giovedì, aprile 21, 2011

DAL NOTIZIARIO MARZO 2011

Istituti dotati di autonomia:

Gravi incompatibilità istituzionale, funzionale e gestionale.

Obbligo di pubblicazione sui siti istituzionali delle informazioni relative alla struttura e agli organi di gestione

 

A seguito dell'ultima riorganizzazione del ns. Ministero (prima con Dpr 26 novembre 2007, n. 233, poi modificato ed integrato con Dpr 2 luglio 2009, n. 91, ed i relativi Decreti Ministeriali del 7 ottobre 2008, oltre al D.Lgs. 30 ottobre 1998, n. 368 e D.Lgs 8 gennaio 2004, n. 3 e loro successive modificazioni), diversi sono oggi gli Istituti centrali, nazionali e dotati di autonomia speciale che hanno cambiato struttura, diversificato i loro compiti istituzionali, la loro autonomia organizzativa, l'attività contrattuale e la gestione amministrativa, oltre a riconoscere molteplici attività di vigilanza, coordinamento e/o di diritti dell'azionista, esercitate dai Dirigenti a nome e per conto – e nell'interesse – dell'Amministrazione anche in diversi Enti esterni e/o Società per Azioni.

Nonostante che ancora ad oggi i siti Web istituzionali di Uffici dirigenziali MiBAC centrali e periferici (autonomi e non) non sono debitamente aggiornati o completi di quelle informazioni che la normativa vigente richiede sulla struttura e gli organi di gestione oltre all'attività contrattuale, si registrano però delle incompatibilità istituzionali, funzionali e gestionali di non trascurabile rilevanza specialmente in quegli organismi di auto-gestione - od autonomia - che l'Amministrazione in primo luogo dovrebbe sottendere ad un accurato controllo e veridicità delle funzioni espletate a tutti i livelli, nonostante la graduazione delle funzioni dirigenziali di seconda fascia.

In sostanza, ci riferiamo alle informazioni sulla composizione dei vari organismi di gestione e controllo previsti per gli Istituti dotati di autonomia, anche speciale, (quali: Consiglio di Amministrazione, Collegio dei revisori dei conti, Consiglio scientifico, Comitato di gestione) e che devono avere per il loro corretto funzionamento e controllo di regolarità amministrativo-contabile, giusto quanto dispongono i relativi Decreti Ministeriali del 7 ottobre 2008 - ognuno per l'Istituto di interesse -, una nomina ministeriale che non sia incompatibile con il ruolo e funzione attualmente

rivestito nell'ambito dell'attività ordinaria per il Ministero medesimo.

Ossia, un Dirigente o Funzionario che non rivesta il doppio ruolo di "controllato" e "controllore"; ruolo peraltro non previsto e non ammesso dalla normativa vigente, ed in particolar modo per chi esercita la funzione di membro del Collegio dei revisori dei conti.

In particolare, ci riferiamo alle nomine di competenza del MiBAC a Dirigenti quali membri del Collegio dei revisori dei conti, che poi rivestono anche la direzione degli Uffici deputati ad esercitare "il coordinamento e la vigilanza, anche ai fini dell'approvazione del bilancio di previsione, delle relative proposte di variazione e del conto consuntivo (comma *)" sugli istituti loro dipendenti … ed è "responsabile per l'attuazione dei piani gestionali di competenza della stessa" in virtù di quanto dispongono gli attuali articoli 6 e 7, commi 3* e 4, l'art. 9 commi 3* e 5 e l'art. 10, commi 5* e 6, del Dpr 2 luglio 2009, n. 91.

Nello specifico, ci riferiamo alla incompatibilità riscontrata nelle nomine di cui al Decreto 3 giugno 2010 che si allega di costituzione del Collegio dei Revisori dei conti delle Soprintendenze speciali, PRESO ATTO DI QUANTO DISPONE, oltre agli artt. 6 e 7 del Dpr 91/2009,

ANCHE QUANTO PREVEDONO le funzioni e compiti in materia di bilancio e programmazione delle risorse finanziarie del Servizio II della Direzione Generale per l'organizzazione, gli affari generali, l'innovazione, il bilancio ed il personale;

le funzioni e i compiti di coordinamento e la vigilanza, anche ai fini dell'approvazione del bilancio di previsione, delle relative proposte di variazione e del conto consuntivo, sulle Soprintendenze speciali… del Servizio I della Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanee

Il coordinamento nazionale Confsal-Unsa beni culturali, avendo più volte fatto presente per le vie brevi questa incompatibilità ai Direttori Generali competenti, anche ora per allora, ha chiesto agli uffici interessati di prendere atto di quanto evidenziato in premessa ed ha invitato gli stessi ad attivare con cortese urgenza i Dirigenti preposti al controllo del rispetto di tale normativa – che come è noto, pone l'obbligo perentorio all'Amministrazione di adempiere, senza indugio – e, oltre a rimuovere e sostituire i Dirigenti o Funzionari incompatibili ad esercitare l'attività di membro del Collegio dei revisori dei conti perché in contrasto con l'attuale incarico ricoperto all'interno delle Direzioni Generali ascritte, ed ha sollecitato la pubblicazione sui siti istituzionali dei singoli Uffici centrali e periferici almeno i dati concernenti le informazioni ascritte dalle lettere da e) ad i) dell'art. 11 del D.Lgs 27/10/2009, n. 150, e successive modificazioni ed integrazioni

 

 

 
 

DAL NOTIZIARIO FEBBRAIO 2011

CON L'INTESA DEL 04 FEBBRAIO 2011 TRA GOVERNO E SINDACATI SI APRE IL CONFRONTO SULLA RAPPRESENTATIVITA', LE RELAZIONI SINDACALI E SULLA RETRIBUZIONE ACCESSORIA

 

 

Con la firma dell'intesa del 4 febbraio 2010, sono riprese le trattative tra il Governo e i Sindacati sull'accordo quadro e la riforma degli assetti contrattuali.

In tale occasione è stato sottoscritto un protocollo di intesa presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri tra le Organizzazioni Sindacali per la regolazione del regime transitorio conseguente al rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro nel pubblico impiego.

In tale occasione, il Governo ha convenuto che la regolamentazione del salario accessorio – di fatto bloccato dal decreto Brunetta - possa essere rinegoziato senza ulteriori danni ai lavoratori, ponendo leva più sulla premialità che sulla non ben identificata meritocrazia. Preme innanzitutto sottolineare come tale intesa sia avvenuta in un momento politico arroventato dalle polemiche a seguito delle note vicende che riguardano il Premier e che, seppur indirettamente, si sarebbero potute ripercuotere sulle iniziative di natura governativa.

Fortunatamente così non è stato, grazie anche al senso di responsabilità dei Ministri competenti e da alcune Organizzazioni Sindacali, in primis, la Confsal.

Il Pubblico Impiego, fin troppo maltrattato agli occhi dell'opinione pubblica e dalle severe "Norme Brunetta", ha avuto, con questa intesa, una sferzata di energia ed una boccata d'ossigeno perché, in mancanza di tale accordo, ci sarebbero state effettive e sostanziali difficoltà nel coniugare l'applicazione del decreto legislativo n. 150/09 soprattutto riguardo alla cosiddetta "Premialità" rispetto al blocco del rinnovo dei Contratti Nazionali per il triennio 2010/2012, dovuto alla manovra finanziaria.

Come sappiamo, l'Intesa garantisce il mantenimento dei livelli retributivi accessori e l'esercizio di "adeguate" relazioni sindacali sia a livello nazionale che nei luoghi di lavoro.

Non voglio comunque entrare ulteriormente nel merito dell'Intesa, già ampiamente pubblicizzata nei Notiziari Confsal e Confsal-Unsa, anche attraverso un chiaro e sintetico volantino.

Quello che a me preme sottolineare è il risultato politico ottenuto. Infatti, nonostante siano tempi duri per il Pubblico Impiego, come già accennato in precedenza, la Pubblica Amministrazione resta un caposaldo fondamentale del sistema di erogazione di servizi. Non rispondono quindi al vero le affermazioni di chi, strumentalizzando, si oppone "tout court" ad ogni proposta di ammodernamento della Pubblica Amministrazione paventando scenari apocalittici.

