giovedì, ottobre 25, 2012

“Stipendio Day”: FIRMA ANCHE TU, SEI ANCORA IN TEMPO !

  ECCEZIONALE MOMENTO DI DEMOCRAZIA PARTECIPATA.
  DECINE DI MIGLIAIA LE FIRME RACCOLTE IN TUTTA ITALIA
 "Stipendio Day": 
FIRMA ANCHE TU, SEI ANCORA IN TEMPO !
Vastissimo successo dell'iniziativa promossa dalla Confsal-Unsa nella giornata di ieri, 22 ottobre 2012, per porre al centro dell'agenda politica il problema dell'adeguamento dello stipendio dei lavoratori pubblici, bloccato sin dal 31 dicembre 2009. Hanno partecipato alla raccolta di firme, che la Confsal-Unsa consegnerà ai gruppi parlamentari, migliaia e migliaia di lavoratori, sia iscritti che non, a testimonianza di come la questione sia un'assoluta priorità per tutti i dipendenti pubblici. La partecipazione dei lavoratori, che in molte sedi ha visto coinvolta la totalità dei dipendenti, è stato un esercizio riuscito di democrazia partecipata, in cui i singoli hanno richiesto, attraverso la loro firma, al potere politico di procedere all'immediato sblocco del contratto e dare respiro a tutta un'ampia categoria di lavoratori precipitati negli ultimi anni con tutte le loro famiglie in condizioni insostenibili.
Massimo Battaglia, Segretario generale della Federazione Confsal-Unsa dichiara: "Noi non ci siamo arresi alle decisioni di quei governi prepotenti che continuano a maltrattare il lavoro pubblico con il proposito o la scusa di salvare quelle stesse casse statali dissestate non da noi ma da una cattiva gestione della cosa pubblica." Il Segretario generale continua "vista la grande adesione democratica e popolare a questa iniziativa chiedo al governo, a partire dalla legge di stabilità in discussione in Parlamento, di risolvere il drammatico problema dell'inadeguatezza della stragrande maggioranza delle retribuzioni pubbliche attraverso lo sblocco dei contratti di lavoro, e di astenersi da ogni altra iniziativa che comporti prelievi diretti o indiretti dalle buste paga, poiché sarebbero vissute come l'ennesimo attacco a migliaia di famiglie già stremate." Battaglia conclude "continueremo a tenere alta l'attenzione sul problema delle retribuzioni, che allo stato attuale non ci pongono al riparo dalla precarietà del domani, e porteremo questo tema in piazza, il 10 novembre a Roma, con una manifestazione pubblica in piazza Santi Apostoli, sempre dal titolo "Stipendio Day". Invitiamo tutti i lavoratori a partecipare democraticamente all'evento per mandare un segnale forte a questa classe politica che non potrà fare finta di essere sorda per sempre. E invitiamo anche quei partiti politici che dimostreranno il coraggio di affrontare questo tema davanti ai loro eventuali elettori."(Il Segretario Generale Massimo Battaglia)
Per aderire all'iniziativa puoi rivolgerti ai nostri Coordinamenti Provinciali e Regionali, oppure direttamente a questo Coordinamento Nazionale, cliccando sul seguente link comunicato n. 51/12 e fai anche firmare la petizione agli altri colleghi del tuo ufficio e/o istituto e spedisci il tutto anche via fax allo 06.6785552.
  
VIENI ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE
IL 10 NOVEMBRE 2012
A ROMA, IN PIAZZA SANTI APOSTOLI

 

Fino al 4 novembre apertura straordinaria con visite guidate

Restauri in Corso” a Santa Maria Antiqua nel Foro Romano

 

Si tratta del più antico e importante monumento cristiano del Foro Romano e conserva testimonianze uniche dell’arte medievale e bizantina. Stiamo parlando della chiesa di Santa Maria Antiqua, definita la “Cappella Sistina dell’VIII secolo” per gli eccezionali cicli pittorici dipinti in tre secoli sulle sue pareti (ad oggi ne sono sopravvissuti circa duecentocinquanta metri quadri), ora considerati un unicum; la quasi totalità del patrimonio pittorico dell’Impero Bizantino è stato infatti distrutto durante l'Iconoclastia. Fondata come luogo di culto alla metà del VI secolo alle pendici del colle Palatino sulle strutture monumentali dei palazzi imperiali, sigillata per più di 1000 anni dopo i crolli del terremoto dell’847 d.C., riscoperta nel 1900, il monumento è rimasto chiuso al pubblico dal 1980, salvo la breve manifestazione analoga a questa che si inaugura, nella primavera del 2004. Dopo otto anni la chiesa, in una fase molto più avanzata dei suoirestauri, apre di nuovo le porte ai visitatori. Il progetto di recupero e conservazione muove dalle complesse indagini preliminari e dal primo consolidamento con il pronto intervento su dipinti e intonaci storici in grave stato di degradazione per giungere al completo restauro del patrimonio pittorico, giunto ormai all’80% della sua estensione e per il quale si prevede la riapertura entro la fine del prossimo anno. L’apertura straordinaria permetterà al pubblico visite guidate “in esclusiva” della chiesa e del cantiere di restauro nei giorni lavorativi (dal lunedì al venerdì).

Il progetto Santa Maria Antiqua è stato lanciato dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma nel 2001 insieme a una sponsorizzazione del World Monuments Fund e della Samuel H. Kress Foundation di New York, con un contributo della fondazione Sigval Bergesen d.y. og Hustru Nanki's almennyttige Stiftelse di Oslo, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza per il Patrimonio Storico-Artistico di Roma e conta sulla collaborazione di varie istituzioni italiane ed internazionali, come l’Enea, l'Università della Tuscia di Viterbo, l'Istituto di Norvegia e l'Iccrom.

info: le visite si svolgeranno per gruppi di circa 25 persone e avranno luogo da lunedì al venerdì (ma con un prolungamento nei giorni festivi fra il 1 e il 4 novembre) dalle 9.30 alle 14.00.

www.coopculture.it,

tel. 06 39967700,

http://archeoroma.beniculturali.it

 

 

TFR: DISCRIMINATORIA LA TRATTENUTA DEL 2,5% SUGLI STIPENDI DEI DIPENDENTI IN REGIME DI TFS

LE AMMINISTRAZIONI DOVRANNO RESTITUIRE LE QUOTE SOTTRATTE AI SALARI, AUMENTANO I RICORSI PRESENTATI PER VIA GIUDIZIARIA

 

 

Una nuova sentenza boccia la trattenuta del TFR per i dipendenti pubblici sotto forma di prelievo aggiuntivo del 2,5%, che lINPDAP operava come effetto della cosiddetta manovra Tremonti (dl 78/2010): la Corte Costituzionale ha ritenuto tale misura discriminatoria verso i dipendenti pubblici rispetto a quelli privati.

