martedì, ottobre 04, 2011

DAL NOTIZIARIO LUGLIO 2011

NUOVI SACRIFICI PER I LAVORATORI E LE LORO FAMIGLIE, MENTRE NON SI TOCCANO I PRIVILEGI DI MINISTRI, PARLAMENTARI E DI TUTTI QUELLI CHE APPARTENGONO ALLA CASTA

 

 

 

Il testo della manovra come è uscito dal primo passaggio dalle commissioni di Palazzo Madama prevede diversi cambiamenti rispetto al decreto originario: l'impatto della manovra sale oltre i 70 miliardi al 2014.

Tagli a tutte le agevolazioni fiscali, fra le numerose voci vengono colpiti i nuclei con figli a carico, le spese per l'istruzione, quelle mediche e per gli asili nido.

La via dolorosa è già iniziata con l'aumento delle accise sulla benzina scattate nell'ultima settimana: in tutto 6 centesimi al litro, Iva compresa, che hanno già fatto lievitare il costo del pieno.

I tagli di 9,3 miliardi agli enti locali imposti dalla manovra saranno la miccia che renderà inevitabili gli aumenti delle tasse locali, ad esempio nei 2.500 comuni che hanno ancora l'addizionale Irpef a quota zero.

Senza contare che le Regioni, negli anni topici dell'impatto della manovra potranno aumentare le addizionali Irpef fino al 3 per cento.

E ancora: dal primo gennaio del prossimo anno tornerà il ticket di 10 euro sulla diagnostica e sulla specialistica, mentre i "codici bianchi" al pronto soccorso pagheranno 25 euro. Nemmeno due anni e, nel 2014, come previsto dalla manovra di giovedì scorso, scatterà la possibilità di un aumento della quota nazionale dei ticket sulla farmaceutica.

Senza considerare che il governo nei prossimi tre anni avrà in mano una delega che gli consente di aumentare, seppure gradualmente, l'Iva: una misura che nessuno può escludere che arrivi prima dei tre anni previsti.

Del resto i rincari camminano a passo veloce, da due giorni sono scattati aumenti di luce e gas: la norma che avrebbe potuto compensare i rincari e ammorbidire la bolletta energetica del 3-4 per cento con un taglio degli incentivi è scomparsa dalla manovra. Mentre si profila un nuovo rischio: le grandi aziende concessionarie di beni pubblici, come le autostrade, gli aeroporti e le ferrovie, subiranno una stretta nei bilanci sulle politiche di ammortamento e non è escluso che si vedano costrette a chiedere nuovi aumenti tariffari. Cambia l'imposta di bollo sui conti depositi titoli che viene praticamente triplicata, così come anche le controversie di lavoro saranno a carico del lavoratore.

 

Infatti, il Governo già con la legge finanziaria relativa al 2010 (L. 191/2009) aveva previsto il pagamento di un contributo unificato da parte del lavoratore, limitatamente ai giudizi di Cassazione. Con la stessa legge finanziaria, è stato abrogato il contributo unificato di 103,00 euro, previsto dal comma 4 dell’art. 13 del D.P.R. 115/2002, relativo ai processi di locazione, esteso anche ai processi del lavoro. Durante l’esame della norma al Senato, viene stralciato il relativo art. 67 bis, quindi fino ad ora, il processo del lavoro era gratuito per il primo e secondo grado, restando sottoposto all’obbligo del pagamento di un contributo unificato, solamente per il grado di Cassazione.

Con l’entrata in vigore del Decreto Legge 98/2011, l’intero sistema cambia e assoggetta al versamento del contributo il lavoratore per ogni grado di giudizio. Inoltre, il contributo è diversificato, prendendo in esame per la quota da pagare, il reddito e il valore economico della causa.

Questo sistema, porterà ad una drastica riduzione del contenzioso, pertanto si dovrà versare allo Stato euro 225,00 di contributo unificato più euro 8,00 di valori bollati (versamenti che potrà eseguire direttamente il cliente presso le apposite ricevitorie-tabacchi), ed euro 30,00 per le notifiche dei ricorsi;

Tutto ciò a causa dell'introduzione, di questa Manovra Finanziaria varata con D.L. n. 98 del 06.07.2011, del processo a pagamento anche per le controversie dinanzi al Giudice del lavoro, le quali prima di tale data erano esenti. All’uopo occorre precisare che vi sarebbe anche la possibilità di evitare il pagamento di questi ultimi importi (euro 225,00 più 8,00 più 30,00), in quanto nella finanziaria è stata prevista l'esenzione per i ricorrenti che hanno un reddito lordo annuo inferiore ad euro 21.000,00.

Pertanto, un consiglio è d’obbligo prima di iniziare qualsiasi controversia di lavoro è essenziale visionare il CUD dei ricorrenti.

È chiaro che l’intento del Governo è quello di rifarsi sempre più sui redditi dei lavoratori dipendenti e quindi, come spesso accade, anche quando cambiano i suonatori, purtroppo per i lavoratori la musica è sempre la stessa.

Certamente però, non possiamo rimanere fermi e tranquilli, anche perché non sappiamo cosa si aspetta in futuro e quindi Per noi è arrivato il momento di scendere in campo, Non possiamo che assumerci le nostre responsabilità di fronte ad una situazione gravissima che sembra dover peggiorare ogni giorno di più.

Per questo invitiamo la Federazione Confsal-Unsa e la  Confederazione Confsal ad assumere idonee iniziative di protesta per far cambiare significativamente il contenuto della manovra che scarica ancora una volta tutti i costi della crisi e delle speculazioni finanziarie sulle famiglie.

Inoltre, esortiamo tutti i nostri iscritti e simpatizzanti, ivi compreso i nostri delegati ed attivisti di tutt'Italia, ad organizzare una forte opposizione, che parte dal basso e faccia sentire la sua voce in tutto il paese.

Ci faremo portavoce di questo dissenso e incalzeremo tutte le nostre strutture sindacali, affinché si possa proporre quanto prima una giornata di sciopero generale e manifestazione nazionale.

 

Giuseppe Urbino

 

 

 

 

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