venerdì, giugno 28, 2013

NOSTRO COMUNICATO N. 20/13

DOMUS AUREA… PRECISAZIONI

NO! ALL’UTILIZZO DEL PERSONALE COME TAPPABUCO

 

In riferimento alle notizie apparse su alcuni quotidiani ed in particolare all’articolo sulla situazione della - Domus Aurea - pubblicato su “ Il tempo “di oggi a firma di Natale Poggi, questo Coordinamento nazionale Confsal-Unsa Beni Culturali è costretto a smentire quanto dichiarato dall’autrice di cui sopra, in quanto ciò che viene affermato è a dir poco allucinante, sia per l’inesattezza delle informazioni, sia per la notevole malafede fin troppo evidente. Per questo nell’interesse del personale rappresentato, non vogliamo che gli stessi possano costituire capro espiatorio e/o agnelli sacrificali di chicchessia. A questo scopo si rende indispensabile questa immediata precisazione e smentita delle cose non corrispondenti al vero e che hanno trovato pubblicazione da parte della stampa.

Intanto è fuori da ogni dubbio la necessità di presiedere con il servizio di vigilanza il sito archeologico suddetto, anche se attualmente chiuso ai visitatori per le note vicende del crollo avvenuto tempo addietro per cedimento strutturale a seguito di infiltrazioni d’acqua, in quanto come è noto l’intera area è sottoposta a pericolo incombente e quindi interdetta al pubblico, nonostante che continuamente venga annunciato la riapertura e successivamente il rinvio della stessa.

Infatti occorre specificare che attualmente prestano servizio presso la Domus Aurea soltanto 7 unità di personale di vigilanza suddivisi per turni di 2 unità giornalieri e non 8 come erroneamente riportato nell’articolo suddetto, inoltre proprio perché essendo un’area soggetta ad attività di cantiere essa è soggetta continuamente ad essere monitorata e sorvegliata in maniera particolare, dal momento si rende indispensabile preservare l’area da possibili intrusi che come già in precedenza è avvenuto, hanno compiuto atti di degrado e un continuo assedio del luogo con veri e propri scempi e atti vandalici, se non addirittura situazioni di stupro. Al tempo stesso si deve necessariamente precisare per chi non conosce il territorio che proprio per la conformazione del sito si rende indispensabile mantenere il presidio di sorveglianza, non solo per le ragioni suesposte, ma soprattutto perché essendo un continuo “cantiere aperto” e rappresentando un luogo esposto a più situazioni anomale, in quanto come già detto, può costituire facile accesso ad un uso improprio a persone estranee che vi bivaccano continuamente, tossici, malintenzionati ecc., oltre che creare notevole disagio sul luogo e al bene di cui si intende preservare.

Pertanto, la Confsal-Unsa stigmatizza il comportamento di una parte della stampa che ancora una volta trova facile attaccare i lavoratori della Domus Aurea che rappresentano l’anello più debole del sistema della Soprintendenza, con l’ennesimo tentativo di gettare fango sugli stessi, anche se come in questo caso , almeno da ciò che si deduce dagli articoli di stampa, ci sembra ovvio che vi sia lo zampino di qualche lingua interna alla SSBAR, che ha tutto l’interesse a dividere i lavoratori pur di salvaguardare pecche nell’organizzazione del Mibac e soprattutto  negligenze altrui, a discapito dei lavoratori della Domus Aurea che da tempo sono dediti al regolare svolgimento del servizio.

Proprio ieri nel corso della riunione che si è svolta in presenza del Segretario Generale del Ministero Dott.ssa Recchia, il Soprintendente Dott.ssa Barbera, nel richiamare le altre sigle sindacali presenti, dava atto pubblicamente alla Confsal-Unsa che era stata l’unica organizzazione sindacale che aveva espresso proprie osservazioni in merito ad una bozza di documento sulla riorganizzazione della SSBAR. Infatti la Confsal-Unsa ribadiva la necessità di rivedere alcune disfunzioni, che se non fattivamente risolte portano inevitabilmente sotto i riflettori una cattiva immagine della Soprintendenza e l’emblema del monumento più conosciuto nel mondo, quale è il Colosseo.