Il provvedimento che estendeva il TFR anche al lavoro pubblico è stato infatti ritenuto incostituzionale: “A seguito delle modifiche introdotte dal 1° gennaio 2011, l’indennità di buona uscita non è stata più calcolata sul 9,60% - di cui 7,10% a carico della Amministrazioni e 2,5% a carico dei dipendenti – dell’80% dell’ultima retribuzione annua utile, ma quantificata accantonando annualmente il 6,91% della retribuzione utile”, spiega Giuseppe Urbino il Segretario Nazionale della Confsal-Unsa.

Pertanto “Con effetto sulle anzianità contributive maturate a decorrere dal 1° gennaio 2011, per i lavoratori alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche il computo dei trattamenti di fine servizio andava effettuato secondo le regole del TFR. Questo voleva dire che i lavoratori avrebbero dovuto versare non più il contributo del 2,50% bensì il 6,91%, così come è regolato dal TFR”.

La manovra Tremonti infatti, non diceva nulla sulla quota pagata già dai pubblici, pari al 2,50%, che in questi circa due anni è stata comunque sottratta dal salario dei pubblici, ovviamente insieme al 6,91% della nuova disciplina introdotta. Con la sentenza la Corte ha giudicato incostituzionale questa sottrazione perché, a parere dell’alta magistratura, queste due voci non si potevano sommare.

Bisognerà capire quali saranno gli effetti, soprattutto sui futuri pensionati, di questo mancato incasso per l’ex INPDAP e quindi dell’INPS, che ora dovrà restituire 3,8 miliardi di euro e perderà fino a 2 miliardi di euro l’anno (per il 2012 era stimato 1 milione di euro e 7 milioni nel 2013).

Ora le Amministrazioni di appartenenza devono dunque provvedere alle dovute restituzioni. Se così non fosse ogni lavoratore interessato può adire le vie giudiziarie (tenendo conto che il termine di prescrizione è quinquennale e ha preso a decorrere dal 1° gennaio 2011).

La sentenza, una grande vittoria per tutti i lavoratori pubblici, sancisce ancora una volta la correttezza dei ricorsi promossi dalla Confsal - Unsa in tutta Italia; pertanto le nostre azioni legali continueranno e i giudici di merito dovranno tener conto della sentenza sopra richiamata assicurando ai ricorrenti l’annullamento del prelievo e il reintegro delle somme indebitamente trattenute.

 

Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo

Denuncia condizioni di lavoro del personale di vigilanza.

 

Si riporta la lettera indirizzata alla Soprintendenza PSAE Polo Museale Romano, a firma del personale dell'area vigilanza e accoglienza Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo:

Come è noto alle SS.LL, il Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo si pregia di essere il quinto sito artistico tra i più visitati d'Italia, con una media di circa 3.000 presenze di visitatori al giorno ed un introito lordo per le Casse dello Stato pari a € 3.191.787,50 per il 2011. L'apertura al pubblico del museo è determinata dalla presenza di sole 36 unità ripartite su tre turni, impegnate nelle attività di vigilanza e accoglienza.

Con la presente, i suddetti lavoratori denunciano le pessime condizioni ambientali in cui sono costretti a svolgere le proprie mansioni, in aperto contrasto con le previste norme di tutela del lavoratore contenute nel D.lgs 9 Aprile 2008, n. 81 – Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro,  specificatamente nel Titolo II, Allegato IV sui requisiti dei luoghi di lavoro, come dimostrato dagli articoli sottostanti:

1.8.7. Quando i lavoratori occupano posti di lavoro all'aperto, questi devono essere strutturati, per quanto tecnicamente possibile, in modo tale che i lavoratori […] 1.8.7.1. siano protetti dagli agenti atmosferici e, se necessario, contro la caduta di oggetti.

1.9.2. Temperatura dei locali – 1.9.2.1. la temperatura dei locali di lavoro deve essere adeguata all'organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori. 1.9.2.2. Nel giudizio sulla temperatura adeguata per i lavoratori si deve tenere conto della influenza che possono esercitare sopra di essa il grado di umidità e il movimento dell'aria concomitanti. 1.9.2.5. Quando non è conveniente modificare la temperatura di tutto l'ambiente, si deve provvedere alla difesa dei lavoratori contro le temperature troppo alte o troppo basse mediante misure tecniche localizzate o mezzi personali di protezione.

Le postazioni di lavoro occupate dal personale durante la stagione invernale sono prevalentemente tra correnti d'aria e violenti sbalzi climatici, i saloni vasti e aperti sono sprovvisti di climatizzazione (salvo la presenza, se funzionanti, di alcune stufe) e il tempo di lavoro prolungato in queste condizioni determina frequenti malanni e un aggravio della salute per molti. Presso il portone principale, la postazione di lavoro, come concepita allo stato attuale, risulta non più tollerabile dai dipendenti e il fatto che sia "insanabile" per l'amministrazione ci vede costretti a manifestare il nostro disappunto con veemenza. Regolare, controllare, assistere migliaia di visitatori e sorvegliare le attività ordinarie che transitano presso l'ingresso non può avvenire sotto la pioggia, il vento, le correnti d'aria, sprovvisti di apposita copertura per un riparo temporaneo o di adeguato abbigliamento. Si segnala, peraltro, che la divisa di servizio fornitaci risulta inadeguata ed incompleta e pertanto totalmente non idonea al luogo in alcuni periodi dell'anno. Nei periodi estivi la situazione si ribalta e all'interno delle sale il clima percepito raggiunge livelli inaccettabili, con percentuali di temperatura e umidità tali da rendere gli ambienti invivibili per il personale e per i visitatori, che addirittura lamentano di non riuscire a soffermarsi davanti alle opere per ammirarle. Questi lavoratori si sentono lasciati da parte da un'amministrazione sorda alle ripetute richieste di tamponare alcuni limiti strutturali che, pur essendo di fatto insanabili, possono ugualmente essere affrontati con accorgimenti obbligatori per il datore di lavoro e urgenti, al fine di preservare la salute di noi tutti. Climatizzare le sale con apparecchiature non invasive, ma che servano ad attenuare le situazioni descritte sopra ed aumentare le dimensioni del gabbiotto presso il portone per trovare un temporaneo riparo, è una soluzione che auspichiamo e chiediamo sottoscrivendo questa nota.

Con questa lettera chiediamo risposte concrete e non promesse senza scadenze, come sempre avvenuto negli anni e intendiamo comunicare che, in caso di inerzia da parte dell'amministrazione, il personale di vigilanza e accoglienza del Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo si vedrà costretto a denunciare la situazione presso l'Azienda Sanitaria Locale competente e ad attivare azioni di protesta concrete.

 

UNA REGGIA DI CASERTA CHE CROLLA E SE NON SI INTERVIENE CON I RESTAURI E LA MANUTENZIONE SI RISCHIA DAVVERO TUTTO

 

Il 4 ottobre scorso alla Reggia di Caserta si è verificato il distacco di un elemento lapideo ornamentale del cornicione superiore della Reggia. Immediata la reazione delle Amministrazioni, coinvolte a vario titolo.

