venerdì, giugno 28, 2013

NOSTRO COMUNICATO N. 20/13

DOMUS AUREA… PRECISAZIONI

NO! ALL’UTILIZZO DEL PERSONALE COME TAPPABUCO

 

In riferimento alle notizie apparse su alcuni quotidiani ed in particolare all’articolo sulla situazione della - Domus Aurea - pubblicato su “ Il tempo “di oggi a firma di Natale Poggi, questo Coordinamento nazionale Confsal-Unsa Beni Culturali è costretto a smentire quanto dichiarato dall’autrice di cui sopra, in quanto ciò che viene affermato è a dir poco allucinante, sia per l’inesattezza delle informazioni, sia per la notevole malafede fin troppo evidente. Per questo nell’interesse del personale rappresentato, non vogliamo che gli stessi possano costituire capro espiatorio e/o agnelli sacrificali di chicchessia. A questo scopo si rende indispensabile questa immediata precisazione e smentita delle cose non corrispondenti al vero e che hanno trovato pubblicazione da parte della stampa.

Intanto è fuori da ogni dubbio la necessità di presiedere con il servizio di vigilanza il sito archeologico suddetto, anche se attualmente chiuso ai visitatori per le note vicende del crollo avvenuto tempo addietro per cedimento strutturale a seguito di infiltrazioni d’acqua, in quanto come è noto l’intera area è sottoposta a pericolo incombente e quindi interdetta al pubblico, nonostante che continuamente venga annunciato la riapertura e successivamente il rinvio della stessa.

Infatti occorre specificare che attualmente prestano servizio presso la Domus Aurea soltanto 7 unità di personale di vigilanza suddivisi per turni di 2 unità giornalieri e non 8 come erroneamente riportato nell’articolo suddetto, inoltre proprio perché essendo un’area soggetta ad attività di cantiere essa è soggetta continuamente ad essere monitorata e sorvegliata in maniera particolare, dal momento si rende indispensabile preservare l’area da possibili intrusi che come già in precedenza è avvenuto, hanno compiuto atti di degrado e un continuo assedio del luogo con veri e propri scempi e atti vandalici, se non addirittura situazioni di stupro. Al tempo stesso si deve necessariamente precisare per chi non conosce il territorio che proprio per la conformazione del sito si rende indispensabile mantenere il presidio di sorveglianza, non solo per le ragioni suesposte, ma soprattutto perché essendo un continuo “cantiere aperto” e rappresentando un luogo esposto a più situazioni anomale, in quanto come già detto, può costituire facile accesso ad un uso improprio a persone estranee che vi bivaccano continuamente, tossici, malintenzionati ecc., oltre che creare notevole disagio sul luogo e al bene di cui si intende preservare.

Pertanto, la Confsal-Unsa stigmatizza il comportamento di una parte della stampa che ancora una volta trova facile attaccare i lavoratori della Domus Aurea che rappresentano l’anello più debole del sistema della Soprintendenza, con l’ennesimo tentativo di gettare fango sugli stessi, anche se come in questo caso , almeno da ciò che si deduce dagli articoli di stampa, ci sembra ovvio che vi sia lo zampino di qualche lingua interna alla SSBAR, che ha tutto l’interesse a dividere i lavoratori pur di salvaguardare pecche nell’organizzazione del Mibac e soprattutto  negligenze altrui, a discapito dei lavoratori della Domus Aurea che da tempo sono dediti al regolare svolgimento del servizio.

Proprio ieri nel corso della riunione che si è svolta in presenza del Segretario Generale del Ministero Dott.ssa Recchia, il Soprintendente Dott.ssa Barbera, nel richiamare le altre sigle sindacali presenti, dava atto pubblicamente alla Confsal-Unsa che era stata l’unica organizzazione sindacale che aveva espresso proprie osservazioni in merito ad una bozza di documento sulla riorganizzazione della SSBAR. Infatti la Confsal-Unsa ribadiva la necessità di rivedere alcune disfunzioni, che se non fattivamente risolte portano inevitabilmente sotto i riflettori una cattiva immagine della Soprintendenza e l’emblema del monumento più conosciuto nel mondo, quale è il Colosseo.

Necessita quindi ristabilire la verità sull’assalto mediatico di questi giorni sui lavoratori del Colosseo e della Domus Aurea, dal momento che non si può fare una “guerra tra poveri” che include nella macina i lavoratori e salva dall’assunzione di responsabilità le alte sfere della burocrazia ministeriale, che accompagnate dal vuoto politico lasciato da Ministri incapaci e incompetenti che per anni si sono succeduti alla guida del Dicastero.

