giovedì, novembre 24, 2011

NOTIZIARIO ON-LINE SINDACATO CULTURA LAVORO N. 69/2011 DEL MESE DI NOVEMBRE 2011

POMPEI, I FONDI MAI UTILIZZATI E QUALCHE PROPOSTA

 

In una recente interrogazione parlamentare, 16 senatori, con in testa la parlamentare Pdl Diana De Feo, hanno chiesto chiarimenti, agli allora Ministri Galan e Tremonti, circa ingenti somme a disposizione della So printendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei che però non sono mai state utilizzate o utilizzate per interventi inutili.

Tale situazione, se confermata, pesa come un macigno sulla gestione attuale del Sito archeologico più famoso del mondo, con implicazioni sociali, culturali e tecniche delle quali sarà chiamato in causa il nuovo Ministro Prof. Lorenzo Ornaghi.

In breve, la situazione prospettata dai senatori in discorso è la seguente:

la Corte dei conti ha recentemente reso noto che nel corso degli ultimi anni la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei ha restituito al bilancio dello Stato la somma di 231 milioni di euro, in quanto non spesi.

Inoltre, nella cassa della Soprintendenza risultano esservi, al momento, 54 milioni di euro non spesi, destinati a non meglio precisati progetti.

Peraltro, sono in arrivo ulteriori 105 milioni di euro provenienti da fondi europei.

Per concludere, a breve saranno disponibili ulteriori 200 milioni di euro in 10 anni, erogati da un fondo internazionale, denominato "Défense", costituito da 2.500 imprenditori francesi.

Da queste premesse, si può ben capire che, contrariamente a quanto spesso affermato, le risorse finanziarie in questi anni non sono mancate, né mancano attualmente.

Eppure, negli ultimi anni, la Soprintendenza in questione non ha compiuto gli interventi indispensabili ed inderogabili per la conservazione del sito di Pompei e dall'indagine della Corte dei Conti sugli interventi di manutenzione del patrimonio archeologico, risultano spesi dalla Soprintendenza, per le attività di conservazione e tutela degli scavi, soltanto 165.000,00 euro nel 2007 e soltanto 266.000,00 euro nel 2008.

Ciò nonostante, Po mpei non è stata una città monumentale ma un luogo di villeggiatura, i cui edifici erano perciò costruiti con materiali semplici e deperibili.

Inoltre, non solo le domus, ma anche gli interventi murari più recenti sono messi in pericolo dalla forte umidità che sale dal terreno, tanto consistente in quanto il sito si trova in una depressione rispetto all'area circostante, la quale deteriora mosaici, intonaci ed affreschi.

Peraltro, le antiche canalizzazioni costruite dai Romani sono state distrutte all'epoca degli scavi.

Occorre quindi mettere in sicurezza le fondamenta attraverso un accurato intervento sul regime delle acque, nonché sula parte superiore degli edifici attraverso un sistema di coperture, grondaie, finestre. Purtroppo, gli unici interventi significativi sulla regimazione delle acque e di riduzione del danno sulle strutture e sugli apparati decorativi, sinora realizzati, sono quelli ascrivibili al periodo commissariale ed hanno riguardato il ripristino dell'antica rete fognaria e interventi sulle coperture delle Domus.

E' evidente quindi che negli scavi di Pompei, se è mancata quasi del tutto l'attività quotidiana di conservazione e manutenzione, non è certo per mancanza di fondi che invece sono stati dirottati su opere mai entrate in funzione, come ad esempio, i "serpentoni" dell'ingresso di piazza Anfiteatro, i depositi e gli spogliatoi per il personale di Porta Nola e in Viale San Paolino. La chiara conclusione è che i vertici della Soprintendenza sono stati incapaci di utilizzare al meglio le risorse per l'attività di manutenzione, conservazione e tutela.