Il primo intervento è consistito nel transennare il prospetto principale.

"Servirebbero dai 15 ai 20 milioni di euro – queste sono le necessità finanziarie per far fronte, all’indomani del crollo, considerando che solo per il restauro e la manutenzione delle facciate sono necessari quattro o cinque milioni di euro. I 200mila euro all'anno che ci vengono assegnati non bastano per una struttura simile".

“Nell’ambito del protocollo di intesa del 7 marzo 2012, tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco – si legge nel comunicato stampa del MiBAC - è stato costituito un gruppo di lavoro tecnico composto da un rappresentante del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, dell’Aeronautica Militare, della Soprintendenza BAPSAE di Caserta e Benevento e della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania”.

“Nella prima riunione convocata dai Direttori Regionali dei Vigili del Fuoco e dei Beni Culturali, con la presenza del rappresentante dell’Unità di Crisi costituita presso il Segretariato Generale del MIBAC – si legge ancora - si è concordato di mantenere l’accessibilità e la fruizione pubblica della Reggia con dei percorsi ben delimitati che garantiscano la sicurezza e che siano aggiornati in ragione dell’esito dei controlli in corso. Di conseguenza saranno definite le opportune misure per la gestione dei flussi dei visitatori e del personale. Al termine di questa fase sarà possibile definire il piano degli approfondimenti tecnici necessari e al programma degli interventi conservativi”.

 

Teatro di Pompei: inchiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata sui    costi del restauro

Spesi 7,5 milioni di euro anziché i 500mila previsti

 

E’ quanto emerge dal resoconto della Commissione Cultura del Senato e denunciato dall’ Osservatorio patrimonio culturale.

Si tratta di lavori di restauro del teatro antico di Pompei per la stagione teatrale del 2010, per i quali sono stati spesi 7,5 milioni di euro invece dei 500mila previsti al progetto iniziale.

Dalla discussione pubblica della Commissione Cultura del Senato dedicata alle problematiche del sito archeologico di Pompei si viene a sapere, tra l’altro che anche «la mancata programmazione di nuovi spettacoli nel teatro è dovuta, fra l'altro, al sequestro disposto dalla Procura del materiale scenico e impiantistico acquistato allora dal commissario».

Tali lavori ebbero inizio dopo un progetto preparato dalla Soprintendenza archeologica di Pompei con un appalto iniziale di poco meno di 500 mila euro, aumentato poi da altri interventi disposti nel periodo della gestione Commissariale degli scavi e messi in pratica con procedure semplificate a seguito delle deroghe dovute allo stato d’emergenza per Pompei

Nel corso dei lavori, in base a quanto documentato da foto e video resi pubblici da diversi media, furono usate tecniche d’intervento considerate invasive, come ad esempio l’uso del cemento, la realizzazione di finte gradinate in tufo moderno e l’utilizzo di tecnologie pesanti tra cui l’impiego di martelli pneumatici, tutto ciò incompatibile con la fragilità dell’area archeologica.

Abbiamo deciso di riportare questa notizia, già resa nota dai media, perché riteniamo doveroso tornare puntualmente sull’argomento Pompei, sito archeologico unico al mondo ma, nel contempo, con vecchi problemi non risolti e che sembrano ormai essere diventati cronici.

Dai cani randagi al mercato delle guide in nero, passando per i fin troppo frequenti crolli e la carenza di personale di vigilanza, Pompei mostra tutti i segni del degrado di cui il Ministero per i Beni e le Attività Culturali non può che esserne responsabile.

Ad onor del vero, non possiamo non rammentare che adesso si parla del “Grande Progetto Pompei”, che si tratta di un intervento da 105 milioni di euro tra fondi Fesr (Fondo europeo per lo sviluppo regionale) e nazionali, che si pone l’obiettivo della riqualificazione del sito archeologico di Pompei entro il mese di dicembre 2015.

Noi sappiamo che il MiBAC, ha focalizzato la propria attenzione su interventi mirati a:

- la riduzione del rischio idrogeologico, con la messa in sicurezza dei terrapieni non scavati;

- la messa in sicurezza delle insulae;

- il consolidamento e restauro delle murature;

- il consolidamento e restauro delle superfici decorate;

- la protezione degli edifici dalle intemperie, con conseguente aumento delle aree visitabili;

- il potenziamento del sistema di videosorveglianza.

Forse qualcosa comincia a muoversi e ci auguriamo che veramente questi obiettivi saranno raggiunti.

L’esperienza passata però insegna che non possiamo e non dobbiamo abbassare la guardia e la notizia dell’ inchiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, con la quale abbiamo iniziato questo articolo, desta viva preoccupazione e ci lascia sgomenti.

Pompei, croce e delizia del nostro patrimonio culturale, riuscirà finalmente a risollevarsi definitivamente o dovremo sempre apprendere e riportare notizie sconfortanti?

 

“Stipendio Day”: eccezionale momento di democrazia partecipata.

Decine di migliaia le firme raccolte in tutta Italia

 

Vastissimo successo dell’iniziativa promossa dalla Confsal-Unsa nella giornata di ieri, 22 ottobre 2012, per porre al centro dell’agenda politica il problema dell’adeguamento dello stipendio dei lavoratori pubblici, bloccato sin dal 31 dicembre 2009. Hanno partecipato alla raccolta di firme, che la Confsal-Unsa consegnerà ai gruppi parlamentari, migliaia e migliaia di lavoratori, sia iscritti che non, a testimonianza di come la questione sia un’assoluta priorità per tutti i dipendenti pubblici. La partecipazione dei lavoratori, che in molte sedi ha visto coinvolta la totalità dei dipendenti, è stato un esercizio riuscito di democrazia partecipata, in cui i singoli hanno richiesto, attraverso la loro firma, al potere politico di procedere all’immediato sblocco del contratto e dare respiro a tutta un’ampia categoria di lavoratori precipitati negli ultimi anni con tutte le loro famiglie in condizioni insostenibili.

Massimo Battaglia, Segretario generale della Federazione Confsal-Unsa dichiara: “Noi non ci siamo arresi alle decisioni di quei governi prepotenti che continuano a maltrattare il lavoro pubblico con il proposito o la scusa di salvare quelle stesse casse statali dissestate non da noi ma da una cattiva gestione della cosa pubblica.” Il Segretario generale continua “vista la grande adesione democratica e popolare a questa iniziativa chiedo al governo, a partire dalla legge di stabilità in discussione in Parlamento, di risolvere il drammatico problema dell’inadeguatezza della stragrande maggioranza delle retribuzioni pubbliche attraverso lo sblocco dei contratti di lavoro, e di astenersi da ogni altra iniziativa che comporti prelievi diretti o indiretti dalle buste paga, poiché sarebbero vissute come l’ennesimo attacco a migliaia di famiglie già stremate.” Battaglia conclude “continueremo a tenere alta l’attenzione sul problema delle retribuzioni, che allo stato attuale non ci pongono al riparo dalla precarietà del domani, e porteremo questo tema in piazza, il 10 novembre a Roma, con una manifestazione pubblica in piazza Santi Apostoli, sempre dal titolo “Stipendio Day”. Invitiamo tutti i lavoratori a partecipare democraticamente all’evento per mandare un segnale forte a questa classe politica che non potrà fare finta di essere sorda per sempre. E invitiamo anche quei partiti politici che dimostreranno il coraggio di affrontare questo tema davanti ai loro eventuali elettori.