Riteniamo pertanto, fare piena luce su quanto posto in stato di accusa sulla Domus Aurea, respingendo energicamente la tesi sulla chiusura del sito, in quanto ciò rappresenta la risoluzione dei problemi all’italiana e cioè con la famosa “coperta corta”, tale proposta avanzata anche dal Soprintendente e cioè quella di ovviare al problema della carenza di organico prelevando nell’immediato le 7 unità di ASV in forza alla Domus Aurea e destinarli all’area centrale, come se queste 7 unità risolverebbero l’annoso problema del personale, seppur dettato da urgenti contingenze? Ma in tal caso come si potrebbe allora giustificare lo smantellamento totale della vigilanza istituzionale presso la Domus Aurea, dove attualmente operano numerose ditte di restauro e con una vasta area ,esterna ed interna ove i problemi di sicurezza e di degrado non solo sono ormai cronici, ma quel che è peggio sotto i riflettori dell’opinione pubblica? Se a ciò si paventa anche la scomparsa definitiva delle esigue 7 unità ASV ,allora veramente sia il sito che l’area circostante si ridurrebbero a un vero e proprio bivacco per scorribande della peggior risma.

Riassumendo in sintesi non è certo con delle proposte di mobilità selvagge e di tentativi di privatizzazioni striscianti, decisamente inopportune sia sul piano operativo che finanziario, cui a farne le spese sarebbero sempre i lavoratori della SSBAR. Piuttosto è da rivedere la politica di questi ultimi anni, fatta di “lustrini e paillettes” e di svuotamento selvaggio dalle reali mansioni per ciò che attiene alla figura della vigilanza.

Infine, per quanto ci riguarda, e lo ribadiamo in questa sede, che diversamente da quanto riportato dagli organi di informazione, non è con la chiusura dei Musei con pochi visitatori o come nel caso emblematico; la Domus Aurea che si possono risolvere il problema di una regolare apertura del Colosseo, poiché come abbiamo già fatto presente che, il vero problema è politico e non

amministrativo o tecnico.

In realtà abbiamo bisogno di nuove assunzioni, anche in deroga all’attuale blocco, solo in questo caso possiamo risolvere in maniera funzionale e strutturale nella sua globalità la piena apertura  del Colosseo e degli Istituti dislocati sul territorio.

Pertanto, si ritiene che su questi argomenti vada approfondita la discussione e all’occorrenza prima di procedere in maniera approssimativa, si cerchi di ponderare l’effettiva presenza del personale dislocato sui vari posti di lavoro e solo dopo averne valutato le possibili discrasie si potrà evitare tutto ciò, prendendo in considerazione fattispecie concrete con una riorganizzazione del personale di ASV dislocato in altri uffici utilizzato in altre mansioni e quindi distratto dai principali compiti propri della qualifica di appartenenza. In tal modo si potrebbe evitare il ridimensionamento se non addirittura la chiusura dei siti cosiddetti minori, garantendo al tempo stesso più personale in servizio presso i principali monumenti più importanti.

 

Cordiali saluti

IL SEGRETARIO NAZIONALE

(Dott. Giuseppe Urbino)

 

COMUNICATO STAMPA DEL 28.06.2013

 

“CULTURA SEMPRE PIU’ IN BASSO NELLA MANI DI UN GOVERNO DEL “NON FARE”

Su Ales Spa indaga la Procura della Corte dei Conti. I luoghi della cultura italiani in agitazione mentre sia il ministro che i due sottosegretari latitano.

 

