mercoledì, marzo 14, 2007

PRIORITA’ RIVENDICATIVE

PRECARIATO E RIORGANIZZAZIONE P.A. - INDIRIZZI GENERALI

Con questo comunicato completiamo le priorità rivendicative che la nostra Confederazione ha posto a base della piattaforma rivendicativa in occasione del Convegno tenutosi a Roma – sala Caprinica, sul tema della previdenza e delle pensioni.
La prima priorità rivendicativa è stata riportata nel Comunicato Unsa n. 61 del 28 febbraio 2007: Rinnovo CCNL dipendenti pubblici quadriennio normativo 2006-2009 e biennio economico 2006-2007;
La seconda priorità è stata riportata nel Comunicato Unsa n. 65 del 5 marzo 2007. Riforma del sistema previdenziale e pensionistico.
La terza priorità è costituita dal “precariato” e “ riorganizzazione della P.A.”


PRECARIATO

Il precariato è un’anomalia del mercato del lavoro che va combattuto in quanto viene utilizzato per pagare meno il lavoratore ed avere mano libera per licenziarlo. Occorre cambiare le condizioni del rapporto di modo che il lavoro a tempo indeterminato possa costare meno di quello precario. Occorre superare il dramma della precarietà che coesiste e si alterna con la disoccupazione e che affligge in particolare i giovani, le donne, concorrendo alla crisi economica della famiglia.
E’ alla Corte dei conti per la registrazione il DPCM del 1 Marzo scorso del Ministro Nicolais per la stabilizzazione di circa 7000 precari che operano nelle amministrazioni centrali dello Stato.
L’operazione scaturisce dalla L.F. 2007 che al comma 519 prevede la stabilizzazione a domanda:
- per il personale delle qualifiche funzionali;
- escludendo il personale con qualifica dirigenziale;
- con tre anni di servizio precario anche non continuativo, nell’ultimo quinquennio;
- con contratto stipulato ante 29 settembre 2006;
- assunto mediante concorso o prova selettiva dell’ufficio di collocamento;
- senza il requisito sarà necessario sottoporsi ad un prova selettiva;
- in servizio
o nei ministeri n. 4996
o Agenzie “ 1518
o Enti pubblici non economici n. 243
o Enti di ricerca n.205

Si rende ora necessario stabilire le regole ed i criteri nell’ambito del decreto ed il Governo ha previsto un incontro con le parti sociali per il prossimo 21 marzo.


ORGANIZZAZIONE P.A.

Non ci sorprende, abituati come siamo, il solito refrain da parte dei diversi governi succedutesi nel tempo nel nostro paese, che pone fra i primi punti del loro programma l’ennesima dichiarazione di riforma della pubblica amministrazione, più diversamente definita “riorganizzazione”.
E’ uno dei punti programmatici che trova attenzione nella pubblica opinione in quanto, pur non essendo materia interessata alla concorrenza del mercato, incide sulla politica economica perché anche dalla sua efficienza dipende la crescita della produttività.
Pertanto, l’efficienza di una P.A. moderna è necessaria sia per la crescita economica e sociale del paese, sia per conseguire uno sviluppo sostenibile,
Il percorso riformistico e riorganizzativo del Ministro Nicolais, iniziato con i provvedimenti inseriti nella L.F. 2007 e in corso di prosecuzione attraverso esternazioni, più o meno ufficiali o condivise con alcune parti sociali, è focalizzato e principalmente legato ad una serie di interventi amministrativi, normativi e contrattuali che investono:
- la sostanziale e forte crescita preventivata dell’informatizzazione della P.A; il cui costo dovrebbe diminuire del 25% entro il 2012;
- la misurazione di quasi tutti i servizi, sotto l’aspetto qualitativo e quantitativo, relativi alla:
o razionalizzazione del reclutamento del personale;
o alle forme flessibili del rapporto di lavoro, limitate a casi straordinari;
o al riassetto della dirigenza,
§ ridotta nel numero,
§ differenziata in base al merito,
§ oggettivamente rapportata a criteri di valutazione verificabile,
§ fornita di una autonomia di bilancio e di organizzazione;
§ legata ad una mobilità fra amministrazioni; incentivata con bonus economici; configurata in un sistema di para-mercato che ne impedisca il rifiuto; individuata in un modello di dirigenza manager e professional;
§ Soggetta ad uno spoil system limitato a quelle posizioni collaborative strettamente legate all’autorità politica, divenendo l’uscita l’estremo esito di ripetuti risultati negativi.
§ Coinvolta nell’effettivo ruolo di controparte dell’Amministrazione nei confronti con i sindacati.
- la progressione di carriera interna sia fra le aree sia fra qualifiche, svincolata dalla formazione e dai concorsi esterni, collegata a meccanismi interni di selezione specifici, verificabili ed appositamente predisposti;
- la progressione di carriera non più legata alla partecipazione ai corsi di formazione in aula, per l’effetto discriminante provocato a carico del personale indispensabile per l’attività dell’ufficio che non poteva partecipare ai corsi. La modificazione è volta a privilegiare la formazione on the job, cioè sul posto di lavoro, per cui l’avanzamento di carriera dipenderà dalla valutazione delle effettive capacità operative;
- La organizzazione o riorganizzazione di uffici pubblici, diretta a migliorarne l’efficienza, collegata al coinvolgimento delle organizzazioni sindacali.
- Ia individuazione di criteri e di indirizzi generali della organizzazione e riorganizzazione degli uffici attivati nella contrattazione integrativa, deputata anche alla differenziazione del trattamento premiale economico, in un concerto di forme di controllo che addirittura coinvolgono la associazioni dei consumatori.
- La predisposizione di un disegno di legge – A/S 1270 recante “ Integrazioni e modifiche alle disposizioni sul rapporto tra procedimento penale e procedimento disciplinare nella pubblica amministrazione”, al fine ad di evitare che istituti e procedure finalizzati a semplificare ed accelerare la definizione dei giudizi penali possano determinare benefici indiretti sul rapporto di lavoro con l’amministrazione, pregiudicando l’esercizio dell’azione disciplinare.

