venerdì, ottobre 21, 2011

ESPOSTO CONFSAL-UNSA PER L'ILLEGITTIMA ASPETTATIVA AL SINDACALISTA DELLA UIL CERASOLI

Dopo essere venuti a conoscenza di quanto è avvenuto nell’ambito del MiBAC e dopo la pubblicazione sullo scorso numero del nostro notiziario, ove riportavamo l’anomala posizione del Dott. Gianfranco Cerasoli, con la quale viene rimarcata la poca chiarezza sulla titolarità o meno di alcune posizioni generate dall’illegittima aspettativa concessa al dott. Cerasoli. Infine, le molteplici riforme in ambito amministrativo hanno fatto perno sui principi di trasparenza, pubblicità economicità ed efficacia ma evidentemente la legge non è uguale per tutti e la cosa, ha generato e genererà non pochi problemi anche in ambito pratico, dando adito ad equivoci e disservizi. Lo stesso dicasi per i rapporti tra sindacati ed Amministrazione: si ribadisce che l’Amministrazione nel caso di specie ha agito illegittimamente violando l’art. 7 comma.8 lett. b) del CCNL 2009 nonché la legge n. 150/2009 oltre al fatto che nella prassi ha creato disparità di trattamento tra i dipendenti pubblici. Sembra tuttavia strano che la UIL, cosi attenta al notevole dispendio economico per le casse dello Stato, non faccia caso al danno causato dalla conservazione del posto di un suo esponente che ha sottoscritto un contratto triennale con un ente pubblico economico. Per questa incresciosa  situazione la Confsal-Unsa Beni Culturali ha presentato un esposto agli Organi di Controllo Contabile e agli Organismi Amministrativi di valutazione, che si trascrive integralmente qui di seguito, in merito all’illegittima aspettativa concessa al Dott. Gianfranco Cerasoli a seguito della sua nomina a Dirigente Generale della SIAE.

…“Lo scrivente Dott. Giuseppe Urbino Segretario Nazionale della Federazione Confsal-Unsa Beni Culturali, vi evidenzia quanto qui di seguito rappresentato.

Alla fine dell'anno 2010 l'allora Direttore Generale Dott.ssa Antonia Pasqua Recchia ha concesso al Dott. Gianfranco Cerasoli, dipendente del MiBAC e Segretario Nazionale UIL Beni Culturali, l'aspettativa per tre anni ai sensi dell'art. 7 comma 8 lett. b) del CCNI 2009, a seguito dell'ottenimento da parte dello stesso di un incarico a tempo determinato, quale Dirigente della SIAE. Orbene l'art. 7 comma 8 lett. b) del CCNI sancisce che: “ L'aspettativa senza retribuzione e senza decorrenza dell'anzianità, è, altresì concessa al dipendente con rapporto di lavoro a tempo indeterminato:

b) per tutta la durata del contratto di lavoro a termine se assunto presso la stessa o altra amministrazione del comparto ovvero in altre pubbliche amministrazioni di diverso comparto o in organismi della comunità europea con rapporto di lavoro ed incarico a tempo determinato. Ne discende che un dipendente a tempo indeterminato del MiBAC, può usufruire della predetta aspettativa, soltanto nel caso in cui, venga assunto con contratto a termine, presso la stessa amministrazione o altra amministrazione ovvero in altre pubbliche amministrazioni. L'art. 1 comma 2 del Dlgs 30.03.2001 n. 165 definisce le Pubbliche Amministrazioni:” omissis… per amministrazioni pubbliche si intendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità Montane e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di Commercio, industria artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regioni e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) e le Agenzie di cui al DLgs 30.07.1999 n. 300”.

Invece la SIAE è un Ente pubblico economico, così come si rileva dallo Statuto di tale Ente approvato con delibera del 27.03.2008.

Ne discende che essendo la SIAE un Ente pubblico economico, tale società non è una pubblica amministrazione, con la conseguenza che non è possibile usufruire da parte del Dott.. Gianfranco Cerasoli, dell'aspettativa di cui all'art. 7  comma 8 lett. b) del CCNI 2009. Pertanto, illegittimamente, l'Amministrazione “de qua sta” conservando il posto fin dal novembre 2010 al Dott. Cerasoli Gianfanco,che ha sottoscritto un contratto a tempo determinato per tre anni con la SIAE, quale Dirigente del personale, con il profilarsi di danno all'erario. Pertanto l'Amministrazione immediatamente dovrebbe avviare la procedura nei confronti del Dott. Cerasoli per il recesso dal rapporto di lavoro a tempo indeterminato con il MiBAC.

Infine questa Organizzazione Sindacale rileva che il Dott.. Cerasoli essendo Segretario Nazionale UIL Beni Culturali, ai sensi della legge n. 150/2009, così come interpretata dallo stesso Ministro Brunetta con la circolare n. 11/2010, non avrebbe potuto, neanche, assumere l'incarico di Dirigente del personale della SIAE, in quanto avrebbe dovuto aspettare il termine di 24 mesi dall'eventuale cessazione della carica di Dirigente Sindacale.

Pertanto questa Organizzazione Sindacale, si chiede come sia stato possibile tutto questo, e chiede adottarsi tutte gli opportuni provvedimenti, da parte degli Organi in indirizzo.

Si resta quindi in attesa di conoscere le determinazioni che saranno adottate in merito a quanto segnalato”…

Del resto la denuncia che facciamo come Confsal-Unsa Beni Culturali, trova risconto anche in una nota del 10 ottobre 2011 a firma dell’attuale Coordinatore Generale CISL Beni Culturali, inviata all’Arch. Francesco Prosperetti — Direttore generale per i beni culturali  e paesaggistici della Calabria e per conoscenza all’Arch. Roberto Cecchi e al Dott. Salvatore Nastasi, con la quale si richiama l’anomala posizione del Cerasoli, il cui tenore è così riportato:

…“solo in data odierna leggiamo la nota UIL, che per comodità le alleghiamo, e con  somma meraviglia, ancor prima di leggerla, si nota che l’estensore Enzo Feliciani pone la propria firma su tale documento per conto della segreteria di detta organizzazione.

Questo fatto ci ha fortemente confusi in quanto ritenevamo che fosse lui il nuovo segretario della UIL dal momento che il suo predecessore, assumendo l’incarico di direttore generale presso la SIAE (riteniamo meritatamente), abbia lasciato l’incarico di segretario generale di detta organizzazione. Ritenevamo, quindi, che il nuovo incarico di D.G. a cui è stato destinato il Cerasoli, attesa la sua diretta responsabilità sul personale SIAE, avesse consigliato al neo direttore generale di lasciare l’incarico sindacale all’amico Enzo Feliciani”...

Sappiamo benissimo che quanto da noi denunciato su questa vicenda ha destato molta contrarietà negli uffici del Ministero ed ha altrettanto allarmato gli ambiti politici vicino al Ministro, soprattutto ci ha fatto inimicare un po’ di più gli attuali sostituti del titolare UIL , ma a noi poco importa, se certe cose vengono effettuate da sindacalisti senza scrupoli, che come si è visto “predicano bene  razzolano male”.