Necessita quindi ristabilire la verità sull’assalto mediatico di questi giorni sui lavoratori del Colosseo e della Domus Aurea, dal momento che non si può fare una “guerra tra poveri” che include nella macina i lavoratori e salva dall’assunzione di responsabilità le alte sfere della burocrazia ministeriale, che accompagnate dal vuoto politico lasciato da Ministri incapaci e incompetenti che per anni si sono succeduti alla guida del Dicastero.

Riteniamo pertanto, fare piena luce su quanto posto in stato di accusa sulla Domus Aurea, respingendo energicamente la tesi sulla chiusura del sito, in quanto ciò rappresenta la risoluzione dei problemi all’italiana e cioè con la famosa “coperta corta”, tale proposta avanzata anche dal Soprintendente e cioè quella di ovviare al problema della carenza di organico prelevando nell’immediato le 7 unità di ASV in forza alla Domus Aurea e destinarli all’area centrale, come se queste 7 unità risolverebbero l’annoso problema del personale, seppur dettato da urgenti contingenze? Ma in tal caso come si potrebbe allora giustificare lo smantellamento totale della vigilanza istituzionale presso la Domus Aurea, dove attualmente operano numerose ditte di restauro e con una vasta area ,esterna ed interna ove i problemi di sicurezza e di degrado non solo sono ormai cronici, ma quel che è peggio sotto i riflettori dell’opinione pubblica? Se a ciò si paventa anche la scomparsa definitiva delle esigue 7 unità ASV ,allora veramente sia il sito che l’area circostante si ridurrebbero a un vero e proprio bivacco per scorribande della peggior risma.

Riassumendo in sintesi non è certo con delle proposte di mobilità selvagge e di tentativi di privatizzazioni striscianti, decisamente inopportune sia sul piano operativo che finanziario, cui a farne le spese sarebbero sempre i lavoratori della SSBAR. Piuttosto è da rivedere la politica di questi ultimi anni, fatta di “lustrini e paillettes” e di svuotamento selvaggio dalle reali mansioni per ciò che attiene alla figura della vigilanza.

Infine, per quanto ci riguarda, e lo ribadiamo in questa sede, che diversamente da quanto riportato dagli organi di informazione, non è con la chiusura dei Musei con pochi visitatori o come nel caso emblematico; la Domus Aurea che si possono risolvere il problema di una regolare apertura del Colosseo, poiché come abbiamo già fatto presente che, il vero problema è politico e non

amministrativo o tecnico.

In realtà abbiamo bisogno di nuove assunzioni, anche in deroga all’attuale blocco, solo in questo caso possiamo risolvere in maniera funzionale e strutturale nella sua globalità la piena apertura  del Colosseo e degli Istituti dislocati sul territorio.

Pertanto, si ritiene che su questi argomenti vada approfondita la discussione e all’occorrenza prima di procedere in maniera approssimativa, si cerchi di ponderare l’effettiva presenza del personale dislocato sui vari posti di lavoro e solo dopo averne valutato le possibili discrasie si potrà evitare tutto ciò, prendendo in considerazione fattispecie concrete con una riorganizzazione del personale di ASV dislocato in altri uffici utilizzato in altre mansioni e quindi distratto dai principali compiti propri della qualifica di appartenenza. In tal modo si potrebbe evitare il ridimensionamento se non addirittura la chiusura dei siti cosiddetti minori, garantendo al tempo stesso più personale in servizio presso i principali monumenti più importanti.

 

Cordiali saluti

IL SEGRETARIO NAZIONALE

(Dott. Giuseppe Urbino)

 

Nessun commento:

Posta un commento