“Il Dicastero della Cultura non prende pace, gli annosi problemi che si porta dietro ormai da qualche anno continuano a non essere affrontati, - dico affrontati e non risolti - afferma Giuseppe Urbino, Segretario Nazionale della Confsal-Unsa Beni Culturali – sul tavolo del Collegio Romano le questioni si moltiplicano di giorno in giorno e i ministri di turno con i loro Sottosegretari stanno letteralmente a guardare. Questa volta è il turno del ministro Bray, intellettuale Pd che in questi primi sessanta giorni dal suo insediamento ha saputo solo fare proclami e tagliare nastri, non è stato nemmeno in grado di assegnare le deleghe ai suoi due sottosegretari, sottosegretari che sinceramente, non fossero stati nominati ci avrebbe guadagnato di più la nostra nazione visto e considerato che una, la Giordani, non si  vede e non si sente mentre la Borletti Buitoni pensa soltanto alle frivolezze, a dire pubblicamente che in Italia si mangia male e ci fermiamo qui per il momento. Il nuovo ministro della cultura invece se ne va in biciletta e poi parole, parole e solo parole – aggiunge il sindacalista – se avesse capito che il Mibac necessita di discontinuità nella dirigenza, fatti salvi alcuni competenti direttori generali, avrebbe fatto il suo primo gol nella gestione della cultura italiana. Invece, lasciatemelo dire, non ha capito un bel niente, ha riconfermato lo stesso management di prima contribuendo al quel conservatorismo che non ha mai aiutato la cultura del nostro Paese. Per il  Ministro Bray al momento solo tagli di nastri, insomma un degno rappresentante di questo governo del “NON FARE”. Ma Signor Ministro se riconferma tutti nel loro ruolo, lo stesso che ha portato al collasso il dicastero che oggi guida, chi le dirà per esempio di ALES, la società del Mibac che sperpera fior di milioni di euro e che gestita in questo modo non serve proprio a nulla? Non glielo dirà nessuno, come nessuno le dirà che proprio sulla ALES la Procura della Corte dei Conti sta indagando in seguito ad un dettagliato esposto che pur essendo anonimo ha destato grande interesse per la Magistratura contabile. Ma su questo ci torneremo presto. Ora – conclude Urbino – serve risolvere i problemi di chi lavora nei luoghi della cultura, la nostra e non la sua Signor ministro come nemmeno quella dei suoi due sottosegretari fantasma. Le mobilitazioni sindacali di questi giorni, intraprese dalla Confsal-Unsa unitamente ad altre sigle dovrebbero farla riflettere, non vi è più tempo.

Prenda coraggio, rinnovi il management che per spoil system poteva mandare a casa subito altrimenti oltre alla cultura tra qualche mese avrà sulla coscienza anche il turismo di questo Paese.

 

Roma, 28 giugno 2013

Tel. 06 67232348 -2889

lunedì, giugno 10, 2013

COMUNICATO STAMPA 10.06.2013 BATTAGLIA: "LA CONSULTA GRAZIA LE PENSIONI D'ORO MENTRE IL GOVERNO AFFONDA I LAVORATORI DA 1.300 EURO AL MESE" - Battaglia, eletto vicepresidente Commissione Amministrazioni e delle finanze Centrali della Cesi

       

COMUNICATO STAMPA 10.06.2013

 

 

BATTAGLIA: “LA CONSULTA GRAZIA LE PENSIONI D’ORO

MENTRE IL GOVERNO AFFONDA I LAVORATORI DA 1.300 EURO AL MESE”

 

“Mentre da anni protestiamo per il blocco drammatico degli stipendi della maggioranza dipendenti pubblici fermi a valori tra 1.200 e le 1.400 euro, ancora una volta una decisione della Consulta che tutela i redditi alti o le pensioni d’oro” afferma Massimo Battaglia, Segretario generale della Federazione Confsal-Unsa.

“La Corte Costituzionale, con sentenza n. 116 del 5 giugno 2013, ha dichiarato incostituzionale il prelievo di solidarietà sulle pensioni superiori ai 90 mila euro, a seguito di un ricorso presentato proprio da un ex magistrato della Corte dei conti oggi in pensione.” osserva Battaglia, che continua

“Questa sentenza è l’ennesima prova che i sacrifici per il risanamento delle casse pubbliche sono scaricati solo sulle spalle dei lavoratori che hanno i redditi più bassi.”

“Ci auguriamo che la Consulta” sottolinea il Segretario generale “avrà lo stesso metro di giudizio quando dovrà giudicare sui vizi di costituzionalità relativi al blocco stipendiale e contrattuale che avanzeremo con dei nostri ricorsi mirati, volti a rivendicare il diritto dei dipendenti pubblici medi ad un’equa retribuzione”

“Nel frattempo” conclude Battaglia “dopo la manifestazione di protesta davanti alla Camera dei deputati del 6 giugno u.s. la Confsal-Unsa continuerà la mobilitazione che culminerà –se il governo non cambierà rotta- con uno sciopero di tutto il comparto delle Amministrazioni centrali”

 

Battaglia, eletto vicepresidente Commissione Amministrazioni e delle finanze Centrali della Cesi

 

 

Il giorno 7 giugno 2013, si è riunita in Lussemburgo la Commissione per le Amministrazione centrale e delle finanze della CESI, la Confederazione europea dei sindacati indipendenti.

Nel corso della riunione è stato eletto il nuovo Consiglio direttivo della Commissione. Nel corso della votazione, Massimo Battaglia, Segretario generale della Federazione Confsal-Unsa è stato eletto Vice presidente (qui nella foto con il Presidente Wilhelm Gloss (AT/Eurofedop).