Naturalmente l'Intesa siglata il 4 febbraio tra Governo, Confsal, Cisl e Uil è solo un primo passo, seppur  importante, verso una serie di provvedimenti che, se discussi e condivisi civilmente tra Governo e Parti Sociali, possono dare buoni frutti per il beneficio dei lavoratori del settore e, naturalmente, degli utenti, ovvero i cittadini italiani. affinché tutti possano leggere integralmente il contenuto dell'intesa, si riporta qui di seguito il testo:

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI INTESA DEL 4/02/2011

1. - Nell'ambito dell'intesa per l'applicazione dell'accordo quadro sulla riforma degli assetti contrattuali del 22 gennaio 2009 relativa ai comparti contrattuali del settore pubblico siglata in data 30 aprile 2009, e con riferimento a quanto previsto dal decreto legislativo 150/2009, confermando il comune obiettivo di una ripresa della crescita economica fondata sull'aumento della produttività e dell'occupazione, cui il settore pubblico contribuisce soprattutto con la qualità e quantità dei servizi offerti ai cittadini e alle imprese, con il presente accordo le parti, in attesa della stipulazione dei nuovi contratti collettivi nazionali di lavoro, convengono sulla necessità di realizzare un sistema di relazioni sindacali che persegua condizioni di produttività ed efficienza del pubblico impiego tali da consentire il rafforzamento del sistema produttivo, il miglioramento delle condizioni lavorative e della qualità dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche, nonché la crescita della competenza professionale.

2. - Le parti convengono che le retribuzioni complessive, comprensive della parte accessoria, conseguite dai lavoratori nel corso del 2010, non devono diminuire, per effetto dell'applicazione dell'art. 19 del d.lgs. 150/09. Sono fatti salvi gli effetti del decreto interministeriale n. 3 del 14.01.2011.

3. - A tale scopo per l'applicazione dell'art. 19, comma 1 del d.lgs. 150/2009 potranno essere utilizzate esclusivamente le risorse aggiuntive derivanti dall'applicazione del comma 17 dell'art. 61 del d.l. 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 133/2008 (c.d. dividendo dell'efficienza).

4. - Al fine di valorizzare le esperienze e i risultati in via di conseguimento, in termini di miglioramento degli indicatori di performance delle amministrazioni, saranno costituite in sede nazionale, apposite commissioni paritetiche con il compito di monitorare e analizzare i risultati prodotti.

5. - Il Governo si impegna a definire entro 15 giorni dalla data di sottoscrizione del presente accordo, secondo le procedure previste dal decreto legislativo 165/2001, un atto di indirizzo all'ARAN per la stipulazione di un accordo quadro che regoli il sistema di relazioni sindacali previsto dal decreto legislativo 165/2001, alla luce della riforma degli assetti contrattuali del 22 gennaio 2009, firmata il 30 aprile 2009 per i comparti del pubblico impiego, e dal decreto legislativo 150/09.

Con l'Intesa si apre una nuova prospettiva Sindacale

Una politica sindacale attenta e scrupolosa ha fatto si che il frutto degli accordi si possa vedere direttamente in busta paga, infatti dal 2008 la Confsal ha ottenuto più soldi per i lavoratori, sia con il protocollo con il 30 ottobre 2008, che con il rinnovo dei contratti per il biennio 2008-2009.

Inoltre, con l'intesa del 4 febbraio 2011, sono stati scongiurati i tagli alla produttività e senz'altro in un prossimo futuro si potranno ottenere le risorse per i nuovi contratti derivanti  dalla lotta agli sprechi e dall'evasione fiscale.

DAL NOTIZIARIO GENNAIO 2011

Berlusconi, il caso Ruby e la

deriva della nostra politica culturale

 
Quello che sta accadendo in Italia a seguito del cosiddetto "Caso Ruby", lascia alquanto imbarazzati ed esige un pizzico di riflessione anche nel nostro Notiziario mensile.

Non intendiamo assolutamente ergerci a giudici o fare i moralisti, anche perché tutto quello che viene contestato al Presidente del Consiglio deve essere ancora verificato ed è oggetto di apposita inchiesta da parte degli organi competenti.

