giovedì, febbraio 23, 2006

Intervento del Soprintendente Pietro Giovanni Guzzo sui tagli alla Soprintendenza di Pompei

Così come il Parlamento a suo tempo (1997) aveva stabilito che gli introiti realizzati dalla Soprintendenza Archeologica di Pompei (SAP) fossero esclusivamente destinati alla tutela archeologica vesuviana, altrettanto il Parlamento ha stabilito (2006) che da quegli introiti il Ministero per i Beni e le Attività culturali possa attingere fino a 30 milioni di euro , da utilizzare per progetti cantierabili, localizzati anche all’esterno del territorio vesuviano.
Quindi, lo scopo generale di tutela della precedente norma viene rispettato nella sostanza, anche se non nella esclusiva destinazione.
Rimane da comprendere il motivo per il quale una tale norma redistributiva non viene applicata anche alle risorse finanziarie che, a quanto risulta, giacciono inutilizzate presso altre Soprintendenze.
Ma non è di sicuro opportuno schierarsi in una guerra tra poveri: in quanto questa recente norma mette in evidenza la gravità della situazione finanziaria generale.
Da un punto di vista tecnico, quello che secondo l’autonomia di Pompei compete al Soprintendente, si tratterà presumibilmente di ritardare la realizzazione di progetti già elaborati.
Augurandoci che a questi ritardi , causati dal taglio stabilito dal Parlamento, non si aggiungano, aggravandoli ulteriormente, quelli derivanti dalle procedure amministrative, curate dal Direttore Amministrativo e dai suoi Uffici.
Pietro Giovanni Guzzo
Soprintendente
Archeologo di Pompei
17-02-2006
Fonte.: Patrimoniosos

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