UN NUOVO SISTEMA PER RICICLARSI PER I POLITICI... E’ CIO’ CHE APPARE LA NUOVA NOMINA DELLA MELANDRI AL MAXXI.

 

La tormentata storia del Maxxi, voluta e caldeggiata non solo dell’allora Ministra Melandri, la quale se ne è presa tutta la paternità, ma a memoria d’uomo bisognerebbe seguire il tracciato di chi prima di lei è stato Ministro e qualche impronta l’ha pur lasciata, spianando la strada per gli atti successivi. Ma la cosa che più desta stupore, non è tanto se la Melandri va o non va al Maxxi, anche se di questo ci può dispiacere o meno, ma è il fatto che la vera anomalia è che all’inizio di questa sconfortante vicenda, per chi ancora si ricorda, fu messo alla presidenza l’ex Direttore Generale appena pensionato Pio Baldi con la speranza che essendo il Maxxi una fondazione potesse portare quanti più fondi dall’esterno per consentire al massimo il funzionamento. E’ sotto gli occhi di tutti, invece, che c’è stato un pieno fallimento della prospettiva idealizzata e la situazione non è stata poi tanto così idilliaca, tanto da costringere il Ministro a nominare un commissario nella persona dell’attuale Segretario Generale Antonia Pasqua Recchia.

Si fa un gran parlare di ridurre i costi delle Pubbliche Amministrazioni, mentre dall’altra parte, si mettono in piedi carrozzoni per nulla a costo zero che hanno l’unico effetto di ritorno l’accentuarsi di un ulteriore carico di spese, dal momento che queste si sottraggono agli ordinari organi di controllo, senza considerare poi il personale del MiBAC che risulta distaccato presso questa Fondazione e regolarmente retribuito dal Ministero. Pertanto, la nomina di Giovanna Melandri alla presidenza del Maxxi, oltre che lasciarci sbigottiti, non può che farci riflettere sulla pessima gestione della cultura da parte del Governo, in questo caso rappresentato dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali Lorenzo Ornaghi. Nel fuggi fuggi generale che sta interessando tanti esponenti storici del PD, vista l’aria di rottamazione che tira, qualcuno ha pensato di trovarsi un’oasi felice e dimettersi da parlamentare prima di essere probabilmente dimessa dal voto popolare (o non più candidata dal suo partito…).

Sia chiaro, non abbiamo nulla contro l’On. Melandri in quanto parlamentare, perché presumiamo che abbia saputo fare il suo mestiere e non vogliamo né possiamo entrare nel merito del suo lavoro a Montecitorio. Ma il momento storico che stiamo vivendo esige un cambiamento ed è il popolo a chiederlo con forza, non a caso si sta affermando il cosiddetto  “fenomeno Grillo”. Quello che a noi preme sottolineare è che la scelta di Ornaghi per la presidenza del Maxxi non risulta affatto chiara e sembrerebbe essere stata dettata più da logiche spartitorie che da una decisione ponderata e tecnica. La Melandri si difende dagli attacchi dei detrattori affermando di aver istituito lei il Maxxi e definendosi un tecnico che è stata chiamata da un altro tecnico ad un incarico di prestigio.

Sappiamo che non percepirà compensi per questo incarico ma non per sua scelta, bensì in

virtù di una legge del 2010, che ha introdotto il criterio per cui chiunque amministri una fondazione culturale non percepisce stipendi o indennità. Ma non è questo il punto. Compenso o no, il posto che andrà a ricoprire è di altissimo prestigio e, soprattutto di potere.

Una scelta dettata da logiche politiche e non tecniche è una scelta, a nostro avviso, sciagurata e contro la cultura che Ornaghi dovrebbe invece difendere e rilanciare.

Senza nascondersi dietro un dito, sappiamo tutti che la Melandri non è un tecnico. Certo, è stata Ministro per i Beni e le Attività Culturali, ma solo in quanto appartenente ad un Governo politico e membro dell’esecutivo dei Democratici di Sinistra.

Non ci risulta essere un Architetto, Ingegnere, Storico dell’Arte, Restauratore, o quant’altro (infatti si è laureata in Economia e commercio all'Università La Sapienza di Roma).

E’ come se affidassimo il reparto di pediatria a un geriatra… Qualcosa ci capisce in quanto medico ma non è la stessa cosa!

Eppure Ornaghi, che fa parte di un governo tecnico, che dice tanto di voler difendere la specificità di questo Ministero, (tale è stata la motivazione per non avere il calo di organico previsto dalla recente Spending Review), possibile che non sia riuscito ad individuare nelle notevoli figure professionali presenti nel MiBAC una persona capace e tecnicamente preparata, ma sia andato a prendere proprio nell’ambito del riciclaggio politico?

Forse una ragione c’è: essendo lo stesso Ornaghi un tecnico ingaggiato dai partiti e quindi dai politici, è probabile  che sia il prezzo da pagare nell’attenersi alla quadratura del sistema politico attuale che vede un Governo non votato dai cittadini ma sostenuto da coloro che in teoria dovrebbero essere i rappresentanti del popolo, ma che in realtà, essendo loro stessi autonominati, non possono fare altro che conservare le loro antiche tradizioni di esercizio del potere, purché con buona pace di tutti, si possa salvare la facciata.

mercoledì, ottobre 24, 2012

NOSTRO COMUNICATO N.57/12

.VITTORIA DEL NOSTRO UFFICIO LEGALE CONTRO LA FREDDA BUROCRAZIA MINISTERIALE A DIFESA DEL SACROSANTO DIRITTO DI UNA LAVORATRICE CON HANDICAP GRAVE.

 

Importantissima ordinanza emessa in data 23.10.2012 in secondo grado dal Tribunale di Potenza, sezione lavoro, in composizione collegiale, patrocinata dagli avv.ti Katiuscia Verlingieri e Emilio Maddalena, legali di questo sindacato, che ha dato nuovamente ragione ad una lavoratrice gravemente ammalata, in reclamo proposto dal MIBAC che già era stato soccombente nella prima fase cautelare di giudizio.

La questione è quella dei comandati in servizio da molti anni presso il MIBAC che avevano chiesto invano il trasferimento, e al loro posto erano stati preferiti nuovi assunti, e che invece si sono visti negli ultimi mesi addirittura negare la proroga di rinnovo del comando, con il rischio di rientrare negli uffici di titolarità.

