venerdì, ottobre 31, 2008

REVOCA SCIOPERO COMPARTI MINISTERI E PRESIDENZA CONSIGLIO DEI MINISTRI

Si riporta, qui di seguito, il comunicato stampa diramato ieri 30 ottobre 2008 da questa Federazione Confsal-Unsa:

" COMUNICATO STAMPA

LA CONFSAL HA ADERITO IN DATA ODIERNA AL PROTOCOLLO D'INTESA TRA GOVERNO E OO.SS. SUL "RINNOVO CONTRATTUALE DEL PUBBLICO IMPIEGO 2008/2009" AVENDO IL GOVERNO RECUPERATO I TAGLI SUI FONDI UNICI DI AMMINISTRAZIONE E SPECIALI CHE ERANO STATI TOLTI CON LA LEGGE 133-08.

LA FEDERAZIONE CONFSAL-UNSA, PER I COMPARTI MINISTERI E PRESIDENZA CONSIGLIO DEI MINISTRI, HA CONSEGUENTEMENTE PROCEDUTO ALLA REVOCA DELLO SCIOPERO PROCLAMATO PER I GIORNI 3 (CENTRO), 7(NORD) E 14 (SUD E ISOLE) NOVEMBRE 2008 .

IL MINISTRO BRUNETTA SI E' ALTRESI' IMPEGNATO A FARE ESTENDERE LA LEGGE SULLA DEFISCALIZZAZIONE DEGLI STRAORDINARI ANCHE AL PUBBLICO IMPIEGO, ALLORCHE' A FINE DICEMBRE SARA' VALUTATA L'OPPORTUNITA' DI TRASFORMARE IL PROVVEDIMENTO ATTUALMENTE PROVVISORIO IN PROVVEDIMENTO DEFINITIVO A REGIME. "

Cordialità e saluti

IL SEGRETARIO GENERALE

Renato Plaja

giovedì, ottobre 30, 2008

Permessi per portatori di handicap in situazione di gravità. Vediamo come cambia la legge 104/92 con il ddl 1441-quater-a approvato alla Camera.

Il Disegno di Legge 1441-quater A, licenziato ieri dalla Camera dei Deputati, denominato "Delega al Governo in materia di lavori usuranti e di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro", contiene al suo interno l'art. 39-quinquies afferente la "delega al Governo per il riordino della normativa in materia di congedi, aspettative e permessi".

In essa sono elencati i princìpi e i criteri direttivi che i decreti legislativi adottati dal Governo dovranno contenere per il riordino della disciplina.

Tra gli emendamenti presentati vi è il 39-quinquies.0100 presentato dal Governo che va a modificare l'art. 33 della legge 5 febbraio 1992, n. 104. Vediamolo nel dettaglio. Le modifiche alla L. 104/92 riportate di seguito sono comprensive dei subemendamenti approvati alla Camera. (I subemendamenti approvati sono riportati in corsivo).

L'originario comma 3 dell'art. 33 della L. 104/92, che riportiamo integralmente:

3. Successivamente al compimento del terzo anno di vita del bambino, la lavoratrice madre o, in alternativa, il lavoratore padre, anche adottivi, di minore con handicap in situazione di gravità, nonché colui che assiste una persona con handicap in situazione di gravità parente o affine entro il terzo grado, convivente, hanno diritto a tre giorni di permesso mensile coperti da contribuzione figurativa, fruibili anche in maniera continuativa a condizione che la persona con handicap in situazione di gravità non sia ricoverata a tempo pieno.

è stato sostituito con il seguente:

«3. A condizione che la persona handicappata non sia ricoverata a tempo pieno, il lavoratore dipendente, pubblico o privato, che assiste persona con handicap in situazione di gravità, coniuge, parente o affine entro il secondo grado, ovvero entro il terzo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i sessantacinque (subemendamento 0. 39-quinquies. 0100. 202 approvato) anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti, ha diritto a fruire di tre giorni di permesso mensile retribuito coperto da contribuzione figurativa, anche in maniera continuativa. Il predetto diritto non può essere riconosciuto a più di un lavoratore dipendente per l'assistenza alla stessa persona con handicap in situazione di gravità.»;

Per l'assistenza allo stesso figlio con handicap in situazione di gravità, il diritto è riconosciuto ad entrambi i genitori, anche adottivi, che possono fruirne alternativamente. (inserito successivamente con l'approvazione del subemendamento 0. 39-quinquies. 0100. 203.

Le modifiche quindi sono le seguenti:

- inserimento esplicito del coniuge che può usufruire dei permessi;

- la persona con handicap in situazione di gravità può essere il coniuge, il parente o affine entro il secondo grado;

- il diritto non può essere riconosciuto a più di un lavoratore dipendente, ovvero può essere riconosciuto, alternativamente, al padre o alla madre, per assistere il figlio disabile.

Il comma 5 dello stesso articolo viene così rimodulato (si riporta in neretto la parte modificata):

5. Il lavoratore di cui al comma 3 ha diritto a scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al domicilio della persona da assistere.

Trattasi di una norma che riguarda sia il pubblico che il privato, pertanto la locuzione "ove possibile" è auspicabile che sia interpretata non restrittivamente, come è avvenuto fino ad ora, dove nelle fasi applicazione alcune amministrazioni, ivi comprese le Agenzie Fiscali, lo hanno applicato con gli stessi criteri della mobilità.

Al comma 7 e aggiunto il seguente:

«7-bis. Ferma restando la verifica dei presupposti per l'accertamento della responsabilità disciplinare, il lavoratore di cui al comma 3 decade dai diritti di cui al presente articolo, qualora il datore di lavoro, avvalendosi dei competenti organi della pubblica amministrazione, (subemendamento 0. 39-quinquies. 0100. 20 approvato) accerti l'insussistenza o il venir meno delle condizioni richieste per la legittima fruizione dei medesimi diritti.»

Pertanto, la sanzione eventuale consiste nella decadenza dalle agevolazioni, ferma restando l'eventuale responsabilità disciplinare, così come sottolineato dal ministro Brunetta, nella nota di commento alla Legge, pubblicata sul sito della Funzione pubblica.

All'articolo 20, comma 1, della legge 8 marzo 2000, n. 53, le parole da: «nonché» fino a: «non convivente» sono soppresse. Pertanto:

Art. 20. L. 53/2000 - Estensione delle agevolazioni per l'assistenza a portatori di handicap.

1. Le disposizioni dell'articolo 33 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, come modificato dall'articolo 19 della presente legge, si applicano anche qualora l'altro genitore non ne abbia diritto. (nonché ai genitori ed ai familiari lavoratori, con rapporto di lavoro pubblico o privato, che assistono con continuità e in via esclusiva un parente o un affine entro il terzo grado portatore di handicap, ancorché non convivente. SOPPRESSO).

