giovedì, febbraio 21, 2008

MOTIVAZIONI SINDACALI OPPOSIZIONE SMEMBRAMENTO SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DELLE PROVINCE DI SALERNO, AVELLINO E BENEVENTO:

In data 19 febbraio il Segretario Nazionale Dott. Giuseppe Urbino ha inviato una ulteriore comunicazione, motivando l'opposizione della Confsal-Unsa Beni Culturali in merito  all'intenzione del Ministro di smembrare la Soprintendenza Archeologica di Salerno e la creazione di nuove Soprintendenze.

Facendo seguito alla nostra nota prot. 052/08 del 12 febbraio 2008 e al colloquio intercorso in merito all'informativa fornita da codesto Ministero nel corso della riunione del 31 gennaio 2008, inerente la riorganizzazione degli Uffici di livello dirigenziale non generale e in seguito alla eccezione di censura per illegittimità della proposta formulata per violazione dell'Art. 1 comma 404 della legge 27.12.2006 n. 296 e per le sottoelencate motivazioni:

1)                 L´ ultima legge finanziaria ha ridotto del 30% le spese di funzionamento ordinario delle pubbliche amministrazioni; attualmente la Soprintendenza Archeologica di Salerno, Avellino e Benevento  non ha soldi in cassa per le spese ordinarie, oltre ad un indebitamento  di più di trecento mila  Euro per le spese di funzionamento. Pertanto la costituzione "ex novo" di un´ altra Soprintendenza, nella situazione attuale, determinerebbe una paralisi assoluta di entrambi gli Istituti;

2)                Il personale, attualmente in servizio di tutte le qualifiche necessarie, presso la circoscrizione  di Benevento, Avellino e Caserta, non garantirebbe il funzionamento, neanche minimo,della nuova Soprintendenza e il personale attualmente in servizio presso la Soprintendenza salernitana (e nelle altre sedi periferiche del salernitano), non e´  disponibile  ad aderire a procedure di mobilitä. Ne` tanto meno e` accettabile una procedura di mobilitä coatta a livello regionale e/o nazionale, e anche volendo considerare la deroga al blocco delle assunzioni per il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, le unitä di personale  da assumere  non sono sufficiente a coprire neanche un decimo delle carenze di personale a livello nazionale;

3)                Il territorio Beneventano, di grande rilevanza a livello archeologico, considerato anche il recentissimo inserimento dello stesso nel patrimonio dell´Unesco, si troverebbe ad essere nuovamente privato  della possibilità di uno sviluppo, in quanto la Soprintendenza di nuova istituzione  non avrebbe ne` personale sufficiente, ne` finanziamenti a disposizione per funzionare. In merito  il Ministro non può garantirci, stanziamenti di fondi ne` per il funzionamento, ne` per l` assunzione di personale, perché la legge finanziaria 2007 non può essere di certo modificata;

4)                La carenza di personale e di strutture nella quale si verrebbero a trovare le due Soprintendenze, metterebbe a rischio l`ottenimento di importanti finanziamenti europei per i grandi lavori.

La costituzione della nuova Soprintendenza a Benevento, dovrebbe essere rinviata nel tempo, essendo necessario un preventive progetto di organizzazione, che coinvolga l`intero Ministero, in concerto con le organizzazioni sindacali, al fine di reperire personale, fondi e strutture.

In considerazione delle motivazioni sindacali espresse dal Coordinamento Nazionale Confsal-Unsa Beni Culturali e alle vive preoccupazioni manifestate dai Coordinamenti Provinciali e Regionali interessati alla vertenza sindacale contro la separazione della Soprintendenza Archeologica di Salerno, il Segretario Nazionale Dott. Giuseppe Urbino ha ribadito in un colloquio al Direttore Generale Dott. Bruno De Santis, che in buona sostanza, vi sono idonei motivi sindacali per opporci allo smembramento, sia per l´illegittimità  da noi prospettata  sia  per il limite imposto dalla legge finanziaria 2006, che come è noto non può essere modificata, poichè il governo può fare soltanto atti di ordinaria amministrazione.
Pertanto, ha suggerito di riferire all' On.le Ministro che il progetto venga rinviato nel tempo e quanto meno dovrà esserci garantita una fase transitoria, prima dell`attuazione di almeno tre anni.

 

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