUALI LIQUIDATI
o Amministrazioni dello Stato ad Ordinamento Autonomo
o Ministeri
o Scuola

v IPOTESI DI CCNL SOTTOSCRITTA IN ITER DI CONTROLLO E VALIDAZIONE
o Agenzie Fiscali
o Enti Pubblici non Economici
o Istituzioni di Alta Formazione e specializzazione artistica e musicale
o Istituzioni ed Enti di ricerca e specializzazione
o Presidenza del Consiglio dei Ministri
o Servizio Sanitario Nazionale
o Università

v NEGOZIATO IN CORSO
o Regioni ed Autonomie Locali



AREE DELLA DIRIGENZA


v IPOTESI DI CCNL SOTTOSCRITTA IN ITER DI CONTROLLO E VALIDAZIONE
o Area I – Ministeri – Amministrazioni dello Stato ad Ordinamento Autonomo
o Area II – Regioni ed Autonomie Locali
o Area V – Scuola – AFAM

v NEGOZIATO IN CORSO
o Area III – Sanità
o Area IV – Medici
o Area VIII – Presidenza del Consiglio dei Ministri

v EMANATO ATTO DI INDIRIZZO – (SI ATTENDE L’IMMEDIATA APERTURA DELLA TRATTATIVA ALL’ARAN)
o Area VI – Enti Pubblici non Economici ed Agenzie Fiscali

v NON E’ STATO ANCORA EMANATO L’ATTO DI INDIRIZZO
o Area VII – Ricerca - Università

CONCORSI E LAUREE

Ha ricevuto il visto della Corte dei Conti, la Circolare della Funzione pubblica relativa al tema dei titoli necessari per la partecipazione ai concorsi pubblici.
Una serie di precedenti circolari avevano già chiarito che per l’accesso alla dirigenza era necessaria la laurea specialistica. Per i concorsi agli altri livelli del pubblico impiego, ove sia richiesta la laurea, è sufficiente quella triennale.
Inoltre, è stato chiarito che in tutti quei casi in cui venga richiesta il titolo di laurea “specialistica”, dovrà essere ammesso anche chi possiede la laurea del vecchio ordinamento.

ART. 18 STATUTO DEI LAVORATORI ED ONERE PROBATORIO

Nel caso di licenziamento illegittimo, l’onere della prova circa l’inesistenza del requisito dimensionale previsto dall’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, e quindi l’impossibilità di reintegrare nel suo posto il lavoratore licenziato, grava sul datore di lavoro e non sul prestatore di lavoro.
E’ questo il principio di diritto enunciato dalla Corte di Cassazione, Sezioni Unite, con sentenza 141/2006.
In particolare la questione sottoposta alla Corte concerneva la corretta interpretazione dell'art. 18, comma 1, l. 300/1970, modificato dall'art. 1 l. 108/1990, con riguardo alla ripartizione dell’onere della prova, ovvero: se nel subordinare l'ordine giudiziale di reintegrazione del prestatore di lavoro illegittimamente licenziato a certe dimensioni dell'organizzazione produttiva datrice di lavoro, commisurate sul numero delle persone occupate (cd. requisito dimensionale), imponga al detto prestatore-attore in giudizio l'onere di provare il requisito, oppure richieda al datore-convenuto in giudizio la prova negativa ossia del non raggiungimento di quelle dimensioni.
Alla questione la giurisprudenza aveva dato soluzioni differenti accendendo il contrasto che ha dato origine all’intervento nomofilattico della Suprema Corte.

Liquidazione pubblico impiego: non più pignorabile illimitatamente

La sequestrabilità e la pignorabilità delle indennità di fine rapporto di lavoro, per crediti da danno erariale deve avvenire con la limitazione temporale disposta all'articolo 545 del codice di procedura civile. E' questo il principio contenuto nella sentenza Corte Costituzionale n° 438 del 9.12.2005 (Ludovico De Grigiis) LaPrevidenza.it, 20/12/2005

Reversibilità CPS: diritto alla pensione per figli maggiorenni studenti universitari
La privazione del diritto a pensione direversibilità ai sensi della legge 6 luglio 1939, n. 1035 viene dichiarata incostituzionale con la sentenza della Corte costituzionale, del 2.12.2005, n° 433. I figli maggiorenni studenti universitari (o iscritti ad istituti superiori paritari) conseguono il diritto alla prestazione pensionistica in quanto equiparati agli orfani minorenni.