Il comma 4 dell'art. 39-quinquies. 1 prevede che le amministrazioni pubbliche comunicano alla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica:

a) i nominativi dei propri dipendenti cui sono accordati i permessi di cui all'articolo 33, commi 2 e 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, ivi compresi i nominativi dei lavoratori padri e delle lavoratrici madri, specificando se i permessi sono fruiti dal lavoratore con handicap in situazione di gravità, dal lavoratore o dalla lavoratrice per assistenza al proprio figlio, per assistenza al coniuge o per assistenza a parenti o affini;
b) in relazione ai permessi fruiti dai dipendenti per assistenza alla persona con handicap in situazione di gravità, il nominativo di quest'ultima, l'eventuale rapporto di dipendenza da un'amministrazione pubblica e la denominazione della stessa, il comune di residenza dell'assistito;
c) il rapporto di coniugio, il rapporto di maternità o paternità o il grado di parentela o affinità intercorrente tra ciascun dipendente che ha fruito dei permessi e la persona assistita;
d) per i permessi fruiti dal lavoratore padre o dalla lavoratrice madre, la specificazione dell'età maggiore o minore di tre anni del figlio;
e) il contingente complessivo di giorni e ore di permesso fruiti da ciascun lavoratore nel corso dell'anno precedente e per ciascun mese.

Il comma 5 prevede infine che la Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica istituisce e cura, con gli ordinari stanziamenti di bilancio, una banca dati informatica in cui confluiscono le comunicazioni di cui al comma precedente.
Il disegno di legge 1441-quater A, approvato dalla Camera, passerà adesso al Senato per l'approvazione definitiva.
(Il Segretario Nazionale, Massimo Battaglia).»




COMUNICATO STAMPA

GIUSEPPE URBINO(SEGR.NAZIONALE CONFSAL-UNSA BENICULTURALI)

SUI CONCORSI AL MIBAC:

"BONDI RISPONDE A LIBERO E SI ARRAMPICA SUGLI SPECCHI INVECE DI RINVIARE I CONCORSI E PRENDERSELA CON I RESPONSABILI DEGLI STRAFALCIONI, DEGLI ERRORI NEI QUIZ MESSI ONLINE SUL SITO DEL MINISTERO".

"Ma come fa il Ministro per i Beni e le attività culturali, Sandro Bondi a dare risposte così banali ad un'inchiesta dettagliata del quotidiano Libero che ha messo alla berlina l'inefficienza di una società esterna appaltata dal Mibac per confezionare i quiz di alcuni concorsi pubblici che si svolgeranno a partire dal mese prossimo? Ad affermarlo è Giuseppe Urbino, Segretario Nazionale della Confsal Unsa Beni Culturali, dopo la replica al giornale diretto da Vittorio Feltri firmata proprio dal ministro della cultura.

Bondi scrive su Libero un sermone per cercare di portare i lettori su un'altra strada – prosegue il sindacalista – in realtà il ministro invece di indagare sulle responsabilità di quanto avvenuto e prendere i provvedimenti del caso, così facendo difende l'operato dei suoi uffici che sono riusciti a dare un appalto ovviamente ben retribuito, ad una società esterna che ha sbagliato numerose risposte dei quiz di storia, geografia, educazione civica, inglese e chi più ne ha, più ne metta. Senza contare poi che la stessa società è riuscita perfino a copiare di sana pianta alcune delle risposte dal sito internet Wikipedia.

E allora Signor ministro con quale faccia si può attribuire la causa degli strafalcioni e dei grossolani errori, alla modernità? Nessun prezzo da pagare alla modernità, piuttosto pensi al prezzo che intascherà la società esterna a cui è stato affidato il lavoro!

Sarebbe stato meglio prendere atto della figuraccia internazionale del Mibac – conclude Urbino - e anziché giustificarsi banalmente prendere altri tipi di provvedimenti, facendo "mea culpa" e magari pensando anche di rinviare le prove preselettive dei concorsi, senza mettere in campo tutte queste discutibili e complesse prove per selezionare il personale, che dovrà comunque sostenere un concorso per delle semplici mansioni di concetto e altro. Il Ministero della cultura, così facendo, è rimasto vittima di se stesso, creando un enorme paradosso al quale non è in grado di risolvere nell'immediato e fornire i quesiti esatti, dal momento che il tempo stringe e le date fissate sono ormai prossime. Tutto ciò a discapito di quell'enorme massa di "malcapitati" che nella vana ricerca di un posto di lavoro, ha inteso partecipare, purtroppo, a questo "stillicidio" non annunciato".

venerdì, ottobre 24, 2008

Dal notiziario Confsal n. 169 del 9.10.2008:

«AZIONI SINDACALI NEL PUBBLICO IMPIEGO - IMPORTANTE


Si fa seguito a quanto riportato nel Notiziario Sindacale n. 166 del 6 ottobre u.s. e si conferma che tutte le Federazioni del Pubblico Impiego aderenti alla Confsal “possono assumere autonomamente ogni iniziativa di lotta e protesta ritenuta utile al fine di contribuire alla modifica di atti legislativi approvati o in iter parlamentare, con particolare riferimento ai contenuti della proposta governativa di Legge Finanziaria 2009”.
Le eventuali azioni di sciopero delle categorie a livello nazionale e/o territoriale devono essere precedute, in ottemperanza alle vigenti disposizioni in materia, dalla proclamazione dello stato di agitazione e dalla contestuale richiesta di esperimento della procedura di conciliazione rivolte alle autorità competenti.
Resta inteso che la Confsal valuterà puntualmente gli sviluppi politico-sindacali, riservandosi l’eventuale proclamazione dello sciopero generale.

DETRAZIONI FISCALI – DIFFICOLTA’ APPLICATIVE E SCARSA CHIAREZZA

DETRAZIONI FISCALI – DIFFICOLTA’ APPLICATIVE E SCARSA CHIAREZZA

Come a molti è noto, già dalla metà del 2007 è in vigore il così detto “scontrino parlante”, che consente di beneficiare di detrazioni fiscali, in presenza degli elementi essenziali quali:
- il dettaglio dei prodotti acquistati;
- la quantità delle confezioni;
- il codice fiscale del paziente.
La procedura, non entrata ancora del tutto a regime per una serie di difficoltà, ha imposto ai farmacisti una serie di adempimenti di rilevanza contabile che esulano propriamente dal campo delle loro occupazioni professionali, imponendo ad essi, di fatto, di aggiornare gli strumenti informatici in dotazione, al fine di consentire alla clientela di ottenere la documentazione utile alla detrazione fiscale.
Ma le maggiori difficoltà sono arrivate dalla stessa Agenzia delle Entrate, alla quale si sono rivolte le stesse associazioni dei farmacisti, che, pur cercando di chiarire la materia con una serie di circolari esplicative, ha espresso pareri non sempre omogenei, inducendo spesso da un lato i farmacisti a “improvvisare” e dall’altro il cittadino a non capire quali siano i confini certi entro cui poter beneficiare delle detrazioni fiscali per l’acquisto di prodotti farmaceutici.
Sulla base delle indicazioni acquisibili -Agenzia delle Entrate e consulenti commercialisti– si può descrivere un quadro di massima, suscettibile in ogni caso di costante aggiornamento, dei prodotti acquistabili in farmacia e per i quali è possibile richiedere la detrazione fiscale nella propria dichiarazione dei redditi:

MEDICINALI CON RICETTA OBBLIGATORIA: si deve allegare lo scontrino fiscale alla ricetta medica, oppure, in caso di ricette non ripetibili, a una copia della stessa.