Quello che però salta agli occhi di tutti è che tale situazione di "sospetto" sta creando un certo disagio in noi cittadini e che forse l' On. Berlusconi ben farebbe a chiarirsi il prima possibile non solo con chi l' accusa ma anche con noi elettori, comuni mortali abituati più a lavorare che a banchettare, anche perché la sera siamo di solito stanchi e soprattutto non abbiamo molte risorse economiche da destinare ad attività ludiche di qualsiasi tipo esse siano.

Tale situazione, sicuramente anche strumentalizzata da una certa stampa, non aiuta certo il Paese a risollevarsi dalla grave crisi economica che l'attanaglia, per non parlare dell' opinione, non certo benevola, che si stanno facendo di noi all' estero.

Peraltro, è recente la richiesta da parte della maggioranza, delle dimissioni del Presidente della Camera On. Gianfranco Fini a seguito dell'altra vicenda non ancora chiarita, quella della casa di Montecarlo. Una situazione, quindi, di estrema litigiosità dove tutti sono contro tutti, intenti ad accusarsi a vicenda, senza che mai e poi mai si senta levare una voce in difesa dei cassaintegrati, dei recari o dei disoccupati, quasi che questi problemi siano d'incanto spariti per lasciare spazio ad altro.

Ancor più recente è la dichiarazione del nostro Ministro On. Sandro Bondi, di dimettersi, nonostante sia uscito vittorioso dalla mozione di sfiducia nei suoi confronti.

Vittoria peraltro scontata, visto che il Pdl e la Lega avevano voluto che si svolgesse  il 26 gennaio 2011 il voto sulla mozione di sfiducia al ministro del Beni Culturali cogliendo l'occasione per sgattaiolare la sfiducia offerta da due dati:

- la contemporanea discussione in sede europea degli impegni per la difesa dei cristiani nel mondo, tema al quale l'Udc aveva chiarito da tempo di non voler mancare;

-l'assenza per gravi malattie di alcuni parlamentari delle opposizioni.

La richiesta di un rinvio, come sappiamo, non è stata accettata e la maggioranza ha ottenuto, seppur di misura, una nuova vittoria.

Nonostante ciò il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, ha dichiarato alla trasmissione Mattino cinque di Belpietro:

"Rifletterò sulla possibilità di mettere a disposizione il mio mandato, al fine di rafforzare il governo", ed ha proseguito affermando "Posso dire che in questi tre anni è stato molto difficile creare un dialogo autentico con una sinistra fanatizzata e intollerante.

Questa è stata una delusione per me". "La mozione di sfiducia nei miei confronti è stata un atto di disonestà politica.

E' stato l'ennesimo tentativo di dare una spallata al governo".

Anche qui, come per il caso Ruby che vede coinvolto il Premier e per la casa di Montecarlo, che coinvolge il Presidente della Camera, si ha l'impressione che si voglia uscire di proposito dal seminato, per non affrontare i reali problemi del Paese.

Forse dimentica, il nostro Ministro per i Beni e le Attività Culturali, che la mozione di sfiducia non nasceva come atto contro il Governo ma quelle che erano messe in discussione erano le sue capacità di Ministro, a seguito di alcuni fatti eclatanti, come i tagli allo spettacolo ed i crolli a Pompei.

Fatti concreti, quindi, che anche la CONF.SAL-UNSA Beni Culturali aveva in più riprese denunciato sia nei comunicati stampa che dalle pagine di questo notiziario.

In realtà, purtroppo, non esiste da anni una vera politica per la Cultura ( quella con la C maiuscola), anche se il Ministero, con operazioni esclusivamente di facciata, cerca di farci credere il contrario.

Pertanto ben farebbe l' On. Bondi a mantenere la parola e dimettersi, lasciando spazio, si spera, a qualcuno più adatto a coprire un ruolo, quello di Ministro per i Beni e le Attività Culturali, che non può essere improvvisato e necessita di particolari capacità, non solo politiche, ma anche tecniche e culturali, qualità per le quali, a tutt' oggi, il nostro Ministro non ha, diciamo così, particolarmente brillato.