Tutto questo è assurdo e non possiamo che unirci allo sdegno dei firmatari dell'interrogazione parlamentare per denunciare ancora una volta la grave incuria in cui versa Pompei, con scarso, ed eroico personale di vigilanza, con fondi dirottati, come abbiamo visto, verso opere inutili, con antiche e preziose strutture che cadono, ma con una voglia di risorgere che non ha pari.

La ricetta a tutto questo?

Forse sarebbe meglio, a questo punto e a nostro avviso, ripristinare l'autonoma Soprintendenza di Pompei, separandola dalla Soprintendenza archeologica di Napoli. Gli esperimenti tecnico-burocratici che hanno portato all'accorpamento si sono infatti rivelati dannosi per il Sito archeologico più bello del mondo. Questa è purtroppo la triste realtà dei nostri monumenti; anche se ben conosciuti all'estero, non sono affatto valorizzati in patria, anzi a volte proprio per l'incuria occupano le pagine dei quotidiani e costituiscono l'inevitabile motivo che fanno parlare male sullo stato di abbandono del nostro patrimonio artistico nazionale. Basterebbe un pò più di lungimiranza e accortezza politica per capire che l'infausta scelta di unificare in unica Soprintendenza Napoli e Pompei, ha comportato un depauperamento delle funzioni primarie e scarsa "govenance" e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Qualcuno reclamerà che Pompei per andare bene necessita di essere sottoposta all'intervento dell'ennesima Fondazione, quasi da far credere che tutto ciò che è statale non va mai bene e che solo con l'elemento del privato le cose possono funzionare. No! Non  non è affatto così, e lo dimostrano i fatti. Lo Stato non solo spende di più, ma non abbiamo risolto lo stesso i nostri problemi con il paese dell'arte di cui l'Italia tanto ha da mostrare e soprattutto da ben conservare. Occorre saper impostare una nuova politica per i beni culturali, che non sia superficiale o che tenda a risolvere i problemi non solo di facciata, e che non serva a far risaltare l'immagine del momento del  Ministro di turno, e  dopodiché le cose rimangono tali e quali come sempre se non addirittura peggio.

In questa prospettiva la Confsal-Unsa, oltre che denunciare apertamente le vistose  discrasie che mettono in crisi seriamente il settore, sta studiando proposte e suggerimenti per il nuovo Ministro che possano rivalutare il ruolo del personale e dare un' incisivo slancio ai nostri  beni culturali.

 

Giuseppe Urbino

 

martedì, novembre 08, 2011

COMUNICATO STAMPA: GIUSEPPE URBINO(SEGR.NAZIONALE CONFSAL-UNSA BENICULTURALI):

“GIANFRANCO CERASOLI, - EX SINDACALISTA UIL - , HA LASCIATO IL MIBAC CON UN’ASPETTATIVA ILLEGITTIMA PER ANDARE IN SIAE COME DIRIGENTE”

 

Il “paladino” di tante battaglie contro il Mibac ha accettato il prezzo della “cricca”che lo ha messo a tacere. Ora non è più dalla parte degli iscritti Uil che per dignità dovrebbero restituire la loro tessera. Un avanzamento di carriera che ha dell’incredibile.

 

PRONTO UN ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA

 

Cosa ne pensano i ministri Galan e Brunetta?

 

Al “paladino” di tante battaglie contro il Mibac la “cricca” gli ha tappato la bocca, ora non può più nuocere – afferma Giuseppe Urbino, Segretario Nazionale della Confsal-Unsa Beni Culturali – perché gli hanno regalato, tra mille irregolarità nelle procedure concorsuali e non, un bell’incarico di dirigente, pensate un po’, alla Siae, un’istituzione privata vigilata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, incarico profumatamente retribuito rispetto al suo originario stipendio di Area II - F3 al Collegio Romano.

Fin qui qualcuno potrebbe dire che tutto rientra nella norma, nella propria eticità, che nella Pubblica Amministrazione succede anche di peggio se non fosse che nel nostro caso, all’ex sindacalista della Uil-Bac, Gianfranco Cerasoli, è stato concesso, a dir poco con leggerezza, di andarsene alla SIAE mettendolo in aspettativa senza assegni, in modo da conservargli il posto di lavoro  presso il Mibac, consentendogli di fargli assumere un incarico dirigenziale a tempo determinato per tre anni (dal 15.11.2010 al 15.11.2013) senza fargli correre  il minimo rischio qualora fosse poi rispedito al mittente.