MEDICINALI SENZA RICETTA OBBLIGATORIA: gli scontrini vanno allegati al modulo di autocertificazione.

TICKET SANITARIO: lo scontrino fiscale va allegato alla fotocopia della ricetta.

RICETTA ALIMENTI PER L’INFANZIA: si può allegare lo scontrino alla ricetta specialistica nella quale deve risultare la patologia. Non sono detraibili, anche se prescritti, gli alimenti ad uso esclusivamente alimentare.

APPARECCHIATURE SANITARIE: si può allegare lo scontrino o la fattura al modulo di autocertificazione in caso di acquisto di apparecchi quali:- aerosol (acquistati direttamente o utilizzati a noleggio);
- misuratori di glicemia, di pressione, siringhe, termometri;
- apparecchi ortopedici, contenitori per esami, ecc.

PRODOTTI OMEOPATICI: lo scontrino va allegato alla ricetta medica o al modulo di autocertificazione.

PRODOTTI MEDICINALI VETERINARI: è possibile richiedere detrazioni per l’acquisto di medicinali veterinari da somministrare ad animali di compagnia. In questo caso lo scontrino fiscale va allegato alla ricetta o al modulo di autocertificazione.

AUTOANALISI: lo scontrino si deve allegare al modulo di autocertificazione.

SPESE PER PRODOTTI NON DETRAIBILI: attualmente non posso essere detratte le seguenti categorie di prodotti merceologici:
- dietetici;
- integratori;
- alimenti;
- medicazioni;
- cosmetici.

In conclusione risulta evidente che la regolamentazione della deducibilità ai fini fiscali dalla propria dichiarazione dei redditi delle spese dei prodotti farmaceutici, oltre a risultare incompleta e poco chiara, è lontana da quella semplicità applicativa necessaria per rendere agevole il compito alla platea dei numerosi contribuenti maggiormente interessati che risultano in possesso di più bassi redditi imponibili.

ASSENZA PER MALATTIA E CONTRIBUTI.

ASSENZA PER MALATTIA E CONTRIBUTI.

Come è noto il governo ha adottato una serie di misure restrittive indirizzate ai lavoratori pubblici, tra cui quella relativa all’assenza per malattia.
La norma, contenuta nel D.L. 112-2008 convertito in Legge 133-2008, è contemplata all’art. 71 della stessa legge e prevede di fatto la decurtazione dello stipendio per i primi 10 giorni di malattia.
Nulla però viene disposto in merito ai contributi pensionistici che, a nostro parere, devono rimanere pertanto integri e non subire sottrazioni rispetto alla riduzione dello stipendio subita.
Questo sembra essere l’orientamento espresso dall’Inpdap in alcuni pareri informali resi a varie richieste di diverse Amministrazioni.
In ogni caso occorre attendere l’interpretazione definitiva dell’Ente che a tal riguardo emanerà, anche a seguito di contatti con la Funzione Pubblica, una circolare esplicativa per chiarire gli effetti delle misure governative riguardo alle assenze per malattia sulla copertura contributiva riconosciuta ai dipendenti pubblici.

ASSENZA PER MALATTIA – EMENDAMENTO DEL GOVERNO

ASSENZA PER MALATTIA – EMENDAMENTO DEL GOVERNO

Dopo la forte mobilitazione del personale e le pressioni politiche esercitate dalla confederazione Confsal e dalla Federazione Confsal-Unsa, si informa che il Governo ha presentato un emendamento inserito nell’Atto Camera 1441 quater, che prevede l’abrogazione del comma 5 dell’art. 71 della L. 133/08.
Il comma 5 prevede che lo stato di malattia non sia equiparato alla presenza in servizio ai fini della distribuzione dei fondi per la contrattazione integrativa.
Il comma 5, a questa previsione generale, contemplava delle eccezioni, vale a dire per le assenze per congedo di maternità, compresa l'interdizione anticipata dal lavoro, e per congedo di paternità, le assenze dovute alla fruizione di permessi per lutto, per citazione a testimoniare e per l'espletamento delle funzioni di giudice popolare, nonché le assenze previste dall'articolo 4, comma 1, della legge 8 marzo 2000, n. 53, e per i soli dipendenti portatori di handicap grave, i permessi di cui all'articolo 33, comma 6, n. 104/1992.
Ora il Governo, con l’emendamento n. 39.07 presentato alla XI Commissione della Camera, martedì 30 settembre 2008, riconosce, proponendo l’abrogazione di questo comma 5, la necessità di fare dei passi indietro rispetto al trattamento riservato al personale in stato di malattia, già colpito da altre norme, quali quelle sulle fasce orarie e in particolar modo quelle sulla decurtazione dello stipendio.
Le misure altamente restrittive adottate negli ultimi mesi da parte del Governo all’indirizzo del personale impiegato nel pubblico impiego, hanno portato la Federazione Confsal-Unsa a protestare vibratamente, annunciando la mobilitazione di tutto il personale.
I primi segnali positivi iniziano, con questo emendamento, a manifestarsi, ma è certo che la categoria dovrà presentarsi compatta per rivendicare la propria dignità lavorativa nei confronti della classe politica chiamata a modificare le tante norme vessatorie approvate.

RINNOVO DEI CONTRATTI 2008-2009 NEL PUBBLICO IMPIEGO

RINNOVO DEI CONTRATTI 2008-2009 NEL PUBBLICO IMPIEGO

1. superare, in tempi brevi, l’emergenza dei contratti scaduti da oltre 2 anni e 9 mesi (31.12.2005) e non rinnovati (quadriennio normativo 2006/2009 e biennio economico 2006/2007) per le aree dirigenziali e i comparti interessati.
Per i suddetti negoziati è prevista la copertura finanziaria in linea con gli altri contratti rinnovati, tranne per la dirigenza scolastica (area V) per la quale esiste soltanto un “ripetuto” impegno con o.d.g. del Parlamento, anche di quello attuale, in relazione alla colmatura dello scarto retributivo accessorio con l’area I^ (ministeri);

2. affermare – in questa fase transitoria di passaggio dal modello contrattuale 1993 a quello nuovo (2008) – la priorità del rinnovo dei contratti per il biennio 2008/2009 scaduti il 31.12.2007 per tutti i comparti e le aree della dirigenza riportandoli alla data di scadenza omogenea 31.12.2009;

3. la previsione di uno stanziamento aggiuntivo certo nella L. F. 2009 rapportato al tasso di inflazione reale previsto da assumere quale riferimento negoziale, superando la stagione della creatività finanziaria (dividendo dell’efficienza, ecc…);

4. l’inserimento nei testi contrattuali di una clausola di garanzia con la previsione di una sequenza contrattuale finalizzata ad adeguare gli istituti contrattuali ai provvedimenti di legge che potrebbero intervenire sullo stato giuridico del personale del pubblico impiego nel corso della vigenza contrattuale.