Durante i lavori, la Commissione ha adottato –proprio su sollecitazione del neo vice presidente- una mozione a sostegno delle rivendicazioni dei lavoratori pubblici italiani che subiscono il blocco del rinnovo contrattuale, al contrario di quasi tutti gli altri colleghi europei che hanno stipendi già di molto superiori alle medie italiane.

Nelle prossime settimane la Mozione sarà presentata ufficialmente dalla CESi al Parlamento europeo.

TRIBUNA SINDACALE RACCOLTA INFORMATIVA ON-LINE DEL 10.06.2013

Decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013 , n. 62 .
In Gazzetta Ufficiale il Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
 
Regali al bando. Divieto di accettare collaborazioni dai privati. Obbligo di segnalare di essere membri di associazioni e, per i dirigenti, di essere in possesso di partecipazioni azionarie.
Niente premi a chi viola la deontologia.
Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici è stato pubblicato ieri sera in Gazzetta Ufficiale, aggiungendo così un altro tassello alla normativa «anticorruzione», con la riforma che mette in soffitta il dpcm del 28 febbraio 2000 e i codici allegati ai contratti nazionali collettivi.
 
 
Ambito
Tra le maggiori novità del codice, l'estensione della sua applicazione che non si ferma ai soli lavoratori subordinati delle pubbliche amministrazioni. Infatti le disposizioni varranno per quanto compatibili, per tutti i collaboratori o consulenti, con qualsiasi tipologia di contratto o incarico e a qualsiasi titolo, per titolari di organi e di incarichi negli uffici di diretta collaborazione delle autorità politiche, e infine anche per collaboratori a qualsiasi titolo di imprese fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere in favore dell'amministrazione. Di conseguenza, i contratti regolanti i rapporti con questi soggetti dovranno contenere apposite disposizioni o clausole di risoluzione o decadenza del rapporto in caso di violazione degli obblighi derivanti dal codice.
 
Limite ai regali
Il nuovo codice ribadisce il divieto di chiedere per sé o per altri, regali o altre utilità. Il divieto riguarda anche l'accettazione di regali, ammessa solo per quelli d'uso di modico valore, nell'ambito delle relazioni di cortesia. I regali o altre utilità di modico valore non possono superare orientativamente i 100 euro, ma i piani di prevenzione della corruzione possono modificare detto limite sia per ridurlo, sia per portarlo a un limite non superiore a 150 euro.
 
Collaborazioni
Allo scopo di scongiurare conflitti di interesse, si vieta ai dipendenti di accettare incarichi di collaborazione da soggetti privati che abbiano, o abbiano avuto nel biennio precedente, un interesse economico significativo in decisioni o attività inerenti all'ufficio di appartenenza.
 
Associazionismo
Sempre per contrastare il conflitto di interessi, i dipendenti debbono anche segnalare di essere membri di associazioni i cui ambiti di interessi siano coinvolti o possano interferire con lo svolgimento dell'attività dell'ufficio. Il datore di lavoro potrà valutare l'opportunità dell'appartenenza dei dipendenti a tali soggetti associativi. Il divieto non riguarda l'adesione a partiti politici o sindacati.
 
Niente incentivo a chi vìola il codice
Non rispettare le previsioni del codice di comportamento può costare caro: chi lo vìola non può aspirare ad avere incentivi individuali. Infatti, si prevede che la grave o reiterata violazione, debitamente accertata, delle regole contenute nel codice, esclude la corresponsione di qualsiasi forma di premialità comunque denominata, a favore del dipendente. Per la prima volta si innesta nell'ordinamento giuridico un collegamento diretto tra l'esclusione dalla produttività e i comportamenti. Si tratta di una sorta di responsabilità oggettiva: anche laddove il dipendente abbia espletato la propria attività in modo produttivo, ma in violazione delle regole di comportamento, rimane escluso da qualsiasi tipo di incentivazione.
 
Dirigenza
Il codice per la prima volta contiene una sezione specificamente dedicata ai dirigenti. Essi debbono dichiarare il possesso di partecipazioni azionarie o, comunque, di interessi anche del coniuge, in società o soggetti che abbiano frequenti relazioni con gli uffici da loro diretti. I dirigenti sono chiamati a porsi come esempio per il restante personale, e specifici loro obblighi sono garantire il benessere dei dipendenti e un'equa ed efficiente ripartizione dei carichi di lavoro, nella distribuzione delle responsabilità procedimentali. (Italia Oggi – Luigi Olivieri)
 
Per opportuna conoscenza si allega il testo del DPR n. 62 del 16.04.2013 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 129 del 04.06.2013.
 