Queste cose succedono al Mibac – prosegue Urbino – soltanto a chi ha la fortuna di chiamarsi Cerasoli e di aver ricoperto per anni il ruolo di sindacalista della Uil, i responsabili del personale e non solo, gli hanno concesso questa aspettativa violando l’art. 7 comma 8 lett. B del CCNI, violazione che è avvenuto nel caso di Cerasoli e di un altro dipendente, certo Alessandro  Bracci, anche lui finito in SIAE guarda caso anche lui a ricoprire incarico dirigenziale.

Il Mibac, più volte  interessato dal nostro sindacato – continua – che oltretutto ha anche prodotto  un parere legale sul caso specifico, continua a far finta di nulla, difendendo le irregolarità e le violazioni delle leggi che  favoriscono alcuni dipendenti a discapito di altri.

Detto questo, come ultima spiaggia per far rispettare le norme, non ci rimane – conclude il sindacalista Confsal-Unsa, Urbino – che rimettere tutto nelle mani della Procura della Repubblica alla quale ci rivolgeremo con un esposto-denuncia dettagliato sin dai prossimi giorni, perché crediamo che la questione è davvero sfociata  anche nel penale e vogliamo che i responsabili di questi comportamenti illegittimi e di parte debbano essere puniti  severamente.

Se poi il Ministro Galan insieme al suo collega della Funzione Pubblica, Brunetta, si degnassero di intervenire, non sarebbe davvero male, visto che del caso si stanno occupando dei parlamentari che presenteranno una serie di  interpellanze”.

 

Roma, 8 NOVEMBRE 2011 Tel. 06 67232348 -2889

 

DAL COMUNICATO 61/11

PERSONALE AREA VIGILANZA

RILASCIO TESSERINI AGENTI DI PUBBLICA SICUREZZA E CONSEGUENTI PRESUNTE AGEVOLAZIONI

Permangono elementi di criticità e molti interrogativi.

 

Questo Coordinamento Nazionale ha preso visione, con vivo stupore, di un comunicato di una Organizzazione Sindacale (FLP), con il quale si annuncia a tutti i lavoratori, il raggiungimento di uno “STORICO RISULTATO” riguardante l’ottenimento a breve, per tutti il personale inquadrato nei profili di Operatore e Assistente alla vigilanza e all’accoglienza, del tesserino di Agente di Pubblica Sicurezza.

Tale storico risultato, a quanto si apprende dal comunicato in discorso, è frutto del pressante e continuo impegno di tale sigla sindacale, per ottenere un riordino della normativa in materia di rilascio del tesserino di Agente di Pubblica Sicurezza e la normalizzazione dei rapporti con il Ministero dell’Interno.

Sempre in questo comunicato, dopo aver espresso demagogicamente i complimenti di rito al Dott. Paolo D’angeli, Dirigente ad interim del servizio V della DG-OAGIP e del suo “purtroppo esiguo staff”, viene chiesto al Dott. Guarany di attivarsi con sollecitudine alla stampa dei suddetti tesserini.

Per il momento ci fermiamo a questo punto poiché corre l’obbligo di fare alcune precisazioni.

La questione dei tesserini, è stata sollevata da diverso tempo inizialmente proprio dalla nostra Organizzazione Sindacale e, successivamente, da altre sigle che, a differenza di questo Coordinamento Nazionale, non si sono dimostrate sufficientemente propositive.

