venerdì, febbraio 24, 2006

BENI CULTURALI - I "tagli" precludono lo sviluppo al turismo

La protesta della gente dello spettacolo contro i tagli operati dalla Finanziaria al Fus, il fondo per lo spettacolo, è stata forte, vibrante,e largamente avvertita da milioni di persone specialmente per la rilevanza che alla stessa è stata data dai mass media sempre molto attenti a quelle vicende che possono suscitare l’interesse popolare.

 

E l’esecutivo ha dovuto piegarsi, rivedere i propri conti e ridurre i previsti tagli (dal 50 al 33 per cento) restituendo un po’ di ossigeno ad un settore già in crisi da tempo, con particolare riferimento alla cinematografia che si distingue, purtroppo, per il provinciale e assai modesto prodotto fornito negli ultimi decenni.

 

Tutto questo mentre passava nel più assoluto silenzio la tragica situazione economica del sistema museale italiano che ha visto ridursi drasticamente i fondi necessari per la semplice sopravvivenza.

 

Dal 1996, infatti, gli stanziamenti per il settore sono passati dagli 85 milioni di euro annui ai 36 milioni del 2005 con rilevanti ripercussioni negative per il funzionamento dei musei e per l’attività e l’indagine archeologica che in un Paese come il nostro, dove gli oltre 2500 anni di storia hanno lasciato tracce indelebili spesso ancora occulte, può consentire ancora molte acquisizioni di carattere artistico e culturale.

 

Tutto questo perché in ambito politico vi è una sottovalutazione generalizzata

dell’utilità del patrimonio artistico-museale del nostro Paese, sottovalutazione

determinata sì dalla necessità ormai cronica di reperire senza andare troppo per il sottile quanto necessita per il funzionamento dello Stato ma soprattutto da quella palese ignoranza e dal decadimento culturale che caratterizza ormai buona parte di una classe politica italiana fatalmente votata all'imbarbarimento totale.

 

Eppure, lo abbiamo scritto e documentato più volte, i flussi turistici nel nostro Paese sono determinatiquasi esclusivamentedal fatto che vi si trovano il 70 per cento delle opere d’arte esistenti al mondo (oltre 4 milioni di pezzi unici), 3500 musei, più di 100

mila chiese, 20 mila centri storici di rilevante interesse, 2000 siti archeologici,

54 mila castelli e 35 mila dimore storiche. Tutto questo, e non certo la ricerca di

incantevoli paesaggi, che pure ci sono ma che si possono trovare a più buon

mercato e senza gli inconvenienti che il nostro Paese riserva ai visitatori (alti costi

di soggiorno, microcriminalità,accattonaggio,traffico alienante, carenza

di servizi, sporcizia, ecc.) in tanti altri paesi, rende in soldoni il 14 per cento del

Pil.

Il turismo così, grazie all’insostituibile contributo dei beni culturali, è a pieno titolo la prima industria nazionale per fatturato. E qui sta il paradosso.

Questa realtà, finalmente avvertita dall’esecutivo, ha spinto il

Presidente Berlusconi a prendere taluni provvedimenti per tutelare ed incrementare

il flusso turistico nel nostro Paese, oggi sopravanzato nel settore da Francia, Spagna, Stati Uniti e Cina, rivitalizzando l’Enit e restituendogli con lo stanziamento di due milioni di euro (pochi, ne servirebbero almeno 200!) il suo ruolo originario. Si tratta di una lodevole iniziativa ma al tempo stesso contradditoria e quasi inutile se vengono

contestualmente penalizzati i beni culturali che rappresentano in maniera indiscutibile l’attrattiva prima dei flussi turisitici stranieri e nostrani, tant’è che nello scorso anno i soli musei statali hanno registrato ben 32 milioni di visitatori.

 

 

E si potrebbe fare molto di più se solo si considera che dei 71 milioni di turisti

recatisi nel 2004 in Francia in ben 31 milioni hanno effettuato tale scelta quasi esclusivamente per visitare la Disneyland parigina ovvero un parco di divertimenti che non ha nulla a che vedere con la storia,la cultura, l’arte.

 

Stando così le cose come è possibile solo ipotizzare di sostenere ed incrementare

il turismo nel nostro paese se non si tiene conto che lo stesso si identifica

e si sostanzia quasi esclusivamente con quanto offrono a piene mani i beni culturali?

 

Su questi ultimi in Italia si lesina e si taglia senza criterio e contro ogni logica di mercato. Gli stanziamenti per il settore, del resto, sono assai significativi

in merito. Al patrimonio culturale italiano è destinato lo 0,39 per cento del bilancio dello Stato, a quello dei paesi concorrenti - solo per citarne alcuni - ben di più: alla Francia l’1 per cento, alla Germania l’1,35 per cento, al Portogallo lo 0,90 per

cento. In queste condizioni appaiono evidenti in tutta la loro drammaticità le difficili condizioni in cui versano i beni culturali italiani non solo per quella mancata valorizzazione a cui avrebbero pienamente diritto ma, e soprattutto, per l’impossibilità economica di attendere ad una pur minima ma indispensabile manutenzione e ad un’adeguata sorveglianza.