PUBBLICHIAMO IL SEGUENTE ARTICOLO POICHE’ NE RITENIAMO PIENAMENTE CONDIVISIBILE IL CONTENUTO

Tra le rovine dei Beni culturali i Beni culturali in rovina
Salvatore Settis
10-GEN-2006 La Repubblica


Lottizzazione, carenze di fondi e di personale: la deriva di musei e Sovrintendenze

PROSEGUE senza soste (senza rimedio?) la penosa deriva del ministero dei Beni culturali.

Il "valzer delle poltrone" denunciato con nomi, cognomi e indirizzi da Antonello Cherchi sul Sole-24 ore del 6 gennaio non è un episodio isolato, per quanto rivelatori possano essere i suoi aspetti più grotteschi, come il decreto-legge pubblicato per errore sul sito del ministero (poi velocemente ritirato) , con notazioni a mano che mettono a nudo personalismi assai discutibili.

MA NON si tratta solo di fatti di costume, pur deplorevoli, bensì del profondo malessere di tutta l'amministrazione pubblica della tutela. E' infarti significativo che le lotte di potere, le spartizioni, i favoritismi clientelari abbiano a oggetto le poltrone ministeriali, accentuando il perverso processo di gigantismo burocratico degli uffici centrali del ministero, mentre la periferia langue.

Basti qui ricordare che le direzioni generali, solo quattro fino a pochi anni fa, si sono raddoppiate con la riforma Melandri e triplicate con quella Urbani, senza contare l'aggiunta dei direttori regionali. Continua intanto l' annoso blocco delle assunzioni, più o meno metà delle Soprintendenze sono coperte per reggenza in mancanza di Soprintendenti di ruolo, e l'età media dei funzionali si aggira sui 55 anni. Viene così stravolto e mortificato il principale vanto della storia italiana della tutela, il suo carattere territoriale. Il ministero diventa un mostro con una testa sempre più grande e un corpo sempre più gracile.

Soprintendenze, archivi e musei fronteggiano compiti accresciuti con fondi cinicamente decurtati a ogni Finanziaria (lo ha ricordato Corrado Augias in queste pagine) e personale sempre più scarso e sempre più vecchio.

In questo contesto, il nuovo Codice dei Beni Culturali o qualsiasi altra norma rischia di diventare rapidamente carta straccia per mancanza di chi ne curi l'applicazione.

Ma finite le Soprintendenze per il graduale pensionamento di tutti e la mancanza di turn over, chi si occuperà della tutela in Italia?

Per i musei almeno, la risposta è pronta, anzi strombazzata a ogni occasione: ci penseranno le fondazioni museali. Peccato che chi le presenta come la soluzione salvifica rimuova in blocco i fatti: la legge Veltroni che prevede le fondazioni museali a cui "conferire" in gestione i patrii musei è del 1998, il regolamento Urbani del 2001; ma ad oggi esiste una sola Fondazione costruita intorno a (o a spese di) un museo statale, quella del Museo Egizio di Torino. Ma esiste veramente?

Sembrerebbe di sì, visto che è stata solennemente inaugurata due volte, da Urbani e poi da Buttiglione, e che può contare sul robusto appoggio di due grandi fondazioni bancarie. Ma fino ad oggi non si è riuscito nemmeno a "conferire" il Museo alla Fondazione, che gestisce la biglietteria mentre a tutto il resto (Museo e personale) pensa lo Stato. Esiste in compenso un Consiglio di amministrazione (dove non siede nemmeno un egittologo), che ha assunto il nuovo direttore del Museo senza consultare il Comitato Scientifico, presieduto e composto da egittologi illustri.
Le Soprintendenze vengono defunzionalizzate (anche con la creazione delle direzioni regionali, ulteriore tramite burocratico fra tutela territoriale e ministero), le fondazioni non riescono a decollare, e intanto si moltiplicano e si radicano le posizioni di potere nei corridoi del ministero.

