lunedì, ottobre 01, 2007

CCNL COMPARTO MINISTERI 2006-2007 – DUE TRANCE IN BUSTA PAGA A OTTOBRE E MARZO ?

I dipendenti del comparto ministeri saranno i primi a percepire, a fronte dei 3 milioni e mezzo di pubblici dipendenti, l'aumento medio in busta paga per il biennio 2006-2007 pari a circa 473 €.
 Il riferimento medio annuale è quello del dipendente dell'ex 6° livello, ora seconda area – fascia retributiva 3, per cui l'aumento minimo sarà di circa 404 € ed il massimo di 667 €.
 Il sopra citato aumento retributivo medio sarà così determinato:
€ 105,00 circa derivanti dall'originario aumento di 8,07 € della vacanza contrattuale  decorrente dal 1° gennaio 2006;
€ 368,00 circa derivanti dall'aumento dello stipendio base di €. 40,86 
 conseguente all'accordo governo-sindacati decorrente dal 2007.
A parte dovranno essere riconosciuti 3 € per la produttività.  
 Quanto sopra in attesa della definizione delle ulteriori risorse economiche, scaturenti dalla approvazione della finanziaria 2008, predisposta per l'esame parlamentare dal Consiglio dei Ministri di venerdì scorso, così quantificabili:
€ 602, 00  circa derivanti dall'aumento di circa  50 € (pari alla differenza fra 40,86 €,sopra indicato, e 91,01 €) conseguente all'aumento della finanziaria 2008, con              decorrenza febbraio 2007.
Questa seconda trancia di aumento potrebbe essere incassata a marzo 2008, se saranno ultimate in tempo utile le trattative all'Aran per l'accordo sulla distribuzione delle risorse aggiuntive.
 A parte dovranno essere riconosciuti 7 € per la produttività pari quindi ad un totale di 10 €.
 In tutta questa contorta fase di calcoli per attribuire alla fine poche decine di euro, si aggiunga che il governo sta ancora studiando le modalità di erogazione degli aumenti, ipotizzando la possibilità di attribuirli sotto forma di arretrati, così da contabilizzarli nell'anno 2007 ed alleggerendo il 2008 già gravato di esorbitanti spese di bilancio.
 Sarà comunque necessario un impegno rivolto alla sollecita apertura delle trattativa degli altri comparti pubblici, cercando di ridurre lo sconcio di un sistema ormai stabilizzatosi sul cronico ritardo delle trattative contrattuali.

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