giovedì, aprile 21, 2011

DAL NOTIZIARIO GENNAIO 2011

Berlusconi, il caso Ruby e la

deriva della nostra politica culturale

 
Quello che sta accadendo in Italia a seguito del cosiddetto "Caso Ruby", lascia alquanto imbarazzati ed esige un pizzico di riflessione anche nel nostro Notiziario mensile.

Non intendiamo assolutamente ergerci a giudici o fare i moralisti, anche perché tutto quello che viene contestato al Presidente del Consiglio deve essere ancora verificato ed è oggetto di apposita inchiesta da parte degli organi competenti.

Quello che però salta agli occhi di tutti è che tale situazione di "sospetto" sta creando un certo disagio in noi cittadini e che forse l' On. Berlusconi ben farebbe a chiarirsi il prima possibile non solo con chi l' accusa ma anche con noi elettori, comuni mortali abituati più a lavorare che a banchettare, anche perché la sera siamo di solito stanchi e soprattutto non abbiamo molte risorse economiche da destinare ad attività ludiche di qualsiasi tipo esse siano.

Tale situazione, sicuramente anche strumentalizzata da una certa stampa, non aiuta certo il Paese a risollevarsi dalla grave crisi economica che l'attanaglia, per non parlare dell' opinione, non certo benevola, che si stanno facendo di noi all' estero.

Peraltro, è recente la richiesta da parte della maggioranza, delle dimissioni del Presidente della Camera On. Gianfranco Fini a seguito dell'altra vicenda non ancora chiarita, quella della casa di Montecarlo. Una situazione, quindi, di estrema litigiosità dove tutti sono contro tutti, intenti ad accusarsi a vicenda, senza che mai e poi mai si senta levare una voce in difesa dei cassaintegrati, dei recari o dei disoccupati, quasi che questi problemi siano d'incanto spariti per lasciare spazio ad altro.

Ancor più recente è la dichiarazione del nostro Ministro On. Sandro Bondi, di dimettersi, nonostante sia uscito vittorioso dalla mozione di sfiducia nei suoi confronti.

Vittoria peraltro scontata, visto che il Pdl e la Lega avevano voluto che si svolgesse  il 26 gennaio 2011 il voto sulla mozione di sfiducia al ministro del Beni Culturali cogliendo l'occasione per sgattaiolare la sfiducia offerta da due dati:

- la contemporanea discussione in sede europea degli impegni per la difesa dei cristiani nel mondo, tema al quale l'Udc aveva chiarito da tempo di non voler mancare;

-l'assenza per gravi malattie di alcuni parlamentari delle opposizioni.

La richiesta di un rinvio, come sappiamo, non è stata accettata e la maggioranza ha ottenuto, seppur di misura, una nuova vittoria.

Nonostante ciò il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, ha dichiarato alla trasmissione Mattino cinque di Belpietro:

"Rifletterò sulla possibilità di mettere a disposizione il mio mandato, al fine di rafforzare il governo", ed ha proseguito affermando "Posso dire che in questi tre anni è stato molto difficile creare un dialogo autentico con una sinistra fanatizzata e intollerante.

Questa è stata una delusione per me". "La mozione di sfiducia nei miei confronti è stata un atto di disonestà politica.

E' stato l'ennesimo tentativo di dare una spallata al governo".

Anche qui, come per il caso Ruby che vede coinvolto il Premier e per la casa di Montecarlo, che coinvolge il Presidente della Camera, si ha l'impressione che si voglia uscire di proposito dal seminato, per non affrontare i reali problemi del Paese.

Forse dimentica, il nostro Ministro per i Beni e le Attività Culturali, che la mozione di sfiducia non nasceva come atto contro il Governo ma quelle che erano messe in discussione erano le sue capacità di Ministro, a seguito di alcuni fatti eclatanti, come i tagli allo spettacolo ed i crolli a Pompei.

Fatti concreti, quindi, che anche la CONF.SAL-UNSA Beni Culturali aveva in più riprese denunciato sia nei comunicati stampa che dalle pagine di questo notiziario.

In realtà, purtroppo, non esiste da anni una vera politica per la Cultura ( quella con la C maiuscola), anche se il Ministero, con operazioni esclusivamente di facciata, cerca di farci credere il contrario.

Pertanto ben farebbe l' On. Bondi a mantenere la parola e dimettersi, lasciando spazio, si spera, a qualcuno più adatto a coprire un ruolo, quello di Ministro per i Beni e le Attività Culturali, che non può essere improvvisato e necessita di particolari capacità, non solo politiche, ma anche tecniche e culturali, qualità per le quali, a tutt' oggi, il nostro Ministro non ha, diciamo così, particolarmente brillato.

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