 
IL COORDINAMENTO NAZIONALE
CONFSAL-UNSA BENI CULTURALI

giovedì, giugno 06, 2013

COMUNICATO STAMPA DEL 06.06.2013 GRANDE SUCCESSO DELLA MANIFESTAZIONE CONFSAL UNSA DAVANTI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

 

COMUNICATO STAMPA DEL 06.06.2013

GRANDE SUCCESSO DELLA MANIFESTAZIONE CONFSAL UNSA DAVANTI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

 

 

Massimo Battaglia, Segretario Generale della Federazione Confsal-Unsa, esprime soddisfazione per il successo della manifestazione svoltasi stamani in Piazza Montecitorio a cui hanno aderito tantissimi lavoratori pubblici.

Nel corso dell’iniziativa è stato denunciato il grave disagio che deriva ai dipendenti per l’iniquo ulteriore blocco del contratto fino alla fine del 2014 che ferma le retribuzioni al 2009 con crollo del potere d’acquisto e con una perdita dai 5.000 ai 6.000 euro pro capite.

CONFSAL – UNSA ha lanciato in questa occasione i quesiti referendari depositati in Cassazione con i quali si chiede di abrogare la legge che blocca i contratti dei dipendenti pubblici e alcuni articoli, eccessivamente penalizzanti per i lavoratori, della cosiddetta legge Fornero sulle pensioni.

Continuano incessantemente ad arrivare alla Federazione Confsal-Unsa apprezzamenti dei lavoratori, di ogni parte d’Italia, per l’iniziativa assunta.

Battaglia preannuncia ulteriori azioni sindacali a difesa del potere d’acquisto dello stipendio dei lavoratori pubblici.

 

mercoledì, giugno 05, 2013

MANIFESTAZIONE DELLA CONFSAL-UNSA CONTRO LA RIFORMA FORNERO PER LANCIARE I REFERENDUM CONTRO IL BLOCCO DEI CONTRATTI PUBBLICI. INTERVISTA A MASSIMO BATTAGLIA

 

Manifestazione della CONFSAL-UNSA contro la riforma Fornero per lanciare i referendum contro il blocco dei contratti pubblici. Intervista a Massimo Battaglia

 

 

Si trasmette il link http://www.radioradicale.it/scheda/382619 relativo alla Manifestazione della CONFSAL-UNSA contro la riforma Fornero per lanciare i referendum contro il blocco dei contratti pubblici. Intervista a Massimo Battaglia

 

Cordiali saluti

Federazione Confsal-Unsa

COMUNICATO STAMPA DEL 04.06.2013 BATTAGLIA: " DELUDENTE L'INCONTRO ODIERNO CON IL MINISTRO DELLA FUNZIONE PUBBLICA D'ALIA"

 

 

COMUNICATO STAMPA DEL 04.06.2013

 

BATTAGLIA: “ DELUDENTE L’INCONTRO ODIERNO CON IL MINISTRO DELLA FUNZIONE PUBBLICA D’ALIA”

 

“La crisi che attanaglia il mondo del lavoro pubblico si aggrava ulteriormente”. Il Ministro D’Alia con le sue dichiarazioni rilasciate all’incontro odierno a Palazzo Vidoni con le OO.SS. ha rinviato di fatto a fine 2014 il blocco dei contratti pubblici.

Battaglia dichiara pertanto la propria delusione. Ribadisce il netto NO di Confsal-Unsa al blocco dei contratti e chiede al Governo un atto politico che rimetta al centro il lavoro pubblico ripartendo fin da subito dall’apertura del contratto.

Il 6 giugno 2013 in Piazza Montecitorio Confsal Unsa conferma la manifestazione di protesta a sostegno delle legittime rivendicazioni dei lavoratori pubblici.

 

lunedì, giugno 03, 2013

BOLLETTINO SINDACALE N. 6 DEL 3 GIUGNO 2013 - LO STATO ITALIANO NON HA PAGATO DECINE DI MILIARDI DI CONTRIBUTI AI DIPENDENTI PUBBLICI E ORA L'INPS STA PER FALLIRE.

