venerdì, novembre 30, 2007

STORIA DI ORDINARIO "CRETINISMO SINDACALE"

CGIL e CISL, dopo aver ritrovato l'amore perduto e rinsaldato l'unione anche sul piano affettivo, si ritrovano alacremente a ripercorrere le tappe che costantemente hanno percorso tempo addietro e che purtroppo, hanno originato una preoccupante situazione nella difficile gestione delle relazioni sindacali e intersindacali.

La UIL che in tutti questi anni ha cercato affannosamente di raggiungere CGIL e CISL, nonostante l'impegno prodigato, non è riuscita allo stato attuale a scalfire più di tanto le predette organizzazioni sindacali, causa la troppa ideologizzazione degli iscritti alla CGIL, che ormai quasi per dogma, nonostante la caduta dei muri, continuano a seguire le impronte partitiche e le correnti politiche ancora di moda in certi ambienti socio-culturali, facilmente identificabili nelle frange di eretici e nostalgici del passato, mentre la CISL con il suo accresciuto clientelismo forte del lungo retaggio storico che ha ereditato negli anni, frutto di diverse estrazioni politiche-sociali e la relativa formazione dei quadri sindacali ha cercato di tessere un accresciuto potere nei meandri dell'organizzazione ministeriale, additandosi le ire della UIL che invano, dopo le magnifiche trovate, continua a perseguire da sola i propri scopi sindacali, svuotati purtroppo da significativi risultati che non sono arrivati grazie alla carente strategia che doveva presiedere il momento pre-elettorale, quale elemento indispensabile per reindirizzare le forze in campo e far convergere quanti più consensi sui sindacati che si oppongono all'arrogante potere dei cosiddetti sindacati di maggioranza.

Nel panorama del sindacalismo autonomo presente nel Ministero la CONF.SAL-UNSA si è contraddistinta con un incremento relativo dei voti riportati, rafforzandosi ulteriormente, ciò anche dovuto alla recente riorganizzazione della propria struttura, che sotto vari aspetti sta producendo una lenta ma costante crescita. Un risultato questo scevro da false promesse e da accattivanti discorsi a volte anche indecorosi, che hanno tentano di accalappiare i lavoratori trascinandoli nelle facili e perverse illusioni dell'ordinario "cretinismo sindacale".

Infatti, i capi sindacali di CGIL, CISL e UIL, si sono allertati già diversi mesi prima girando l' Italia in lungo e a largo per imbonire i lavoratori e far credere che il loro operato ha portato solo conquiste sindacali e nascondendo le amare sconfitte che, purtroppo, i lavoratori del Ministero hanno dovuto sopportare anche a causa della loro troppa litigiosità.

Mai una campagna elettorale per le R.S.U. ha avuto un clima così avvelenato, tanto da vivacizzare anche la contrattazione al tavolo nazionale con inverosimili escursioni verbali e atti controcorrente.

A chiusura della campagna elettorale i "compagni" della CGIL esultano, attraverso il sito web, per la "vittoria" e inneggiano a più non posso il loro capo.

I "cislini" decantano anch'essi vittoria e si lamentano delle troppe lettere anonime che imputano al solito "Lui", anche se, da una lettura delle stesse, vi sono troppi elementi identificativi e precise circostanze a fatti, luoghi e persone che possono trovare concordanza con le situazioni descrittive, anche nelle sedi appropriate.

IL SEGRETARIO NAZIONALE

Giuseppe Urbino

giovedì, novembre 08, 2007

RICHIESTA PUBBLICAZIONE GRADUATORIA C3 E RELATIVO SCORRIMENTO

La scrivente Organizzazione Sindacale, è stata investita da alcuni dipendenti che hanno partecipato alle procedure di riqualificazione per il passaggio tra le aree e quindi interessati al relativo scorrimento della graduatoria dell'Area C.

Tenuto conto che per quanto concerne lo scorrimento della graduatoria Area C2, questo sindacato si trova costretto ad aprire un contenzioso per tutelare alcuni dipendenti che sono tutt'ora in attesa, così pure ci troviamo nelle condizioni di dover richiedere lo scorrimento dei dipendenti utilmente collocati nella graduatoria per la posizione economica C3, graduatoria peraltro mai resa pubblica da codesto Ministero.

Pertanto, considerato che molti dipendenti risultano cessati o mobilitati presso altre Amministrazioni, non si comprende a parere della scrivente, il motivo per il quale non si proceda per il relativo scorrimento delle graduatorie, dal momento che i posti risultano attualmente vacanti.

Nell'attesa di una cortese risposta a riguardo si inviano cordiali saluti.

lunedì, novembre 05, 2007

Riforma Rutelli, tutti contro

Il ministro Francesco Rutelli sembra felice in questi giorni di inizio autunno: parla di opere che rientrano in Italia, di fondi americani per la salvaguardia del nostro patrimonio (qualche centinaio di migliaia di euro), di maratonarte, di iniziative sulle tradizioni popolari organizzate con la consulenza di Maurizio Costanzo. Peccato che al ministero di cui Rutelli è titolare non si respiri la stessa euforia; da mesi è una pentola a pressione, dove nessuno sembra soddisfatto del progetto di riforma che ne modificherà funzionamento e struttura. Basta leggere il documento sul progetto di riordino dei Beni culturali redatto dall'Associazione italiana Biblioteche, Assotecnici, Società italiana per la museografìa e dall'Associazione Bianchi Bandinelli per capire il livello di contestazione cui Rutelli è sottoposto dalle categorie direttamente impegnate sulla tutela e la conservazione del nostro patrimonio. Costrette a operare in strutture fatiscenti, in archivi e biblioteche carenti di personale, in musei poveri di tecnici e custodi. A Rutelli si contesta l'accentramento politico e burocratico del dicastero, la soppressione - l'unica prevista nella riforma - della direzione generale per il patrimonio storico artistico e antropologico che verrebbe accorpata e riassorbita nella direzione generale per i beni architettonici a quella per l'architettura e l'arte contemporanea. Preoccupazione e allarme vengono espresse per il trasferimento delle competenze in materia di paesaggio dalla direzione generale per i beni architettonici a quella per l'architettura e l'arte contemporanea che ha una funzione di promozione più che di tutela. Si segnala poi la grande confusione sul flusso decisionale per la programmazione e sui criteri di allocazione delle riforme tra centro e periferia. E nello schema di riordino viene omessa ogni precisazione sulla necessità di far corrispondere la guida di soprintendenze, archivi, biblioteche e direzioni regionali a ruoli tecnico scientifici corrispondenti con la natura di queste strutture. Insomma lo schema di regolamento del nuovo ministero viene bocciato anche dalle associazioni professionali di settore. Dopo il pollice verso di sindacati, Consiglio superiore dei Beni culturali e associazioni per la tutela del patrimonio comunale non c'è male.
( Riccardo Paradisi - Cronache de l'Indipendente 12/10/2007)