mercoledì, gennaio 31, 2007

LAVORATORI E DIGNITA’

Abbiamo parlato dei “fannulloni della Pubblica amministrazione” nel nostro ultimo notiziario prendendone le dovute difese.
Abbiamo precisato che certi luoghi comuni sono duri a morire e, ogni qualvolta un governo è in crisi, tornano a galla.
Con un’abile regia, sono poi spacciati come verità assolute, perdendo tempo e soldi a discutere di un problema che è spacciato come tale, ma, in realtà, non è un problema così grave da giustificare un libro, numerosi articoli su quotidiani e periodici nonché l'istituzione di “organi indipendenti di valutazione”.
A noi, sinceramente, sembrano più 'fannulloni' loro, i politici, che ci rubano i progetti, i posti di lavoro, le carriere, il futuro dei figli.
Dobbiamo renderci conto che tutta questa "Manovra lavoro", partita da lontano con il TFR, proseguirà inesorabilmente il suo percorso e diverrà inarrestabile se tutti i lavoratori, non solo i dipendenti pubblici, non si sveglieranno per tempo, cominciando a capire a cosa stanno andando incontro e dove li porteranno i sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil) in concertazione con questo governo.
L’ obbiettivo è ben chiaro: si vuole smantellare la pubblica amministrazione portandola a misura di impresa invece che al servizio del cittadino.
Si tratta di una “campagna di odio” ben concertata e chiaramente strumentale, finalizzata alla trasformazione della pubblica amministrazione in senso privatistico.
Già da tempo i pubblici dipendenti hanno un contratto di lavoro di tipo privatistico, pur lavorando alle dipendenze dello Stato.
Il risultato è una situazione ibrida che rende la posizione giuridica ed economica del pubblico dipendente sempre nebulosa e, quindi, più manovrabile.
E’ ora di finirla con queste ipocrisie! Diamo la giusta dignità ai servitori dello Stato e, soprattutto, diamo più dignità ai loro stipendi.

Stefano Innocentini

IL M.I.B.A.C. IN OSTAGGIO DEI SINDACATI CONFEDERALI

Se si leggono i comunicati di CGIL e CISL e poi quello della UIL ( stiamo parlando del settore Beni Culturali), sembrerebbe che tutti abbiano ragione. Infatti, questi soggetti sindacali, che apparentemente in campo nazionale, attraverso le loro confederazioni, sembrano unitari, nel nostro settore si scannano vicendevolmente per cercare di far emergere a tutti i costi quel ruolo così determinante tanto da poter influenzare le scelte pubbliche in materia di gestione delle risorse umane (e non solo quelle). La UIL, inoltre, si arroga il diritto di far passare come propria vittoria l’assegnazione di ulteriori 30 milioni di Euro da far confluire nel FUA, come se tutto questo sia l’esclusivo frutto della propria elaborazione e non della compartecipazione collettiva sindacale, ivi compreso l’operato dell’Amministrazione, che discute e secondo i vari consensi che si raccolgono allo stesso tavolo, si tramutano poi conseguenzialmente in accordi siglati o sonoramente respinti. Dal canto loro, invece, CGIL e CISL risultano tuttora impegnate e appassionatamente coinvolte a far la guerra al Direttore Generale Prof. Alfredo GIACOMAZZI, come se a tener banco in questa Amministrazione ci fosse solo lui e non tutti gli altri che dietro le quinte gli impartiscono le apposite direttive al fine di indirizzare la complessa gestione politico-amministrativa. Per CGIL e CISL è troppo comodo prendersela con chi è più attaccabile, anche sul piano personale. Perché non prendersela anche con chi è all’apice dell’Amministrazione centrale, quale il Ministro, i sottosegretari e l’ultimo appena fatto Segretario Generale, che forse qualche responsabilità ce l’ hanno anche loro? Non si vogliono certamente inimicare le figure che abbiamo appena descritto, sia perché fanno parte di un ampio schieramento politico, sia perché esse stesse confluiscono nell’ attuale compagine governativa. Infatti, sia CGIL e CISL da un lato e la UIL da l’altro, fanno il gioco delle parti. Litigano su tutto e poi nei fatti si ritrovano pienamente d’accordo su ogni decisione. E’ una farsa all’infinito dove l’Amministrazione è ostaggio dei sindacati ( o meglio, di alcuni sindacati) e il Sindacato ( quello vero) che dovrebbe interessarsi delle reali problematiche dei lavoratori si trova in balia di una certa “enpasse” che non può certamente sfociare in una proficua propositività che mira alla risoluzione delle stesse problematiche, tanto da creare guasti irrimediabili sul piano della contrattazione collettiva, a discapito degli interessi della categoria. Poiché è interesse del sindacalismo autonomo inserirsi per forza di cose in queste diatribe, al fine di farle cessare, noi dell’ UNSA restiamo concretamente presenti ad ogni singola istanza che sia determinante per cambiare questo modo di fare e dare un giro di vite alle errate abitudini e vizi procedurali nelle relazioni sindacali e intersindacali, affinché si possano veramente trovare delle soluzioni ottimali per i lavoratori e costituire una svolta per un nuovo Ministero.

Giuseppe Urbino