Così come già reso noto con il nostro comunicato n. 10/06, il giorno 3 aprile u.s. l’ Amministrazione ha riferito al “tavolo tecnico”, la necessità di ultimare i lavori, al fine di pervenire al più presto ad una relazione che contempli la bozza di bando di concorso in merito al numero dei posti per regione, ai titoli di studio, punteggi, titoli e prove nonchè il contenuto delle prove stesse. Per l’ UNSA BENI CULTURALI, ciò affretta, senza spiegazioni, il compito di “apri pista”del nostro Ministero rispetto ad altri che, pur essendo interessati allo stesso modo, non hanno finora dato inizio ad alcun iter procedurale analogo, visto anche l’ assenza, su questo problema, da parte della Funzione Pubblica. Se ciò dovesse accadere, in pratica ci troveremmo in una situazione volta a generare l’ ennesima
“guerra tra poveri” con tutto il precariato esistente, il tutto in ossequio alla norma contenuta nella Legge Finanziaria, che vuole, paradossalmente, da un lato stabilizzare il personale precario, dall’ altro mette a concorso i posti degli stessi precari con aperture verso l’ esterno. Nel frattempo, l’ Amministrazione ha convocato il tavolo tecnico in data 12 aprile 2006, alle ore 15, presso il salone dell’ ex Consiglio Nazionale, per esaminare i seguenti punti:
- bozza di bando di concorso, con i seguenti allegati:
- All. A: posti a concorso, per regione
- All. B: titoli di studio
- All. C: punteggi titoli e prove
- All. D: contenuto delle prove
Ad ogni buon conto, l’ UNSA, nell’ ultima riunione tenutasi il 12 aprile, ha ribadito la propria contrarietà all’ emanazione di un ipotetico concorso che, di fatto, creerebbe paradossalmente la stabilizzazione di altro personale precario estraneo all’ Amministrazione, annullando così la possibilità di sanare i rapporti di lavoro intercorsi da anni con il Ministero dei Beni e le Attività Culturali. Pertanto l’ UNSA, in considerazione del cambio della guardia a livello politico, ha chiesto tempo all’ Amministrazione, per dare modo al nuovo Governo di emanare un’ apposito provvedimento legislativo che dia modo a stabilizzare realmente tutto il personale precario attualmente in servizio. Nel contempo, coerentemente con la propria linea sindacale, l’ UNSA ha dichiarato allo stesso tavolo tecnico, che questo sia ampiamente superato e che abbia esaurito la sua necessità e quindi non vi è alcun motivo per essere presenti n tale contesto, ciò anche per non essere coinvolti in un “pastrocchio” che poco garantisce tale personale avente diritto.
giovedì, aprile 13, 2006
RIQUALIFICAZIONE:AUMENTANO I POSTI, MA I LAVORATORI DELLE AREE B e A RESTANO ANCORA PENALIZZATI
Come già precedentemente divulgato, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Dipartimento della Funzione Pubblica hanno rimosso i rilievi fatti precedentemente e superati a seguito della certificazione del Ministero Beni Culturali relativi agli oneri di parte fissa che saranno calcolati sulla base dell’ammontare dell’ anno 2004.
Questo comporterà il nulla osta all’aumento dei posti che, per l’area C e questo riguarderà non solo i vincitori, ma anche gli idonei, secondo lo schema sottoindicato
.In merito, apprezziamo la disponibilità dell’Amministrazione affinchè gli inquadramenti non siano più sdoppiati tra vincitori ed idonei, bensì considerati tutti insieme.
Per quanto riguarda l’area B per le prossime settimane si riunirà tavolo tecnico per la ripartizione dei posti aggiuntivi e che riportiamo in calce. Pertanto, per l’ area B si ritiene che un ulteriore sforzo vada fatto affinché tutti gli idonei abbiano la possibilità, di essere inquadrati nella posizione economica per la quale si è concorso.
Quindi, se pur i bandi per la riqualificazione delle aree C e B sono stati avviati alla stessa data del 28 novembre 2002, purtroppo le procedure hanno avuto un risvolto diverso che ha portato a conclusione dei percorsi di riqualificazione per l’ area C, lasciando l’ area B come fanalino di coda.
Infatti, questo significa che tra un lavoratore di Area C ed un lavoratore di area B, oltre alle differenze giuridiche degli inquadramenti, vi sarà una notevole differenza per la parte economica, poichè i lavoratori dell’ area B perderanno un anno di differenza stipendiale rispetto alle posizioni economiche per le quali hanno concorso.
Per quanto riguarda i passaggi tra le Aree, purtroppo, finchè non perverrà un segnale positivo da parte della Funzione Pubblica e la necessaria copertura finanziaria, l’ Amministrazione e le Organizzazioni Sindacali non potranno iniziare alcuna discussione in merito, volta ad attivare sul piano contrattuale, le procedure per tali percorsi di riqualificazione.