Nessuno può dimenticare con quanto zelo e altrettanta caparbietà il Cerasoli ha combattuto nell’ambito del suo mandato, contro le nomine ministeriali, a suo dire, attribuite senza competenza e merito, per poi approdare miserevolmente a chiudere una carriera sindacale per l’ambito incarico, ritenuto sì di prestigio e che però a molti è sembrato un utile baratto, concessogli probabilmente in cambio  della sua uscita dalla scena e a farlo smettere di continuare in quel ruolo di disturbatore sociale e sindacale. Questo è purtroppo, il prodotto dell’opportunismo sindacale che non smetteremo mai di denunciare apertamente. Auspichiamo pertanto, che l’Amministrazione fornisca immediata chiarezza, onde evitare un crescendo di malcontenti generati dalla poca trasparenza dei rapporti e delle posizioni effettive dei soggetti, ripristinando altresì una situazione di legittimità.

Giuseppe Urbino

 

 

 

Pompei chiama. Roma non risponde

Forse qualcuno avrà pensato che se gli scavi di Pompei sono abbandonati a sé stessi, questo è quello che ci meritiamo, frutto della nostra ignoranza e della pessima gestione, e pertanto, forse, ci si aspetterebbe qualche altra catastrofe naturale che seppellisse di nuovo e magari definitivamente questo importante sito archeologico.

In realtà il tema è un po’ più complesso e richiede intelligenze e progettualità non comuni. Innanzitutto, dal punto di vista organizzativo, dobbiamo chiederci se è stato bene riunire sotto un solo dirigente due realtà una volta unite e poi disunite per ragioni che non intendiamo (o è meglio non intendere perché a pensare male si fa peccato ma ci si azzecca, come diceva Andreotti).

Verrebbe da pensare che queste realtà, siano state riunite più per ragioni clientelari che funzionali e comunque in qualche modo legate ai tagli alla dirigenza.

Senza dubbio, nel tempo le soprintendenze si sono organizzate e fossilizzate e i mutamenti vengono mal visti e tollerati, lasciando purtroppo notevoli discrepanze sul loro funzionamento. I primi a mal tollerale questi cambiamenti sono proprio i dirigenti che vedono l’aggiunta come fumo negli occhi, un artificio pesante e tedioso.

Le vicende dell’archeologica di Napoli con Pompei molto sono dipese dalla mancata integrazione, così come sta accadendo all’Archeologica di Ostia accorpata con quella di Roma.

Peraltro, quest’ultima soprintendenza ha al suo vertice un dirigente che continua ad avere l’interim dell’Etruria meridionale ed è alla vigilia del suo collocamento a riposo. Pompei è sinonimo di contrasti, di luci ed ombre e la sua autonomia non ha fatto altro che creare una conflittualità, immobilizzando somme e rendendo più complicata la vita dell’Istituto. Ad esempio, mentre si era riusciti ad eliminare lo scempio degli ingressi e dei biglietti, mettendo ben due biglietterie ad aprire al pubblico restavano inevase le importanti questioni della sicurezza, della conservazione, il discusso punto di ristoro e il famoso problema del randagismo.

Esiste poi, ed è notorio, una paurosa assenza di una pratica della conservazione ordinaria e straordinaria. Infatti, dopo il crollo della “Schola Armaturarum” il mondo intero è stato portato a conoscenza che interventi di “consolidamento” fatti successivamente alla seconda guerra mondiale in cemento armato, non sono mai stati rimossi, oltre alla paurosa assenza di una continua opera di monitoraggio.

Di chi sono state le responsabilità? Sicuramente dei dirigenti centrali, e dei ministri che si sono succeduti nel tempo ma, ancor di più, dei vari soprintendenti.

Nessuno di loro ha avuto presente che Pompei è una città antica e per questo vulnerabile nelle sue strutture.

In questi anni, per risolvere questi problemi, se ne sono viste di tutti i colori, arrivando persino al commissariamento senza vedere prima quali nodi fossero da sciogliere per rendere efficiente la gestione autonoma. Ricorrere al commissariamento, come si è ampliamente dimostrato, qualora ce ne fosse ancora bisogno, ha creato solo problemi di spesa per il proprio funzionamento, avviando ostilità col dirigente e il personale, concentrando le risorse ed esautorando la dirigenza dalle scelte decisive. In realtà non vi sono sistemi diversi del tutto autonomi nella gestione, poiché i commissariamenti, se pur dotati di ampi poteri e di provenienza da specifiche professionalità tecniche, impongono una personale pressione sulla struttura esistente, e sono quasi sempre mal visti, dal momento che, a torto o a ragione, sono considerati un corpo estraneo. La Confsal-Unsa, più volte ha ribadito, che con una più attenta e risolutiva politica di gestione Pompei non solo non dovrebbe tanto aspettare gli eventuali fondi europei per mettere in sicurezza idrogeologica l’area archeologica, ma addirittura avrebbe potuto disporre di somme notevoli derivanti dalla vendita dei biglietti d’ingresso con le quali i lavori, potevano già partire da diverso tempo, nelle conosciute aree critiche, di cui se ne è ampiamente discusso.

Noi della Confsal-Unsa Beni Culturali siamo sempre stati, e continueremo ad esserlo, estremamente vigili su questa realtà che, almeno a parole, è stata presa a cuore anche dal neo ministro Galan che ha annunciato nuove assunzioni proprio per colmare i vuoti tecnici in quel sito.

Vigileremo quindi affinché dalle parole si passi ai fatti, ricordando peraltro che oltre ai problemi suesposti, esiste anche una cronica carenza di personale di vigilanza e che i nostri custodi in servizio a Pompei vivono la loro realtà lavorativa tra mille disagi eppure orgogliosi di prestare servizio in uno dei siti archeologici più belli del mondo.

Giuseppe Urbino

 

MiBAC: GIORNATA DI PROTESTA A MILANO CONTRO LA SVENDITA DEL PATRIMONIO CULTURALE.

LA PINACOTECA DI BRERA, IL CENACOLO VINCIANO, LA BIBLIOTECA BRAIDENSE, L’ARCHIVIO DI STATO E TUTTI GLI ISTITUTI DEL MINISTERO BENI CULTURALI IN MILANO SONO RIMASTI CHIUSI AL PUBBLICO DALLE 10 ALLE 12.30

 

L’iniziativa promossa dalle OO.SS. e sfociata con un presidio di protesta si e’ svolto nella mattinata del 19 ottobre 2011 in corso magenta 24, presso la sede della direzione regionale per i beni culturali della Lombardia, a cui hanno partecipato più di un centinaio di lavoratori del settore che con megafoni e cartelli hanno fatto sentire la loro voce denunciando la volontà del ministero di abbandono dell’intervento pubblico nel settore cultura e di svendita dei “gioielli di famiglia”.

Nel 1998 il Demanio ha affidato alla Biblioteca Nazionale Braidense, (che riveste un interesse storico rilevantissimo per la città di Milano e a livello nazionale per il valore delle raccolte possedute), l’ex Cavallerizza di Radetzky, immobile di rilevante interesse culturale anche a causa  del suo riferimento con la storia politica e militare del Risorgimento Italiano, (ospitava cavalli e magazzini ai tempi del ritorno del Maresciallo Radetzky a Milano nel 1848), l’immobile si trova a Milano in via Foldi n.2 (zona cinque giornate, corso 22 marzo).