Se il disegno è di chiudere bottega non c'è che dire, la strategia è perfetta. E' dunque diventato un ferrovecchio anche il glorioso articolo 9, il più originale della nostra Costituzione come ha detto il Presidente Ciampi?

Mentre si avvicinano le elezioni politiche, è giusto ricordare che gli elementi di questa deriva istituzionale, che negli anni del centrodestra ha raggiunto un livello preoccupante, hanno però radici nei governi di centrosinistra. Ad essi risale l'istituzione delle direzioni (allora Soprintendenze) regionali e la prima, più moderata moltiplicazione delle poltrone ministeriali; ad essi l'istituzione delle fondazioni museali, ottima idea per convogliare iniziative e fondi privati se la normativa non fosse stata concepita in modo così sgangherato.

Anche il blocco delle assunzioni, assoluto in questa legislatura, fu solo modestamente intaccato nella precedente.

Di fronte a questa crisi ormai insopportabile del settore, questi precedenti poco esaltanti vanno tenuti a mente.
Finora non è stato rivelato quale sia il progetto della coalizione di centrosinistra su questo fronte delicatissimo e vitale, e speriamo di saperlo presto.

Un'inversione di tendenza è necessaria, ma perché sia efficace occorrerà alla sinistra anche una buona dose di autocritica.

Se la Costituzione non è un ferrovecchio, l'amministrazione pubblica della tutela ha bisogno non solo di più fondi, ma di un'iniezione massiccia di nuovo personale di garantita competenza, di Soprintendenze territoriali autonome e funzionali, di una burocrazia centrale più snella, di un nuovo rapporto con Regioni, enti locali e privati ridisegnato sulla base di un grande patto nazionale per la tutela.

Alcuni dati sulle risorse umane del MiBAC - (anno 2005)
Published sabato, gennaio 28, 2006 by Blogger Culturale
(fonte: http://www.beniculturaliblog.it)


Dati Generali
7.918 posti scoperti su 25.175 assegnati.
Al MiBAC manca il 31% del personale totale assegnato:

· 1/4 dei Custodi previsti;
· 30 Architetti (circa);
· 100 Archeologi (circa) su 500 previsti;
· 189 Archivisti (circa) su 959 previsti;
· 668 Addetti Amministrativi;
· 0 Manager;
· 17 Informatici (circa) su 57 previsti;
· 1 Statistico su 2 previsti;
· 1 Geologo su 6 previsti;
· 1 Fisico su 5 previsti;
· 3 Chimici su 12 previsti.

Dati Regionali:
· Piemonte: 126 Custodi su 373;
· Lombardia: 187 Custodi su 440; 19 Archivisti su 40 previsti;
· Veneto: 106 Custodi su 397;
· Liguria: 50 Custodi su 190;
· Toscana: 39 Architetti su 64 previsti;
· Lazio: 114 Archivisti su 164 previsti;
· Abruzzo: 33 Architetti su 13 previsti (eccedenza), 45 Storici dell’Arte su 11 previsti (eccedenza);
· Molise: 0 Storici dell’Arte; 67 Archivisti su 28 previsti (eccedenza);
· Campania: 46 Archeologi su 72 previsti;
· Puglia: 24 Archeologi su 40 previsti;
· Basilicata 9 Archeologi su 17 previsti.

Ultimo concorso: metà degli anni 80.
Età media di un funzionario: 50 - 55 anni.

RISTRUTTURAZIONE LOCALI DEL CENTRO OPERATIVO SINDACALE DEL COLLEGIO ROMANO

Vi informiamo che nel corso di questa settimana, inizieranno dei lavori di ristrutturazione della nostra stanza sindacale presso il Ministero.
Pertanto, potrebbero esserci disagi circa il collegamento web e l’ utilizzo degli altri mezzi di comunicazione ( telefono, fax, ecc.).
Faremo comunque il possibile per tenervi aggiornati attraverso il Sito internet http://www.unsabeniculturali.it/ oppure tramite il nostro Blog http://www.unsabeniculturali.blogspot.com/