Da C2 A C3 – 115 DA C1 A C3 – 256 DA C1 A C2 – 783
Da B2 A B3 – 1727 DA B1 A B3 – 182 DA B1 A B2 – 1022
Questo comporterà il nulla osta all’aumento dei posti che, per l’area C e questo riguarderà non solo i vincitori, ma anche gli idonei, secondo lo schema sottoindicato
.In merito, apprezziamo la disponibilità dell’Amministrazione affinchè gli inquadramenti non siano più sdoppiati tra vincitori ed idonei, bensì considerati tutti insieme.
Per quanto riguarda l’area B per le prossime settimane si riunirà tavolo tecnico per la ripartizione dei posti aggiuntivi e che riportiamo in calce. Pertanto, per l’ area B si ritiene che un ulteriore sforzo vada fatto affinché tutti gli idonei abbiano la possibilità, di essere inquadrati nella posizione economica per la quale si è concorso.
Quindi, se pur i bandi per la riqualificazione delle aree C e B sono stati avviati alla stessa data del 28 novembre 2002, purtroppo le procedure hanno avuto un risvolto diverso che ha portato a conclusione dei percorsi di riqualificazione per l’ area C, lasciando l’ area B come fanalino di coda.
Infatti, questo significa che tra un lavoratore di Area C ed un lavoratore di area B, oltre alle differenze giuridiche degli inquadramenti, vi sarà una notevole differenza per la parte economica, poichè i lavoratori dell’ area B perderanno un anno di differenza stipendiale rispetto alle posizioni economiche per le quali hanno concorso.
Per quanto riguarda i passaggi tra le Aree, purtroppo, finchè non perverrà un segnale positivo da parte della Funzione Pubblica e la necessaria copertura finanziaria, l’ Amministrazione e le Organizzazioni Sindacali non potranno iniziare alcuna discussione in merito, volta ad attivare sul piano contrattuale, le procedure per tali percorsi di riqualificazione.
Da C2 A C3 – 115 DA C1 A C3 – 256 DA C1 A C2 – 783
Da B2 A B3 – 1727 DA B1 A B3 – 182 DA B1 A B2 – 1022
APERTURE PROLUNGATE
APERTURA PROLUNGATA NEI GIORNI DI PASQUA, LUNEDI’ DELL’ANGELO E 15 AGOSTO - ANNO 2006
La contrattazione del 22 marzo 2006 ha riguardato il progetto per le aperture di Pasqua, Pasquetta e 15 agosto.Riportiamo qui di seguito il testo dell’ accordo:
L’Amministrazione e le OO.SS. stipulano il presente accordo:
1. Contenuto del progetto
Al personale, a tempo indeterminato e a tempo determinato, impegnato in tutti i siti dipendenti dall’Amministrazione aperti al pubblico, nei giorni di Pasqua, Lunedì dell’Angelo e 15 agosto, sarà corrisposto, oltre alle ordinarie posizioni di lavoro, per le prestazioni antimeridiane e pomeridiane, un incremento pari ad € 25,82 per ciascun turno.Nei siti che in tali giorni non effettuano l’apertura la pubblico dalle 8,00 alle 20,00,assicurando 11 ore di apertura al pubblico, i dipendenti che svolgano prestazioni lavorative su turni hanno diritto esclusivamente al compenso per la posizione di lavoro.
2. Quantificazione dei costi
Il progetto verrà finanziato con i risparmi determinati dalla realizzazione del progetto A. F. 2005 denominato “Apertura prolungata nei giorni di pasqua, lunedì dell’angelo e 15 agosto” finanziato con i fondi dell’anno 2004, ed eventualmente integrato, in relazione alla verifica, con i fondi dell’A.F. 2005, prevedendo su questi ultimi un accantonamento di 100.000,00 €.
3. Verifiche sull'attuazione del progetto
I capi degli Istituti interessati dal progetto dovranno redigere – entro il 30 settembre 2006 - una relazione dei risultati conseguiti in termini di maggiore produttività e di miglioramento quantitativo e qualitativo dei servizi, nonché delle risorse umane e finanziarie impegnate. Le relazioni finali dei capi degli Istituti dovranno essere inviate alle Direzioni Generali competenti per il successivo inoltro alla Direzione generale per gli affari generali, il bilancio, le risorse umane e la formazione.La successiva verifica con le OO.SS. nazionali sarà effettuata entro un mese dalla scadenza di cui al primo capoverso.
4. Responsabili del progetto
I capi degli Istituti periferici, coordinati dai rispettivi Direttori generali.
Roma, 22 marzo 2006
PER L’AMMINISTRAZIONE
PER LE OO.SS
lunedì, marzo 06, 2006
50 ANNI E NON LI DIMOSTRA
Sono passati più di 50 anni da quando, nel 1954, nacque la nostra Federazione U.N.S.A. Ripercorriamone in breve la storia:Negli anni 1947 e 1948 molti lavoratori dei Ministeri delle Finanze e del Tesoro abbandonarono la CGIL unitaria, all’epoca unico sindacato dei lavoratori dipendenti, per dare vita ad una serie di sindacati autonomi. Essi si ispiravano tutti, in contrapposizione al sindacato di ispirazione politica di allora, alla necessità di dare vita ad un sindacalismo veramente apolitico, dotato di regole ed organizzazione tali da impedire la strumentalizzazione a fini meramente politici.
