martedì, ottobre 04, 2011

DAL NOTIZIARIO GIUGNO 2011

INSIEME TUTTO E’ POSSIBILE!.

 

La recente proposta della Lega, di trasferire alcuni Ministeri al nord, ha aperto, come sappiamo, un ampio dibattito tra le forze politiche e, soprattutto, ha trovato pareri contrari tra i rappresentanti di più schieramenti, anche appartenenti alla stessa coalizione di Governo, tra i quali giova ricordare il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, la Governatrice del Lazio, Renata Polverini ed il Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. Non è nelle intenzioni di questo editoriale entrare nel merito della proposta leghista ma alcune osservazioni, per quanto riguarda il mondo che più ci è vicino, quello dei Beni Culturali, devono essere pur fatte. Il nostro Ministero, come peraltro anche numerosi altri dicasteri, pur avendo la sede istituzionale a Roma, in virtù della sua peculiarità, ha un forte decentramento su tutto il territorio nazionale. Basti pensare alle diciassette Direzioni Regionali per i Beni Culturali e Paesaggistici, che, in quanto regionali, sono ampiamente presenti anche al nord della penisola. Che dire poi, delle Soprintendenze, dislocate anch’esse su tutto il territorio nazionale, passando per le Soprintendenze Archivistiche, gli Archivi di Stato, le Biblioteche statali? Un Ministero, quello dei Beni e le Attività Culturali, che già è per sua natura fortemente decentrato, è la dimostrazione pratica di come siano strumentali e provocatorie le parole del leader della Lega Umberto Bossi. Certo, si potrà obiettare che tra i Ministeri indicati dal suddetto non è stato nominato il nostro ma, se ben ricordiamo, in un primo tempo il MiBAC era stato proposto per essere spostato da Roma a Firenze, come se Firenze, con le sue Soprintendenze, la sua Direzione Regionale, la Biblioteca Nazionale Centrale e quant’ altro, non sia già ampiamente rappresentata. Ad ogni buon conto, la proposta provocatoria di Bossi deve anche spingerci a qualche riflessione perché, se da un lato non è vero che gli impiegati statali siano maggiormente presenti a Roma (recenti statistiche pubblicate anche su alcuni quotidiani danno una maggiore presenza di dipendenti pubblici proprio nel nord Italia), è anche vero che Roma è diventata nel corso dei decenni la capitale del potere, soprattutto quello ostentato da tanti politici e alti burocrati. Tanto per dirne una, le auto blu non sono diminuite affatto ed ognuna costa al contribuente cifre esorbitanti: dalle spese per gli autisti a quelle per l’ assicurazione, il bollo, la benzina, la manutenzione, ecc. Ma quello che più preoccupa, almeno nel nostro Ministero, è il vedere che di tutto si tiene conto tranne che della cultura.Ad esempio: avevamo bisogno veramente di un altro Sottosegretario di Stato, visto anche quello che comporta in termini economici al contribuente in termini di benefit, segreteria, auto blu, ecc.?