UN SISTEMA CULTURALE ITALIANO PIU' COMPETITIVO

UN SISTEMA CULTURALE ITALIANO PIU' COMPETITIVO

ATTRAVERSO LA VALORIZZAZIONE DEI SERVIZI MUSEALI IN CONCESSIONE

 

Da tempo, gli addetti ai lavori si domandano perché il nostro sistema culturale pur avendo per importanza e consistenza il maggior patrimonio artistico e culturale del mondo, purtroppo, non riesce a reggere il confronto con altre realtà esistenti all'estero e che a detta di tutti, anche se importanti e significative, non possono costituire quell'immenso motivo di interesse che dovrebbe essere riconosciuto senza alcuna discussione alla nostra Nazione. La risposta sta tutta nella mancanza del ruolo centrale del Ministero per i Beni e Le Attività Culturali, che finora non ha mai centrato gli obiettivi e cioè quello di rivalorizzare seriamente e rendere più competitivo il sistema culturale italiano. Per anni nel nostro Paese, i Beni Culturali sono stati sottovalutati, senza riuscire a vedere le situazioni di criticità e quindi riorganizzare l'intera rete a livello territoriale e far emergere con forza tutta la vocazione dell'Italia, quale luogo e simbolo della cultura e dell'arte legate ad antiche radici che hanno contribuito a renderla famosa nel mondo. Se da una lato l'Italia

Rappresenta uno dei luoghi da visitare ed ammirare, dall'altro non si può non rilevare come la "cosa pubblica", durante tutti questi anni non sia stata capace di organizzare correttamente quel giusto rapporto che deve intercorrere tra i Beni amministrati e la sana gestione del patrimonio culturale. È così, purtroppo, che i nostri Musei di Roma, hanno un costo inferiore a quelli di Parigi, Londra e Madrid, così come gli ordinari orari di apertura, sono più limitati e vi sia meno affluenza di  visitatori.

Le principali cause di questa situazione sono da ricercare anche nei diversi fattori che hanno contribuito a rendere meno interessante l'offerta culturale, la prima è la mancanza assoluta di una buona comunicazione e la seconda la troppa frammentazione del nostro sistema museale.

Tuttavia, anche se si potessero allungare gli orari di apertura degli Istituti d'Arte e di Cultura, ci troveremmo davanti ad improvvisati servizi cosiddetti aggiuntivi, con spazi mal progettati e adibiti a librerie o a posti di ristoro scadenti e poco accoglienti, nonché all'utilizzo da parte del pubblico di maleodoranti e poco puliti servizi igienici. Per questo, ultimamente il Ministero sembra che abbia finalmente compreso l'importanza di mettere fra i propri obiettivi anche quello di offrire un miglior servizio e quindi imporre ai concessionari che si aggiudicheranno detti servizi di garantire la qualità e l'efficienza secondo "standard europei" che possono competere anche con tutte le altre realtà esistenti. C'è voluto tempo per capire l'importanza strategica di tale scelta, poiché dopo una fase che potremo definire sperimentale, è finalmente giunto il momento di congedare i vecchi e indiscussi concessionari, anche se in tutto questo ci siamo impegnati per tutelare i lavoratori occupati, contribuendo in  maniera significativa a far sottoscrivere un protocollo tra il Ministero e le Associazioni datoriali e di Categoria, finalizzato a far inglobare nei relativi bandi, la clausola di salvaguardia occupazionale, che deve essere utile non solo per Firenze, che ha già dimostrato di essere attenta e ricettiva al problema, ma anche per tutte quelle grandi realtà e non solo, come Pompei, Roma, Napoli, Venezia ecc.

Per questo è stato deciso di fare un Tavolo Tecnico per i servizi aggiuntivi con le Associazioni Datoriali, le Organizzazioni Sindacali  e il Segretario Generale per valutare l'inserimento della clausola di sociale, poiché una volta che saranno rese note le preselezioni delle società che hanno dato la propria disponibilità a partecipare all'aggiudicazione è necessario dare garanzie ai lavoratori di quelle società che non dovessero risultare non aggiudicatarie attraverso la suddetta norma

di salvaguardia occupazionale.