Queste organizzazioni sentirono la necessità, nel 1954, di creare un’associazione intersindacale che potesse allinearsi alle altre grandi organizzazioni sindacali, riunendo attorno a sé lavoratori, soprattutto statali, per curarne gli interessi e le giuste rivendicazioni. Nacque così, il 30 dicembre 1954 a Roma, in Via del Tritone 46, l’UNSA (Unione Nazionale dei Sindacati Autonomi), associazione indipendente e apartitica.
Preoccupazione principale dell’Unione fu quella di lasciar salvi per ogni Sindacato Nazionale aderente quei principi di autonomia che sono alla base del vero sindacalismo moderno e che avrebbero consentito a ciascuno di essi la più ampia libertà d’impostazione per i problemi inerenti alle singole categorie rappresentate, con il solo impegno di trattare su di un piano comune i problemi di carattere generale per i pubblici impiegati. Con l’ingrandirsi e l’affermarsi dell’UNSA nuovi settori, anche privati, aderiscono all’Unione, rendendone sempre più incisiva ed efficace l’azione di tutela delle categorie rappresentate. L’UNSA, in virtù delle adesioni raccolte, acquisì il diritto di far parte, già nel 1957, della Commissione per la riforma della Pubblica Amministrazione ed in seguito di essere presente nel Consiglio Superiore della Pubblica Amministrazione, oltre che nei diversi Consigli di Amministrazione dei Ministeri, nei Consigli di Amministrazione dei Fondi di Previdenza e nelle Commissioni istituite presso la Presidenza del Consiglio e presso i Ministeri. Infine ottenne ciò che fino a quel momento non era stato consentito agli organismi sindacali autonomi, cioè la trattativa unica con le Confederazioni nel 1973, allorquando si stipulò il primo contratto degli statali.
Nel 1979 l’UNSA e lo SNALS (Sindacato Nazionale Autonomo dei lavoratori della Scuola) decisero di costruire una nuova Confederazione Autonoma che rappresentasse un polo di aggregazione delle strutture sindacali autonome italiane.Il 21 giugno 1979 fu annunciata la nascita della CONF.S.A.L. , Confederazione che si fondava “sugli irrinunciabili valori della libertà, del pluralismo e della giustizia sociale”.
(da BREVE STORIA DEL SINDACALISMO ITALIANO di A. Bigi ed. CONF.S.A.L.)
Queste organizzazioni sentirono la necessità, nel 1954, di creare un’associazione intersindacale che potesse allinearsi alle altre grandi organizzazioni sindacali, riunendo attorno a sé lavoratori, soprattutto statali, per curarne gli interessi e le giuste rivendicazioni. Nacque così, il 30 dicembre 1954 a Roma, in Via del Tritone 46, l’UNSA (Unione Nazionale dei Sindacati Autonomi), associazione indipendente e apartitica.
Preoccupazione principale dell’Unione fu quella di lasciar salvi per ogni Sindacato Nazionale aderente quei principi di autonomia che sono alla base del vero sindacalismo moderno e che avrebbero consentito a ciascuno di essi la più ampia libertà d’impostazione per i problemi inerenti alle singole categorie rappresentate, con il solo impegno di trattare su di un piano comune i problemi di carattere generale per i pubblici impiegati. Con l’ingrandirsi e l’affermarsi dell’UNSA nuovi settori, anche privati, aderiscono all’Unione, rendendone sempre più incisiva ed efficace l’azione di tutela delle categorie rappresentate. L’UNSA, in virtù delle adesioni raccolte, acquisì il diritto di far parte, già nel 1957, della Commissione per la riforma della Pubblica Amministrazione ed in seguito di essere presente nel Consiglio Superiore della Pubblica Amministrazione, oltre che nei diversi Consigli di Amministrazione dei Ministeri, nei Consigli di Amministrazione dei Fondi di Previdenza e nelle Commissioni istituite presso la Presidenza del Consiglio e presso i Ministeri. Infine ottenne ciò che fino a quel momento non era stato consentito agli organismi sindacali autonomi, cioè la trattativa unica con le Confederazioni nel 1973, allorquando si stipulò il primo contratto degli statali.
Nel 1979 l’UNSA e lo SNALS (Sindacato Nazionale Autonomo dei lavoratori della Scuola) decisero di costruire una nuova Confederazione Autonoma che rappresentasse un polo di aggregazione delle strutture sindacali autonome italiane.Il 21 giugno 1979 fu annunciata la nascita della CONF.S.A.L. , Confederazione che si fondava “sugli irrinunciabili valori della libertà, del pluralismo e della giustizia sociale”.
(da BREVE STORIA DEL SINDACALISMO ITALIANO di A. Bigi ed. CONF.S.A.L.)
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