Dal notiziario Confsal n.162-08 del 1.10.08:

PROPOSTE CONFSAL


Si rendono note le proposte Confsal, rappresentate per schede sintetiche, sulla riforma del modello contrattuale e sul rinnovo dei contratti nel Pubblico Impiego.


NUOVO MODELLO CONTRATTUALE

Formale disattivazione dell’Accordo del 23 luglio 1993 per le mutate condizioni sociali, economiche, finanziarie e monetarie, definizione di una normativa transitoria di riferimento per i contratti da rinnovare relativi al biennio economico 2008-2009 e al quadriennio 2006-2009 e biennio economico 2006-2007 (comparti n. 3 e aree della dirigenza n. 6) e formalizzazione e sottoscrizione di un nuovo accordo sul modello contrattuale, in raccordo con mirate politiche dei redditi e fiscali.

Il nuovo modello contrattuale dovrà avere vigenza a decorrere dal 1° gennaio 2010 e essere costruito sulla base dei seguenti elementi sostanziali:

Ø configurazione unica per il settore privato e quello pubblico per cadenza temporale, livelli negoziali, omogeneità della materia negoziale per livello e tasso previsto di inflazione di riferimento negoziale;

Ø vigenza contrattuale di un triennio normativo ed economico, realizzando un perfetto sinallagma fra prestazione e controprestazione e la necessaria simmetria fra parte normativa e parte economica del contratto;

Ø contratto nazionale di categoria (I° livello) con istituti contrattuali che fissano i principi e i criteri generali, i trattamenti economici comuni e la materia negoziale delegata al II° livello;

Ø contratti di II° livello aziendale o territoriale con istituti contrattuali relativi alla materia delegata del I° livello e all’attribuzione delle retribuzioni legate alla produttività (premialità);

Ø raccordo graduale dei contratti di I° e II° livello con le tipologie contrattuali vigenti nei maggiori Paesi dell’Eurozona per ragioni legate al conseguimento dell’obiettivo della reale integrazione europea nel campo del lavoro, all’equità sociale in linea con i Patti Europei e alla possibile mobilità territoriale e professionale nell’Area dell’euro;

Ø tasso di inflazione previsto per il triennio da determinare, in ragione di anno, considerando tutti gli elementi inflattivi endogeni e trovando la necessaria mediazione su quelli esogeni, quali l’energia;

Ø applicazione del tasso di inflazione previsto alla retribuzione media determinata alla scadenza del contratto precedente;

Ø autorità – terza, indipendente rispetto alle parti rappresentanti gli interessi dei lavoratori e dei datori di lavoro, alla quale affidare la determinazione scientificamente corretta, la definizione giuridica e la certificazione dell’indice inflattivo di riferimento negoziale;

Ø affermazione del principio del puntuale rinnovo del contratto prima della scadenza del precedente (tre mesi antecedenti la scadenza), superando l’inefficace clausola dell’indennità di vacanza contrattuale, ultimamente di fatto largamente disapplicata;

Ø approfondimento e verifica delle ragioni di fondo dell’eventuale mancato rinnovo contrattuale nella prospettiva dell’apertura negoziale;

Ø garanzia dell’erogazione immediata ed automatica degli adeguamenti retributivi provvisori almeno in rapporto al tasso di inflazione programmato in caso di mancato rinnovo del contratto a distanza di 3 mesi dalla scadenza;

Ø previsione di una sequenza negoziale finalizzata al raccordo del nuovo modello contrattuale con la normativa pubblicistica del federalismo fiscale;

Ø previsione del necessario raccordo del nuovo modello contrattuale con un organico sistema di relazioni industriali basato sulla effettiva e certificata rappresentatività delle Parti sociali.

Un nuovo modello contrattuale incentrato su due livelli negoziali può consentire un’equa defiscalizzazione delle retribuzioni accessorie variabili legate a produttività e merito. Da, qui, anche, la presenza indispensabile al Tavolo del confronto del Governo e dei Responsabili delle Istituzioni Pubbliche territoriali, quali datori di lavoro e titolari delle politiche fiscali, oltreché di tutte le Parti sociali rappresentative.

comunicato n. 81

Riunione Amministrazione/OO.SS. del 23 ottobre 2008.

I lavori sono iniziati con l’ informativa da parte dell’ Amministrazione, che ha riferito le OO.SS. che entro il 17 dicembre si concluderà la formazione riguardante la riqualificazione da B3 a C1. La formazione avverrà per due profili alla volta ad esempio, i restauratori con gli storci dell’ arte. Probabilmente gli esami orali avverranno entro la primavera prossima.
Per quanto riguarda i progetti posti all’ esame del tavolo, abbiamo accolto positivamente quello sulla valorizzazione delle collezioni museali ( ex ATM).
Per ciò che concerne il progetto nazionale integrativo per le aperture natalizie 2007, abbiamo dato la nostra disponibilità purché sia esteso a tutti gli Istituti che sono stati aperti durante le festività natalizie.


Permessi lavorativi 104: approvati in Commissione
Lavoro nuovi emendamenti
Approda oggi all’aula della Camera, la discussione del disegno di legge 1441 ter (Collegato alla Finanziaria), già discusso nelle Commissioni di Montecitorio, ed ampiamente emendato dallo stesso Governo.

Il testo contiene, come noto, anche una modifica all’articolo 33 della Legge 104/1992 relativo ai permessi ai lavoratori che assistono familiari con handicap grave. Modifica, lo rimarchiamo, che riguarda sia i dipendenti pubblici che i dipendenti privati.

Il testo che arriva in aula, è il risultato di una ripetuta azione del Governo che ha presentato – in fasi successive – diverse proposte di modifiche all’articolo 33. Dopo ripetute bocciature in Commissione lavoro, quello che riportiamo in calce è la versione accettata e che verrà votata dalla Camera. I margini di manovra per possibili emendamenti sono praticamente inesistenti: verosimilmente il Governo porrà la fiducia.