 

Così sidissolvono i dipinti pompeiani, crollano parti delle mura aureliane, si sbriciolano i muri di contenimento del Palatino, pesanti incognite gravano sulla stabilità di molti monumenti come la Domus Aurea, le Terme di Caracalla e quelle di Diocleziano, l’acquedotto Claudio e persino il Colosseo, si moltiplicano i furti di opere d’arte che vanno ad arricchire i musei d’oltre oceano, si impedisce o si limita l’afflusso turistico

a musei e siti archeologici per carenza di personale o per oggettive ragioni di sicurezza.

 

Di questo stato di cose, che non ci fa certo onore anche perché il dovere primario dei nostri governanti dovrebbe essere almeno quello di preservare nelle migliori condizioni possibili per i posteri quello che tanto generosamente ci ha elargito la storia millenaria del nostro Paese, risente innanzitutto il turismo che non può certo essere rivitalizzato dai modesti aiuti di un esecutivo che, percorrendo una strada tristemente già battuta da precedenti governi, si limita a interventi quasi esclusivamente di facciata e che non affrontano alla radice un problema che si sostanzia poi nella tutela e nella valorizzazione concreta dei beni culturali.

 

L’imperativo quindi deve essere quello di fare molto di più e presto. Per consentire al nostro Paese di superare la difficile congiuntura in cui si trova bisogna individuare gli interventi prioritari, effettuare intelligenti scelte di politica economica in modo che, accantonati almeno per una volta gli interessi elettorali, sia possibile portare il Paese fuori dal guado e al tempo stesso guardare con qualche certezza al futuro. È indispensabile perciò puntare con decisione proprio sul turismo e quindi sui beni culturali,unica grande industria nazionale attiva per fatturato e garanzia certa per lo sviluppo del Paese.

 

Ogni altra strada, del resto, non è al momento percorribile. Dunque la nostra classe politica ne prenda finalmente coscienzae agisca di conseguenza.

 

Federico De Lella

 

(dal settimanale della CONF.SAL Società - Cultura - Lavoro del 13 gennaio 2006)

giovedì, febbraio 23, 2006

Intervento del Soprintendente Pietro Giovanni Guzzo sui tagli alla Soprintendenza di Pompei

Così come il Parlamento a suo tempo (1997) aveva stabilito che gli introiti realizzati dalla Soprintendenza Archeologica di Pompei (SAP) fossero esclusivamente destinati alla tutela archeologica vesuviana, altrettanto il Parlamento ha stabilito (2006) che da quegli introiti il Ministero per i Beni e le Attività culturali possa attingere fino a 30 milioni di euro , da utilizzare per progetti cantierabili, localizzati anche all’esterno del territorio vesuviano.
Quindi, lo scopo generale di tutela della precedente norma viene rispettato nella sostanza, anche se non nella esclusiva destinazione.
Rimane da comprendere il motivo per il quale una tale norma redistributiva non viene applicata anche alle risorse finanziarie che, a quanto risulta, giacciono inutilizzate presso altre Soprintendenze.
Ma non è di sicuro opportuno schierarsi in una guerra tra poveri: in quanto questa recente norma mette in evidenza la gravità della situazione finanziaria generale.
Da un punto di vista tecnico, quello che secondo l’autonomia di Pompei compete al Soprintendente, si tratterà presumibilmente di ritardare la realizzazione di progetti già elaborati.
Augurandoci che a questi ritardi , causati dal taglio stabilito dal Parlamento, non si aggiungano, aggravandoli ulteriormente, quelli derivanti dalle procedure amministrative, curate dal Direttore Amministrativo e dai suoi Uffici.
Pietro Giovanni Guzzo
Soprintendente
Archeologo di Pompei
17-02-2006
Fonte.: Patrimoniosos

mercoledì, febbraio 22, 2006

C.C.I.M.

Il giorno 22 febbraio 2006 si è tenuta la riunione Amministrazione e OO.SS. relativa all’informazione sui seguenti argomenti:

- Esame della bozza CCIM

- bozza di accordo concernente le turnazioni pomeridiane feriali anno 2006

- problematiche sollevate nel corso della riunione precedente



esame della bozza CCIM

Si è preso in esame il Titolo riguardante la mobilità interna e si è ritenuto che si debba procedere ad un accordo transitorio in quanto attualmente non è disponibile un organico definitivo anche a seguito della riforma di Ministero che ha istituito altre sedi a livello dirigenziale regionale ed essendo ancora tuttora in corso i processi di riqualificazione. Pertanto, si è convenuto aggiornarsi alla prossima riunione con nuove proposte.


