venerdì, ottobre 21, 2011

MiBAC: GIORNATA DI PROTESTA A MILANO CONTRO LA SVENDITA DEL PATRIMONIO CULTURALE.

LA PINACOTECA DI BRERA, IL CENACOLO VINCIANO, LA BIBLIOTECA BRAIDENSE, L’ARCHIVIO DI STATO E TUTTI GLI ISTITUTI DEL MINISTERO BENI CULTURALI IN MILANO SONO RIMASTI CHIUSI AL PUBBLICO DALLE 10 ALLE 12.30

 

L’iniziativa promossa dalle OO.SS. e sfociata con un presidio di protesta si e’ svolto nella mattinata del 19 ottobre 2011 in corso magenta 24, presso la sede della direzione regionale per i beni culturali della Lombardia, a cui hanno partecipato più di un centinaio di lavoratori del settore che con megafoni e cartelli hanno fatto sentire la loro voce denunciando la volontà del ministero di abbandono dell’intervento pubblico nel settore cultura e di svendita dei “gioielli di famiglia”.

Nel 1998 il Demanio ha affidato alla Biblioteca Nazionale Braidense, (che riveste un interesse storico rilevantissimo per la città di Milano e a livello nazionale per il valore delle raccolte possedute), l’ex Cavallerizza di Radetzky, immobile di rilevante interesse culturale anche a causa  del suo riferimento con la storia politica e militare del Risorgimento Italiano, (ospitava cavalli e magazzini ai tempi del ritorno del Maresciallo Radetzky a Milano nel 1848), l’immobile si trova a Milano in via Foldi n.2 (zona cinque giornate, corso 22 marzo).

Il Ministero ha finanziato interamente, a partire dal 2003, un intervento di restauro e riqualificazione funzionale, denominato ”Intervento per il recupero strutturale, impiantistico e funzionale dell’edificio al precipuo fine di soddisfare le esigenze della Biblioteca Nazionale Braidense”, specificamente finalizzato all’apertura alla città di una grande emeroteca, costato complessivamente circa 7 milioni di euro. I lavori sono terminati da qualche mese, la superficie oggi utilizzabile è complessivamente pari a 6.500 metri quadri.

La Direzione Regionale per i Beni Culturali della Lombardia, la Direzione della Biblioteca Braidense, con l’adesione della competente Direzione Generale del Ministero, ha stipulato un accordo di valorizzazione, da inquadrarsi nell’ambito dell’art.112 comma 9 del Codice dei Beni Culturali, con il FAI (Fondo Ambiente Italiano) che nelle intenzioni avrebbe dovuto garantire una più ampia e completa fruizione degli spazi dell’ex Cavallerizza.

In realtà, l’immobile ospiterà l’archivio raccolte della Biblioteca Nazionale Braidense, che non potranno, quindi, essere visibili in quel sito, per circa 2.350 metri quadri; mentre la restante parte dell’immobile verrà assegnata al FAI, che vi insedierà i propri uffici di Milano.

Il Fai si impegna a sostenere i costi di gestione e le spese di manutenzione ordinaria per tutto l’immobile, stimate in circa 100 mila euro per anno; mentre il progetto di valorizzazione, ed in questo senso il FAI ad oggi si impegna, sarebbe assolto con la proposizione e la gestione di 12 eventi all’anno negli ambienti nobili dell’immobile.

E’ necessario porre alcune domande a chi si è fatto promotore di questa iniziativa:

il Codice dei Beni Culturali consente la stipula di accordi di valorizzazione, i quali dovrebbero prevedere l’erogazione di servizio pubblico: in questo caso si fa davvero fatica a comprendere come la conservazione delle raccolte e l’organizzazione di 12 eventi in un anno, tra l’altro nemmeno abbozzati nel testo dell’accordo, possa giustificare la concessione dell’intero immobile per 9 anni a zero canone di affitto, in una zona di Milano di forte rilievo commerciale.

l’Amministrazione Pubblica sembrerebbe non aver pubblicizzato in alcun modo l’intenzione di procedere ad una assegnazione dell’immobile; dichiara, infatti, di aver scelto le modalità di affidamento a seguito di una disponibilità del FAI, manifestata nello scorso mese di febbraio;

la scelta di stipulare un simile accordo mal si concilia con la fame di spazi che l’Amministrazione dei Beni Culturali vive a Milano, in cui in questo momento affronta il dramma della Grande Brera, ristruttura Palazzo Litta per ospitare i propri uffici ed è gravata da affitti per centinaia di migliaia di euro.

Pertanto, gli Istituti dei Beni Culturali di Milano sono rimasti chiusi al pubblico il giorno Mercoledì 19 ottobre 2011 per denunciare un altro tentativo di svendita del patrimonio pubblico; oggi è stato proclamato lo stato di agitazione e numerose sono le iniziative di protesta in programmazione nei prossimi giorni.

A cura di Ermes Muzzupappa

 

 

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