Vediamo, quindi, cosa comportano le modificazioni alla Legge 104/1992 proposte e, come detto, destinate con tutta probabilità a diventare formalmente legge. L’effetto, a tutta prima, appare piuttosto annacquato rispetto alle intenzioni iniziali del Governo. Tuttavia, non dimentichiamo che queste nuove disposizioni saranno poi oggetto di circolari applicative ministeriali e degli istituti previdenziali.

Beneficiari dei permessi
La prima sostanziale modificazione investe il terzo comma dell’articolo 33 – che viene sostituito - e riguarda proprio la definizione degli aventi diritti ai permessi.

In assenza di ricovero della persona con handicap grave da assistere, potranno godere dei tre giorni di permesso mensile retribuito:
1. il genitore;
2. il coniuge;
3. il parente o l’affine entro il secondo grado.

I parenti ed affini di terzo grado possono fruire dei permessi lavorativi solo ad una delle seguenti condizioni:
a) quando i genitore o il coniuge della persona con handicap siano deceduti o “mancanti”.
b) quando i genitore o il coniuge della persona con handicap abbia più di 65 anni oppure sia affetto da patologie invalidanti.

Per i genitori di bambini di età inferiore ai tre anni rimangono invariate le disposizioni precedenti - due ore di permesso giornaliero o prolungamento dell’astensione facoltativa di maternità fino al terzo anni di vita del bambino – e viene introdotta, con la formulazione diversa del comma 3, anche la possibilità di fruire dei permessi articolati in tre giorni. Si potrà scegliere fra i tre tipi diversi di beneficio.
Sempre a proposito di genitori, il nuovo testo precisa che entrambi possono avvalersi, alternativamente, dei permessi. Non si tratta di una novità sostanziale, visto che questa possibilità era già ampiamente applicata operativamente.

Sede di lavoro
Il comma 5 dell'articolo 33 prevedeva che il lavoratore che assiste un familiare con handicap grave abbia diritto a scegliere, ove possibile la sede più vicina al proprio domicilio e non può essere trasferito senza il suo consenso. Il primo è un interesse legittimo (peraltro molto aleatorio), ma il secondo è un vero e proprio diritto soggettivo.
Il testo proposto dal Governo, opportunamente, indica come riferimento il domicilio della persona disabile da assistere, e non più quella dello stesso lavoratore.
Nel testo proposto si rileva un errore tecnico-giuridico: l’opportunità non è formalmente estesa ai genitori con bambini di età inferiore ai tre anni (comma 1 e 2), ma solo ai lavoratori contemplati dal comma 3. Un “piccolo” pasticcio che ci auguriamo possa essere corretto in sede di approvazione.

Controlli
All'articolo 33 della Legge 104, viene aggiunto un comma che apre la possibilità di effettuare controlli sulle condizioni richieste per la legittima fruizione dei permessi lavorativi.
Non si tratta, ovviamente, di controlli preventivi alla concessione dei permessi, poiché questi vengono già effettuati.
Dal comma si comprende già chiaramente quello che verrà poi normato dal punto di vista amministrativo: il datore di lavoro può richiedere l’effettuazione dei controlli, avvalendosi dei competenti organi della pubblica amministrazione (cioè non può effettuarli in proprio). I controlli saranno probabilmente volti ad appurare se l’assistenza al familiare con handicap sia effettiva nei giorni in cui si sono richiesti i permessi lavorativi.
Nel caso in cui venga accertata l’insussistenza delle condizioni (es. si “scopre” che il lavoratore che fruisce dei permessi li usa per svolgere un secondo lavoro e quindi non assiste il disabile) , il diritto dei benefici decade e si verificano i presupposti per un’azione disciplinare.

SERVIZIO DOCUMENTAZIONE LEGISLATIVA

giovedì, ottobre 16, 2008

NO ALLE URNE!

ASTENSIONISMO STRATEGICO

ALLE PROSSIME ELEZIONI.

BASTA SEPOLCRI IMBIANCATI: BOICOTTIAMO LE ELEZIONI DEI TRE RAPPRESENTANTI DEL PERSONALE DEL MINISTERO NEL CONSIGLIO SUPERIORE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI

Eccoci di nuovo qui, a distanza di qualche anno, ad affrontare la problematica delle elezioni dei tre rappresentanti del personale in seno al Consiglio superiore dei Beni Culturali e Paesaggistici.

Questo Consiglio nasce come organo consultivo del ministero per i Beni e le Attività culturali a carattere tecnico-scientifico in materia di beni culturali e paesaggistici.

E' composto da:

a) i presidenti dei Comitati tecnico-scientifici;

b) otto eminenti personalità del mondo della cultura nominate dal ministro, tre delle quali su designazione della Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

ed è integrato, appunto con i tre rappresentanti di cui sopra.

Al di là di quanto previsto dalla legge e delle valide motivazioni che ne hanno visto la costituzione, questo organo si è visto via via svuotare del significato originario fino a diventare un candido contenitore vuoto, privo di reale potere e svuotato del suo significato originario, non ultimi ma significativi, i drastici tagli al bilancio ordinario del Ministero che contraddicono obbiettivamente i propositi di potenziamento dell'azione di tutela enunciati dal Ministro Bondi alla Camera e nelle dichiarazioni alla stampa. Questa situazione è stata denunciata dal Presidente del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici senza sortire alcun effetto se non quello dell' ennesima polemica politica che ha visto dividersi intellettuali e presidenti di associazioni culturali (Italia nostra, Archeologia italiana, ecc.) con il mondo politico pro Ministro Bondi.

Per meglio capire che aria tira all' interno del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici riportiamo integralmente l' articolo a firma del Presidente Salvatore Settis apparso sul Sole 24 Ore del 4 luglio 2008

GOVERNO PROGRAMMI E PRIMI ATTI - Beni culturali in liquidazione? di Salvatore Settis. Il Sole 24 Ore. 4 luglio 2008 testo tratto da patrimonio S.O.S.

