“GIANFRANCO CERASOLI, - EX SINDACALISTA UIL - , HA LASCIATO IL MIBAC CON UN’ASPETTATIVA ILLEGITTIMA PER ANDARE IN SIAE COME DIRIGENTE”
Il “paladino” di tante battaglie contro il Mibac ha accettato il prezzo della “cricca”che lo ha messo a tacere. Ora non è più dalla parte degli iscritti Uil che per dignità dovrebbero restituire la loro tessera. Un avanzamento di carriera che ha dell’incredibile.
PRONTO UN ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
Cosa ne pensano i ministri Galan e Brunetta?
Al “paladino” di tante battaglie contro il Mibac la “cricca” gli ha tappato la bocca, ora non può più nuocere – afferma Giuseppe Urbino, Segretario Nazionale della Confsal-Unsa Beni Culturali – perché gli hanno regalato, tra mille irregolarità nelle procedure concorsuali e non, un bell’incarico di dirigente, pensate un po’, alla Siae, un’istituzione privata vigilata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, incarico profumatamente retribuito rispetto al suo originario stipendio di Area II - F3 al Collegio Romano.
Fin qui qualcuno potrebbe dire che tutto rientra nella norma, nella propria eticità, che nella Pubblica Amministrazione succede anche di peggio se non fosse che nel nostro caso, all’ex sindacalista della Uil-Bac, Gianfranco Cerasoli, è stato concesso, a dir poco con leggerezza, di andarsene alla SIAE mettendolo in aspettativa senza assegni, in modo da conservargli il posto di lavoro presso il Mibac, consentendogli di fargli assumere un incarico dirigenziale a tempo determinato per tre anni (dal 15.11.2010 al 15.11.2013) senza fargli correre il minimo rischio qualora fosse poi rispedito al mittente.
Queste cose succedono al Mibac – prosegue Urbino – soltanto a chi ha la fortuna di chiamarsi Cerasoli e di aver ricoperto per anni il ruolo di sindacalista della Uil, i responsabili del personale e non solo, gli hanno concesso questa aspettativa violando l’art. 7 comma 8 lett. B del CCNI, violazione che è avvenuto nel caso di Cerasoli e di un altro dipendente, certo Alessandro Bracci, anche lui finito in SIAE guarda caso anche lui a ricoprire incarico dirigenziale.
Il Mibac, più volte interessato dal nostro sindacato – continua – che oltretutto ha anche prodotto un parere legale sul caso specifico, continua a far finta di nulla, difendendo le irregolarità e le violazioni delle leggi che favoriscono alcuni dipendenti a discapito di altri.
Detto questo, come ultima spiaggia per far rispettare le norme, non ci rimane – conclude il sindacalista Confsal-Unsa, Urbino – che rimettere tutto nelle mani della Procura della Repubblica alla quale ci rivolgeremo con un esposto-denuncia dettagliato sin dai prossimi giorni, perché crediamo che la questione è davvero sfociata anche nel penale e vogliamo che i responsabili di questi comportamenti illegittimi e di parte debbano essere puniti severamente.
Se poi il Ministro Galan insieme al suo collega della Funzione Pubblica, Brunetta, si degnassero di intervenire, non sarebbe davvero male, visto che del caso si stanno occupando dei parlamentari che presenteranno una serie di interpellanze”.
Roma, 8 NOVEMBRE 2011 Tel. 06 67232348 -2889
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