La storia di questa lavoratrice è però molto particolare, la signora è gravemente malata, con il requisito di gravità della Legge 104/92 vive sola, e il motivo che l'ha spinta anni addietro a chiedere il comando presso il MIBAC, era che non poteva recarsi, per i gravissimi problemi di deambulazione, sul luogo di lavoro del proprio Ufficio di titolarità, che si era trasferito in una zona per lei irraggiungibile.

Questa lavoratrice, ha una sola soddisfazione nella propria vita, il suo lavoro è dopo anni che lavorava quotidianamente presso il MIBAC, si è vista negare a maggio scorso la proroga del comando.

Vani sono stati i tentativi bonari, con il MIBAC facendo presente che la signora non poteva rientrare in servizio nell'Ufficio di titolarità e che quel diniego della proroga di comando, significava la perdita del posto di lavoro.

IL MIBAC non ha receduto nella propria posizione, mentre invece prorogava nello stesso Ufficio della signora il comando ad un'altra dipendente.

Allora la signora ha adito le vie legali avendo ragione in prima fase ex art 700 c.p.c, ed ottenendo un provvedimento che obbligava il MIBAC a trasferirla.

Ma il MIBAC ha perseverato nella propria volontà di togliere a questa lavoratrice l'unica possibilità che aveva di lavorare e ha proposto reclamo.

La signora ha avuto grandissimi momenti di sconforto tanto da pensare ad azioni estreme come lo sciopero della fame, ma grazie al conforto dei propri legali e del proprio medico curante, ha trovato la forza di opporsi al reclamo.

E ieri finalmente è arrivata la decisione dei magistrati che hanno dato nuovamente ragione alla lavoratrice affermando nuovamente sia il sacrosanto diritto dei comandati presso il MIBAC ad ottenere il trasferimento, in preferenza a nuove assunzione, sia per riflesso il diritto della signora gravemente ammalata ad avere il suo posto di lavoro.

Una bellissima vittoria dei nostri legali, non solo in diritto, ma anche umana.

mercoledì, ottobre 17, 2012

NOSTRO COMUNICATO N.55/12

PROPOSTE DI DOTAZIONE ORGANICA MIBAC INVIATI al Dipartimento della funzione pubblica e al Ministero dell'economia e delle finanze

 

Così come concordato nella riunione Amministrazione/OO.SS. del 4 ottobre 2012, si comunica di aver ricevuto in data odierna una comunicazione della Direzione Generale OAGIP che, con riferimento alla Direttiva n. 10/2012, fa presente che il Ministero per i beni e le attività culturali ha inviato, in data 4 ottobre 2012,  al Dipartimento della funzione pubblica e al Ministero dell'economia e delle finanze due modelli di dotazione organica.

Il primo schema di dotazione organica che ci è stato trasmesso, in attuazione della normativa vigente,  prevede la riduzione del 20% della dotazione organica dei dirigenti e del 10% della spesa complessiva del personale.

In tale eventualità ,ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lett.b) del d.l. n.95/2012,  la nuova dotazione organica sarebbe costituita da :

 

PRIMO SCHEMA DI DOTAZIONE ORGANICA MIBAC

 

n. 23 Dirigenti di I fascia;

 

n. 155 Dirigenti di II fascia;

 

n. 5400 III Area

 

n. 12847 II Area

 

n. 700 I Area.

 

Inoltre, il Ministero ha trasmesso al Dipartimento della funzione pubblica e al Ministero dell'economia e delle finanze un secondo schema di dotazione organica, recante una riduzione selettiva degli organici in misura pari  al 10%  della dotazione dirigenziale e al 5% della spesa del personale delle aree, tenuto conto del fatto che  il Ministero registra un rapporto tra dirigenti di I fascia e personale in organico pari a 1 su 732 e un rapporto tra dirigenti di II fascia e personale in organico pari a 1 su 109. 

L'Amministrazione ha altresì affermato che "tale riduzione selettiva, si configura, nel contesto normativo attuale, come quella più appropriata per assicurare  l'espletamento delle funzioni costituzionali di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale statale, nell'ottica di uno sviluppo del settore tale da renderlo più competitivo e in grado di generare ricadute positive sul turismo e sull'economia del Paese".

Nell'eventualità di accoglimento di quest'ultima proposta, l'organico Mibac sarebbe costituito da:

  

SECONDO SCHEMA DI DOTAZIONE ORGANICA MIBAC

 

n. 26 Dirigenti di I fascia;

 

n. 175 Dirigenti di II fascia;

 

n. 5500 III Area;

 

n. 13.679 II Area;

 

n. 901 I Area.

 

Ovviamente, la CONF.SAL-UNSA Coordinamento Beni Culturali, pur non avendo potuto entrare nel merito tecnico di quanto elaborato dall'Amministrazione in quanto è stata solo marginalmente informata degli intenti che il Ministro si apprestava ad attuare, ritiene che la linea intrapresa sia condivisibile in quanto comporterebbe la salvaguardia degli standard minimi operativi e funzionali di questo specifico Ministero.

Pertanto, com'è noto, su questa materia vi sarà un tavolo di confronto al Dipartimento della Funzione Pubblica, con le OO.SS. maggiormente rappresentative tra le quali la nostra Federazione CONF.SAL-UNSA e sarà cura della stessa dare ampia comunicazione delle decisioni prese.

martedì, ottobre 16, 2012

comunicato stampa del 16/10/2012

LA CONFSAL–UNSA DA IL BENVENUTO AL NUOVO SOPRINTENDENTE DEL POLO MUSEALE DI ROMA

 

È con vero piacere apprendere la nomina della Dott.ssa Daniela Porro al Polo Museale Romano – afferma Giuseppe Urbino - con quasi trenta anni di esperienza la Dott.ssa Porro, attualmente una dirigente in servizio alla Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanea, subentra a Rossella Vodret dimissionaria dal 25 settembre per la Spending Review.

Dirigente preparata e capace - continua Urbino - la Dott.ssa Porro si è sempre distinta per i buoni risultati ottenuti e per lo spirito di squadra che la contraddistingue: caratteristiche fondamentali per coordinare una struttura così complessa e problematica come il Polo Museale che sconta anni di approssimativa organizzazione e bistrattata gestione.

Pertanto – conclude Urbino - alla Dott.ssa Porro formuliamo i più vivi auguri per questo nuovo ed importante incarico, sicuri che con le sue qualità e professionalità non farà certamente mancare un nuovo impulso e vitalità a questa importante realtà del territorio di Roma a cui fanno capo ben sette musei, tra i quali la Galleria Borghese, Palazzo Barberini, Castel Sant'Angelo e Palazzo Venezia.

venerdì, ottobre 12, 2012

COMUNICATO STAMPA DELLA FEDERAZIONE CONFSAL-UNSA DEL 12.10.2012

STATALI, STIPENDI BLOCCATI, MA NON PER TUTTI…

 

"Apprendiamo con sdegno e preoccupazione che, mentre il governo ha bloccato il rinnovo dei contratti, sostanzialmente fino al 2018, e aver cancellato finanche il pagamento dell'indennità di vacanza contrattuale per i dipendenti pubblici, ad alcune categorie di statali (i magistrati di ogni ordine e grado) vengono riconosciuti adeguamenti stipendiali con meccanismi automatici, in virtù della Sentenza n. 223/2012 della Consulta" afferma Massimo Battaglia, Segretario generale della Federazione Confsal-Unsa.