Il ministro Sandro Bondi ha reso alle Camere e alla stampa dichiarazioni encomiabili sul futuro dei beni culturali e del paesaggio. Si è impegnato a un rigoroso rispetto dell`articolo 9 della Costituzione («La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione») sottolineando, come già hanno fatto dal Quirinale Ciampi e Napolitano, lo stretto nesso fra i due commi e il ruolo dello Stato. Ha considerato il Codice dei Beni culturali e del paesaggio, dopo i tre "passaggi" coi suoi predecessori Urbani, Buttiglione e Rutelli, il frutto positivo di un lavoro genuinamente bipartisan, e si è impegnato ad attuarlo attivando un tavolo di coordinamento ministero-Regioni. Ha insistito sulla necessità di potenziare le Soprintendenze mediante nuove assunzioni, di ripristinare i paesaggi degradati, di migliorare la capacità di spesa del ministero, di rilanciare la cultura italiana del restauro. Con questi lodevoli propositi, della cui sincerità non c`è motivo di dubitare, contrasta tuttavia in modo stridente la politica economica del Governo. Il decreto sull`esenzione dell`Ici per la prima casa (Dl 93/2008) azzera i 45 milioni che la Finanziaria aveva destinato al ripristino dei paesaggi degradati; inoltre, accantonamenti di bilancio dei Beni culturali per oltre 15 milioni dal 2008 al 2010 sono utilizzati a copertura dei mancati introiti Ici, e 9o milioni nel triennio confluiscono nel «Fondo per interventi strutturali di politica economica». A questi tagli già cospicui (in totale 150 milioni) si aggiungono le misure ancor più drastiche del recentissimo Dl 112, che sottrae ai Beni culturali 228 milioni nel 2009, 240 milioni nel toto e 423 milioni nel 2011: un taglio complessivo di quasi un miliardo che, aggiungendosi ai 150 milioni già menzionati, infliggerà un colpo mortale a un`amministrazione già in grande sofferenza per mancanza di risorse (invano Prodi aveva promesso di portare il bilancio dei Beni culturali dal misero 0,28% all`1% del bilancio dello Stato). Di più, come ha scritto Luigi Lazzi Gazzini sul Sole 24 Ore del 26 giugno, il Dl 112 capovolge d`autorità, «stiracchiando la Costituzione», la gerarchia delle fonti normative, demandando al Governo (anzi al ministro dell`Economia) il potere di modificare per decreto gli stanziamenti approvati dalle Camere per legge. I tagli ai Beni culturali non vengono operati su attività marginali né su progetti opzionali: la maggior parte della riduzione di spesa prevista per il triennio 2009-11 grava infatti sulla voce «Tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici», cuore e "ragione sociale" del ministero. I tagli alla tutela sono 198 milioni su 228 nel 2009, 207 milioni su 240 nel 2010, 366 milioni su 423 nel 2011. Se prendiamo come anno di riferiménto il 2011, in cui al taglio più massiccio si sommerà l`effetto incrementale del decurtamento 2008-2010, si può dire che resteranno sul bilancio del ministero solo gli stipendi per il personale residuo, del resto in via di esaurimento visto che l`età media dei funzionari tecnico-scíentifci ha ormai varcato la soglia di guardia dei 55 anni, e che le pochissime nuove assunzioni in vista non bastano nemmeno a coprire il 10% del turn over. In queste condizioni, non solo non sarà possibile ripristinare i paesaggi degradati, ma neppure proteggere quel poco che ancora c`è di intatto. Non solo non si potrà promuovere il restauro, ma si stenterà a lasciare aperti musei e monumenti. Forse migliorerà la capacità di spesa: ma solo perché resterà ben poco da spendere. Il disegno politico sotteso a questi provvedimenti del Governo appare diametralmente opposto a quello che l`onorevole Bondi ha delineato alla Camera. Tagli di tale entità configurano la messa in mora del ministero fondato da Spadolíni, che ereditò la gloriosa tradizione italiana di tutela e l`ha fatta sopravvivere con dignità fino ad oggi. Si può avanzare l`ipotesi che alla messa in mora debba seguire, nell`intenzione del Governo odi una sua parte, l`abolizione del ministero (o, che è lo stesso, la sua riduzione allo stato larvale) e forse la devoluzione della tutela alle Regioni, secondo la proposta avanzata nel 2007 dalla Lombardia e dal Veneto. Un progetto come questo presupporrebbe un`interpretazione assai forzata del Titolo V della Costituzione (articolo 116), infelicemente riformato nel 2oo1 con esigua maggioranza. Se questo è il progetto, il Codice dei Beni culturali, che prevede una forte interazione fra Soprintendenze e Regioni, è già lettera morta, e il "tavolo di coordinamento" Stato Regioni voluto da Bondi segnerebbe la resa incondizionata di un ministero in via di liquidazione. L`articolo 9 della Costituzione, che assegna alla competenza esclusiva dello Stato la tutela dei beni culturali e del paesaggio (come la Corte Costituzionale ha ribadito da ultimo nella sentenza 367/2007), verrebbe in tal modo svuotato, anzi capovolto. Ma se questo è il disegno, perché non dirlo subito? E se il disegno non è questo, chi ci spiegherà come potrà mai funzionare la tutela in Italia con le casse vuote e il personale in costante decremento?

Parole sagge quelle del Presidente Settis ma che hanno scatenato un putiferio fino a chiederne, in modo neanche troppo velato, le dimissioni.

A questo punto ci chiediamo: se l' unica cosa che deve fare il Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici è quella di esprimere pareri non vincolanti, com'è possibile che, per una volta che un suo componente esprime liberamente un' opinione, si cerca immediatamente di tappargli la bocca?

E qui torniamo al discorso iniziale: ha ancora un senso tenere in piedi un organo consultivo così svuotato del suo significato e boicottato dagli stessi vertici politici del Ministero?

A nostro giudizio si deve operare una scelta radicale: o il Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici viene dotato di reali poteri oppure è meglio sopprimerlo, piuttosto che continuare a tenere forzatamente in piedi un organismo consultivo che di fatto non può incidere in alcun modo nella sana gestione del Ministero.

Come abbiamo visto, il Consiglio è integrato da tre rappresentanti del personale e, a tale scopo, martedì 14 ottobre si è insediata la commissione centrale per le elezioni che si terranno in data 16 novembre 2008.

Assisteremo quindi al solito teatrino di alcune Organizzazioni Sindacali che indiranno assemblee del personale con il solo scopo di prendere voti e poter essere presenti in questo ormai inutile organismo.

In un momento storico come quello che stiamo vivendo, che vede il Pubblico impiego messo alla berlina da alcuni politici malati di protagonismo nonché in un momento di recessione che sta assottigliando ulteriormente il nostro già magro salario, con dei contratti che ancora devono essere rinnovati, insomma, con tanti e tanti problemi concreti che assillano il lavoratore pubblico (per non parlare nello specifico del settore dei Beni culturali),dobbiamo assistere al solito sperpero di denaro pubblico per un' elezione inutile in un organo altrettanto inutile.

Per queste motivazioni diciamo NO a queste elezioni e dichiariamo di volerci astenere dalla partecipazione alla competizione elettorale.

Invitiamo pertanto tutti gli iscritti, i simpatizzanti e i lavoratori tutti a non andare a votare il giorno 16 novembre 2008. Il vostro e il nostro silenzio sarà più rumoroso di un coro di protesta.

lunedì, ottobre 13, 2008

E' finita l'era delle arroganze di cgil e cisl. MOLTO MEGLIO CON I TAVOLI SEPARATI


Piena solidarietà al Direttore Generale Recchia!