Infatti, già con il nostro recente comunicato n. 7/11 del 14 marzo 2011, (scaricabile dal nostro sito internet www.unsabeniculturali.it alla voce COMUNICATI), abbiamo evidenziato le caratteristiche delle mansioni, fatto una corposa premessa giuridica e due interessanti proposte:

1) Decentramento immediato delle competenze assegnate al Servizio V D.G.-OAGIP agli Istituti di appartenenza degli Assistenti alla Vigilanza, Sicurezza. Accoglienza, Comunicazione e Servizio al Pubblico interessati al provvedimento o, in alternativa, alle Direzioni Regionali, che si occuperebbero peraltro della attività di raccolta, riordino ed inserimento dati, compilazione della modulistica, registrazione e classificazione dei documenti, etc.. Pertanto, il Servizio V della Direzione Generale OAGIP, potrebbe svolgere solamente un’attività di direzione e coordinamento con evidente beneficio per i lavoratori in attesa del riconoscimento della qualifica di Agenti di P.S., che vedrebbero accorciarsi notevolmente i tempi di attesa;

2) Proposta di nuovi tesserini, rilasciati dal MiBAC che potrebbero essere stampati con modello plastificato. Questo sia per evitare il rischio di facile deterioramento che per un adeguamento a standard ormai consueti (vedasi patente di guida, carta d’identità, tesserino sanitario, etc.).

E’ evidente quindi che, almeno noi non siamo stati con le mani in mano e, per quello che ci è stato possibile, abbiamo cercato di essere estremamente costruttivi, al punto che le proposte in questione sono state anche fatte proprie dalla  Unità Organica 16 - Agenti di Pubblica Sicurezza del Servizio V, in una relazione presentata all’allora Direttore del Servizio V ad interim Dott.ssa Anna Rita ORSINI.

Peraltro, giova ricordare che su tale tematica hanno lavorato, avvalendosi delle competenze “dell’esiguo staff dell’Unità Organica 16 - Agenti di Pubblica Sicurezza del Servizio V”, numerosi Dirigenti che si sono succeduti nel corso degli ultimi anni, alcuni dei quali avevano l’incarico di Direttore del Servizio V ad interim.

Tornando al comunicato, non possiamo che esprimere il nostro stupore e disappunto per alcune altre notizie in esso contenute che, se non chiarite, rischiano di ingenerare delle false aspettative da parte del personale appartenente all’ Area della vigilanza in attesa del tesserino di Agente Pubblica Sicurezza.

Poiché si parla di un’iniziativa della Direzione Regionale del Veneto, che ha stipulato una convenzione con la società di trasporto pubblico per consentire la libera circolazione sui mezzi di trasporto pubblico delle categorie equiparate alle Forze dell’Ordine.

Pertanto, conclude il comunicato in questione, i nostri operatori e Assistenti alla vigilanza e all’accoglienza in possesso del tesserino di Agente di Pubblica Sicurezza, in servizio, circoleranno gratuitamente su autobus e metro.

A questo punto, è necessario chiarire che nulla vieta alla Direzione Regionale del Veneto di stipulare una convenzione con la società di trasporto pubblico, tanto è che ci risulta che già da diverso tempo esistono attivate analoghe iniziative in altre regioni, ma è bene stare con i piedi per terra e ricordarci che essere un Operatore e/o Assistente alla vigilanza e all’accoglienza del MiBAC non è esattamente come essere un agente della Polizia di Stato, poiché sono diverse le funzioni e sono diverse le prerogative, in quanto trattasi di semplice attribuzione prevista dalla normativa vigente nell’ambito dello svolgimento del servizio.

Pertanto, poiché è innegabile che su questa materia si è generata molta confusione, nel passato, e tenuto conto peraltro che sono intervenute alcune innovazioni per quanto concerne le modalità del rilascio, ciò ha suscitato parecchia criticità, tanto da doversi esprimere sia la nostra Amministrazione centrale, con apposita circolare, che il Ministero dell’Interno, con direttive specifiche, tese a ribadire la necessità che tale attribuzione debba permanere sul personale dell’area vigilanza.

In tale contesto, consigliamo vivamente ai nostri colleghi in possesso del famoso tesserino, di stare attenti a strumentalizzazioni di natura demagogica fatte probabilmente al solo scopo di acquistare visibilità e magari in preparazione delle ormai prossime elezioni per il rinnovo delle R.S.U..