"Pur rispettando le decisioni della Corte Costituzionale, ineccepibili da un punto di vista giuridico" continua Battaglia "la Confsal-Unsa denuncia con forza l'evidente ingiustizia sociale determinata dal permanere del blocco stipendiale che colpisce una sola parte dei dipendenti pubblici, ed in particolar modo quelli con i redditi medio-bassi"

"Chiediamo pertanto" prosegue il Segretario generale "al governo e a tutte le forze politiche l'immediato ripristino dell'indennità di vacanza contrattuale per gli anni 2013-2014 e la riapertura dei tavoli contrattuali."

Massimo Battaglia conclude dicendo "Continuiamo con determinazione la nostra mobilitazione nazionale confermando con maggiore forza la manifestazione nazionale dei dipendenti pubblici proclamata per il giorno 10 novembre a piazza Santi Apostoli a Roma, ed intitolata «STIPENDIO DAY»" 

 

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NOTA CONFSAL-UNSA DEL 12.10.2012

La Corte Costituzionale boccia il prelievo del 2,50% per il Tfr sugli stipendi dei dipendenti pubblici

 

Con estrema soddisfazione comunichiamo che con sentenza n. 223/2012 deposita in data 11.10.2012, la Corte Costituzionale dichiara illegittima la trattenuta del 2,50% della base retributiva operata dal datore di lavoro nei confronti dei lavoratori pubblici.

La Corte Costituzionale riconosce quanto dalla Federazione Confsal-Unsa sostenuto e cioè che l'applicazione di tale ritenuta è un ingiustificato trattamento deteriore dei dipendenti pubblici rispetto a quelli privati, i quali non sono sottoposti a tale prelievo da parte del datore di lavoro; un trattamento lesivo quindi che viola gli artt. 3 e 36 della Costituzione.

La sentenza sancisce la correttezza dei ricorsi da noi promossi in tutta Italia. E' una grande vittoria per tutti i lavoratori pubblici: le nostre azioni legali pertanto continueranno e i giudici di merito dovranno tener conto della sentenza sopra richiamata assicurando ai ricorrenti l'annullamento del prelievo e il reintegro delle somme indebitamente trattenute.

 

 

 

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mercoledì, ottobre 10, 2012

COMUNICATO STAMPA DELLA FEDERAZIONE CONFSAL-UNSA DEL 10.10.2012

L'ENNESIMA MANOVRA INDECENTE!

SALVARE L'ITALIA NON PUÒ SIGNIFICARE SPINGERE I LAVORATORI E LE LORO FAMIGLIE NEL BARATRO

 

Il Segretario generale della Federazione Confsal-Unsa, Massimo Battaglia dichiara "Questa ennesima manovra getta nel baratro i lavoratori e le loro famiglie, ed è l'ennesimo atto indecente di questo governo che fa pagare sempre e solo ai lavoratori i danni provocati da una politica sconsiderata che ha perso il senso della misura e che non rappresenta più il popolo italiano."

Il Segretario continua "Suggerisco e propongo un solo decreto: chiudere il parlamento, le regioni, le province e i comuni e ridare a tutti noi la possibilità con il voto di ricostruire un'Italia diversa e che tuteli in primis le famiglie e i lavoratori e che poi rimetta in piedi un'economia reale e non virtuale."

"il blocco del contratto a tutto il 2014, cancellare addirittura l'indennità di vacanza

contrattuale per il biennio 2013-2014, reintrodurre il riferimento all'inflazione programmata al posto dell'IPCA, dimezzare la retribuzione per l'assistenza ai genitori portatori di handicap, sono il segno finale di come questo governo e questo parlamento trattano quei dipendenti che, giorno dopo giorno, permettono il funzionamento della macchina pubblica superando difficoltà inenarrabili".

"Per questo" prosegue Battaglia "Confsal-Unsa il 10 novembre a piazza SS. Apostoli manifesterà con tutti i lavoratori la propria rabbia, il proprio orgoglio affinché questo governo di tecnici possa comprendere che la misura è colma e che la gente pretende una ripresa vera che riparta dai lavoratori e le loro famiglie, rimettendo nelle buste paga quello che gli è dovuto, ricalcolando gli stipendi con l'inflazione reale"

 

BOLLETTINO SINDACALE N. 9 DEL 10/10/2012

RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL 09 OTTOBRE 2012

 

·        LEGGE DI STABILITA'

·        RIFORMA DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE

·        SCIOGLIMENTO DEL COMUNE DI REGGIO CALABRIA

·        LEGGI REGIONALI

 

Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi alle ore 18.00 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Mario Monti.

Segretario il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Antonio Catricalà.

Il Consiglio dei Ministri ha discusso l'attuazione della direttiva 2011/7/UE sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali tra imprese e tra pubbliche amministrazioni e imprese. È stata confermata la volontà di esercitare la delega conferita dal Parlamento al Governo nell'ambito della legge dello statuto dell'impresa.

Il Consiglio ha inoltre deciso di istituire nella legge di stabilità un Commissario anticorruzione che presiederà la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche. Il Commissario sarà nominato, su proposta dei Ministri della pubblica amministrazione, della giustizia e dell'interno, tra persone di notoria indipendenza che hanno avuto esperienza in materia di contrasto alla corruzione e persecuzione degli illeciti nella pubblica amministrazione, con decreto del Presidente della Repubblica previa delibera del Consiglio dei Ministri e parere favorevole di 2/3 dei componenti delle Commissioni parlamentari competenti. La Commissione potrà avvalersi della Guardia di finanza, che agisce con i poteri di indagine per gli accertamenti relativi all'imposta sul valore aggiunto e all'imposta sui redditi, e potrà richiedere indagini, accertamenti e relazioni all'Ispettorato per la funzione pubblica.

LEGGE DI STABILITÀ

Il Consiglio ha approvato il disegno di legge contenente le disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità) e il disegno di legge contenente il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015.

La Legge di stabilità per il 2013-2015 rappresenta lo strumento con cui sono disposte le misure necessarie a realizzare gli obiettivi programmatici indicati nei documenti di programmazione di bilancio e finanza pubblica. I tempi e i contenuti della procedura sono coerenti con quanto previsto nell'ambito del cosiddetto Semestre Europeo, recentemente introdotto nell'ambito dell'Unione europea al fine di rafforzare le regole che presiedono ai meccanismi di governance e di coordinamento delle politiche macroeconomiche e fiscali.