Il Ministero ha finanziato interamente, a partire dal 2003, un intervento di restauro e riqualificazione funzionale, denominato ”Intervento per il recupero strutturale, impiantistico e funzionale dell’edificio al precipuo fine di soddisfare le esigenze della Biblioteca Nazionale Braidense”, specificamente finalizzato all’apertura alla città di una grande emeroteca, costato complessivamente circa 7 milioni di euro. I lavori sono terminati da qualche mese, la superficie oggi utilizzabile è complessivamente pari a 6.500 metri quadri.

La Direzione Regionale per i Beni Culturali della Lombardia, la Direzione della Biblioteca Braidense, con l’adesione della competente Direzione Generale del Ministero, ha stipulato un accordo di valorizzazione, da inquadrarsi nell’ambito dell’art.112 comma 9 del Codice dei Beni Culturali, con il FAI (Fondo Ambiente Italiano) che nelle intenzioni avrebbe dovuto garantire una più ampia e completa fruizione degli spazi dell’ex Cavallerizza.

In realtà, l’immobile ospiterà l’archivio raccolte della Biblioteca Nazionale Braidense, che non potranno, quindi, essere visibili in quel sito, per circa 2.350 metri quadri; mentre la restante parte dell’immobile verrà assegnata al FAI, che vi insedierà i propri uffici di Milano.

Il Fai si impegna a sostenere i costi di gestione e le spese di manutenzione ordinaria per tutto l’immobile, stimate in circa 100 mila euro per anno; mentre il progetto di valorizzazione, ed in questo senso il FAI ad oggi si impegna, sarebbe assolto con la proposizione e la gestione di 12 eventi all’anno negli ambienti nobili dell’immobile.

E’ necessario porre alcune domande a chi si è fatto promotore di questa iniziativa:

il Codice dei Beni Culturali consente la stipula di accordi di valorizzazione, i quali dovrebbero prevedere l’erogazione di servizio pubblico: in questo caso si fa davvero fatica a comprendere come la conservazione delle raccolte e l’organizzazione di 12 eventi in un anno, tra l’altro nemmeno abbozzati nel testo dell’accordo, possa giustificare la concessione dell’intero immobile per 9 anni a zero canone di affitto, in una zona di Milano di forte rilievo commerciale.

l’Amministrazione Pubblica sembrerebbe non aver pubblicizzato in alcun modo l’intenzione di procedere ad una assegnazione dell’immobile; dichiara, infatti, di aver scelto le modalità di affidamento a seguito di una disponibilità del FAI, manifestata nello scorso mese di febbraio;

la scelta di stipulare un simile accordo mal si concilia con la fame di spazi che l’Amministrazione dei Beni Culturali vive a Milano, in cui in questo momento affronta il dramma della Grande Brera, ristruttura Palazzo Litta per ospitare i propri uffici ed è gravata da affitti per centinaia di migliaia di euro.

Pertanto, gli Istituti dei Beni Culturali di Milano sono rimasti chiusi al pubblico il giorno Mercoledì 19 ottobre 2011 per denunciare un altro tentativo di svendita del patrimonio pubblico; oggi è stato proclamato lo stato di agitazione e numerose sono le iniziative di protesta in programmazione nei prossimi giorni.

A cura di Ermes Muzzupappa

 

 

CONSIGLIO SUPERIORE PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI RESOCONTO DELLA SEDUTA DEL 19 OTTOBRE 2011

Il giorno 19 ottobre 2011 si è tenuta la riunione del Consiglio Superiore avente come ordine del giorno:

• lo stato del Ministero nella crisi

• rimodulazione di programmazione

Alla riunione, a nome del Ministro On.le Galan, ha partecipato il Sottosegretario Giro. Il Presidente Andrea Carandini ha dato lettura di una sua ampia relazione sulla crisi in cui si trova non solo il Ministero, ma, più in generale, la cultura nel nostro Paese – la parte principale dell’intervento è pubblicata a p. 45 del Corriere della Sera del giorno 20/10/2011 – insistendo sulla mancata comprensione da parte della classe politica del ruolo che essa può e deve avere nello sviluppo civile ed economico, elencando poi anche i punti critici del bilancio del Ministero in questa fase di tagli e le possibili prospettive di relativo contenimento dei tagli stessi su cui è impegnato il Ministro On.le Giancarlo Galan. Prima dell’apertura della discussione il Sottosegretario Giro ha dato notizia più dettagliata della situazione economica e delle iniziative del Ministro, informando che i tagli in realtà verranno effettuati attraverso il recupero delle giacenze non impegnate esistenti nel Mibac, 60.000.000 per l’anno in corso e 20.000.000 per l’anno successivo. Il compito di individuarle è stato demandato al Segretario Generale. Il Sottosegretario ha poi comunicato che altre richieste, come la rimodulazione della legge su Pompei, sono confluite nella legge di stabilità (ex finanziaria), che però, per le note vicende parlamentari, non avrà iter breve, per cui altre misure più urgenti (relative all’assunzione delle 168 unità, alla possibilità di missioni con mezzi propri) verranno inserite nel prossimo decreto-legge per lo sviluppo in modo da accelerarne l’approvazione. Il Direttore Generale OAGIP Dott. Mario Guarany ha poi chiarito che le unità da assumere sono 168, di cui 20 funzionari archeologi da destinare alla Soprintendenza speciale di Pompei e che nelle disposizioni si dovrà prevedere le assunzioni dei 20 funzionari attraverso una graduatoria nazionale, dal momento che non esistono per quelle qualifiche graduatorie regionali.  Sulla riduzione dell’organico del 20% prevista complessivamente dalle recenti manovre la richiesta della previsione di una eventuale deroga è stata più genericamente rinviata alla legge di stabilità, una volta acquisita l’autorizzazione alle 168 assunzioni col Decreto legge imminente. È stato chiesto all’Amministrazione di adoperarsi per ottenere una deroga, oltre che sui tagli ai fondi, soprattutto sul taglio del 20% degli organici del personale, che causerebbe la messa in soprannumero di circa 3000 persone (secondo i dati della Direzione generale del personale) e creerebbe una pericolosa impossibilità da parte del Mibac di assicurare i servizi e di esercitare la sua funzione sia rispetto alla Tutela sia rispetto alla Valorizzazione. A questo proposito si rammenta che le nuove norme approvate dal Parlamento l’estate scorsa prevedono la possibilità di mettere in mobilità tale personale. E’ quindi necessario arrivare a una deroga che permetta l’aggiramento di tale norma .

L’altro elemento delle attuali disposizioni legislative che abbiamo fortemente chiesto di modificare è la norma che preclude di fatto di utilizzare il mezzo proprio per le missioni di esercizio delle attività di tutela del nostro personale. Il Sottosegretario ha preso l’impegno, su questi due punti, di sollecitare il Governo a dare seguito alle richieste – unanimemente condivise dal Consiglio – con apposito comma nel decreto Sviluppo. La discussione è proseguita sulla realizzazione del progetto per Pompei finanziato con 105 milioni dei Fondi europei; anche in questo caso unanimemente si è chiesto di intervenire affinché il piano approvato dal Consiglio Superiore non venga snaturato e sia gestito esclusivamente dal Mibac attraverso la Soprintendenza di Pompei e il suo personale, senza interferenze politiche o di privati. Inoltre il Consiglio ha approvato l’idea di costituire un gruppo del Consiglio (presidenti dei comitati archeologia e architettura e altri) che, insieme ai funzionari e Dirigenti competenti, vigili sulla corretta attuazione di questi principi. È stato ribadito da parte delle rappresentanze del personale la necessità che non si debba ricorrere al privato per attività che può svolgere il personale del Ministero.

