mercoledì, febbraio 27, 2008

LETTERA APERTA DELLA CONFSAL A BERLUSCONI E VELTRONI

Si riportano, di seguito, la lettera aperta inviata dalla Segreteria Generale Confsal, in data odierna, al Presidente del PdL Silvio Berlusconi e al Segretario del PD Walter Veltroni e il relativo Comunicato Stampa.

"Troviamo oltremodo apprezzabile e condivisibile l'impegno primario di diminuire le tasse e aumentare le retribuzioni che Lei sta assumendo in campagna elettorale nei confronti dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie, ormai ai limiti della sopravvivenza perché impossibilitati a far fronte all'indiscriminato aumento di tutti i prezzi, soprattutto quelli di prima necessità.

Tuttavia, questo tipo di intervento, senza dubbio necessario, è secondo noi insufficiente a restituire ilpotere d'acquisto a quel 90 per cento degli italiani che lo hanno perduto. Infatti, diminuire di qualche punto la pressione fiscale e concedere aumenti salariali forzatamente miseri, data la vasta platea degli interessati, non potrebbe modificare che in minima parte l'attuale stato di necessità.

Secondo la Confsal, contestualmente alla diminuzione delle tasse e all'aumento delle retribuzioni, occorre incidere con determinazione sulle cause strutturali che hanno provocato e continuano a determinare un'impennata dei prezzi senza precedenti. Tra i motivi di questo abnorme fenomeno, la Confsal ritiene di poter indicare come prioritari: l'alto costo dei combustibili che, per effetto di trascinamento, produce aumenti generalizzati in tutti i settori, e l'intermediazione selvaggia che porta i prodotti alimentari, nel loro passaggio dal produttore al consumatore, a maggiorazioni di 20/30 volte rispetto al costo originario.

Nel primo caso la soluzione sta nel ridurre in maniera sostanziosa e congelare sugli aumenti futuri accise e balzelli vari sui prodotti petroliferi, dal momento che essi incidono per ben il 68 per cento sul prezzo di vendita. Paradossalmente più il barile di petrolio aumenta più aumentano in proporzione i profitti dello Stato che così non solo specula sulle difficoltà altrui, ma spinge sempre più verso l'alto un'inflazione già

di per sé sostenuta anche per motivi di carattere internazionale.

Nel secondo caso la situazione è certamente più complessa perché in un mercato libero qual è il nostro intervenire d'autorità sull'intermediazione è impossibile. Si può tuttavia aggirare l'ostacolo con misure alternative, ad esempio investendo modeste cifre nella costituzione di cooperative agro-alimentari, agevolandone la costituzione, affidandone la conduzione a giovani disoccupati, ma controllandone anche l'andamento, con il compito precipuo di far sì che almeno i prodotti di prima necessità arrivino, dai produttori, direttamente ai consumatori con enormi vantaggi per entrambi.

E' del tutto evidente che interventi di questo tipo su carburanti e intermediazione porterebbero a un contenimento dell'inflazione e a un recupero sostanzioso del potere d'acquisto di retribuzioni e pensioni.

La Confsal ritiene che con spirito d'iniziativa, coraggio e volontà politica i provvedimenti indicati siano perseguibili. E in tal senso invita la Sua parte politica a farli propri nel programma elettorale".


COMUNICATO STAMPA
MENO TASSE E PIU’ SALARIO DA SOLI NON BASTANO
Marco Paolo Nigi “ Intervenire su prezzi e tariffe Al via le cooperative agro-alimentari con giovani disoccupati”

Roma, 25 febbraio 2008. “Meno tasse e più salario” è un proposito condiviso dalla maggior parte delle forze politiche in campagna elettorale, e non può che esserlo anche dalle forze sindacali. Ma risulta insufficiente a restituire, almeno in parte, il potere d’acquisto perduto a retribuzioni e pensioni.
Lo afferma il segretario generale della Confsal, Marco Paolo Nigi, che precisa: “Diminuire la pressione fiscale di qualche punto percentuale e concedere aumenti salariali forzatamente modesti, data la vasta platea degli interessati, non modifica che in minima parte l’attuale stato di necessità”.
“Per ottenere un risultato accettabile, continua Nigi, è necessario ridurre e contenere in modo sostanzioso e non virtuale le accise sul petrolio che incidono per il 68% sul costo iniziale e intervenire sull’intermediazione cui sono soggetti i prodotti agro-alimentari che, nel passaggio dal produttore al consumatore, subiscono aumenti di 20/30 volte rispetto al costo iniziale.
“Poiché in un libero mercato non sono possibili interventi di contenimento dei prezzi, conclude Nigi, lo Stato può aggirare tale ostacolo con misure alternative. Ad esempio, investendo modeste cifre nella nascita di cooperative agro-alimentari, agevolandone la costituzione, affidandone la conduzione a giovani disoccupati, ma controllandone anche l’andamento. I vantaggi sarebbero enormi sia per i produttori che per i consumatori. Proprio per questo abbiamo sollecitato i partiti politici in competizione elettorale a far proprie le proposte della Confsal”. (Il Segretario Generale, Prof. Marco Paolo Nigi) (dal notiziario Confsal n. 38 del 25 Febbraio 2008)»

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