LO STATO ITALIANO NON HA PAGATO DECINE DI MILIARDI DI CONTRIBUTI AI DIPENDENTI PUBBLICI E ORA L'INPS STA PER FALLIRE.
Lo stato italiano non ha versato per anni i contributi pensionistici ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni e quindi li ha fatti confluire nell’Inps, ponendoli a carico di coloro che la sventura pose a lavorare nel comparto produttivo. Il presidente dell’Inps, Mastropasqua, ha confermato che l’ente ha quasi terminato le sue disponibilità: in breve sarà illiquido e a sostegno del suo allarme, ha citato la Relazione della Corte dei Conti sul bilancio preventivo 2012 da cui emerge chiaramente che la fusione con Inpdap ed Enpals operata all’inizio del 2012 si è rivelata una pillola avvelenata per i conti dell’Inps: “il patrimonio netto… è sufficiente a sostenere una perdita per non oltre tre esercizi”. - scrive l'alta Corte.
Ma la Corte dei Conti non si ferma all'allarme di bilancio. Infatti, scrive: «Questo, a causa della fusione Inpdap-Inps, ovvero l’ente previdenziale dei dipendenti pubblici con la previdenza privata. Una fusione voluta dalla manovra del governo Monti denominata Salva-Italia del 2011, che non ha cancellato il buco di 23 miliardi di euro, equivalente al debito che lo Stato ha nei confronti dei contributi previdenziali per i suoi dipendenti. Buco che ora grava nelle casse del Superinps, con il rischio di non riuscir più a pagare le pensioni per i prossimi anni se non verranno fati interventi a carattere urgente per risanare i conti.»
Mi auguro abbiate letto con attenzione. La Corte dei Conti accusa senza mezzi termini lo Stato italiano di evasione contributiva, per la qual cosa un privato cittadino finirebbe in galera e un'azienda vedrebbe confiscato il suo patrimonio. La frase il «debito che lo Stato ha nei confronti dei contributi previdenziali per i suoi dipendenti» non lascia spazio a nessun'altra interpretazione. Lo stato italiano ha violato le leggi dello Stato italiano, e questo buco da 23 miliardi di euro nei conti dell'Inps - insanabile dall'Inps - va a sommarsi  al «deficit di 91 miliardi che la Pubblica Amministrazione ha nei confronti dei propri fornitori». che la Corte dei Conti stigmatizza in un'altra relazione refa pubblica due mesi fa.  Ovviamente questi 114 miliardi di euro di buco in cassa dello Stato vanno a sommarsi agli oltre 2000 miliardi di euro di debiti, dello Stato, quelli che oggi sono arrivati ad essere il 130% del Pil. Una vera follia.
Ma rimaniamo all'Inps. Mastropasqua aggiunge: «Se le amministrazioni dello Stato rallenteranno ancora i pagamenti l’Inps avrà “ulteriori problemi di liquidità”, che non potrà non ripercuotersi sul regolare pagamento corrente delle pensioni. Le entrate contributive si incrementeranno dello 0,9% (a 213,762 miliardi) nel 2013, le uscite per prestazioni istituzionali saliranno del 2,3% a 303,077 miliardi (di cui la spesa per prestazioni pensionistiche sarà di 265,877 miliardi, +1,7%).»
Quindi, quest'anno 2013 entrano oltre 213 miliardi e ne dovrebbero uscire oltre 303. Mancano all’appello più di 89 miliardi di euro per pagare le pensioni!
E dove mai li prenderà, lo Stato italiano, 89 miliardi in contanti, quando il governo Letta non è stato ancora in grado di trovarne 8 per rifondere quel ladrocinio statale chiamato Imu? Facile e orribile: ridurrà le spese pensionistiche di 89 miliardi e il gioco è fatto

Bonus energetico al 65%. Per i mobili sconto fino a 5mila euro - Lo sgravio per aumentare l'efficienza sale al 65% - Bonus 50% esteso all'arredamento - Bonus casa, ecco i lavori detraibili - TRIBUNA SINDACALE RACCOLTA INFORMATIVA ON-LINE DEL 03.05.2013

Bonus energetico al 65%. Per i mobili sconto fino a 5mila euro
Via libera definitivo del Consiglio dei ministri al decreto che proroga di sei mesi (al 31 dicembre 2013) il bonus fiscale per l'efficienza energetica degli edifici e quello sulle ristrutturazioni edilizie in scadenza a fine giugno. La percentuale dell'ecobonus, spiega un comunicato prodotto al termine del vertice dell'esecutivo, sale dal 55% al 65% (sono inclusi mobili e cucine). Lo sgravio del 65% sarà concentrato sugli «interventi strutturali sull'involucro edilizio, maggiormente idonei a ridurre stabilmente il fabbisogno di energia». Il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha aggiunto che la detrazione fiscale del 50% sarà valida sugli acquisti di mobili fino a 10mila euro.
In particolare, per le spese documentate sostenute a partire dal 1° luglio 2013 - data di scadenza delle precedenti detrazioni - fino al 31 dicembre di quest'anno (per le ristrutturazioni importanti dell'intero edificio) spetterà la detrazione dell'imposta lorda per una quota pari al 65% degli importi rimasti a carico del contribuente, ripartita in dieci quote annuali di pari importo.
Il provvedimento, si legge nel comunicato, recepisce la direttiva 2010/31/UE e punta a dare un'adeguata risposta alla necessaria ed urgente esigenza di favorire la riqualificazione e l'efficienza energetica del patrimonio immobiliare italiano in conformità al diritto dell'Unione Europea e nell'approssimarsi della scadenza degli attuali benefici.
 