Quest'anno la Legge di stabilità per il 2013-2015 consente, come previsto dagli impegni assunti in Europa, di conseguire il pareggio di bilancio in termini strutturali nel 2013.

Con la Legge di stabilità sono previste inoltre le norme che assicurano il coordinamento della finanza pubblica dei vari livelli di Governo, al fine di rispettare i requisiti economici e finanziari così come disposto dal Trattato di Maastricht, che anche l'Italia ha sottoscritto nel 1992 (parametri di Maastricht).

Con particolare riferimento al bilancio dello Stato, la legge di stabilità dispone le misure di modifica della legislazione vigente, su cui si fonda la previsione contenuta nel disegno di legge di bilancio. In base alle leggi in vigore, infatti, la legge di approvazione del bilancio non può introdurre nuovi tributi e nuove spese. La legge di bilancio, prevista dall'articolo 81 della Costituzione, in particolare, è il mezzo con cui il Parlamento autorizza il Governo a sostenere le spese indicate nella stessa legge di bilancio e ad acquisire le entrate previste per il successivo esercizio finanziario.

Il disegno di legge di bilancio e il disegno di legge di stabilità sono presentati al Parlamento entro il 15 ottobre di ciascun anno.

Gli obiettivi sono 5: anzitutto, evitare l'aumento di due punti percentuali dell'IVA a partire da giugno 2013. La legislazione vigente prevede l'aumento dell'IVA a partire dal primo giugno 2013. Con la legge di stabilità l'aumento viene dimezzato. Gli altri obiettivi sono i nuovi incentivi per l'aumento della produttività; le garanzie per gli esodati; la copertura del quadro esigenziale dei Ministeri per il 2013; il pagamento degli arretrati delle PA. Per realizzarli sono previsti tre strumenti. Il primo strumento è la revisione della spesa pubblica (spending review); il secondo comprende degli interventi fiscali in materia bancaria e assicurativa; il terzo, infine, riguarda l'imposta sulle transazioni finanziarie.

La legge di stabilità prevede anche la rimodulazione di alcune tax expenditures per i redditi superiori ai 15mila euro:

- si introduce una franchigia di 250 Euro per alcune deduzioni e detrazioni IRPEF e, per le sole detrazioni, si fissa il tetto massimo di detraibilità a 3000 euro.

- si prevede anche l'assoggettabilità ad IRPEF delle pensioni di guerra e di invalidità.

Al fine di introdurre un importante elemento di equità nella revisione della tassazione sui redditi e agevolare i consumi delle famiglie dal reddito più basso, la legge di stabilità introduce inoltre una riduzione di un punto percentuale (da 23 a 22 punti e da 27 a 26) dell'aliquota IRPEF sui primi due scaglioni di reddito (da 0 a 15mila euro e da 15mila a 28mila euro).

Nell'ambito della legge di stabilità il Consiglio ha approvato il secondo capitolo delle disposizioni per la revisione della spesa pubblica (spending review). Le nuove misure confermano l'azione avviata dal Governo il 5 luglio: razionalizzare la spesa pubblica, migliorare l'efficienza delle amministrazioni e mantenere inalterata la qualità dei servizi per i cittadini (cfr. comunicato stampa n. 38 del 5/6 luglio 2012).

La prima fase della spending ha garantito un risparmio di circa 4,4 miliardi per il 2012, 10,3 miliardi per il 2013 e 11,2 miliardi per il 2014. La spesa censita alla quale fanno riferimento questi risparmi è pari a circa 60 miliardi di acquisto di beni e servizi. Le nuove misure di razionalizzazione della spesa pubblica si basano su un censimento di spesa "aggredibile" pari a circa 50 miliardi: 11 miliardi per l'acquisto di farmaci, 7 miliardi per i dispositivi medici e 32 miliardi di acquisti per gli investimenti. L'importo censito nelle due fasi della spending è di 110 miliardi, circa il 65% della spesa pubblica per l'acquisto di beni e servizi.

A regime, il risparmio derivante dalla spending review è di 3,5 miliardi .

L'analisi del Commissario straordinario per la spending review Enrico Bondi si è avvalsa delle segnalazioni degli oltre 135mila cittadini e associazioni che hanno partecipato alla consultazione pubblica di maggio segnalando sprechi e inefficienze. Le voci di spesa su cui interviene il provvedimento allo scopo di ridurne gli eccessi sono: la reingegnerizzazione della rete di illuminazione pubblica, segnalata da oltre 8000 cittadini e predisposta con il contributo dell'associazione Cielobuio; gli acquisti di beni e servizi non sanitari, segnalati da oltre il 27% dei cittadini che hanno partecipato alla consultazione; il trasporto pubblico locale, oggetto di oltre 2000 segnalazioni; le università; le consulenze per l'informatica (oltre 5000 cittadini hanno scritto suggerendo soluzioni per l'ICT nelle pubbliche amministrazioni); gli affitti e la gestione degli immobili dello Stato (segnalate dal 2% dei cittadini).

Un capitolo importante del provvedimento riguarda i controlli dei bilanci delle Pubbliche Amministrazioni. Il Consiglio dei Ministri il 4 ottobre ha aperto ai controlli in tempo reale dei bilanci della PA (cfr. comunicato stampa n. 48 del 4 ottobre 2012). In particolare verrà rafforzata la capacità di controllo sui bilanci degli enti locali, che farà leva sulla Corte dei Conti, sui servizi ispettivi della Ragioneria Generale dello Stato e sulla Guardia di Finanza.

Inoltre si sta promuovendo una manutenzione del sistema SIOPE per renderlo uno strumento di controllo di gestione anche sotto l'aspetto economico e tentare di impostare la rilevazione dei consumi, elemento questo sistematicamente assente nei controlli fino ad oggi effettuati.

RIFORMA DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE

Il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge costituzionale di riforma del Titolo V. Il testo interviene a undici anni di distanza dalla precedente revisione attuata con la legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3.

L'intervento si è reso necessario viste le criticità emerse nel corso di questi anni; tuttavia, dato il breve spazio di legislatura ancora a disposizione, l'obiettivo è quello di apportare modifiche quantitativamente limitate, ma significative dal punto di vista della regolamentazione dei rapporti fra lo Stato e le regioni.

L'intervento riformatore si incentra anzitutto sul principio dell'unità giuridica ed economica della Repubblica come valore fondamentale dell'ordinamento, prevedendo che la sua garanzia, assieme a quella dei diritti costituzionali, costituisce compito primario della legge dello Stato, anche a prescindere dal riparto delle materie fra legge statale e legge regionale. E' la cosiddetta clausola di supremazia presente in gran parte degli ordinamento federali.

