martedì, ottobre 04, 2011

Dal Notiziario n. 382 della Federazione Confsal-Salfi del 23 settembre 2011

A.A.A. CREDIBILITÀ CERCASI: ANCHE NELLA LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE!!!

 

In attesa di un’ulteriore manovra a breve necessaria, sia per accelerare la delega su assistenza e fisco, sia per compensare l’effetto inflazionistico dell’aumento dell’IVA, sia per compensare la circostanza acclarata che nel corrente anno cresceremo meno delle previsioni, per effetto appunto della recente manovra, vi è sullo sfondo un drammatico problema di credibilità dell’Italia e di chi la governa.

La via d’uscita è in scelte coraggiose, atteso che essendo noi la terza economia dell’euro siamo troppo grandi sia per essere salvati da altri sia per subire un default.

È nostra opinione che vanno approvate rapidamente serie misure per la crescita e quindi in primis la riforma del Fisco e della sua macchina amministrativa, troppo autoreferenziale e poco aggressiva, laddove solo poi occorrerà introdurre una tassa sui patrimoni.

Necessitano misure a costo zero per rilanciare infrastrutture e ridurre il peso della burocrazia, ma soprattutto una generale partecipazione di tutti gli italiani ai necessari sacrifici e alla mutazione di alcuni tenori di vita, ormai insostenibili (attendiamo esempi da chi vive di politica, di rendite e di speculazioni finanziarie, nonché di clero con i nostri soldi, in quanto noi abbiamo già dato e tanto)!!!

Noi non facciamo politica, né siamo amici o nemici di alcun governo, noi seriamente e doverosamente contrastiamo, con interlocuzioni e proposte serie, chi vuol usarci come bancomat e scaricare su di noi una pesante crisi , come ho già detto, a noi non ascrivibile.

Vogliamo una riforma fiscale che distribuisca equamente il peso dei tributi e ci consenta di vivere dignitosamente, prima come cittadini e padri e poi come professionisti del Fisco e, quindi, siamo consapevoli di essere determinanti per la ripresa del Paese, con il nostro qualificato lavoro, se e nella misura in cui seriamente la classe politica decida di contrastare l’amoralità del fenomeno evasivo.

Invochiamo, quindi, misure strutturali, necessarie per ridare fiducia anche alla nostra economia, esaminata seriamente la situazione nella quale siamo precipitati per colpa altrui e che ancora da molti è sottovalutata (es. crescita zero, benessere indietro di 10 anni, PIL allo 0.7% bassa occupazione e alta disoccupazione giovanile e altissima precarietà, meno consumi, meno lavoro, meno produzione industriale, impennata dei prezzi dei beni di largo consumo, tasse al 44%, benzina a prezzi da boutique, piena recessione ma con ritmi di lavoro da cinesi, laddove i nostri stipendi piangono da anni)!!!

Uno scenario che va affrontato con responsabilità, competenza, lucidità, in un contesto europeo privo di politiche comuni per la crescita. Ricordo a chi mal tollera la nostra forte azione di protesta e sensibilizzazione che i nostri stipendi sono tra i più bassi tra i Paesi dell’Ocse, mentre lavoriamo più degli altri ed in particolare esattamente come gli americani( n. 1.778 ore annue) e più dei giapponesi. È cresciuto e tanto il rischio delle difficoltà economiche e della nuova povertà (ex ceto medio). Purtroppo il Governo ha dimostrato di non credere nella possibilità che l’Italia ce la faccia da sola, ed ecco perché cambiano in negativo le aspettative degli investitori.

Cosa si inventa quindi? Un ennesimo condono e uno scudo fiscale per i fondi portati in Svizzera!!!

Se avessimo un Ministro che si occupi anche di noi o un Sottosegretario potremmo anche ricordar loro che noi vogliamo guadagnarci lo stipendio tassando efficacemente gli evasori e vorremmo incrementare il nostro stipendio con indispensabili partecipazioni agli incassi dalla lotta all’evasione (se si attuasse seriamente!).

Prima di mettere mano allo Statuto della P.A., si reingegnerizzi il sistema Agenziale rendendolo autonomo e particolarmente efficace nel contrasto agli illeciti tributari e non lo si demotivi con inutili tagli lineari, per poi tentare di rivitalizzarlo con singolari protocolli con i Comuni, dalla dubbia efficacia.

Noi vogliamo combattere ed eliminare nel tempo la piaga dell’evasione, che porterà presto la pressione fiscale al 54% e che causa, giusta ultima manovra sulle nostre famiglie, una stangata da circa 200 euro l’anno in più perché, sia chiaro, dei 54 miliardi della manovra ben 33 sono a carico delle famiglie italiane che pagano da anni le tasse, senza avere in cambio adeguati servizi.

Se è vero che l’eurozona potrà sopravvivere solo se deciderà di unificare i suoi sistemi di prelievo, impedendo ai vari Governi di indebitarsi e creare deficit, è anche vero che noi soffriamo da troppo tempo dell’assenza di una condivisibile “ politica fiscale”, che è un prius rispetto all’eurobond ed alla credibilità.

Noi abbiamo una politica fiscale che aggrava invece di lenire il grave malessere che soffre la nostra economia.

Faccio mio il monito del Presidente Napolitano: “..non facciamoci atterrire dalla crisi…”, ma facciamo pesare le altissime responsabilità dell’attuale situazione su chi ne ha la paternità, costringendoli ad immediate terapie d’urto che non possono che trovare fonte nei redditi alti, nelle ricchezze patrimoniali, nelle rendite, nelle speculazioni e nei profitti esentasse e soprattutto nei privilegi della casta e dell’alta burocrazia pubblica, nei vitalizi, ormai intollerabili sotto ogni profilo e in primis nella tassazione dei redditi sottratti all’imposizione, in una ripristinata valenza primaria del nostro lavoro, che va rispettato e ben pagato, specie in tempi di crisi perché noi rappresentiamo un valore aggiunto nelle varie terapie d’urto per salvare il nostro Paese che, in attesa della cura giusta, vola verso la crescita zero!!!!!

Lo dobbiamo alla nostra professionalità, al nostro impegno, alla nostra famiglia, ai nostri figli, inghiottiti da una disoccupazione giovanile al 30%.

Basta con le strategie per ottenere dividendi elettorali, ne va del nostro futuro che vogliamo riempire, vista l’alta posta in gioco: vitalità di migliaia di imprese, milioni di posti di lavoro, le pensioni di oggi e di domani, le speranze dei nostri figli, il benessere conquistato, la solidarietà dello stato sociale, governance adeguate alle sfide globali.

Care colleghe e colleghi, nessuna rassegnazione o diffidenza verso il sindacato serio, reagiamo tutti insieme correttamente ma doverosamente, riempiendo di contenuti rivendicativi sui luoghi di lavoro il proclamato stato generale di mobilitazione della categoria finalizzato, anche, a costringere il Ministro Tremonti a firmare il Decreto sul comma 165, perchè il nostro salario accessorio non può essere eliminato per ragioni di cassa o, peggio ancora, perché

Tremonti non ritiene politicamente conveniente firmarlo, in un momento di grande crisi. Noi costiamo poco al Paese, a differenza di quanto costano il Cavaliere e Tremonti, specie in termine di immagine lesa.

Occorrono, quindi, pesanti interventi presso l’Autorità Politica che abbiamo chiesto alla nostra Confederazione!!! (Sebastiano Callipo)

 

Cordialità e saluti

 

IL COORDINAMENTO NAZIONALE

CONFSAL-UNSA BENI CULTURALI

 

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