INTEGRAZIONE TURNAZIONI POMERIDIANE

per definire l’integrazione all’ accordo sulle turnazioni pomeridiane feriali A.F. 2005.
Le delegazioni sindacali e l’Amministrazione hanno ritenuto opportuno integrare l’indennità di turno pomeridiano feriale in relazione all’esigenza di assicurare adeguatamente la vigilanza negli istituti d’arte e di cultura per l’anno in corso, tenuto conto delle disponibilità delle risorse F.U.A. del 2005.
Pertanto, i compensi per le turnazioni feriali pomeridiane dal 1 gennaio al 31 dicembre 2006 sono i seguenti:

AREA A e B euro 5.53 lorde
AREA C euro 7.64 lorde

corrispondente ad una prestazione lavorativa non inferiore alle 6 ore. L’ammontare complessivo è stimato in 5.250.000,00 al lordo degli oneri di legge.


PAGAMENTI STIPENDI PERSONALE PRECARIO

Finalmente a decorrere dal mese di aprile p.v. le retribuzioni al personale con contratto di lavoro a tempo determinato avverrà tramite il Ministero dell’’Economia e Finanze, ciò eviterà quei notevoli ritardi e disguidi che provocavano disagi ai lavoratori. Infatti il Ministero con Circolare n. 36/06 ha fornito indicazioni alle Amministrazioni periferiche di prendere contatto con le Direzioni Provinciali dei Servizi del Tesoro al fine di attivare la procedura, fermo restando che le spese relative saranno imputate al Cap. 1202 Cod. Mec. 988 dello stato di previsione del MBAC.


PATENTE DI SERVIZIO

L’Amministrazione su pressione delle OO.SS. ha preso in considerazione la possibilità di poter fornire una patente di servizio per gli addetti, dal momento che gli stessi attualmente rischiano la decurtazione dei punti sulla loro patente, durante l’attività di servizio. Su questo punto l’Amministrazione si è attivata presso gli organi competenti e ci porterà a conoscenza quanto prima sugli ulteriori sviluppi.


DECADENZA DELLE GRADUATORIE ESISTENTI

L’Amministrazione aveva chiesto all’Avvocatura dello Stato la possibilità di avvalersi delle graduatorie precedenti relative a nuove assunzioni. In merito presso l’Avvocatura si è riunito l’apposito Comitato ed ha stabilito che tali graduatorie non sono più valide, in quanto le stesse non possono avere una valenza illimitata nel tempo come previsto dalla normativa vigente.




CONTROLLO DOCUMENTALE AREA B

Parte il controllo della documentazione per l’Area B da parte della Società esterna incaricata dal Ministero. Al termine di tale controllo si procederà al riscontro incrociato con le banche dati esistenti. Su questo punto l’UNSA ha chiesto garanzie affinché si possa procedere celermente nei termini previsti senza ulteriori lungaggini a danno degli interessati.

CRITERI GENERALI PER IL CONFERIMENTO DEGLI INCARICHI DI DIREZIONE – UFFICI DIRIGENZIALI

Il Gabinetto dell’On. Ministro ha inviato in visione ai Capi di Dipartimento la bozza del provvedimento relativo ai CRITERI GENERALI PER IL CONFERIMENTO DEGLI INCARICHI DI DIREZIONE – UFFICI DIRIGENZIALI, al fine di acquisire eventuali contributi da far pervenire entro il giorno 24 febbraio p.v. , successivamente la Direzione Generale del Personale provvederà a trasmettere tale bozza in visione alle OO.SS. ed infine il giorno 1 marzo 2006 si terrà l’incontro di informazione ai sensi dell’art. 13 del CCNL 98/01 in merito ai criteri generali.

Cordialità e Saluti

Il Segretario Nazionale
(Dott. Giuseppe Urbino)

martedì, febbraio 14, 2006

PROCESSI DI RIQUALIFICAZIONE

Il Dott. Mauro Cotone ha scritto:

Si trasmette la bozza di CCIM, aggiornata alla seduta del 1 febbraio 2006.

 

IL SINDACATO AUTONOMO UNSA BENI CULTURALI AGGIUNGE:

nel corso della riunione che si terrà alla data suindicata, si chiede formalmente di prendere in esame, per quanto riguarda il controllo documentale dei titoli relativi alla riqualificazione, la possibilità di integrazione dei titoli stessi, qualora il dipendente abbia dichiarato un’anzianità di servizio inferiore a quella effettiva, trattandosi di un dato oggettivo, di cui l’Amministrazione è a conoscenza e poteva verificare d’ufficio e in qualsiasi momento, a prescindere da quanto affermato dal dipendente.

Si chiede altresì che la possibilità di integrazione sia estesa a quei casi di titoli non dichiarati al momento della presentazione della domanda di riqualificazione, qualora il dipendente dimostri che si sia trattato di un "mero errore materiale".

Ciò anche al fine di evitare incresciosi contenziosi, con oneri dispendiosi a carico dell’Amministrazione.

Pertanto, le Organizzazioni Sindacali che leggono questa richiesta, sono invitate a sostenere coralmente tale richiesta, giuntaci da molti lavoratori, anche iscritti ad altre OO.SS.

 

LA SEGRETERIA NAZIONALE