I presupposti, oltre a quelli sopradescritti, sono soprattutto anche quelli di disciplinare diversamente le concessioni pubbliche e che siano all'altezza del compito e rispettino  i requisiti dell'alta professionalità, sulla scorta dell'esperienza e la specializzazione acquisita nel settore. Solo così si potranno avere nei nostri siti museali archeologici ecc.  vere librerie più grandi e ben fornite, ristoranti di buon livello e servizi aggiuntivi più complessi e più integrati. Nell'assolvere questo compito istituzionale il Ministero per i Beni e le Attività Culturali deve lavorare insieme con i diversi soggetti interessati, con obiettivi chiari che mirino ad assicurare la crescita e rafforzare lo sviluppo degli istituti d'arte e di cultura. Tutto ciò si traduce in termini pratici, quasi una scommessa alquanto durissima, finalizzata al soddisfacimento della domanda che sempre più sta caratterizzando il contesto turistico-culturale del nostri paese. Con questo rapporto di reciproca correttezza dei ruoli occorre precisare che né il Ministero, tantomeno il Sindacato vuole tutelare a tutti i costi i concessionari, ma certamente si vuole porre in essere il concetto che chi prende in concessione certi servizi della pubblica amministrazione, debba necessariamente ottemperare a certe adempienze. Per questo il MIBAC nel procedere pedissequamente al rinnovo delle concessioni, deve innanzitutto assicurare la qualità dei servizi e la condivisione del progetto nelle migliori condizioni sia dal punto di vista dell'efficienza, che dal punto di vista della salvaguardia dei livelli occupazionali.

CHIESTA LA CHIUSURA DEGLI UFFIZI

CHIESTA LA CHIUSURA DEGLI UFFIZI PER LA SCARSA INFORMAZIONE SULLE NORME DI SICUREZZA IN CASO DI EMERGENZA

SEMPRE DI PIU' IL PERSONALE E' ABBANDONATO A SE STESSO

 

Il Coordinamento Regionale Confsal-Unsa della Toscana ha inviato ai seguenti uffici questa nota: al Prefetto di Firenze, al Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, al Capo di Gabinetto dell'On.le Ministro, alla Soprintendenza Speciale P.S.A.E.

e per il Polo Museale della città di Firenze.

A seguito delle recenti assunzioni in ruolo di oltre 50 unità di personale di Assistente alla Vigilanza e Custodia e la relativa mobilità, come da lettere della Direzione Regionale della Toscana del 22 aprile 2010, è stata effettuata e completata anche la mobilità regionale con un ricambio del personale assegnato alla Soprintendenza Speciale diretta dalla Dirigente Cristina Acidini.

Pertanto, nel mese di maggio 2010 la compagine dei Custodi presenti in servizio presso la Galleria degli Uffizi si è rinnovata per oltre il 40% degli addetti.

Tale inserimento di nuove assunzioni ha comportato una revisione ed adattamento dell'organizzazione del lavoro ben evidente, considerato che tali unità hanno dovuto prestare servizio anche come "periodo di prova".

Terminato tale periodo e considerato il lasso di tempo trascorso, la scrivente Organizzazione Sindacale più volte, per le vie brevi ed in spirito di massima collaborazione, ha chiesto che venissero effettuati interventi formativi o di informazione (anche a tutto il personale) circa le elementari norme di comportamento sulle modalità di esodo in caso di evacuazione a qualsiasi titolo presso la Galleria degli Uffizi, dato anche che recentemente sono cambiate le destinazioni d'uso (modalità) di alcune uscite di sicurezza.

La ripetuta richiesta, veniva sempre inoltrata in considerazione del fatto primordiale che in caso di malaugurata qualsiasi necessità (incendio, allarme, evacuazione) non si generasse il panico, tanto fra i visitatori quanto fra i lavoratori presenti in Galleria, in considerazione che oltre il 40% del personale di Vigilanza non era stato sufficientemente formato ma soprattutto, nemmeno elementarmente informato, su come e dove agire, lo ripetiamo, anche in conseguenza del cambio di destinazione d'uso (modalità) di alcune uscite di sicurezza.

Preso atto del continuo silente comportamento, la scrivente O.S. ha avanzato richiesta ufficiale anche durante diverse Contrattazioni sindacali alla presenza del Dirigente e del Direttore al Personale e, non da ultimo, con il Direttore pro tempore della Galleria degli Uffizi, dottor Natali, facendo presente l'estrema urgenza perché anche il personale interessato (di cui alcuni si rappresentano) sentivano l'esigenza di avere chiare e univoche informazioni ed istruzioni in caso di esodo e di sicurezza.