Cordialità e saluti

LA SEGRETERIA NAZIONALE

mercoledì, gennaio 18, 2006

ARAN – CCNL DIRIGENZA AREA 1 – COMUNICATO ANDIP


Si riporta, qui di seguito, la circolare n. 34 diramata in data odierna dall’ANDIP – Associazione Nazionale Dirigenti Pubblici:
«di seguito alle Circolari n. 32 dell’11 gennaio 2006 e n. 33 del 12 gennaio 2006, si comunica che ieri lunedì 16 gennaio 2006 alle ore 17,00 è stato sottoscritto presso la sede dell’A.R.A.N., tra la parte pubblica e le Organizzazioni sindacali firmatarie, un verbale di errata corrige dell’ipotesi di accordo del C.C.N.L. relativo al personale dirigente dell’Area I per il quadriennio normativo 2002-2005 e dei due bienni economici (2002–2003 e 2004-2005), già firmato lo scorso 10 gennaio 2006, relativo ai comparti dei Ministeri e della Sezioni Speciali dei Dirigenti delle professionalità sanitarie del Ministero della Salute e dei Dirigenti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Le modifiche apportate hanno riguardato i sottoelencati articoli:
Art. 1 – Campo di applicazione, durata e decorrenza del contratto.
Art. 10 – Clausole speciali.
Art. 60 – Incarichi aggiuntivi.
Art. 69 – Modalità di applicazione di particolari istituti economici.
Art. 71 bis – Ricostituzione del Rapporto di lavoro.
Art. 81 – Retribuzione di rischio e di posizione.
Complessivamente, la nostra Organizzazione sindacale esprime soddisfazione per i risultati raggiunti con tali ulteriori variazioni (alcune delle quali proposte dall’UNSA) che integrano la predetta ipotesi di accordo sottoscritta lo scorso 10 gennaio 2006, in quanto tutte migliorative del trattamento giuridico ed economico del Dirigente pubblico, e che in misura sempre maggiore offrono nuovi spazi alla tutela del Dirigente.
Il documento con le modifiche apportate è disponibile, in formato PDF, sul sito web www.unsaconfsal.it, nella sezione “Documentazione”.
CONFSAL-UNSA-SIAD – SINDACATO ITALIANO AUTONOMO DIFESA – INCENTIVAZIONE PRODUTTIVITA’ 2006

L’Unsa-Siad comunica che in data 13 Gennaio 2006 il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge con l’incremento di 5 milioni di euro da destinare all’incentivazione della produttività del personale civile del Ministero della Difesa, dal 2006 a regime, confermandone il riconoscimento del ruolo sempre più indispensabile per le attività delle Forze Armate.

MISURE URGENTI IN MATERIA DI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Si riporta, qui di seguito, una sintesi delle principali novità riportate dal Decreto Legge n. 4 del 10 Gennaio 2006 in materia di Pubblica Amministrazione:

Art. 3 – Personale delle Amministrazioni dello Stato in posizione di comando o fuori ruolo - il personale non dirigente di ruolo delle amministrazioni dello stato in posizione di comando o fuori ruolo è trasferito, su domanda, nei ruoli delle Amministrazioni ove presta servizio, nei limiti dei posti disponibili della dotazione organica complessiva. Il personale non immediatamente trasferito per carenza di posti disponibili in organico permane nella posizione di comando o fuori ruolo fino al successivo inquadramento a copertura di posti resisi disponibili in organico, con precedenza rispetto alle procedure concorsuali.

Art.4 – Monitoraggio sui contratti a tempo determinato e la somministrazione a tempo determinato nelle pubbliche amministrazioni - Le amministrazioni possono attivare i contratti a tempo determinato solo per esigenze temporanee ed eccezionali e previo esperimento di procedure inerenti assegnazione di personale anche temporanea, nonché previa valutazione circa l’opportunità di attivazione di contratti con le agenzie, per la somministrazione a tempo determinato di personale.

Art.6 - Semplificazione per gli adempimenti amministrativi per le persone con disabilità – Le Regioni adottano disposizioni dirette a semplificare e unificare le procedure di accertamento sanitario per l’invalidità civile, la cecità, la sordità,nonché quelle per l’accertamento dell’handicap e dell’handicap grave, effettuate dall’apposite commissioni. Con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministro della Salute, sono individuate le patologie e le menomazioni rispetto alle quali sono esclusi gli accertamenti di controllo e di revisione ed è indicata la documentazione sanitaria, da richiedere agli interessati o alle commissioni mediche delle ASL, qualora non acquisita agli atti idonea documentazione atta a comprovare la minorazione.