Questo Coordinamento Nazionale resta sempre a disposizione di chiunque desideri approfondire tale tematica o esprimere proposte e/o suggerimenti in merito.

Cordialità e saluti.

IL SEGRETARIO NAZIONALE

(Dott. Giuseppe Urbino)

 

giovedì, novembre 03, 2011

comunicato stampa del 03/11/2011 -“COLLABORATORE FANTASMA ALL'ISTITUTO CENTRALE DEL RESTAURO: L’AGENZIA DELLE ENTRATE GLI MANDA IL CONTROLLO” Cosa ne pensa il ministro Galan?

"COLLABORATORE FANTASMA

ALL'ISTITUTO CENTRALE DEL RESTAURO:

L'AGENZIA DELLE ENTRATE GLI MANDA IL CONTROLLO"

 

Dall'ICR gridano all'errore materiale ma intanto avevano anche emesso le buste paga all'insaputa dell'individuo

 

Cosa ne pensa il ministro Galan?

 

Il nostro Sindacato è venuto a conoscenza di un episodio che se confermato ha davvero dell'incredibile – afferma Giuseppe Urbino, Segretario Nazionale della Confsal-Unsa Beni Culturali – originariamente poteva sembrare un classico controllo incrociato che l'Agenzia delle Entrate è solita fare in presenza di dichiarazioni da parte di un soggetto privato o pubblico quando si è consumato un rapporto di lavoro-collaborazione ma in realtà,  il controllo incrociato,  è arrivato ad  un ignaro collaboratore di un Ente dei Beni Culturali, (l'Istituto Centrale del Restauro) che  non ha mai messo piede in quegli uffici siti in via di S. Michele.

 

Tutto succede quando l'Agenzia delle Entrate, in presenza di dichiarazione dell'ICR con modello 770, contesta all'individuo il fatto di aver percepito per una collaborazione con l'Istituto,  una somma poco superiore ai 5 mila  euro e che questi non l'aveva mai dichiarata nella sua denuncia dei redditi, azione questa che gli  sarebbe costata una forte sanzione pecuniaria.

 

Per l'interessato – prosegue il sindacalista – inizia così il calvario per dimostrare di non aver mai avuto un contratto con questo istituto e che la contestazione dell'Agenzia delle Entrate era da annullare.

 Dopo un tira e molla, lo sfortunato riesce ad avere una dichiarazione dall'ICR(che lo scagionerebbe) e nello stesso tempo scopre che a suo nome erano state persino emesse a sua insaputa  delle buste paga per l'importo di cui sopra ma senza la presenza di un regolare contratto.

 

Dal tam–tam ministeriale – prosegue la Confsal-Unsa Beni Culturali – parrebbe che ci siano anche altri episodi del genere, alcuni dei quali,  l'hanno "sfangata" in quanto l'Agenzia delle Entrate non ha effettuato il cosiddetto "controllo incrociato".

 

Ora ci chiediamo che le Autorità giudiziarie(sperando che l'Agenzia delle Entrate le abbia interessate) indaghino a fondo per capire se trattasi di un episodio isolato, "di un mero errore materiale" come hanno detto  all'ICR  (ANCHE SE CI VIENE DIFFICILE PENSARE AD UN ERRORE MATERIALE QUANDO DELL'INDIVIDUO INTERESSATO AL CONTROLLO, DETTA AMMINISTRAZIONE CONOSCEVA TUTTO ED AVEVA PERSINO EMESSO DELLE BUSTE PAGA A SUO NOME, BUSTE PAGA PERO' CHE NON HA MAI INCASSATO).

 

Mi auguro – conclude Urbino – che la Guardia di Finanza prima e la Magistratura se servirà, ristabiliscano la chiarezza su quello che è uno degli episodi  a dir poco disdicevoli. Cosa ne pensa il ministro Galan? Non sarebbe il caso di aprire anche un'inchiesta interna?"