 

Appello dei lavoratori della Direzione Generale Spettacolo dal vivo

In previsione dell'annunciata riorganizzazione dei 3 servizi della Direzione Generale dello Spettacolo dal vivo e dell'intenzione di procedere a mobilità interna del personale da parte della S.V. i sottoscritti dipendenti rappresentano alcune criticità e desiderata.

Rileviamo che, purtroppo, non risultano omogenei i percorsi professionali dei dipendenti dell'ex Eti e di quelli già in ruolo nel Ministero; essi esprimono delle differenze significative. A tale proposito evidenziamo infatti che, mentre i colleghi ex Eti hanno avuto nel corso della loro attività professionale il giusto riconoscimento formale per il loro impegno e le conoscenze acquisite e che ciò garantisce loro delle posizioni giuridiche ed economiche in linea con le loro competenze, il personale già di ruolo presso la Direzione Generale (in particolare gli impiegati di ex area B), per motivi ormai ben noti, non hanno ancora potuto vedere riconosciute le competenze sviluppate in tanti anni di impegno professionale. Forti ostacoli si sono, inoltre, presentati in merito all'attuazione di processi di riqualificazione del personale di area B già avviati da tempo e non ancora conclusi. L'assunzione di compiti nuovi da parte dei colleghi ex Eti necessita una formazione pertinente alle attività contabili - amministrative richieste per adempiere alle funzioni specifiche dei nostri uffici. Si rappresenta che qualora venga richiesto agli impiegati della Direzione già presenti negli uffici di effettuare un addestramento nei confronti dei nuovi colleghi, come accaduto in altre circostanze e dal momento che non sono stati previsti percorsi formativi ad hoc per il personale transitato nei nostri uffici, tale impegno richiede un onere aggiuntivo rispetto al lavoro ordinario degli impiegati.

Riteniamo pertanto giusto un riconoscimento in tal senso.

Nell'ultimo periodo gli uffici della Direzione si sono sguarniti di personale qualificato a svolgere precise funzioni a seguito di trasferimenti e pensionamenti.

In merito a quanto sopra rappresentato chiediamo alla S.V., come già fatto nelle sedi opportune dalla RSU Spettacolo dal vivo e da alcune sigle sindacali:

- di procedere, qualora necessario, alla mobilità interna su base volontaria,

- alla predisposizione di riconoscimenti formali da parte del Direttore Generale per personale addetto alla formazione dei nuovi colleghi, da far valere nei processi di progressione di carriera e che tale formazione venga concordata volontariamente con chi fosse interessato ad occuparsene, anche attraverso un incarico che preveda lo svolgimento del proprio ordinario lavoro e una presenza part-time nel servizio dove necessita l'addestramento,

- di coprire in via prioritaria i posti lasciati scoperti dai colleghi che sono stati trasferiti in altra sede e/o sono andati in pensione con colleghi provenienti dall'Ente soppresso, che si avviano ad iniziare comunque una nuova esperienza lavorativa.

Confidando nella condivisione e, pertanto, nell'accoglimento delle nostre istanze, inviamo distinti saluti.

 

Cassazione: onere della prova a carico del datore di lavoro in tema di licenziamento per giusta causa

In tema di licenziamento del lavoratore per giusta causa, incombe sul datore di lavoro l'onere della prova della realizzazione da parte del lavoratore di un comportamento che integri una grave negazione degli elementi essenziali del rapporto ed, in particolare, di quello fiduciario, con riferimento non al fatto astrattamente considerato bensì agli aspetti concreti di esso, afferenti alla natura ed alla qualità del singolo rapporto, alla posizione delle parti, al grado di affidamento richiesto dalle specifiche mansioni del dipendente nell'organizzazione dell'impresa, nonché alla portata soggettiva del fatto stesso, ossia alle circostanze del suo verificarsi, ai motivi ed all'intensità dell'elemento volitivo. Questo il principio di diritto ribadito dalla Corte di Cassazione che, con la sentenza n. 20385 del 5 ottobre 2011, ha altresì precisato che la valutazione della gravità dell'infrazione e della sua idoneità ad integrare giusta causa di licenziamento si risolve in un apprezzamento di fatto riservato al giudice di merito ed incensurabile in sede di legittimità, se congruamente motivato.

 

Cassazione: nel contratto di lavoro a tempo indeterminato il preavviso non ha efficacia reale ma obbligatoria

Da una interpretazione letterale e sistematica dell'art. 2118 cod. civ., nel contratto di lavoro a tempo indeterminato il preavviso non ha efficacia reale, ma efficacia obbligatoria.

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione specificando che, di conseguenza, "nel caso in cui una delle parti eserciti la facoltà di recedere con effetto immediato, il rapporto si risolve altrettanto immediatamente, con l'unico obbligo della parte recedente di corrispondere l'indennità sostitutiva e senza che da tale momento possano avere influenza eventuali avvenimenti sopravvenuti, a meno che la parte recedente, nell'esercizio di un suo diritto potestativo, acconsenta, avendone interesse, alla continuazione del rapporto lavorativo, protendono l'efficacia sino al termine del periodo di preavviso".

Sulla base di tale principio la Suprema Corte, con la sentenza n. 20099 del 30 settembre 2011, ha accolto il ricorso proposto dall'INPS avverso la sentenza con cui la Corte d'Appello aveva ritenuto, nel caso di specie, che, pur non essendoci alcuna prestazione lavorativa, il rapporto doveva considerarsi esistente per tutta la durata del preavviso e che tale principio doveva trovare applicazione anche in materia di indennità di mobilità.

Accolta dunque la tesi dell'INPS secondo cui, ai fini dell'applicazione della disposizione normativa prevista dall'art. 7 della L. 223/1991, in caso di licenziamento con preavviso e accettazione della relativa indennità sostitutiva il rapporto deve considerarsi immediatamente risolto, con la conseguenza che il lavoratore, avendo avuto meno di 50 anni alla data della risoluzione, non aveva acquisito il diritto all'elevazione a 36 mesi del trattamento di mobilità.

 

 

Cassazione: il lavoratore licenziato illegittimamente ha diritto anche al premio di produzione

La Corte di Cassazione, con sentenza n. 20266 del 4 ottobre 2011, ha affermato che "in caso di declaratoria di illegittimità del licenziamento del lavoratore nell'ambito della cosiddetta tutela reale, la retribuzione globale di fatto, cui fa riferimento l'articolo 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300 nel testo modellato dalla legge 11 maggio 1990, n. 108, quale parametro di computo sia del risarcimento del danno patito sia della determinazione dell'indennità sostitutiva della reintegrazione, deve includere non soltanto la retribuzione base ma anche ogni compenso di carattere continuativo che si ricolleghi alle particolari modalità della prestazione in atto al momento del licenziamento, quale (come nella specie) il premio di produzione, una volta riconosciutone il carattere retributivo, dovendosi invece escludere dal compenso i soli compensi aventi natura indennitaria o di rimborso spese".