Art.9 – Agevolazione della mobilità volontaria – Per agevolare l’attuazione del previo esperimento delle procedure di mobilità e la razionale distribuzione dei dipendenti tra le pubbliche amministrazioni, il Dipartimento della Funzione Pubblica può istituire una banca dati informatica, ad adesione volontaria, finalizzata all’incontro tra la domanda e l’offerta di mobilità.

Art.11 – Dotazioni organiche – Modifica art.6 del dlgs 30/3/2001 n.165 – Nell’individuazione delle dotazioni organiche, le Amministrazioni non possono determinare, in presenza di vacanze di organico, situazioni di soprannumerarietà di personale, anche temporanea, nell’ambito dei contingenti relativi alle singole posizioni economiche delle aree funzionali e di livello dirigenziale. Ai fini della mobilità collettiva le Amministrazioni effettuano annualmente rilevazioni delle eccedenze di personale su base territoriale per categoria o area, qualifica e profilo professionale.

Art.12 – Proroga assunzioni autorizzate –Le assunzioni autorizzate per l’anno 2005 possono essere effettuate entro il 30 Aprile 2006. Le assunzioni di cui all’art.1, comma 98 della Legge 30/12/2004 n.311, relative all’anno 2005, possono essere effettuate entro sei mesi dalla data di Pubblicazione in G.U. dei decreti previsti.

Art.13 – Contratti di collaborazione –Al fine di ridurre il numero delle collaborazioni coordinate continuative nelle pubbliche amministrazioni, all’art.7 del D.Lsv. 3073/2001 n.165, il comma 6 è sostituito dai seguenti:”per esigenze cui non possono far fronte con personale in servizio, le Amministrazioni Pubbliche possono conferire incarichi individuali, con contratti di lavoro autonomo, di natura occasionale o coordinata e continuativa, a esperti di provata competenza in presenza di determinati presupposti tassativamente specificati dal legislatore. Con appositi regolamenti, da trasmettere al Dipartimento della funzione pubblica, le amministrazioni definiscono procedure comparative per il conferimento degli incarichi di collaborazione.

Art.16 – Reggenza di uffici dirigenziali non generali – Allo scopo di consentire la continuità dell’azione amministrativa, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali , nel caso di temporanea indisponibilità di dirigenti da preporre agli uffici dirigenziali non generali, può conferire, nei limiti di cui all’articolo 1 , comma 187, della Legge 23/12/2005,n.266, la reggenza di tali uffici a personale particolarmente qualificato appartenente all’area funzionale C3, come individuata nel CCNL comparto Ministeri. L’incarico di reggenza non può superare la durata di dodici mesi ed è rinnovabile una sola volta. All’incarico così attribuito non si applica l’articolo 2103 del codice civile; pertanto non si dà luogo all’attribuzione di alcun trattamento economico aggiuntivo rispetto a quello in godimento.

Art.17 – Strumenti informativi per la sicurezza dei trasporti – E’ istituito presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti un sistema di controllo e monitoraggio delle informazioni inerenti alla sicurezza ed alla regolarità della circolazione stradale e dello svolgimento dei servizi di trasporto, da realizzarsi mediante il continuo interscambio di dati grazie alla connessione stabile, in via telematica,dei centri di controllo delle sale operative e delle strutture apposite esistenti presso le pubbliche amministrazioni, gli enti ed i soggetti operatori, pubblici e privati, comunque preposti ai settori della circolazione stradale e del trasporto dei passeggeri e delle merci.