E' trascorso ancora circa un mese e, finalmente, alcuni lavoratori sono stati chiamati ad un breve escursus sul comportamento da tenere in caso di esodo per qualsiasi circostanza senza alcuna "prova" visiva su dove stanno le uscite di emergenza, di sicurezza eccetera (si allega relativa piantina distribuita poi), e senza fornire le adeguate e chiare ed univoche istruzioni da seguire, chi è che decide cosa, e come, e quando, anche in mancanza degli addetti o titolari.

Ed è proprio sui titolari che eventualmente dovrebbero dare le opportune istruzioni che si è generato il caos! Poi, è stato recapitato per mail un breve "brogliaccio" di sei paginette (di cui, tre di immagini più una riassuntiva in stampatello) con un elenco di nominativi non aggiornato, dove addirittura risultano lavoratori che non hanno alcun compito di Custode e nei giorni festivi fanno festa! Addirittura, è stato anche  scritto che alcuni di loro devono essere ancora formati! E, come se non bastasse, invece di riassumere le adeguate e chiare ed univoche istruzioni da seguire, è stato dato un riassunto dei "dispositivi di sicurezza" dove all'evidenziazione di quanti sono i dispositivi segue la preposizione "circa", per non parlare dei numeri che vengono dati sugli impianti di sicurezza installati a mo' di inventario! A questa situazione, la scrivente O.S. ha chiesto un immediato incontro con la Dirigente ed il Direttore del Personale alla quale è seguito un "dopo-dopo", "poi" senza il voler prendere in considerazione quanto di urgente si richiedeva, nonostante fossero state  sensibilizzate di una eventuale richiesta di intervento delle SS.LL. in caso di ulteriore omissione di debito di Ufficio.

Per tutto quanto premesso ed argomentato, si chiede un intervento risolutore da parte delle SS.LL. presso la Soprintendenza Speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Firenze per l'attuazione del rispetto della normativa sul debito di informazione (e formazione) sulla sicurezza. In subordine, chiediamo immediata chiusura della Galleria degli Uffizi per mancanza dei requisiti minimi della dovuta informazione a salvaguardia della incolumità pubblica in relazione alle norme di comportamento in caso di evacuazione. La presente vale anche quale Dichiarazione di Autotutela in caso di ulteriore negligenza da parte dell'Amministrazione titolare dell'obbligo di informazione  e formazione del personale preposto alla Vigilanza e custodia dei Beni culturali a norma dei vigenti Codici e/o Decreti legislativi.

GLI ASSISTENTI ALLA VIGILANZA, SICUREZZA, ACCOGLIENZA, COMUNICAZIONE E SERVIZI AL PUBBLICO" CHIEDONO ESPLICARE LE PROPRIE FUNZIONI

GLI ASSISTENTI ALLA VIGILANZA, SICUREZZA, ACCOGLIENZA, COMUNICAZIONE E SERVIZI AL PUBBLICO" CHIEDONO ESPLICARE LE PROPRIE FUNZIONI

 

Alcuni dipendenti della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma hanno inviato una lettera datata il 18/11/2010 al Soprintendente dott.ssa Rossella Vodret e al Direttore Dott.ssa Andreina Draghi che si riporta qui di seguito:

I sottofirmatari, tutti dipendenti in servizio presso il Museo Nazionale di Palazzo di Venezia in qualità di "assistente alla vigilanza, sicurezza, accoglienza, comunicazione e servizi al pubblico"

Premesso che

La declaratoria relativa alle proprie mansioni "area II profilo professionale F3" cosi come nel dettato del vigente CCNL indica specifiche direttive nel merito dei compiti ascritti quali il coordinamento diurno e notturno di unita e la relativa predisposizione di turni e compiti; la collaborazione con l'area C a mostre, allestimenti, iniziative editoriali, eventi, progetti; la sicurezza degli utenti e degli addetti.

Considerato che

l'applicazione della citata normativa trova solo parziale riscontro presso questo Istituto

Chiedono

di potere avere assegnati i normali incarichi al fine di potere esplicare le proprie funzioni e non avere preclusa una eventuale progressione di carriera- Auspicando un sollecito riscontro si porgono distinti saluti.