In particolare, affermano i giudici di legittimità, nel caso di specie la Corte di merito ha accertato che l'emolumento in questione aveva carattere continuativo, era stato percepito fino al momento del licenziamento e non era legato ad alcuna particolare posizione organizzativa né a specifiche prestazioni da parte del lavoratore. Ciò rende irrilevante - si legge nella sentenza, - come esattamente affermato dalla sentenza impugnata che, in quanto assente, il lavoratore non abbia potuto realizzare gli obiettivi ai quali il premio era collegato essendo l'assenza riconducibile ad una unilaterale e illegittima determinazione del datore di lavoro.

 

Ministero del Lavoro: interpelli in materia di salute e sicurezza del lavoro

Il Ministero del Lavoro rende nota la pubblicazione del Decreto Direttoriale del 28 settembre 2011 che costituisce, presso la Direzione generale per l'attività ispettiva del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la Commissione per gli interpelli prevista dall'articolo 12, comma 2, del Testo Unico in materia di salute e sicurezza nel lavoro (D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81).

I quesiti di ordine generale sull'applicazione della normativa in materia di salute e sicurezza del lavoro possono essere inoltrati alla Commissione per gli interpelli, esclusivamente tramite posta elettronica, all'indirizzo interpellosicurezza@lavoro.gov.it, dagli organismi associativi a rilevanza nazionale degli enti territoriali e gli enti pubblici nazionali, nonché dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e dai consigli nazionali degli ordini o collegi professionali.

Le istanze di interpello trasmesse da soggetti non appartenenti a dette categorie indicate o privi dei requisiti di generalità non potranno essere istruite e conseguentemente non saranno istruiti i quesiti trasmessi, ad esempio, da studi professionali, associazioni territoriali dei lavoratori o dei datori di lavoro, Regioni, Province e Comuni. Il Dicastero precisa che le indicazioni fornite nelle risposte ai quesiti costituiscono criteri interpretativi e direttivi per l'esercizio delle attività di vigilanza e sottolinea la necessità, prima di inoltrare l'istanza, di verificare: che il quesito, concernente l'interpretazione della normativa in materia di salute e sicurezza del lavoro sia di carattere generale e non attenga a problematiche aziendali specifiche; che il soggetto firmatario rientri nelle categorie indicate. Tutti gli interpelli saranno pubblicati nell'apposita sezione "Interpello Sicurezza" del sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

 

Finanziaria 2012: Ddl legge di stabilità approvato dal Governo

Tagli ai ministeri per un totale di 18,33 miliardi di euro nel triennio 2012-2014.

E' quanto prevede lo schema di Disegno di Legge approvato dal Consiglio dei Ministri del 14 ottobre 2011 (Legge di stabilità 2012).

In particolare la bozza del provvedimento, che si compone di 7 articoli più gli allegati, prevede tagli per 9,56 miliardi di euro nel 2012, 4,46 miliardi nel 2013 e 4,31 miliardi nel 2014.

I ministeri più penalizzati risultano essere il Ministero dello Sviluppo (2012: 3,78 miliardi - 2013: 2,61 miliardi - 2014: 1,87 miliardi) ed il Ministero dell'Economia (2012: 2,98 miliardi - 2013: 712,7 milioni -2014: 957 milioni).

Il fondo di garanzia delle Pmi risulta tagliato di 239 milioni di euro passando da 539 a 300 milioni.

Il provvedimento, che insieme al disegno di legge sul bilancio di previsione dello Stato per il medesimo triennio compone la manovra triennale di finanza pubblica, individua (in apposito elenco) gli interventi da realizzare con le risorse finanziarie accantonate con il decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98 per oltre 4.800 milioni di euro.

 

Legge 148/2011: Mobilità Interna ed Esterna ECCO LE NUOVE NORME

La legge 14 settembre 2011, n. 148 ha introdotto nuove norme per quanto concerne la mobilità , infatti le nuove disposizioni contenute nell’art. 1, commi 19 e 29, della L.148: “

Comma 19 All'articolo 30, comma 2-bis, del decreto legislativo 30 marzo2001, n.165, in fine sono aggiunte le seguenti parole: « il trasferimento può essere disposto anche se la vacanza sia presente in area diversa da quella di inquadramento assicurando la necessaria neutralità finanziaria.».

Comma 29. I dipendenti delle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165, esclusi i magistrati, su richiesta del datore di lavoro, sono tenuti ad effettuare la prestazione in luogo di lavoro e sede diversi sulla base di motivate esigenze, tecniche, organizzative e produttive con riferimento ai piani della performance o ai piani di razionalizzazione, secondo criteri ed ambiti regolati dalla contrattazione collettiva di comparto. Nelle more della disciplina contrattuale si fa riferimento ai criteri datoriali, oggetto di informativa preventiva, e il trasferimento è consentito in ambito del territorio regionale di riferimento; per il personale del Ministero dell'interno il trasferimento può essere disposto anche al di fuori del territorio regionale di riferimento. Dall'attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.

Il comma 19 si riferisce alla mobilità tra diverse Amministrazioni e introduce  un elemento di flessibilità, anche se nei limiti dei posti vacanti, rendendo possibile la movimentazione di personale a invarianza di spesa.

Riteniamo pertanto che questa norma andrebbe ulteriormente regolamentata fissando criteri e  modalità, al fine di evitare che si possa  applicare in maniera discrezionale tra le diverse Amministrazioni.

Il comma 29 riguarda invece la mobilità all’interno della stessa Amministrazione, la norma in discorso rafforza di molto il potere delle Amministrazioni, poiché stabilisce che il dipendente può essere impiegato in luoghi e sedi diverse sulla base di ben precise esigenze dell’Amministrazione d’appartenenza.

Pertanto, introduce un nuovo istituto e cioè il trasferimento d’ufficio.

Inoltre, la norma prevede che i criteri e gli ambiti applicativi siano definiti nella contrattazione di primo livello (ARAN), ma prevede anche che, nelle more della disciplina contrattuale, per i trasferimenti su base regionale si faccia riferimento ai criteri unilateralmente fissati dalla Amministrazione e non contrattati, in quanto consente solo l’informazione preventiva alle Organizzazioni Sindacali.

Nell’applicazione della norma di cui sopra, fa eccezione il Ministero degli Interni che potrà trasferire i propri dipendenti su tutto il territorio nazionale.

È chiaro a tutti che questa nuova normativa deste allarmismo all’interno della categoria e quindi attendiamo maggiori ragguagli nella sua applicazione, ma soprattutto restiamo in attesa di conoscere come si comporterà il MiBAC a riguardo

 

Dipendenti pubblici inidonei al servizio, pubblicato il regolamento (D.P.R. 171/2011) sulla risoluzione del rapporto di lavoro

In caso di accertata e permanente inidoneità psicofisica al servizio del dipendente l’amministrazione pubblica può risolvere il rapporto di lavoro.

La procedura per la verifica dell’inidoneità, gli effetti e il trattamento giuridico ed economico della misura sono ora disciplinati dal D.P.R. 27 luglio 2011, n. 171, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 245 di ieri. Il provvedimento è stato emanato in attuazione della previsione legislativa di cui all’art. 55octies D.Lgs. 165/2001, introdotto con il decreto legislativo n. 150/2009, attuativo della riforma Brunetta in materia di ottimizzazione ed efficienza del personale

Destinatari del nuovo regolamento sono i dipendenti, anche con qualifica dirigenziale, delle amministrazioni dello Stato, degli enti pubblici non economici, degli enti di ricerca, delle università e delle Agenzie di cui al D.Lgs. 300/1999. Al personale in regime di diritto pubblico (magistrati, appartenenti alle forze di polizia, alla carriera diplomatica ecc), si applica, invece, la disciplina prevista dai rispettivi ordinamenti.