Finalmente si comincia ad avere

contrattazioni paritarie

Eccoci come di consueto a riportare qui di seguito quanto si è discusso nella riunione del Tavolo Nazionale dell'8 ottobre u.s., che si è svolta a Tavoli separati richiesti dai soliti cgil-&-cisl. Infatti, tanti sono stati gli argomenti trattati per "non ritornare – come sostengono loro – ai vecchi riti … per non alimentare le menzogne e questioni di compostezza e mala-educazione", oggi si è rilevata la mossa vincente, proprio nell'interesse dei lavoratori!

Pertanto, bene ha fatto il Direttore Generale Recchia a dividere i Tavoli dopo che ha messo in chiaro: «qui, ora, nessuno è fesso. Quindi: patti chiari, correttezza, buona fede e… andiamo avanti!»

A queste premesse, abbiamo soltanto espresso piena solidarietà al Direttore Generale e che da parte nostra, come sempre, saremo partecipativi e costruttivi nell'interesse dei lavoratori e della buona fede contrattuale.

La riunione è iniziata a tavoli congiunti per la consultazione e le informazioni di rito sui seguenti punti:

1) Consultazione:

· Profili di sviluppo verticale per i capo-tecnici;

· Problematica relativa al personale della Biblioteca Universitaria di Bologna;

· Problematica relativa al personale degli Uffizi;

· Progetto nazionale "Utilizzazione Assistenti Tecnici Museali oltre l'orario di lavoro per una migliore gestione di modelli museali, archivistici e librari"- valutazioni e proposte.

2) Interpretazione autentica dell'accordo 19 dicembre 2007 "Progetto di aperture straordinarie in occasione delle festività natalizie".

Subito, la CONF.SAL-UNSA Beni culturali ha posto il problema di questa richiesta di interpretazione autentica dell'Accordo del 19 dicembre 2007, per la verità, voluta solo dai soliti cgil-&-cisl, e che tale interpretazione, oltre ad essere fuori luogo perché priva della relazione delle manifeste motivazioni (assertazioni) sui rilievi contrattuali in essere, oltre al non potersi svolgere a tavoli separati perché viene richiesta, appunto, una 'interpretazione autentica' la quale richiede (proprio per la sua funzione contrattuale) la congiuntura del tavolo.

Nonostante questo, abbiamo espresso contrarietà al prosieguo di tale trattazione perché le verifiche al tavolo nazionale erano già state fatte, dibattute e accertate nei loro obiettivi raggiunti e sottoscritte anche – e soprattutto – dai soliti cgil-&-cisl.

Ma, nonostante tale evidente discrasia contrattuale, da parte di cgil-&-cisl è stata ribadita ancora una volta la proposta oscena che "a quei dipendenti che hanno lavorato durante le scorse festività natalizie, non andava pagato la loro partecipazione poiché, questa doveva essere assorbita dai progetti locali dei 1000 euro".

Ma, a parte queste incresciose (e vergognose) affermazioni, la cosa assurda è che non è possibile richiedere alcuna ulteriore 'interpretazione autentica' poiché quanto i soliti due hanno sostenuto non è scritto da alcuna parte!

Infine, abbiamo ribadito che chi ha lavorato nelle scorse festività natalizie ha reso la sua prestazione lavorativa fuori dall'ordinario orario di lavoro e non ha percepito alcun recupero! Pertanto, se si vogliono includere in tale progetto anche tutti i lavoratori di altre Soprintendenze, Archivi e Biblioteche che durante le festività natalizie 2007/2008 hanno lavorato in giornate di chiusura dei loro istituti, ben venga MA… SOLO SE HANNO LAVORATO FUORI DALL'ORDINARIO ORARIO DI LAVORO!

A questo punto la trattazione ha continuato a tavoli separati.

Il nostro tavolo (CONF.SAL-UNSA, UIL, FLP e RDB), nell'affrontare la problema-tica relativa ai Profili di sviluppo verticale per i capo-tecnici , dopo che l'Amministrazione ha nuovamente presentato e illustrato le declaratorie dei due profili professionali che prevedono lo sviluppo verticale in C2 e C3, ha fatto anche presente che l'Amministrazione intende andare avanti ed ha riconosciuto l'urgenza di dare comunque risposte ad una categoria che è rimasta penalizzata e contestualmente ci ha informati di voler fare un passaggio consultivo anche con le diverse associazioni che esistono all'interno del Mibac. Per noi, No problem.


Siamo anche dell'avviso che sia urgente definire il tutto in brevissimo tempo anche per avviare subito la procedura per la loro riqualificazione, riconoscendo ai capo-tecnici i corsi di formazione che hanno già frequentato con merito, poiché questa soluzione ci consente di recuperare altro tempo prezioso per la conclusione di tutti i processi di riqualificazione.

Queste sono le due declaratorie che oggi sono state presentate:

Esperto tecnico
lo sviluppo in C2 e C3 avviene a livello di responsabilità. Quindi:

in C2, Esperto tecnico Direttore

in C3, Esperto tecnico Direttore coordinatore.

Tecnico Diagnosta

lo sviluppo in C2 e C3 avviene a livello di responsabilità. Quindi:

in C2, Diagnosta Direttore

in C3, Diagnosta Direttore coordinatore.

Problematica relativa al personale della Biblioteca Universitaria di Bologna

Abbiamo fatto presente che questa problematica è alquanto strana, sia perché non sussiste alcuna precisa documentazione in merito sia perché è stata richiesta da Organizzazioni Sindacali territoriali non del nostro Ministero.

Comunque, nel riconoscere che la situazione oltre che ad essere urgente è anche grave perché a distanza di oltre sei anni il Dipartimento della Funzione Pubblica non ha ancora definito la tabella di corrispondenza tra le nostre professionalità e quelle dell'Università, si è accettato l'ulteriore disamina per quanto oggi di nostra competenza, anche in considerazione che il prossimo lunedì, presso la Direzione regionale dell'Emilia Romagna, si terrà una riunione tra tutte le OO.SS. interessate e la Direzione stessa per valutare il da farsi rispetto all'atteggiamento ostile dell'Università, ma anche della stessa Direzione della Biblioteca. Qualora non si dovesse arrivare ad un chiarimento e ad un preciso piano operativo, allora si, la questione deve essere riportata al Tavolo nazionale.

Problematica relativa al personale degli Uffizi, ma anche dei Poli museali, Soprintendenze e Istituti speciali

La questione degli Uffizi non riguarda solo Firenze ma in realtà ha una valenza ed una portata strategica per tutti gli Istituti che sono dotati di autonomia speciale (art. 15 del Regolamento di ministero, Dpr 233/2007).

In gioco non c'è soltanto il problema di pagare i debiti che ci sono rispetto alle aperture pregresse (pari a circa 208 mila euro) ma quanto la possibilità che l'autonomia sia vera nel senso che si possono utilizzare risorse proprie per pagare progetti ed iniziative di valorizzazione che riguardano anche la partecipazione del personale del ministero.