SPESE PER INTERVENTI ASSISTENZIALI IN FAVORE DEL PERSONALE DEL MiBAC

SPESE PER INTERVENTI ASSISTENZIALI IN FAVORE DEL PERSONALE DEL MiBAC

 

Com'è noto, molti dipendenti, pur avendo presentato a tempo debito, la richiesta di intervento assistenziale, in regola con la documentazione richiesta, attendono molti anni prima che la pratica venga evasa.

Purtroppo ciò dipende da molti fattori che qui di seguito intendiamo mettere a conoscenza.

E' bene infatti precisare che gli esigui stanziamenti del Ministero per questi interventi in favore dei dipendenti sono assegnati su diversi capitoli di spesa afferenti ogni centro di responsabilità. L'importo totale stanziato su tutti i capitoli per l'anno 2010 è di €. 83.367,00, rimasto invariato per l'anno 2011.

Annualmente pervengono circa 300 domande delle  quali se ne riesce a liquidare circa 200 con le somme disponibili.

Pertanto si è creato un arretrato di 9 anni (circa 100 istanze l'anno rimangono inevase). Nel 2011 si provvederà alla liquidazione delle istanze dell'anno 2002.

L'esame delle pratiche avviene in ordine cronologico di arrivo.

L'istruttoria consente di verificare l'esistenza dei requisiti richiesti, come da circolare n. 43 del 29/09/2009 emessa dal servizio V della D.G. OAGIP. (scaricabile dal nostro sito Internet www.unsabeniculturali.it )

Nella suddetta circolare sono specificati i requisiti che devono possedere i soggetti per poter accedere ai sussidi: il limite di reddito famigliare che non deve superare €. 31.000,00; gli eventi per i quali è possibile fare domanda, i limiti di spesa degli stessi, nonché i tempi entro i quali presentare istanza.

Per quanto riguarda la liquidazione delle pratiche provenienti da tutti gli uffici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, c'è da dire che si provvede con una gestione unificata delle stesse, a prescindere dai singoli stanziamenti sui capitoli di ogni centro di responsabilità, (al riguardo c'è da dire che l'UCB non ha sollevato obiezioni).

Al riguardo, l'apposito gruppo di lavoro che si è formato in seno alla Commissione Bilaterale sulla Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e sedi disagiate e servizi sociali suggerisce di procedere all'unificazione dei capitoli assegnati ai vari CDR, e fare in modo che la somma complessiva venga gestita dalla Direzione Generale per l'organizzazione, gli affari generali, l'innovazione, il bilancio ed il personale. In conclusione sarebbe auspicabile un incremento di tali fondi, anche per permettere di evadere le pratiche ferme da troppo tempo, ma soprattutto per consentire che dipendenti con limitate disponibilità economiche possano, in caso di comprovata effettiva necessità, usufruire di tale aiuto. Da un'indagine, effettuata dal medesimo Gruppo di Lavoro, è risultato che statisticamente gli interventi assistenziali vengono richiesti nella maggior parte dei casi per rimborsi spese per funerali (di familiari) o per protesi dentarie.

Sarebbe pure utile, conclude il gruppo di lavoro, che sulla RPV del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ci fosse un link, dove ogni dipendente può trovare sia le disposizioni che regolano la materia, sia uno schema di domanda che, corredata dalla documentazione richiesta dalla citata circolare, venga poi presentata al proprio ufficio, per il successivo inoltro al Servizio V della D.G. OAGIP.

Inoltre, il Coordinamento Nazionale Confsal-Unsa Beni Culturali, ha ricevuto molte lamentele sulla esiguità dei fondi, ciò difatti è rispondente alla situazione che abbiamo appena descritto, per questo ci faremo portavoce al di là di quanto potrà scaturire dai lavori del Gruppo di Lavoro, presso il Segretariato Generale e il nuovo Direttore Generale per l'organizzazione, gli affari generali, l'innovazione, il bilancio ed il personale Dott. Mario Guarany, affinché si apra una discussione nell'ambito del Tavolo Nazionale al fine di reperire nuove risorse finanziarie che possano incrementare i fondi destinati agli interventi assistenziali in favore al personale.