Si tende, inoltre, ad impostare il rapporto fra leggi statali e leggi regionali secondo una logica di complementarietà e di non conflittualità; per questo sono previste alcune innovazioni particolarmente incisive. Si inseriscono nel campo della legislazione esclusiva dello Stato alcune materie che erano precedentemente considerazione della legislazione concorrente: il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, le grandi reti di trasporto e di navigazione, la disciplina dell'istruzione, il commercio con l'estero, la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell'energia.

Inoltre nella competenza statale rientrano anche materie sino ad ora non specificamente individuate nella Costituzione e che sono state oggetto, in questi anni, di contenzioso costituzionale. Si tratta di materie suscettibili di un'autonoma configurazione e riferibili alla competenza esclusiva dello Stato: la disciplina giuridica del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche e la disciplina generale degli enti locali. La materia del turismo è stata altresì trasferita dalla competenza esclusiva delle regioni alla competenza concorrente dello Stato e potrà quindi introdurre una sua disciplina.

Si attribuisce alla legge statale un ruolo più duttile ed ampio nell'area della legislazione concorrente, prevedendo che spetta alla legge dello Stato non più di stabilire i problematici "principi fondamentali", bensì di porre la disciplina funzionale a garantire l'unità giuridica ed economica della Repubblica. Si dispongono, poi, confini meno rigidi fra potestà regolamentare del Governo e potestà regolamentare delle regioni, prevedendo in modo semplice che lo Stato e le regioni possono emanare regolamenti per l'attuazione delle proprie leggi.

SCIOGLIMENTO DEL COMUNE DI REGGIO CALABRIA

Previa relazione del Ministro dell'interno, il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo scioglimento, ai sensi della normativa antimafia, del Consiglio comunale di Reggio Calabria e ha disposto il commissariamento dell'Ente affidandone la gestione ad una commissione straordinaria per la durata di 18 mesi. Questa eserciterà le funzioni spettanti al Consiglio comunale, alla Giunta e al Sindaco, fino all'insediamento degli organi ordinari.

LEGGI REGIONALI

Il Consiglio dei Ministri ha poi esaminato, su proposta del Ministro affari regionali, turismo e sport, una serie di leggi regionali. Nell'ambito di tali leggi, il Consiglio dei Ministri ha deliberato l'impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale:

- della legge Regione Friuli Venezia Giulia n. 16 del 9/08/2012 "Interventi di razionalizzazione e riordino di enti, aziende e agenzie della Regione" in quanto contiene alcune disposizioni in materia di personale che contrastano con gli articoli 97 e 117, terzo comma, della Costituzione;

- della legge Regione Liguria n. 32 del 10/08/2012 "Disposizioni in materia di valutazione ambientale strategica (VAS) e modifiche alla legge regionale 30 dicembre 1998, n. 38 (Disciplina della valutazione di impatto ambientale)" in quanto contiene alcune disposizioni in materia di valutazione strategica ambientale e di valutazione di impatto ambientale che contrastano con gli articoli 117, primo comma e 117, secondo comma, lett. s), della Costituzione;

- della legge Regione Molise n. 19 del 7/08/2012 "Interventi in favore delle associazioni combattentistiche e d'arma" in quanto contiene alcune disposizioni che comportano spese senza prevederne la copertura finanziaria e, pertanto, violano l'art. 81, quarto comma, della Costituzione;

- della legge Regione Veneto n. 31 del 10/08/2012 "Norme regionali in materia di benessere dei giovani cani" in quanto contiene alcune disposizioni in materia di addestramento dei cani che contrastano sia con l'articolo 117, secondo comma, lett. s), della Costituzione sia con l'art. 117, terzo comma, della Costituzione che riserva allo Stato i principi in materia di tutela della salute;

- della legge Regione Molise n. 18 del 7/08/2012 "Disposizioni in merito all'approvazione dei piani attuativi conformi alle norme degli strumenti urbanistici generali vigenti" in quanto contiene alcune disposizioni in materia di pianificazione urbanistica che contrastono con l'art.117, terzo comma, della Costituzione.

Per altre leggi regionali il Consiglio dei Ministri ha deliberato la non impugnativa. Si tratta delle seguenti leggi:

1) Legge Regione Molise n. 20 del 7/08/2012 "Interventi a favore della sicurezza e dell'educazione stradale".

2) Legge Regione Abruzzo n. 40 dell'8/08/2012 "Promozione e sviluppo del sistema produttivo regionale".

3) Legge Regione Veneto n. 28 del 10/08/2012 "Disciplina dell'agriturismo, ittiturismo e pesca turismo".

4) Legge Regione Veneto n. 29 del 10/08/2012 "Norme per il sostegno delle famiglie monoparentali e dei genitori separati o divorziati in situazione di difficoltà.

5) Legge Regione Veneto n. 30 del 10/08/2012 "Istituzione, disciplina e promozione degli ecomusei".

6) Legge Regione Veneto n. 32 del 10/08/2012 "Modifiche alla legge regionale 21 novembre 2008, n. 21 "Disciplina degli impianti a fune adibiti a servizio pubblico di trasporto, delle piste e dei sistemi di innevamento programmato e della sicurezza nella pratica degli sport sulla neve" e successive modificazioni e alla legge regionale 6 aprile 2012, n. 13 "Legge finanziaria regionale per l'esercizio 2012".

7) Legge Regione Veneto n. 33 del 10/08/2012 "Modifica all'articolo 37 della legge regionale 30 ottobre 1998, n. 25 "Disciplina ed organizzazione del trasporto pubblico locale" e disposizioni transitorie in materia di convalida del titolo di viaggio per gli utenti del trasporto pubblico locale".

8) Legge Regione Veneto n. 34 del 10/08/2012 "Modifiche alla legge regionale 27 giugno 1985, n. 61 "Norme per l'assetto e l'uso del territorio".

9) Legge Regione Veneto n. 35 del 10/08/2012 "Modifica alla legge regionale 25 gennaio 1993, n. 6 "Norme per il riconoscimento dell'Associazione tra gli ex consiglieri regionali del Veneto".

10) Legge Regione Veneto n. 36 del 10/08/2012 "Modifiche alla legge regionale 8 luglio 2009, n. 14 "Intervento regionale a sostegno del settore edilizio e per favorire l'utilizzo dell'edilizia sostenibile e modifiche alla legge regionale 12 luglio 2007, n. 16 in materia di barriere architettoniche".

11) Legge Regione Veneto n. 37 del 10/08/2012 "Contributi a favore degli organismi di formazione accreditati.

12) Legge Regione Calabria n. 36 del 10/08/2012 "Variazione al bilancio di previsione 2012 ai sensi dell'articolo 23, comma 1, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8".

13) Legge Regione Calabria n. 35 del 10/08/2012 "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n.19 <<Norme per la tutela, governo ed uso del territorio- Legge Urbanistica della Calabria>>".

Il Consiglio, infine, su proposta del Ministro dell'interno, ha approvato un movimento di prefetti, riportato nella tabella in allegato.

La riunione è terminata alle ore 02.15