 

Roma, 3 NOVEMBRE 2011 Tel. 06 67232348 -2889

DAL NOSTRO COMUNICATO 59/11

OMBRE SUGLI INCARICHI DIRIGENZIALI, ECCESSIVA PROTEZIONE DA PARTE DEL MIBAC NEL CONFERIMENTO DEGLI INCARICHI AL PERSONALE DI SECONDA AREA F3 (EX B3) E DI TERZA AREA F4 (EX C3)

 

ILLEGITTIME ATTRIBUZIONI DI ASPETTATIVE E INCARICHI DIRIGENZIALI ALLA SIAE PER IL SINDACALISTA UIL CERASOLI E ALTRI

 

 

Questa Organizzazione Sindacale con nota prot. 327 del 05.10.2011 ha denunciato agli Organi Superiore del MiBAC, l'illegittimità per violazione dell'art. 7 comma 8 lett. B) del CCNI, concessione dell'aspettativa al Segretario Nazionale Beni Culturali della UIL Dr. Gianfranco Cerasoli, al fine di fargli assumere un incarico dirigenziale a tempo determinato per tre anni (dal 15.11.2010 al 15.11.2013, quale Dirigente della SIAE (Ente Pubblico Economico, vigilato dal MBAC).

Rispetto a tale esposto l'Amministrazione, nonostante sia decorso un mese di tempo non ha fornito alcuna risposta; però nel frattempo, questa Organizzazione Sindacale è venuta a conoscenza di ulteriori aspetti della vicenda, che generano ulteriori perplessità. Difatti il Cerasoli Gianfranco è inquadrato nei ruoli del MiBAC nella seconda AREA F3, (EX B3), quindi all'interno di un'Area non di funzionari, ma di impiegati esecutivi. In altre parole è stato attribuito al Cerasoli (Segretario Nazionale di un sindacato dei Beni Culturali) un incarico esterno Dirigenziale da parte della SIAE, che è si un ente pubblico economico, ma vigilato dallo stesso MiBAC ai sensi dell'art. 1 comma 3 della Legge 09.01.2008, un incarico dirigenziale, pur non appartenendo lo stesso non solo all'Area Dirigenziale, ma addirittura, neanche all'Area dei Funzionari!

Ebbene il MiBAC potrebbe rispondere, in relazione alla concessione dell'aspettativa al Cerasoli, non dovuta, che si è trattato di un mero errore, allora a questo punto dovrebbe spiegarci come mai la stessa aspettativa, sempre non dovuta, è stata concessa anche ad un altro dipendente del MiBAC il sig. Bracci Alessandro inquadrato nella terza AREA F4 (EX C3), assegnato all'Ufficio del Gabinetto del MiBAC, che ha avuto anch'egli un incarico a tempo determinato (dal 15.09.2010 al 15.09.2013) Dirigenziale presso la SIAE.

D'altronde in merito alle attribuzioni di incarichi Dirigenziali esterne anche presso Enti Pubblici Economici, la ratio dovrebbe essere quella dell'eccezionalità, per fornire all'Ente, professionalità indispensabili. A questo punto ci si chiede, come mai è stato nominato Dirigente presso la SIAE (ente pubblico vigilato dal MiBAC) un sindacalista dello stesso Ministero, inquadrato nell'area degli impiegati esecutivi, e con la concessione di un'aspettativa non dovuta per legge e nonostante l'esposto di questa Organizzazione Sindacale, il MiBAC, non ha revocato la suddetta aspettativa? E come mai è stata concessa un'aspettativa non dovuta, ad un altro dipendente Bracci Alessandro assegnato presso il Gabinetto del Ministro, per l'attribuzione di un incarico Dirigenziale sempre presso la SIAE? E per altro la concessione di tali illegittime aspettative, ai suddetti dipendenti, con l'illegittima conservazione del posto per tre anni, determinano un danno all'Amministrazione Pubblica (per altro già sotto organico), che è privata dell'attività lavorativa del suddetto personale, che invece riceve un indebito vantaggio economico e professionale (percependo una retribuzione più alta) e l'acquisizione di titoli ed esperienze professionali.