Art.34 – Disposizioni urgenti per il funzionamento del Ministero dell’ambiente e della Tutela del Territorio – Per l’immediato potenziamento del Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio è istituita la Direzione Generale per il danno ambientale. Alla Direzione Generale sono attribuiti uffici di livello dirigenziale. La Direzione Generale svolge le funzioni di competenza del Ministero dell’Ambiente in materia di danno ambientale, nonché quelle inerenti alla gestione e sviluppo dei sistemi informativi e statici,ivi compresi quelli cartografici, utilizzati dalle altre strutture ministeriali, con le correlate attività di studio e ricerca ed a quelle per l’informazione e la comunicazione ambientale.
Il testo completo del Decreto Legge è disponibile sul nostro BLOG ai seguenti indirizzi: http://www.unsabeniculturali.blogspot.com/ oppure http://unsabeniculturali.blogspot.com/
Cordialità e saluti
IL VICE SEGRETARIO NAZIONALE
(Stefano Innocentini)

APPROFONDIMENTI
Rubrica di informazione ed orientamento a cura dell’ Ufficio Studi UNSA Beni Culturali



Il dipendente può rifiutarsi di lavorare se il datore non adotta le misure di sicurezza


L'ipotesi del sopravvenuto venir meno in modo totale o parziale della prestazione lavorativa tale da giustificare il licenziamento ex art. 18 l. 300/1970 per giusta causa o per giustificato motivo ai sensi dell'art. 3 l. 604/1996 non è ravvisabile se il mancato o non completo adempimento del lavoratore trova giustificazione nella mancata adozione da parte di datore di lavoro delle misure di sicurezza che, pur in mancanza di norme specifiche, il datore è tenuto ad osservare a tutela dell'integrità fisica e psichica del prestatore di lavoro e se quest'ultimo prima dell'inadempimento secondo gli obblighi di correttezza informa il datore di lavoro circa le misure necessarie da adottare a tutela dell'integrità fisica e psichica del lavoratore, sempre che tale necessità sia evidente o, comunque, accertabile o accertata.

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21479 del 7 novembre 2005, ricordando che nei contratti a prestazioni corrispettive, quando una delle parti giustifica il proprio inadempimento con l'inadempimento dell'altra, occorre procedere alla valutazione comparativa del comportamento dei contraenti non soltanto in riferimento all'elemento cronologico delle rispettive inadempienze, ma anche in relazione ai rapporti di causalità e di proporzionalità di tali inadempienze rispetto alla funzione economico-sociale del contratto al fine di stabilire se effettivamente il comportamento di una parte giustifichi il rifiuto dell'altra di eseguire la prestazione dovuta, tenendo presente che va accertata la sussistenza della gravità dell'inadempimento cronologicamente anteriore, perché quando questo non è grave, il rifiuto dell'altra parte di adempiere non è di buona fede e, quindi, non è giustificato.
(Fonte: LaPrevidenza.it, 18/11/2005)


Stato: la laurea riscattata all'Inps ante ruolo deve essere ricongiunta ex legge 29/79


La formulazione di tale ultima norma consente di poter affermare che, in questo caso, la facoltà del lavoratore che abbia manifestato la volontà di ricongiungere tutti i periodi assicurativi -al fine di ottenere un'unica pensione- sconta il solo limite della titolarità degli stessi periodi presso la precedente gestione.

Per cui il diniego posto dall'Amministrazione, che vedrebbe nella applicazione al caso di specie della suddetta disposizione un mezzo elusivo della prima norma, non appare convincente atteso che le citate disposizioni e i relativi istituti, riscatto e ricongiunzione, disciplinano fattispecie diverse: il primo consente, a chi ha avuto accesso per concorso ad una qualifica direttiva dello Stato, indipendentemente da altre esperienze lavorative, di poter “riscattare” gli studi universitari mediante un contributo determinato, mentre il secondo consente, solo a chi può già vantare un'iscrizione all'A.G.O., di poter “ricongiungere” i periodi di contribuzione dei quali sia titolare, senza che sia posta alcuna distinzione tra le varie forme contributive (obbligatoria, volontaria o addirittura figurativa).

