martedì, ottobre 06, 2009

BOLLETTINO SINDACALE DEL 06 OTTOBRE 2009

Dal notiziario Confsal n. 120 del 05.10.2009:

 

«ARTICOLO DEL SEGRETARIO GENERALE

 

Si riporta, di seguito, l'articolo del Segretario Generale che costituirà l'editoriale del prossimo numero di "Confsal, Società, Cultura, Lavoro" in fase di allestimento.

 

LEGGE FINANZIARIA 2010

 

Documento "tecnico" privo di manovra economica.

Manca delle "dovute" risposte a lavoratori dipendenti e pensionati.

 

Indispensabile una nuova fase di politica economica e finanziaria

 

La Confsal aveva chiesto al Governo una mirata manovra economica e finanziaria "compiuta e definita", basata, tra l'altro, sulla detassazione graduale dei redditi da lavoro dipendente e delle pensioni, nonché sullo stanziamento delle risorse finanziarie occorrenti per il puntuale rinnovo dei contratti dei lavoratori pubblici per il triennio 2010/2012 nel pieno rispetto dei Patti 2009 di Palazzo Chigi e di Palazzo Vidoni fra Governo e Parti sociali.

Avevamo prefigurato e proposto per il reperimento delle risorse una vera, forte ed incisiva azione di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale, anche attraverso l'emersione dell'economia irregolare e sommersa.

La Legge Finanziaria 2010 avrebbe così affermato finalmente un minimo di equità fiscale per lavoratori dipendenti e pensionati e sostenuto la domanda interna in funzione della ripresa economica.

Al contrario, il Documento finanziario 2010, approvato dal Consiglio dei Ministri il 22 settembre 2009, elude gli sgravi fiscali per lavoratori dipendenti e pensionati e lascia "indefinita" la copertura finanziaria per il rinnovo dei contratti pubblici, stanziando l'equivalente dell'indennità di vacanza contrattuale.

Nel complesso si tratta di una Legge Finanziaria che non è portatrice di vera e propria manovra economica e si limita sostanzialmente a confermare i contenuti della manovra triennale 2008 e dei successivi decreti correttivi dell'andamento economico.

E' la prima legge finanziaria della storia della finanza pubblica italiana "tecnica e neutra", risultato di una precisa e palese scelta politica del Governo, maturata in una situazione complessa in cui non è consentito aumentare l'imposizione fiscale per i contribuenti onesti ed incrementare il già alto debito pubblico. E' la scelta di intervenire con la leva fiscale soltanto sul fenomeno dei capitali illecitamente esportati all'estero, favorendone il rientro con una tassazione minima. La scelta governativa ha così escluso un intervento orientato all'inasprimento della normativa sulla lotta all'evasione e all'elusione fiscale all'interno dell'economia italiana.

A nostro parere, allorquando il Governo esclude interventi che incrementerebbero la pressione fiscale e il debito pubblico e ulteriori insostenibili tagli alla spesa dei Ministeri e ai trasferimenti di risorse alle Regioni e alle Autonomie Locali, non può pure rinunciare a svolgere una importante  funzione dello Stato, quella di fare giustizia fiscale aggiungendo così, alle vecchie, nuove povertà. Come non può, ancora, non considerare l'importanza della domanda interna in funzione della ripresa dell'economia. Come non può, infine, lo Stato, in qualità di datore di lavoro di 3,5 milioni di lavoratori, non assicurare la previsione di spesa con regolare copertura per il rinnovo dei contratti pubblici nel rispetto delle regole fissate dai recenti Patti solennemente sottoscritti con le Parti Sociali.

Infatti, in merito la legge finanziaria non dà risposte "certe"né poteva darne per la sua filosofia di fondo e per la sua conseguente struttura.

Nella criticità della situazione economica e finanziaria italiana, la cui attuale vera anomalia non è costituita dall'alto livello del debito pubblico, ormai comune a molti Stati, ma dalla enorme evasione ed elusione fiscale, una legge finanziaria di uno Stato di diritto non può non tener conto dei recenti dati dell'ISTAT e dell'OCSE sull'economia sommersa e di quelli "paradossali" del Fisco sulle denunce dei redditi IRPEF 2008, in base ai quali i lavoratori dipendenti si collocano ai primi posti nella scala dei redditi percepiti.

Il Governo ha il dovere, sul piano politico ed etico, di intervenire con strumenti legislativi ed amministrativi forti ed efficaci per assicurare allo Stato e alle altre Istituzioni Pubbliche il "dovuto" gettito tributario ed affermare finalmente l'equità fiscale.

Se si aggiunge che la manovra economica triennale del 2008, confermata dalla legge finanziaria 2010, non prevede scelte politiche di fondo nel breve e medio periodo come le liberalizzazioni dei servizi pubblici, oltreché riforme istituzionali come l'abolizione delle Province, delle Comunità Montane e di alcuni enti inutili e costosi, non si vede dove si potrebbero reperire le risorse nel tempo della manovra in atto e della stessa legislatura per dare le dovute risposte non soltanto sulla detassazione delle retribuzioni e sul rinnovo dei contratti pubblici, ma anche per estendere il welfare e per investire in formazione, ricerca ed infrastrutture in funzione dello sviluppo, con particolare attenzione al Mezzogiorno.

In questo quadro di criticità, la scelta politica "discutibile" del Governo che è stata quella di fare soltanto affidamento sul gettito, peraltro di difficile quantificazione, di provvedimenti una tantum, come lo scudo fiscale, in attesa che fattori esterni positivi riportino in Italia una crescita economica duratura e di livello eurozona e con essa una entrata finanziaria pubblica adeguata, non può trovare il consenso e la condivisione della Confsal.

Al contrario, noi ci batteremo nel tempo breve per correggere la legge finanziaria 2010 con la necessaria e fattiva azione del Parlamento che dovrà recuperare il suo ruolo istituzionale.

Come ci batteremo nel tempo medio a favore di Riforme che devono riguardare, in relazione alle politiche dell'entrata finanziaria, la lotta all'evasione e all'elusione fiscale e riguardo alle politiche della spesa, gli sprechi della Politica, con l'eliminazione di Enti Pubblici Territoriali e inutili, e  della "gestione politica" delle Pubbliche Amministrazioni, come le clientelari e costose consulenze e le immotivate esternalizzazioni.

Questo sarà il nostro ruolo nel presente e nel prossimo futuro.

 

Il Segretario Generale, Prof. Marco Paolo Nigi

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