martedì, ottobre 04, 2011

DAL NOTIZIARIO APRILE 2011

DOPO BONDI C’E’ GALAN

Quali sono i propositi e la politica di gestione dei Beni Culturali?

 

Il ministro ha presentato al Senato il programma del Mibac.

In quella sede, ha affermato che non servono più soldi ma solo la capacità di spenderli. Questo è quanto hanno riportato i giornali e le notizie di agenzie:

“Bisogna che gli introiti dei musei e dei siti archeologici tornino al ministero.

Occorre attrarre le iniziative dei privati con sgravi fiscali e puntare sul paesaggio.

Per questo, investire nella cultura non è indispensabile, ma è fondamentale.

La cultura rappresenta la benzina del Paese. C'è bisogno di investire, non servono più soldi, ma capacità di spenderli. Quando si ha questa capacità, i soldi si trovano come è il caso di Pompei''.

Infatti, il Neo Ministro, prosegue con alcune sue dichiarazioni fatte al Senato, illustrando le linee programmatiche del suo dicastero.

L'obiettivo del ministero "è favorire un'offerta culturale adeguata per qualità e quantità", ha proseguito Galan che ha aggiunto:

 "Non si arriva da nessuna parte se la politica da un lato e la comunità intellettuale dall'altro si fanno la guerra. Questo vale ancora di più se consideriamo il Paese nel contesto internazionale. La politica senza comunità intellettuale perde di spinta intellettuale.

E la comunità intellettuale senza politica perde una possibilità in più di far diventare concrete le sue proposte".

La "piattaforma ineludibile per tutti gli schieramenti politici" resta "l'articolo 9 della Costituzione, che promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione".

Galan ha poi esposto il proprio programma.

"Mi impegnerò - ha detto - affinché gli introiti dei musei e dei siti archeologici statali rimangano al Mibac, eliminando quella norma della Finanziaria del 2008 che vieta la riassegnazione al ministero dei proventi della bigliettazione dei musei, dei servizi aggiuntivi e perfino delle stesse elargizioni liberali. Una norma che ha ridotto di più del 50 per cento negli ultimi anni questi importanti fonti di finanziamento nell'azione di tutela del ministero".

In merito alle risorse comunitarie per il quinquennio 2007-2010, Galan ha osservato che "dei 37,4 miliardi di euro disponibili, solo il 16 per cento è stato programmato e solo il 9 per cento speso. Per la cultura ci sono 31 miliardi di spesa da investire'', mentre "Arcus dovrà fare affidamento sul tre per cento degli investimenti per grandi opere''.

Galan ha inoltre annunciato che si terrà a breve la riunione di un comitato di ministri per focalizzare le necessità della cultura. "Presenterò la richiesta al Cipe - ha spiegato il ministro - per le priorità da dare al palazzo del cinema di Venezia, agli auditorium di Firenze e di Reggio Calabria e per la realizzazione della grande Brera". In merito agli scavi di Pompei, visitati ieri dal ministro, il titolare del Mibac

ha dichiarato:

"Ho disposto la costituzione di una unità operativa con i miei uffici per identificare le modalità operative con un programma di interventi e collaborazione con la Regione Campania, per la valorizzazione del territorio utilizzando le risorse comunitarie. Farò anche una norma che faciliti la sponsorizzazioni per far sì che i privati possano adottare le domus''.

Per la cultura, ha sottolineato Galan, "punterò anche sui privati del terzo settore, del non profit e delle imprese''. Necessari a questo proposito sono gli sgravi fiscali ''per coinvolgere privati, cittadini e aziende sull'esempio di quanto accade in Europa, in special modo in Francia''Ma un punto fermo restano le garanzie tecniche "delle soprintendenze che hanno dato prova di eccellenza''. Per Galan resta un "obiettivo fondamentale" il "varo dei nuovi piani paesaggistici regionali, definiti d'intesa con lo Stato, in modo da stabilire regole certe e condivise per i cittadini circa le trasformazioni del territorio compatibili con la tutela del paesaggio". Il Mibac, ha ricordato Galan, "ha avviato il processo di pianificazione congiunta con le Regioni e ha stipulato numerosi protocolli d'intesa per la redazione congiunta dei nuovi piani paesaggistici con Veneto, Abruzzo, Umbria, Piemonte e Campania. È in corso il lavoro di predisposizione di questi piani, che dovranno infine essere approvati con un accordo conclusivo. Finora, però, per vari motivi che voglio approfondire e per diversi problemi che desidero risolvere - ha rilevato il ministro - non si è ancora pervenuti alla definizione di questi nuovi piani, che potrebbero semplificare, e di molto, le problematiche attuali della materia".