Si tratta, evidentemente, di due norme di favore per la cui applicazione i limiti posti sono ben chiari. Se il legislatore, quindi, ha inteso disciplinare la ricongiunzione consentendo al lavoratore già iscritto all'I.N.P.S. di ottenere “in qualsiasi momento” la ricongiunzione di tutti i periodi di contribuzione dei quali sia titolare, non è possibile introdurre, in assenza di previsione legislativa, con intervento pretorio, un limite non normativamente disposto. E non varrebbe, in tal senso, la prospettiva dell'elusione della norma di cui all'art. 13 del D.P.R. n. 1092/1973 la quale disciplina l'ipotesi del “riscatto” accessibile ai funzionari direttivi anche non già titolari di posizione presso la gestione A.G.O., poiché, proprio sotto il profilo sistematico, l'interpretazione appare viceversa in linea con le disposizioni di favore dello stesso D.P.R. n. 1092/1973 che consentono la computabilità di servizi resi allo Stato o enti pubblici diversi anche in posizione non di ruolo o il riscatto di periodi nei quali si sia prestato servizio in particolari funzioni.
(Fonte: LaPrevidenza.it, 18/11/2005)

L’ Ufficio Studi UNSA Beni Culturali

martedì, gennaio 17, 2006

INCONTRO POLITICO CON IL VICEMINISTRO MARTUSCIELLO: SINTESI E CONSIDERAZIONI


Innanzitutto occorre precisare che, durante l’ incontro, la nostra O.S., facendosi portavoce di alcune richieste pervenute dai lavoratori, ha richiesto la proroga per un periodo breve, sino al 31 gennaio, al fine di consentire a tutti di sistemare la documentazione ed acquisire quella eventualmente mancante.
Il Vice Ministro Martusciello ed il Direttore Generale Giacomazzi si sono dichiarati disponibili ma Cgil e Cisl si sono opposti in modo categorico manifestando la loro contrarietà.
Con questo comportamento CGIL e CISL hanno ancora una volta voluto danneggiare alcuni lavoratori che per vari impedimenti hanno avuto difficoltà ad ottenere gli attestati e le certificazioni necessarie.
Nel corso della riunione politica con il Vice Ministro Martusciello, abbiamo altresì discusso gli altri temi di interesse generale ovvero:

1) Richiesta di un incremento del F.U.A. per un importo di almeno 50 milioni di euro da destinare al pagamento delle turnazioni,3 fase della riqualificazione, fondi per la contrattazione destinata alla realizzazione di progetti locali.
A tal proposito il ViceMinistro ha fatto presente che le attuali risorse sono del tutto insufficienti ma, purtroppo, con un Governo in scadenza in due mesi è impensabile trovare risorse aggiuntive.

2) L’ amministrazione ha comunicato che gli inquadramenti del personale riqualificato, appartenente all’ area C, avverranno con le seguenti scadenze:
· inquadramenti da C2 verso C3 entro il 15 febbraio 2006;
· inquadramenti da C1 verso C2 entro il 15 marzo 2006;
· inquadramenti da C1 verso C3 entro il 15 aprile 2006.
Successivamente, saranno inquadrati i vincitori, rispettando le seguenti fasi
a) la Direzione Generale del personale adotta i provvedimenti
b) i Direttori Regionali saranno incaricati della sottoscrizione dei contratti;
c) i lavoratori sottoscriveranno i contratti a livello di Direzioni regionali e dal giorno della loro firma scatterà il nuovo trattamento economico.
Per gli idonei ,invece, è prevista una seconda fase ovvero: l’ avvenuta registrazione dell’accordo del 5 dicembre con il quale sono stati aumentati i posti da destinare alla riqualificazione.
Infine, le date degli inquadramenti sono le seguenti:
Area C
· inquadramenti da C2 verso C3 entro il 15 aprile 2006;
· inquadramenti da C1 verso C2 e verso C3 entro il 15 maggio 2006.

Per l’area B dal 10 marzo il Ministero affiderà alla società esterna il controllo documentale che, presumibilmente, terminerà dopo almeno 5 mesi.
Una volta che il lavoro sarà completato occorreranno altri 3 mesi per gli inquadramenti.
Il controllo sarà effettuato tutto a Roma presso i locali della Biblioteca Nazionale.

3) E’ emersa la necessità, per le OO.SS. di costituire un tavolo tecnico per definire le modalità per la stabilizzazione dei lavoratori precari. Il Vice Ministro si è reso disponibile ed entro la settimana entrante sarà costituito un apposito gruppo di lavoro.

