lunedì, marzo 01, 2010

comunicato stampa del 01/03/2010

"TREMONTI CHIUDA ARCUS SPA, LA CASSAFORTE DI BONDI, MATTEOLI E NON SOLO"


Arcus S.p.A., la società cassaforte del Ministero Beni culturali, da sempre alla ribalta delle cronache negative – afferma Giuseppe Urbino, Segretario Nazionale della Confsal-Unsa Beni Culturali – uno start-up travagliato con commissariamenti e relazioni della Corte dei Conti altamente negative che però non hanno sorbito nessun effetto, ed eccoci alle solite.

Siamo stati i primi a denunciare l'assurda gestione di una società pubblica che opera fungendo da cassaforte dei due ministri che la controllano, quello dei Beni Culturali e quello delle Infrastrutture che la partecipa con il 3% della spesa destinata alle infrastrutture nelle leggi finanziarie.

Finanziamenti a go-go agli amici degli amici – prosegue il sindacalista – nessun atto che transiti in commissione cultura, sprechi di funzionamento e sede da circa 18 mila euro al mese per allocare una decina di dipendenti che potrebbero trovare tranquillamente sistemazione all'interno del ministero.

Dopo un triennio travagliatissimo – dice ancora Urbino – con l'approvazione del regolamento e con l'avvento del nuovo Presidente, l'ex direttore generale del Mibac, l'andreottiano di ferro Salvatore Italia sembrava che le cose dovessero viaggiare su un binario di grande trasparenza ma invece non è cambiato nulla. Di cambiato ci sono solo le regole per la presentazione dei progetti e una data certa di quando presentarli ma poi che succede?

Ebbene, succede che passano i progetti che arrivano dai due gabinetti di Bondi e Matteoli comprese le premure di uomini molto vicini al Premier Berlusconi, gli stessi che avevano pensato di dare il Mibac nelle mani di Bertolaso dopo l'addio del "ministro poeta" che dovrebbe avvenire subito dopo le prossime elezioni regionali.

Quindi a che serve tenere in piedi un carrozzone come Arcus se la sua gestione continua a non essere trasparente? A che serve sperperare tutti quei soldi pubblici per una S.p.A che paga un direttore generale, un presidente, un cda(al cui interno presenta ex politici trombati e la sorella dell'avvocato di Berlusconi, Elena Ghedini) dei dipendenti quando poi le decisioni le prendono al ministero?

Chi lo dice a tutti quei soggetti che senza spinta ne sponsor hanno presentato progetti, che non saranno mai visionati o che non avranno mai una risposta?

Glielo dice il presidente andreottiano oggi chissà, Salvatore Italia oppure il direttore generale ieri "prodiano" ex Iri e oggi "lettiano" Ettore Pietrabissa?

Arcus è arrivata al capolinea, il ministro Tremonti la chiuda – conclude Urbino – basta con i finanziamenti alla Chiesa su progetti che non hanno ricadute per la collettività (vedasi Propaganda Fide oltre due milioni di euro a fondo perduto per restaurare il loro palazzo di Piazza di Spagna a Roma e con la promessa di creare una Pinacoteca aperta al pubblico che a tutt'oggi non esiste e che non sarà mai realizzata), basta con i finanziamenti "farlocchi" del tipo 750 mila euro ad un progetto di restauro voluto dall'allora ministro delle infrastrutture, Antonio Di Pietro, che fece passare la spesa per un restauro mai cominciato della Torre di Montebello a Montenero di Bisaccia, guarda un po'!!"