In via preliminare si opera nel provvedimento una distinzione concettuale fra l’inidoneità psicofisica permanente assoluta e quella permanente relativa, rappresentando la prima lo stato di colui che “a causa di infermità o di difetto fisico o mentale si trovi nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa”; la seconda, invece, è costituita dallo stato di colui che “a causa di infermità o di difetto fisico o mentale si trovi nell’impossibilità permanente allo svolgimento di alcune o di tutte le mansioni dell’area, categoria o qualifica di inquadramento”.

È rimessa all’amministrazione o allo stesso dipendente interessato l’iniziativa per l’avvio della procedura per l’accertamento dell’inidoneità con una sostanziale differenza: mentre il dipendente può presentare la relativa istanza in un qualsiasi momento successivo al superamento del periodo di prova, l’amministrazione può avvia la procedura, sempre dopo il superamento del periodo di prova, solo nei seguenti casi:

a) assenza del dipendente per malattia, superato il primo periodo di conservazione del posto previsto nei contratti collettivi di riferimento;

b) disturbi del comportamento gravi, evidenti e ripetuti, che fanno fondatamente presumere l’esistenza dell’inidoneità psichica permanente assoluta o relativa al servizio;

c) condizioni fisiche che facciano presumere l’inidoneità fisica permanente al servizio.

Nella prima ipotesi, l’amministrazione, prima di concedere l’ulteriore periodo di assenza per malattia, accerta le condizioni di salute del dipendente, dandogliene preventiva comunicazione, tramite l’organo medico competente, per verificare se esistono eventuali cause di permanente inidoneità psicofisica assoluta o relativa. Nelle restanti due ipotesi l’amministrazione può chiedere che il dipendente sia sottoposto a visita, al fine di verificare l’eventuale inidoneità relativa o assoluta, dandone immediata comunicazione al dipendente. Se l’inidoneità permanente assoluta al servizio è accertata, l’amministrazione lo comunica al lavoratore (entro 30 giorni dal ricevimento del verbale medico), risolve il rapporto di lavoro e corrisponde l’indennità sostitutiva del preavviso, se dovuta. È altresì disciplinata la possibilità per l’amministrazione di adottare misure di sospensione cautelare del servizio. In particolare, l’art. 6 del regolamento prevede tale facoltà:

a) in presenza di evidenti comportamenti che fanno ragionevolmente presumere l'esistenza dell'inidoneità psichica, quando gli stessi generano pericolo per la sicurezza o per l'incolumità del dipendente interessato, degli altri dipendenti o dell'utenza;

b) in presenza di condizioni fisiche che facciano presumere l'inidoneità fisica permanente assoluta o relativa al servizio, quando le stesse generano pericolo per la sicurezza o per l'incolumità del dipendente interessato degli altri dipendenti o dell'utenza, prima che sia sottoposto alla visita di idoneità.

In tali circostanze, l'amministrazione può disporre la sospensione cautelare del dipendente sino alla data della visita e, nel contempo, avviare senza indugi la procedura per l'accertamento dell'inidoneità psicofisica del dipendente.

In caso di mancata presentazione del dipendente alla visita di idoneità, in assenza di giustificato motivo, l'amministrazione può disporre la sospensione cautelare, provvedendo per un nuovo accertamento. In caso di rifiuto ingiustificato di sottoporsi alla visita reiterato per due volte, l'amministrazione può risolvere il rapporto di lavoro con preavviso. A tutela del diritto di difesa del dipendente, si prevede che, salvo situazioni di urgenza, la sospensione sia preceduta da comunicazione all'interessato, che, entro i successivi 5 giorni, può presentare memorie e documenti che l'amministrazione ha l'obbligo di valutare. La sospensione è disposta con atto motivato e comunicata all'interessato; l'efficacia della sospensione cessa immediatamente ove, all'esito dell'accertamento medico, non sia riscontrata alcuna inidoneità psicofisica in grado di costituire pericolo per l'incolumità del dipendente interessato, degli altri dipendenti o dell'utenza. In ogni caso la sospensione cautelare dal servizio ha una durata massima complessiva di 180 giorni, salvo rinnovo o proroga, in presenza di giustificati motivi. (Lilla Laperuta)

 

FIRENZE NASCOSTA 2 Alla scoperta dei tesori della cultura 2. I siti archeologici e i beni architettonici Cult editore

Come avevamo già annunciato nel notiziario di settembre, a un anno di distanza dalla pubblicazione del primo libro dedicato ai beni storico-artistici, Marco Ferri (classe 1958, giornalista “indaga-tore”) ha scritto per Cult Editore il secondo volume della collana Firenze nascosta Alla scoperta dei tesori della cultura:  2. I siti archeologici e i beni architettonici.

Nell’appendice al libro (da pag. 137), Ferri espone una cronaca molto approfondita sulle vicende dei cantieri dei Nuovi Uffizi a Firenze, partendo da una analisi delle prime “idee” per la realizzazione dei ‘Nuovi Uffizi’ (ossia, il naturale ampliamento della celebre Galleria medicea fiorentina, portandola ad oltre 7.000 mq. di esposizione) per svelare poi cosa è successo durante l’affidamento dei bandi di gara, il tormentato inizio dei lavori, i necessari by-pass per adattare i lavori al progetto, lo stop della “Maglia-bechiana”, lo stop per il terremoto dell’Aquila e le indicazioni antisismiche nel progetto, il contenzioso che ha portato al commissariamento la Stazione Appaltante, il caso del G8 e la Protezione Civile, le vicende delle ordinanze “fantasma”, l’ingegnere “parrucchiere”, la revoca del commissariamento voluta a forza dall’allora Ministro Bondi, per poi finire con lo stato di fatto che - ancora oggi - è rimasto tutto lì come alla fine del suo commissariamento…

Il tutto viene registrato con un linguaggio semplice ed accattivante negli undici capitoli dedicati, dove non nascondiamo la nostra sorpresa nel vederci citati in tre diverse circostanze (pagg. 153, 160-161 e 173-174), essendo la nostra Organizzazione Sindacale stata presente e partecipe per l’azione propulsiva nei confronti del Ministero a tutti gli “avvenimenti” descritti dal 2006 in poi …

Learco Nencetti

 

mercoledì, ottobre 12, 2011

DALLA FEDERAZIONE CONFSAL-UNSA: ASSICURAZIONE GRATUITA CONTRO INFORTUNI SUL LAVORO E IN ITINERE: NOTA ESPLICATIVA E ISTRUZIONI OPERATIVE

ASSICURAZIONE GRATUITA CONTRO INFORTUNI SUL LAVORO E IN ITINERE: NOTA ESPLICATIVA E ISTRUZIONI OPERATIVE.

 

La presente comunicazione è volta a fornire chiarimenti riguardo alla polizza assicurativa stipulata con la Società Assicurativa CATTOLICA a favore dei soli iscritti della Federazione Confsal-Unsa, che ne beneficiano automaticamente e gratuitamente.