4) La richiesta di autorizzazione e risorse al Ministero dell’Economia e Finanze per la realizzazione dei passaggi tra le aree. Purtroppo, su questa richiesta non c’è stata fornita alcuna risposta specifica.

5) Definizione e motivazioni dei criteri e parametri per l’individuazione delle 18 sedi dirigenziali da sopprimere a seguito della riduzione degli organici del 5%.
Per l’individuazione delle sedi dirigenziali il Vice Ministro Martusciello ha accolto le proposte delle OO.SS. ovvero, di ridurre le struttture dirigenziali centrali lasciando inalterate quelle periferiche riservandosi però un ultimo passaggio dopo la riunione convocata per il 19 gennaio con i Capi Dipartimento.

6) Definizione di un accordo che preveda la possibilità di remunerare con i fondi della Dirigenza tutte le situazioni di reggenza specie dopo l’approvazione del decreto legge del 30 dicembre sulla funzionalità della Pubblica Amministrazione che prevede la deroga al 165/01 con reggenze di 12 mesi più altri 12mesi.

7) Rispetto dell’impegno del Vice Ministro Martusciello di destinare attraverso fondi aggiuntivi,peraltro già richiesti al Ministero dell’Economia e Finanze, la somma di 500.000,00 euro per sanare il contenzioso relativo alla vertenza dell’area della Vigilanza di Pompei.
Sul tema Pompei Martusciello ha garantito che onorerà l’impegno per far arrivare i 500.000,00 euro necessari a sanare il contenzioso per gli straordinari 88/96 almeno quelli di competenza Ministeriale visto ceh quelli di competenza locale già sono stati definiti attraverso un accordo con il city manager.

8) Riforma della legge sulla Soprintendenza autonoma di Pompei ,Poli Museali e Soprintendenza autonoma di Roma alla gestione tecnica amministrativa ed i modelli gestionali anche per eventuali modifiche come nel caso di Pompei ed in tale sede verra affrontato anche il nodo dei compensi che sembrerebbero percepire i componenti di taluni c.d.a.
9) Chiarimenti e documentazione in merito alla stipula del contratto di servizio del 19 dicembre 2005 relativo alla Fondazione Egizio. A tal riguardo chiediamo di conoscere anche il piano d’impresa ,d’azienda o industriale della Fondazione nonché la convocazione formale di un incontro nazionale di trattativa.
Per L’Egizio verrà consegnata la documentazione e si farà la riunione nazionale che abbiamo chiesto e quindi la nota del Direttore Regionale Turetta di oggi lascia il tempo che trova poiché il tutto dovrà essere affrontato al tavolo nazionale.
10) Sottoscrizione dell’accordo per i profili di sviluppo verticale di Capo Tecnico quale il Funzionario tecnico,il funzionario direttore tecnico ed il Funzionario tecnico Direttore Coordinatore rispettivamente di C1, C2 e C3.

Su questo tema si riprenderà la discussione al tavolo di contrattazione con il direttore Generale del personale nelle prossime sedute.

11) Chiarimenti e sanatoria attraverso pagamenti in contabilità speciale di tutti i pagamenti spettanti al personale di ruolo e precario centrale e periferico per gli istituti contrattuali quali; Turnazioni, progetti locali e nazionali,straordinari, stipendi ai lavoratori Giubilari e Atm.
Per quanto concerne i pagamenti si cercheranno delle soluzioni tecniche che evitino tutti i contenziosi. L’ Amministrazione si è mpegnata a diramare una nota di richiamo a tutti gli Istituti affinché si mettano in moto le procedure per effettuare i pagamenti rimasti insoluti.
Per quanto riguarda il pagamento degli stipendi dei precari per i primi tre mesi saranno mantenute le procedure usuali che come è noto vede l’accredito delle somme da parte della Direzione Generale del Personale agli istituti che poi effettuano materialmente l’ordine di pagamento.
Dal mese di aprile dovrebbe scattare il pagamento automatico direttamente da parte del Ministero del Tesoro .

L’amministrazione tra l’altro dovrà accreditare i fondi per pagare gli arretrati del contratto a giubilari e atm nonché l’adeguamento stipendiale

Cordialità e saluti

LA SEGRETERIA NAZIONALE