Ma tali esempi, non sono casi isolati, ma aprono uno squarcio su un sistema di gestione delle nomine dirigenziali; l'ex Segretario Generale dei Beni Culturali il Dr. Giuseppe Proietti  in data 8 marzo 2010, dopo essere andato in quiescenza volontariamente, ha stipulato un contratto a tempo determinato esterno quale Soprintendente p.t della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Roma ex art. 19 comma 6 dlgs 165/2001, con l'allora Direttore Generale per le Antichità Dr. Stefano De Caro (quanto per l'altro all'epoca vi era un Dirigente esterno pagato dalla Pubblica Amministrazione, con notevoli titoli culturali e professionali, privo di un incarico e tenuto parcheggiato, contro la propria volontà senza far nulla Dr. Mario Pagano). Orbene l'attribuzione di tale incarico era illegittima sia perché violava la stessa ratio della norma art 19 Dlgs 165/2001, che prevede l'attribuzione di incarichi dirigenziali esterni, in casi eccezionali, e quando non vi sono Dirigenti interni disponibili, sia per la violazione dell'art. 24 della Legge 23.12.1994 n. 724, che sancisce il divieto di conferimenti di incarichi all'interno dell'amministrazione a personale che sia andato volontariamente in pensione. Ebbene tale contratto del Dr Proietti non è stato né pubblicato, né registrato presso la Corte dei Conti. Infatti, prima che tale contratto fosse risolto, il Dr. Proietti nella qualità di Soprintendente per i Beni Archeologici di Roma, nell'agosto 2010, prima di lasciare tale incarico, ha stipulato un contratto con la società ALES (società di servizi) per un importo di 70.000,00 Euro (da finanziare nell'ambito delle perizie tra le somme a disposizione), per fornire supporto tecnico amministrativo ai diversi architetti e archeologi responsabili del procedimento dalla progettazione al collaudo degli interventi eseguiti. A decorrere dal settembre 2010, quindi, dopo meno circa di un mese, ) dalla stipula di tale contratto (e quindi senza che fossero trascorsi sei mesi dalla cessazione dell'incarico di Soprintendente di Roma, il Dr, Proietti, (che ha lasciato l'incarico di Soprintendente di Roma in data il 31.08.2010), è stato nominato, guarda caso, Presidente del Consiglio di Amministrazione dell'ALES!! Per altro nonostante fosse stato stipulato il predetto contratto con l'ALES di €70.000,00 per fornire supporto tecnico e amministrativo ad archeologi e architetti, la Soprintendenza ha continuato nell'anno di riferimento a stipulare contratti di consulenza esterna.

Questi sono gli sprechi dei soldi pubblici, conseguenti ad atti illegittimi, che dovrebbero essere immediatamente eliminati, con conseguenti provvedimenti di recupero delle somme delle quali la P.A. ha ricevuto il danno erariale, direttamente con i Dirigenti individuati responsabili. Invece mentre il nostro Stato rischia il default per il disavanzo del debito pubblico, si pensa ai licenziamenti dei dipendenti pubblici, del taglio alle pensioni, senza sollevare "un coperchio" di una pentola che contiene sprechi gravissimi, legati ad un sistema di nomine e di gestione di denaro pubblico, non conforme alle norme vigenti, e ai principi di legalità imparzialità ed efficienza della P.A ex art. 97 della Cost.

Questa Organizzazione Sindacale quale sindacato a difesa dei lavoratori pubblici, aspetta dal MiBAC non solo delle risposte, ma l'adozione di opportuni provvedimenti.

 

La Confsal-Unsa Beni Culturali procederà a denunciare ulteriormente il caso anche presso gli Organismi giurisdizionali competenti, richiamando all'assunzione di responsabilità dei preposti al rispetto delle norme di legge in materia.

 

 

Cordialità e saluti

 

IL SEGRETARIO NAZIONALE

(Dott. Giuseppe Urbino)