Si forniscono di seguito le modalità operative:

 

1.     I responsabili sindacali sono invitati a far compilare la scheda anagrafica allegata agli iscritti, necessaria per identificare senza margine di errore - grazie al codice fiscale - gli assicurati, e a trasmetterla entro il mese di ottobre ai rispettivi Coordinamenti per il successivo inoltro a questa Segreteria Generale.

 

2.     in caso di infortunio sul lavoro o in itinere gli iscritti dovranno seguire scrupolosamente le seguenti istruzioni: entro 7 giorni dal verificarsi del sinistro, inviare a mezzo raccomandata, indirizzata a "Federazione Confsal-Unsa – servizio assicurazioni", via della Trinità dei Pellegrini n. 1, 00186, Roma, la sotto indicata documentazione:

 

A.          "MOD. A" di denuncia dell'infortunio, (disponibile sul sito www.confsalunsa.it, al link "Assicurazione Infortuni"). IMPORTANTE: IL MOD. "A" DEVE ESSERE COMPILATO IN MODO COMPLETO, SPECIALMENTE INDICANDO CON ESATTEZZA I CAMPI DELL'ORA DEL SINISTRO, QUELLO DELL'ORARIO DI SERVIZIO E L'INDIRIZZO ESATTO IN CUI SI E' VERIFICATO IL SINISTRO. Riguardo all'indirizzo, questo non va riportato in modo generico descrivendo solo la sede di servizio, ad esempio "Casa Circondariale Genova Marassi", ma esso va indicato con precisione, scrivendo, come nel caso dell'esempio precedente, "Piazzale Marassi n. 2, 16156 - Genova".

 

B.          VERBALE DI PRONTO SOCCORSO (è un documento specifico rilasciato dall'ente ospedaliero. La Cattolica aprirà la pratica solo in presenza di questo documento. Tutta la restante certificazione sanitaria potrà essere prodotta in un momento successivo, ma in questa fase iniziale è indispensabile inviare il "Verbale di pronto Soccorso"). L'interessato sarà contattato direttamente dalla Cattolica Assicurazioni con cui si rapporterà anche per la presentazioni di eventuali ulteriori certificazioni mediche. Comunque, per ulteriori chiarimenti, l'assicurato-iscritto potrà rivolgersi, ogni Mercoledì e Venerdì, dalle 15.00 alle 17.30, a: Cattolica – Agenzia di Roma Confsal n° 002190 – Confsal Servizi S.r.l. Agente Generale, dott. Marco Tomassoni, tel. 06/55.34.21.20, fax 06/55.34.21.27. e-mail: romaconfsal@cattolica.it .

Con l'occasione si forniscono le informazioni relative all'assicurazione stipulata a favore degli iscritti.

 

Durata dell'assicurazione: La polizza assicurativa ha validità dal 20.09.2011 fino al 20.09.2012.

 

Campo di applicazione: La polizza assicurativa copre infortuni sul lavoro (durante il servizio) e in itinere (nel limite di sinistri occorsi un'ora prima del servizio e fino a un'ora dopo lo stesso) che provocano la morte o l'invalidità permanente dell'assicurato.

 

Definizioni:

 

v          Assicurato: impiegati pubblici in servizio presso i ministeri della Repubblica iscritti al sindacato Federazione Confsal-Unsa.

 

v          Infortunio: ogni evento dovuto a causa fortuita, violenta ed esterna, che produca lesioni finisce obiettivamente constatabili che abbiano per conseguenza diretta ed esclusiva la morte o l'invalidità permanente.

 

v          Invalidità permanente: la perdita definitiva, totale o parziale, della capacità dell'assicurato a svolgere un qualsiasi lavoro, indipendentemente dalla sua professione.

 

v          Sinistro: il verificarsi dell'evento per cui è prestata l'assicurazione.

 

v          Garanzie e somme assicurate: Ciascuna persona si intende assicurata per le seguenti garanzie e somme assicurate:

50.000 € per morte per infortunio;

fino a 50.000 € per invalidità permanente da infortunio.

 

Nuovi iscritti e revoche

 

Tutti i responsabili sindacali sono invitati a comunicare via mail ai rispettivi Coordinamenti, i nominativi dei nuovi iscritti e il relativo codice fiscale.

La revoca dell'iscrizione alla Federazione Confsal-Unsa comporta la perdita della copertura assicurativa a far data dalla revoca.

 

Cordialità e saluti.

 

IL SEGRETARIO GENERALE

Massimo Battaglia

martedì, ottobre 04, 2011

DAL NOTIZIARIO SETTEMBRE 2011

COSI’ L’EX SINDACALISTA UIL OTTENNE L’INCARICO DI DIRIGENTE SIAE

 

Qualche tempo fa sotto l’egida dell’allora Ministro Bondi, si procedette alla nomina di un noto sindacalista della UIL-bac nei ranghi del personale dirigente della SIAE.

Tale nomina, molto discussa nei corridoi del Ministero, in quanto appariva come ultima novità uscita dai meandri della ristretta cerchia del Ministro uscente.

Roba da fare scandalo solo a pensarci e, che purtroppo, solo il Ministro Bondi e i (suoi) casi umani, poteva giu-ngere a tal punto.

Infatti, come si può evincere da una nota a firma dell’ex Coordinatore Nazionale della CGIL datata 26 novembre 2010… “Da qualche giorno si stanno cavando dal cilindro le malefatte di Bondi e tra le tante ricordate, viene sottaciuta quella della nomina a Dirigente della SIAE del segretario della UIL-bac Gianfranco Cerasoli. Sì il noto castigatore di Sgarbi. E pensare che grazie a Vittorio Sgarbi e alla sua “ascesa” al Polo veneziano che deve la sua nomina che, guarda caso, non ha rispettato i cardini indicati dalla Corte dei conti e dei quali rimproverava il Ministro: aumento della spesa, mortificazione dei dirigenti interni “che aspirino a ricoprire quel posto”. Già la SIAE è un ente pubblico economico e per qualcuno anche un carrozzone, quindi tutto è lecito? Vediamo di fare un po’ di conti per avere Sgarbi a Venezia: i due “pretendenti” vengono nominati Direttori Generali/regionali; Cerasoli dirigente alla SIAE con una possibile e ulteriore appendice di un dirigente avente diritto, ma, ahi lui, dimenticato…” Sempre secondo quanto affermato dall’ex coordinatore della CGIL, sembrerebbe che dopo lungo penare e contrattare con Bondi l’ex sindacalista della UIL-bac Gianfranco Cerasoli, abbia ricevuto l’importante incarico alla SIAE, grazie all'esposizione mediatica derivata dalla controversia da lui orchestrata contro la nomina di Sgarbi, sino ad arrivare ad ottenere la contropartita per la solerte operazione-collaborazione con la parte politica e manifestare il proprio silenzio assenso.

La vicenda trova conferma in una nota apparsa sul forum della stessa CGIL, con la quale si dichiara… “Il contorno della notizia non la conosco ma si è parlato di riunioni segrete nella sede della SIAE col Dirigente generale Blandini insieme al Capo di gabinetto, Giro… Bondi (questo lo immagino io)

con l'obiettivo di eliminare colui che poteva ostacolare la nomina di Sgarbi a Venezia.