Zanonato (Sviluppo): «Effetto notevole per l'economia»
A ricordare l'impatto della dell'ecobonus al 65% e degli sgravi fiscali per le ristrutturazioni edilizie ci pensa il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, che durante la conferenza stampa del pomeriggio parla di «effetto notevole sull'economia», perché il decreto «proroga quello che c'era già e continuava fino a fine giugno ma lo migliora portandolo dal 55 al 65%. Non solo si proroga di sei mesi per quel che riguarda la singola abitazione ma di un anno per gli edifici condominiali. Vengo dal tavolo sulla siderurgia con Squinzi, sindacati e imprenditori e la notizia è stata accolta con estremo interesse perché trainante diversi settori della nostra industria».
Saccomanni (Economia): copertura con incremento Iva prodotti non editoriali
Sul fronte delle coperture, la parola passa invece al ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, che spiega come i 200 milioni di euro annui necessari per gli ecobonus verranno recuperati in parte con un innalzamento dal 4 al 21 per cento dell'Iva dei prodotti non editoriali venduti assieme a quelli editoriali, da cui dovrebbero arrivare 125 milioni l'anno. Non solo: dall'anno prossimo, «il regime speciale dell'Iva delle bevande e alimenti venduti nei distributori aumenterà dal 4% al 10% in circa, cosa che porterà nelle casse dello Stato »104 milioni su base annua». Il Governo, aggiunge Sacomanni, stima «un primo impatto macroeconomico» dell'ecobonus «potenzialmente superiore a circa un decimo di punto di Pil nel 2013, sostanzialmente nella seconda metà dell'anno».
Lo sgravio per aumentare l'efficienza sale al 65% - Bonus 50% esteso all'arredamento

Per i condomini proroga di un anno invece di sei mesi (fino a 30 giugno 2014). Lupi: negli ultimi sei mesi 481.500 interventi per 8,2 miliardi. Per l'arredamento impatto da 2 miliardi. Saccomani:costo di 200 milioni all'anno coperto con aumenti Iva su beni veicolati con prodotti editorial e cibi e bevande da distributori automatici