E quanti burocrati hanno doppi incarichi? E ancora, quanti alti papaveri del Ministero, ormai pensionati, si riciclano come consulenti? Forse una spiegazione c’è: la natura deve averli dotati di particolari qualità che li rendono unici ed insostituibili. Oppure esiste un’ altra spiegazione, più vicina alla realtà: non se ne vogliono andare! I doppi incarichi fanno troppa gola, e lasciare la poltrona, anche se ormai vecchie cariatidi, non fa per loro. Ma questo giova alla cultura? Quando si pensa al mantenimento dello “status quo” lo si fa per il beneficio personale oppure per quello più generale? Una cosa è certa, i posti di lavoro sono occupati da anziani e i posti di prestigio sono occupati da ultra settantenni. Quando ed in che modo potranno avere un’occupazione i nostri giovani? Soprattutto nel nostro Ministero, che è un Ministero tutto sommato giovane (è sorto nel 1974) l’età media degli impiegati supera i cinquantacinque anni. Urge quindi un ricambio generazionale ma non si potrà avere tale ricambio se prima non sarà cambiata la mentalità che ha portato a questa situazione. Non dimentichiamoci che il MiBAC ha bisogno come il pane di giovani leve da inserire in settori strategici, come quello del restauro, dell’ archeologia, della demoetnoantropologia, ecc. Giunge quindi a proposito la proposta della nostra Federazione CONFSAL-UNSA di arrivare in tempi brevi ad uno “scivolo” che consenta, a chi ha raggiunto determinati requisiti, di poter andare in pensione liberando pertanto un posto di lavoro che potrebbe essere occupato da un giovane lavoratore. La proposta, che è allo studio unitamente ad alcuni parlamentari di schieramento trasversale, si spinge ancora più in là: equiparare i ministeriali alle Banche e alle Poste Italiane dove è previsto che un dipendente è incentivato a lasciare il posto di lavoro in favore del proprio figlio. Potrà sembrare una proposta demagogica ma ciò non è perché se questo non è demagogico per le banche o per le poste, perché dovrebbe esserlo per i ministeri? In conclusione quindi diamo più spazio ai giovani e alla Cultura, quella con la C maiuscola, non riducendola ad un teatrino di pessimo gusto. Basti pensare all’ultima trovata dei nostri “Geni”, lautamente pagati dal contribuente: scrivere a caratteri cubitali il nome Nerone, utilizzando dei pannelli in stile liberty inseriti negli archi del Colosseo Si tratta di un grave danno estetico alla facciata del monumento più visitato al mondo, che crea anche problemi di sicurezza, vista la pesantezza delle gigantesche lettere che compongono la suddetta scritta. Tutto questo per pubblicizzare una mostra che si sta svolgendo all’ interno dell’ Anfiteatro Flavio. Peraltro, oltre ai problemi estetici e di sicurezza, sorgono anche problemi di altra natura: quanto di costa questo scempio in termini economici e di immagine? E’ proprio il caso di dire: “e io pago!”. Questo è solo un esempio di trascuratezza e mala gestione della cosa pubblica che anche altri sindacati farebbero bene a denunciare, se non fossero così presi dall’andare a braccetto con il potente di turno per ottenere questo o quel favore. La triplice, in questo senso, è maestra e quello che a noi fa meraviglia non è tanto la loro voglia di cogestione dei Beni Culturali ma con quale faccia si presenteranno all’appuntamento elettorale per il rinnovo delle R.S.U. che si terrà nel mese di marzo 2012. Troveranno ancora un seguito o forse, come speriamo, i lavoratori si saranno finalmente resi conto dei loro doppi e tripli giochi, fino a non votarli? Non dimentichiamoci che le R.S.U. sono un organismo collegiale ed elettivo e possono partecipare ad esso anche i non iscritti al sindacato. Ben venga quindi chi ha voglia di dare un suo contributo senza per questo sentirsi vincolato all’ adesione all’organizzazione sindacale. Noi della Confsal-Unsa Beni Culturali, liberi da vincoli partitocratici e da doppi giochi di palazzo abbiamo un obiettivo ambizioso:       OTTENERE UNA BUONA   POSIZIONE! Abbiamo tutte le carte in regola per poterci permettere questa aspettativa e questo lo percepiamo da numerosi fattori, non ultima la nostra capillare presenza su tutto il territorio nazionale, grazie anche alle strutture territoriali Federali e, soprattutto, grazie all’opera di divulgazione e quotidiana informazione della quale riceviamo i complimenti da parte di migliaia tra iscritti e simpatizzanti. Pertanto, se tra i lettori, anche non iscritti alla nostra Organizzazione Sindacale, ci fosse qualcuno interessato ad aderire al nostro progetto per l’ appuntamento elettorale del 2012, magari proponendosi come candidato oppure caldeggiando la candidatura di qualche collega, è calorosamente invitato a contattarci e saremo lieti di dargli tutte le necessarie informazioni e delucidazioni. Candidarsi alle R.S.U. vuol dire essere protagonisti della vita lavorativa nel proprio Istituto ma questo non si può ottenere da soli. Bisogna unire le forze e dimostrare che siamo diversi dai soliti sindacati di palazzo. Questo lo possiamo fare solo stando uniti perché: INSIEME TUTTO E’ POSSIBILE!.

 

Nessun commento:

Posta un commento