Nel merito della vicenda di Firenze abbiamo ribadito all'Amministrazione che se entro mercoledì prossimo, come richiestoci, il Mibac non assume una posizione in merito alle questioni sollevate circa i pagamenti, e la risoluzione all'ennesimo pasticciaccio fatto dal Direttore De Santis, l'Amministrazione dovrà assumersi tutta la responsabilità della chiusura degli Uffizi e di altri musei della città di Firenze dalla prossima domenica 12 ottobre.

Progetto nazionale "Utilizzazione Assistenti Tecnici Museali oltre l'orario di lavoro per una migliore gestione di modelli museali, archivistici e librari" - valutazioni e proposte

In riferimento a questo progetto, l'Amministrazione si è presentata con la volontà di volerlo continuare anche per tutto l'anno 2009. Rispetto ai contenuti, però, ha sottolineato che gli importi per la partecipazione sono gli stessi, vale a dire a 10,55 euro al lordo per il dipendente, specificando che l'attività progettuale deve riguardare non solo le funzioni e le competenze previste nel profilo che ha visto realizzato l'inquadramento degli ex Atm, ma anche la Vigilanza nelle sale.

Preliminarmente, abbiamo chiesto di capire e quindi di verificare quale sia stata la realizzazione del progetto nel corso di questi due anni per capire come sono stati impiegati e quali sono state le funzioni svolte e/o le attività prevalenti. Per questo si è reso necessario chiedere di aggiornarci ad un ulteriore seduta del Tavolo nazionale, nell'attesa di ricevere i dati e le informazioni utili a capire meglio la realizzazione di questo progetto.

Comunque, abbiamo fatto presente che relativamente al compenso, trattandosi di una prestazione che è di tipo ordinario, il compenso deve arrivare a 21 euro al lordo per il dipendente, ossia, quasi lo stesso compenso che si percepisce in una prestazione ordinaria per il lavoro di ruolo, diversamente vi è solo sfruttamento, anche in considerazione della loro ancora attuale assunzione a part-time al 50%.

Per quanto riguarda le funzioni abbiamo ribadito che il progetto deve avere una formulazione ampia circa gli obiettivi da realizzare e che dovranno essere le varie sedi di trattativa locale a decidere come utilizzare le risorse degli ex Atm in riferimento a quelle che sono le tematiche relative all'organizzazione del lavoro dei singoli Istituti e Siti.

BUONI PASTO, Lotto 1, situazione insostenibile

Per i buoni pasto relativi al Lotto 1 (Piemonte, Liguria, Lombardia e Valle D'Aosta) visti i ritardi della Consip, abbiamo chiesto ed ottenuto dal Direttore Generale Recchia che relativamente al primo semestre 2008 saranno coperti gli istituti che ancora mancano e quelli che sono stati coperti parzialmente.

Per il secondo semestre 2008, in attesa dello sblocco della Consip, si arriverà allo stesso modo alla copertura mediante l'accredito delle somme in economia per valori sino a 20.000 euro.

venerdì, ottobre 10, 2008

Dal notiziario Confsal n. 170 del 9.10.2008:

  •  RINNOVO CONTRATTI PUBBLICO IMPIEGO: AGGIORNAMENTO

 

            Si comunica che l'Aran ha convocato un incontro con le Organizzazioni Sindacali interessate per martedì 14 ottobre p.v. alle ore 10,00 per la prosecuzione del negoziato relativo al CCNL - biennio economico 2008-2009 - per il personale del comparto dei Ministeri.

 

  •          TAVOLA ROTONDA SUL DECRETO LEGISLATIVO N.81/2008

 

            La Confsal ha partecipato, il 7 ottobre u.s. presso il Ministero del Lavoro, all'incontro tra le parti economiche e sociali al fine di agevolare il raggiungimento di un avviso comune per le modifiche e/o integrazioni  al D. Lgs. N.81/2008 Testo unico di salute e sicurezza sul lavoro.

In occasione di questo primo incontro, la Confsal ha presentato il seguente documento.

     Con riguardo alle disposizioni da presentare al Governo entro gennaio 2009, si ritiene fondamentale il ruolo assunto da codesto Ministero come Soggetto terzo nel confronto tra le parti economiche e sociali.

     La Confsal ritiene il testo unico in questione altamente rappresentativo delle istanze del mondo del lavoro riguardo alla necessità di affrontare e risolvere i problemi di sicurezza dei lavoratori che hanno destato quotidianamente allarme sociale per i ripetuti e drammatici fatti di cronaca.

     Riteniamo che le disposizioni contenute nei dieci titoli del  testo ritraggano un'ampia e articolata garanzia finalizzata a contrastare i rischi presenti:

-          in situazioni lavorative in cui operano contestualmente lavoratori facenti capo a imprese diverse;

-          nel settore delle piccole e piccolissime imprese (20% degli infortuni mortali hanno colpito lavoratori autonomi o titolari di impresa; il 5% soci di cooperative);

-          in modo particolarmente evidente in edilizia, agricoltura, trasporto merci;

-          nei subappalti e nel lavoro sommerso (dal rapporto Inail risulta che gli extra comunitari si infortunano il 50% in più degli italiani e dei comunitari).

     Giusto il dovuto richiamo alle responsabilità e obblighi dei lavoratori nei numerosi capi e articoli del decreto, ribadiamo che è da mantenere, come elemento cardine  del sistema della prevenzione, l'obbligo indelegabile del datore di lavoro riguardo alla valutazione del rischio. 

      Per quanto attiene ad eventuali proposte di semplificazione che riportino a maggiore unitarietà ed efficacia alcune specifiche funzioni-chiave, come i sistemi di vigilanza e controllo, lo sviluppo della ricerca e la diffusione delle buone pratiche, la gestione dei contenziosi ed altro, la Confsal, nella logica attuativa e applicativa, ripone fiducia sul sistema istituzionale tramite il Comitato per l'indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza, nonché sui rappresentanti dell'Inail e dell'Ispels.

     Ma una particolare evidenza  deve essere rivolta ai temi della formazione, informazione e addestramento, dove il datore di lavoro è chiamato a provvedere alle diverse attività di prevenzione e ad assicurare che ciascun lavoratore riceva una formazione adeguata (art. 36, 37), secondo le caratteristiche settoriali e di comparto. Considerando l'altissima percentuale di mini-imprese nella nostra realtà imprenditoriale, riteniamo utile ampliare e potenziare ogni intervento a supporto di questa obbligatorietà.

     Riguardo ai punti sopra esposti e ai problemi applicativi evidenziati, agli standard sulla valutazione dei rischi e ai criteri di attuazione, si rimanda alla Commissione consultiva permanente di cui all'art. 6. (F. Cagnasso – Welfare) (Il Segretario Generale, Prof. Marco Paolo Nigi)»

 

 

         Cordialità e saluti.

 

                                                                                              IL SEGRETARIO GENERALE

                                                                                              Renato Plaja