Il titolare del Mibac ha anche annunciato l'intenzione di creare un Consiglio dei giovani per il ministero dei Beni culturali e di volere ''proporre in Parlamento il varo di alcune semplici norme per migliorare la capacità di spesa del ministero e il rapido affidamento dei lavori di recupero e manutenzione''. Nello specifico, ha dichiarato Galan, "nel quadro delle iniziative governative per rilanciare competitività e crescita, proporrò una modifica al codice dei contratti pubblici, per innalzare la soglia della trattativa privata riguardo ai lavori sui beni culturali da 500 mila ad 1,5 milioni di euro''. In questa maniera, ha evidenziato il ministro, ''vorrei creare le condizioni perché gli interventi possano essere assicurati con adeguata tempestività, evitando per restauri di non grande dimensione economica, ma importanti per l'efficacia della tutela, le lungaggini e gli appesantimenti inutili delle procedure di gara, pur nel rigoroso rispetto dei canoni di trasparenza e di imparzialità nell'utilizzo del denaro pubblico”.

In Italia, ha sottolineato Galan, "è arrivato il momento in cui si rende necessario un Piano Rooesvelt per la cultura. Occorre una chiamata a raccolta nell'occasione del 150esimo dell'unità d'Italia di tutti quelli che vogliono dare un contributo, indicare una via, proporre modalità per il reperimento di risorse". "Ho ben chiara la missione ultima del Mibac - ha proseguita Galan -: essa consiste nel restituire l'Italia agli italiani, nel restituire loro una conoscenza, un'esperienza viva, un'interazione intellettuale che affonda il retaggio nei nostri padri". E' per questo, ha sottolineato Galan, "che sono convinto che il ministero debba concentrarsi sul patrimonio, sul permanente e non sull'effimero". Così ha concluso il ministro: "A noi spetta l'alto compito di far sì che ogni italiano torni a sentire come proprio il patrimonio ereditato dai padri. Il ministro per i Beni culturali sente su di sé la responsabilità di far rivivere il teatro, la musica, il cinema, di tutelare e valorizzare i musei, i siti monumentali, le biblioteche, gli archivi. Ma sente soprattutto la responsabilità di far conoscere, di difendere, di far respirare un organismo vivo, un ambiente culturale in cui la natura e l'arte sono state tanto unificate dalla storia da non potersi salvare l'una senza l'altra. Quell' organismo è insieme l'anima e il corpo della patria, quell'organismo è l'Italia".

Ovviamente, è ancora troppo presto per avanzare qualche critica sull’operato di Galan, sa di fatto però che ancora non ha ricevuto i sindacati e questo sembrerebbe voler dare scarsa importanza ai rappresentanti del lavoratori. Infatti se così fosse, dovrebbe sapere che questo atteggiamento non lo porterebbe da nessuna parte, poichè comunque, alla fine i conti li deve fare con il personale del Mibac, che fino a prova contraria garantisce l’apertura degli Istituti d’arte e Cultura.

Il Ministro Galan, si deve sforzare di comprendere che occorre innanzitutto, dare una sferzata ai massimi vertici ministeriali, buttando fuori gli incapaci e rimuovendo le strutture, iniziando dagli uffici di stretta collaborazione con il Ministro, sino alle Direzioni Generali.

Occorre, procedere all’effettiva valutazione dei dirigenti a tutti i livelli, bisogna riorganizzazione gli uffici, affinché siano più funzionali e rispondenti alla realtà.

Questo è il compito che deve avere a nostro parere il nuovo Ministro, non può pensare neanche lontanamente di occupare burocraticamente una poltrona senza impegnarsi fino in fondo per la rinascita del ministero, che mai come in questi ultimi tempi, è giunto oramai al declino e fatica per questo a rinnovarsi.

 

Giuseppe Urbino

 

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