Ok del Consiglio dei ministri alla proroga dei bonus fiscali per le ristrutturazioni (50%) e gli interventi per il risparmio energetico.
Gli sconti fiscali sul risparmio energetico
Gli sgravi fiscali per le riqualificazioni tese all'efficientamento energetico lo sgravio passa dal 55 al 65%, con una doppia proroga: un anno per condomini e sei mesi per famiglie e privati cittadini.
La differente durata della proroga del bonus per l'efficientamento energetico degli edifici - ha spiegato il ministro per lo sviluppo, Flavio Zanonato, è legato alla possibilità di accedere ai finanziamenti del fondo Kyoto gestito da cassa depositi e prestiti, un fondo rotativo per il finanziamento delle misure di riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra, finalizzate all'attuazione del protocollo di Kyoto. Ai finanziamenti agevolati è applicato un tasso di interesse dello 0,50%, a cui occorre aggiungere le commissioni applicate dalla banca convenzionata.
Lo scopo della differente durata dell'eco-bonus decisa oggi è legata proprio alla durata del fondo. Inoltre, si fa notare, gli interventi medi che può realizzare un condominio sono di rilevanza e durata superiore a quelli che possano riguardare un singolo appartamento. «La norma - ha aggiunto il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando - era stato usato molto per i singoli appartamenti, meno per i condomini. Questi ci fa fare un salto di qualità perché tetti, parti comuni e facciate sono gli elementi che permettono di aumentare di più le performance energetiche degli edifici». In Italia ha aggiunto Zanonato abbiamo edifici colabrodo che consumano fino a 162 kWh per mq all'anno ed edfici modello da 16 kWh di consumi all'anno. «I primi rappresentano il 35%, contiamo di spostare una quota consistente degli edifici più energivori tra quelli capaci di consumare di meno».
Gli sconti sulle ristrutturazioni
In questo caso la misura del bonus resta al 50% prorogato fino al 31 dicembre 2013. Cioè altri sei mesi di interventi agevolati con tetto massimo di 96mila euro. «Non si tratta di una semplice proroga», ha sottolineato il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. La novità principale riguarda l'estensione degli sgravi anche all'arredamento. Chi ristrutturerà casa avrà un tetto aggiuntivo di 10mila euro (rispetto agli ordinari di 96mila euro) da spendere per l'acquisto di mobili relativi all'appartamento da ristrutturare. La somma di 10mila euro rappresenta "l'imponibile" complessivo sul quale si calcola la detrazione del 50%. In pratica, dunque, viene concesso uno sgravio massimo di 5.000 euro, da ripartire poi in dieci quote annuali.
Lupi ha poi sottolineato anche la conferma della possibilità di usare gli incentivi del 50% anche l'adeguamento antisismico degli edifici («una priorità del Governo»), estesi dal Dl 174/2012 anche ai soggetti colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012, inclusi gli stabilimenti produttivi.
L'impatto sul mercato
Secondo Lupi gli interventi sulle ristrutturazioni con sconti al 50% attivati negli ultimi sei mesi sono stati 481.500 per un valore complessivo di 8,2 miliardi. «Stimiamo - ha aggiunto il ministro - che l'impatto sulla filiera del mobile» derivante dall'estensione del bonus all'arredamento possa «essere di due miliardi nei prossimi sei mesi».
Il costo della proroga
La proroga degli incentivi ha un impatto di 200 milioni all'anno per dieci anni. È la stima fornita dal ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni che ha anche spiegato come verranno coperte le spese. Una parte dei fondi verrà trovata innalzando l'Iva dal 4% al 21% sui prodotti non editoriali veicolati insieme ai prodotti editoriali, a partire dal 2014. «Da qui arriverranno circa 125 milioni all'anno», ha detto Saccomanni. «Altri 104 milioni all'anno - ha aggiunto il ministro - arriveranno dall'aumento dell'Iva, dal 4% al 10%, sulla vendita di cibi e bevande tramite distributori automatici».
Pompe di calore fuori dal bonus
Dal perimetro degli incentivi vengono esclusi gli interventi «di sostituzione di impianti di riscaldamento con pompe di calore ad alta efficienza ed impianti geotermici a bassa entalpia nonché delle spese per la sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria».
Nel perimetro del bonus restano invece i soli interventi riferiti all'«involucro edilizio», inteso come l'insieme e di «elementi e componenti integrati di un edificio che ne separano gli ambienti interni dall'ambiente esterno».
 
Bonus casa, ecco i lavori detraibili dal climatizzatore alla cucina

Dal bonus per la riqualificazione energetica allo sconto per l'acquisto di mobili con ristrutturazione, ecco alcuni interventi agevolati dal provvedimento varato oggi dal Consiglio dei Ministri

Bonus casa: sostituire gli infissi della propria abitazione
Le nuove detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica nella misura del 65% (rispetto al precedente 55%) si potranno applicare sulle spese sostenute per cambiare gli infissi della propria abitazione, dal 1° luglio al 31 dicembre 2013. La detrazione spettante è ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Non si potranno però installare vetri e infissi qualsiasi: bisognerà rispettare i livelli di trasmittanza definiti dal Dm 26 gennaio 2010. Le finestre ad alto rendimento offrono risparmi in bolletta (tenuto pur conto dell'isolamento termico del tetto e delle pareti), isolamento acustico e una riqualificazione dell'immobile. Il 15% in più di detrazione rispetto al bonus fiscale del 50%, per i semplici interventi di ristrutturazione senza risparmio energetico, consente inoltre di coprire la parcella per la pratica con l'Enea entro 90 giorni dalla fine dei lavori, spesso eseguita dalla ditta installatrice, ma può andare in tasca se lo stesso proprietario compila online la scheda (allegato F), conservando la certificazione del produttore dei nuovi infissi e il documento che stima la trasmittanza di quelli vecchi

PROCLAMATO LO STATO DI AGITAZIONE NAZIONALE DEL PERSONALE DEL MINISTERO - NOSTRO COMUNICATO N. 16/13

CONF.SAL - UNSA  Beni Culturali
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Coordinamento Nazionale

 

Si trasmette per opportuna conoscenza il nostro comunicato n. 16/13 scaricabile anche dal nostro sito www.unsabeniculturali.it  sempre aggiornato relativo a:

 

 PROCLAMATO LO STATO DI AGITAZIONE NAZIONALE DEL PERSONALE DEL MINISTERO

 

Cordiali saluti

IL COORDINAMENTO NAZIONALE

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