giovedì, febbraio 01, 2007

Confsal: un patto per la crescita e l’occupazione

La Confederazione dei sindacati autonomi lancia la sua piattaforma. Nigi: basta con i memorandum Intervista al segretario generale: «Illegittima la mancata convocazione al tavolo dell’Esecutivo sulle riforme economiche» di GIULIO STRADA UN PATTO per il lavoro e per la crescita economica e occupazionale. È la richiesta al Governo della Confsal - la Confederazione Italiana dei sindacati autonomi guidata dal segretario generale Marco Paolo Nigi - che ha recentemente approvato la sua piattaforma politico-sindacale incentrata sulle politiche economiche e fiscali, sul rinnovo dei contratti, sulla stabilizzazione dei precari, sulle problematiche previdenziali e pensionistiche, sul lavoro pubblico e sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche. La Confsal, pur dichiarandosi pronta a discutere con il Governo e le altre Parti Sociali rappresentative su sviluppo, lavoro e previdenza, lamenta di non essere stata coinvolta dal Governo nella «stagione delle prime intese e dei memorandum» con Cgil-Cisl-Uil. Segretario Nigi, la sua Confederazione non ha partecipato agli incontri con il Governo da cui sono scaturiti i memorandum sul sistema previdenziale e pensionistico e sul lavoro pubblico e sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche; che cosa ha da dire in merito? «Per la verità storica il Governo non ha ritenuto di coinvolgere la Confsal e le altre Confederazioni sindacali autonome maggiormente rappresentative al tavolo di confronto per la sottoscrizione dei memorandum. Si è trattato di una illegittima discriminazione che la Confsal ha immediatamente denunciato alle massime Istituzioni della Repubblica». Qual è la valutazione della Confsal sui contenuti dei due memorandum? «I memorandum hanno i limiti propri di un anomalo metodo concertativo e consistono nella ricognizione di questioni e nell'affermazione di principi, da cui potrebbero scaturire atti penalizzanti per i lavoratori e per i pensionati. Aggiungo, comunque, che la stagione dei memorandum è finita. Ora, è tempo di tornare al metodo democratico che include tutte le Parti Sociali rappresentative nei tavoli ufficiali di confronto; è tempo di decisioni responsabili, trasparenti ed effettivamente condivise sulla base di proposte concrete da parte del Governo, che al momento, però, mancano». In attesa delle proposte governative, qual è la proposta della Confsal sulla «riforma» del sistema previdenziale e pensionistico italiano? «Più che di riforma parlerei di rimodulazione e di manutenzione nella sostenibilità generazionale e finanziaria dell’attuale sistema, escludendo di fare cassa più o meno occultamente. La Confsal, in estrema sintesi, propone l’abolizione dello scalone, attenuandolo e graduandolo, l'incentivazione alla permanenza volontaria nel lavoro, la revisione degli ammortizzatori sociali, il sostegno finanziario alla previdenza complementare per tutti i lavoratori privati e pubblici, stabili e temporaneamente precari. Esclude la disincentivazione e l'abbassamento dei coefficienti di trasformazione. È disponibile su una seria considerazione dei lavori usuranti nell'attuale mondo del lavoro. Le pensioni attuali, infine, vanno aggiornate in relazione alla forte perdita del potere d'acquisto». In relazione al memorandum sul pubblico impiego e sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, che cosa sostiene? «Non è tanto importante redigere e sottoscrivere memorandum più o meno comprensivi delle questioni di specifici settori, ma è fondamentale assicurare atti coordinati, finalizzati e sostenibili in sede legislativa, amministrativa e contrattuale, soprattutto sul fronte delle politiche del personale». Di che cosa hanno bisogno la pubblica amministrazione e il suo personale? «Innanzitutto deve cessare l'invasione dilagante della Politica nella pubblica amministrazione, affinchè la stessa recuperi l’imparzialità dettata dalla Costituzione Italiana. La Confsal ritiene irrinunciabile intervenire, limitando drasticamente l'esternalizzazione dei servizi pubblici, le consulenze esterne e lo spoils system, investendo nella formazione e incentivando seriamente il merito maturato nel lavoro e la mobilità volontaria. Infine, è indispensabile investire nelle tecnologie evolute, integrando il sistema amministrativo italiano in quello europeo, nella prima fase in quello dei Paesi dell'Eurozona. Tutto questo è possibile con il reinvestimento delle economie di bilancio e dei risparmi di gestione e con il reperimento di risorse aggiuntive. Altrimenti le buone intenzioni rimarranno tali». Segretario Nigi, la sua Confederazione ha proposto recentemente al Governo un Patto per il lavoro e per lo sviluppo in alternativa alle intese su singole questioni; vuole dire quali sono le ragioni difondo della proposta? «È convinzione diffusa in Italia e in Europa che lo sviluppo sia legato alla capacità di fare sistema. La Confsal sostiene che i lavoratori e i cittadini tutti possono fare sistema, ovvero possono essere chiamati a nuove responsabilità e a maggiore impegno per il bene comune attraverso la tangibile e concreta valorizzazione del lavoro nell'impresa privata, come nell'azienda pubblica. Fuori da questa logica e dal recupero della centralità del lavoro nella società e nell'economia, le mille intese hanno un'alta probabilità di non produrre gli effetti virtuosi sperati». mercoledì 31 gennaio 2007

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