Così la pensa Bondi ma non perché poi fosse vero… la Corte ci ha pensato però è indubbio che la campagna mediatica è stata fuori e questo anche grazie a Sgarbi e i suoi SMS ecc.

Dunque la storia si ripete: i sedicenti capopopolo alla fine hanno un prezzo e i potenti lo sanno e poi lo fanno.

Dirigente alla SIAE...e con quali competenze? ricordate quando strepitava sugli incarichi esterni e sulle competenze? Oggi d'incanto non esistono più quelle (finte) polemiche...”

Questo ha comportato lo sbotto dell’ex coordinatore della CGIL con la seguente affermazione… “Io sono pensionato ma lui non ha gli anni per la pensione: cambia casacca, mestiere e soprattutto stipendio! Insomma il moralista oggi sarebbe da moralizzare…”

Del resto, anche se il Cerasoli ha comunicato a suo tempo le proprie dimissioni dal Consiglio superiore, altrettanto non ha fatto, nel rassegnare le proprie dimissioni dal Ministero, dal momento che andava ad assumere l'incarico di Direttore Generale al Piano Industriale della SIAE, anzi con la piena collaborazione di alcuni Dirigenti della Direzione OAGIP, gode della illegittima aspettativa per tutta la durata dell’incarico dirigenziale, pienamente concertata, affinché lo stesso non sia costretto alle dimissioni dai ruoli ministeriali, dal momento che la SIAE è un Ente Pubblico economico e non una Pubblica Amministrazione.

Mai nessuno appartenente ai ranghi del Ministero fino ad ora, è riuscito così splendidamente a farsi servire. Nella stessa giornata silenziosamente veniva firmato il decreto e con tutta fretta veniva inviato agli Organi di Controllo, al fine di porre in essere in favore dell’ex sindacalista UIL-bac il "prestigioso incarico" a cui era stato chiamato esclusivamente chissà per quali meriti acquisiti sul campo.

Quasi tutti si pongono una domanda, come abbia fatto il Sig. Cerasoli ad ottenere  l’incarico alla SIAE e in base a quali meriti; è forse un professionista del Settore? Oppure siamo di fronte al solito "promoveatur ut amoveatur"? Forse la UIL-bac dovrebbe delle spiegazioni a tutti i lavoratori del Mibac.

Per questo riteniamo che l’ex Segretario Nazionale della UIL-bac , debba fornire chiarimenti assai validi, sia sul prestigioso incarico, che sulle eloquenti somme che percepirà alla faccia di tutti coloro che sono ancora fermi nei processi di riqualificazione.

Come ha scritto qualcuno nel forum di cui sopra “…Noi siamo, per natura, felici dei successi altrui, ma i ruoli ricoperti pretendono chiarezza. Questo fa parte della battaglia politica e delle idee, che passa anche attraverso i comportamenti di chi porta responsabilità di rappresentanza dei lavoratori ad alto livello…”

Si dirà che… “Non è la prima volta e non sarà l’ultima, che qualche volpacchiotta abbandoni il suo mestiere di rappresentanza sindacale per cincischiare col potere, ricevendo ed ottenendo un ben remunerato incarico, politico o manageriale che sia, in cambio del "tolgo il disturbo"…

Che Cerasoli venisse investito della carica di Dirigente, non desterebbe alcun stupore, se non fosse per il fatto stesso, che proprio lui, durante tutta la sua carriera di sindacalista, si è sempre opposto agli incarichi dirigenziali esterni, denunciando apertamente il clientelismo e il nepotismo dei poteri della politica e dell’Alta burocrazia. Così come è stato quando si è opposto alla stabilizzazione del Capo di Gabinetto dell’allora Ministro Bondi.

Gridava allo scandalo: Bondi promuove il suo Capo di Gabinetto Nastasi e attraverso una nota dell’ufficio stampa UIL-bac denunciò pubblicamente... “Poi si dice che questo è un paese libero, ieri sera le redazioni dei giornali sono state tempestate di telefonate interessate affinché non venisse pubblicato il testo di denuncia della UIL-bac contro l'emendamento ad personam (Nastasi) scandaloso approvato al Senato per la stabilizzazione a vita nei ruoli del Mibac con il grado di Direttore Generale.

Il bello o lo squallore di questa vicenda è che hanno pure la faccia di bronzo di definirlo un "precario dei beni culturali".

Tuttavia la partita non finisce qui, avremo altre puntate su questo e su altri argomenti…”

E ancora contestualmente, lanciava un grido di allarme sul rischio delle Soprintendenze e Direttori di Archivio e di Biblioteche… “''Invece di potenziare le sovrintendenze, il ministro dei beni culturali Sandro Bondi taglia posti da sovrintendente, da direttori di Archivio e di Biblioteca''. E' quanto afferma il segretario generale della UIL-bac, Gianfranco Cerasoli, spiegando che questo avverrebbe grazie ad un provvedimento che consentirebbe di "stabilizzare nel ruolo di Direttore Generale del Mibac il suo Capo di Gabinetto''. La questione si pone dall'approvazione in Senato del 'disegno di legge sulla protezione civile n.195'. All'articolo 14 ''grazie ad un emendamento del senatore Antonio D'Ali' che fa riferimento ai beni culturali - aggiunge il sindacalista - si prevede un provvedimento che non si applica in nessun altro caso, ma solo al Capo di Gabinetto permettendogli la stabilizzazione a vita nel ruolo di Direttore Generale''. ''La gravità dell'emendamento già approvato dall'aula del Senato - rileva Cerasoli - sta nel fatto che per coprire la spesa del Direttore Generale, il ministro Bondi farà un decreto Ministeriale per tagliare almeno 2/3 posti da Dirigente di seconda fascia. Questo significa che taglierà posti da Soprintendente , da Direttori di Archivio e di Biblioteca alla faccia della tutela''. Per questo la Uil chiede al Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ''nonché' a tutti i parlamentari che hanno a cuore le sorti del patrimonio culturale Italiano - conclude il segretario generale della Uil beni culturali - di cancellare la norma che rappresenta uno schiaffo alle norme vigenti in tema di Dirigenza Generale nonché ai tanti soprintendenti, direttori e funzionari che operano giornalmente in frontiera''…

È chiaro a tutti, dopo questo “excursus” che qualcosa di anomalo esiste e che determinate operazioni, sono state condotte con la compiacenza, non solo del personale politico, ma anche e soprattutto con l’apporto di alcuni dirigenti ministeriali che con la loro azione si sono prestati a concedere, non solo l’aspettativa, ma addirittura agevolarne l’incarico, nonostante le incompatibilità previste dalle norme Brunetta.

L’inserimento dell’ex sindacalista UIL-bac , con l’incarico di dirigente SIAE, ha messo in allarme i sindacati di quel settore… “nessun piano solo tagli quanto al nuovo management, contro cui non hanno ''nulla di personale'', ma… “alcune nomine aggiungono le organizzazioni sindacali, suscitano anche qualche ''perplessità''', come ''un ex poliziotto a guida dell'ufficio attivazione del piano strategico'', ''l'avvocato di fiducia del direttore Generale come subcommissario'' e ''Gianfranco Cerasoli a capo relazioni sindacali, carica che secondo una legge Brunetta e' in conflitto con quella di segretario generale UIL-bac ”…

 

Giuseppe Urbino