Una cosa è certa. I primi atti di riforma, previsti dalla L.F. 2007, cioè i piani di riallocazione del personale, relativi agli eventuali esuberi o carenze di personale esistenti negli uffici, che avrebbero dovuto essere rassegnati dai Ministeri, non sono stati posti in essere entro il termine previsto del 28 febbraio u.s.
Dovremo verificare se saranno rispettati i tempi degli altri provvedimenti in scadenza il 31 marzo e 30 aprile prossimi.

giovedì, marzo 01, 2007

INDEBOLIMENTO RELATIVO DELLE RELAZIONI SINDACALI NEI BENI E ATTIVITA’ CULTURALI

Nello scorso articolo, ponevamo la questione delle scarse relazioni sindacali ed intersindacali, nel settore dei Beni Culturali.Infatti, al di là delle motivazioni che sono alla base di ogni singolo sindacato, si deve purtroppo registrare che esistono delle vere e proprie rivalse da parte di alcuni rappresentanti sindacali nazionali, i quali hanno affermato chiaramente che sussistono vere e proprie ostilità sulle persone e, perché no, un vero e proprio odio su piano personale all’interno del sindacalismo confederale.Non che la questione possa interessarci più di tanto, ma, certamente, una simile situazione si ripercuote anche nell’ambito delle relazioni sindacali e intersindacali, in quanto il peso di questo cattivo rapporto comporta un ulteriore peggioramento sia della comunicazione che nella risoluzione dei problemi sul piano della contrattazione collettiva di ministero. Avevamo definito l’Amministrazione del MiBAC “ostaggio” di questi sindacati in quanto la stessa Amministrazione risulta “ingessata” per volere dei doppi poteri, in prim’ordine quello del potere politico, che ovviamente si insedia temporaneamente nei meandri del Ministero e, con il suo agire, effettua razzia, in pochissimo tempo quasi di tutto. In secondo ordine, il nutrito alveo del panorama sindacale che, a sua volta, si presenta molto differenziato e disunito, senza alcuna strategia del medio e lungo termine o, peggio ancora, senza alcuna tattica sindacale per fronteggiare l’Amministrazione la quale, pur trovandosi relativamente indebolita sul piano delle relazioni sindacali, cerca di avvantaggiarsi alla meglio sulla dilazione delle problematiche, al fine di portare a compimento solo le questioni che più gli interessano. Così è risultata perdente l’intera partita della riqualificazione che si è protratta oltre il tempo limite, consumando risorse dei lavoratori non qualificando seriamente gli stessi, i quali anche dopo tali pseudo selezioni, continuano a svolgere la stessa attività di prima. Tanto valeva dare un profilo professionale superiore a tutti senza necessariamente generare una simile “guerra tra poveri” che ha visto discriminare colleghi con pari mansioni, anzianità di servizio e preparazione culturale. Questo è il prezzo che si paga, quando si ha un sindacato non all’altezza della situazione! Si confondono ruoli e prerogative. C’è un tipo di sindacato che, con molta presunzione, vuole dare insegnamenti all’Amministrazione e c’è l’altro tipo di sindacato che azzarda minacce e, con voce grossa, cerca di intimidire l’Amministrazione, ponendo all’estremo il suo operato. E’ chiaro che di fronte ad uno scenario siffatto, il Sindacato UNSA Beni Culturali cerca di inserirsi in maniera appropriata per disinnescare l’anomalia e contemporaneamente porre questioni altamente propositive presso la competente sede, affinché si perda meno tempo in chiacchiere e lungaggini burocratiche al solo scopo di far partecipare alle scelte democratiche i lavoratori che, non essendo seriamente seguiti da certi sindacati, si vedono abbandonati e privi di assistenza e tutela.
Giuseppe Urbino