lunedì, agosto 06, 2012

DAL NOTIZIARIO

La storia infinita della Reggia di Carditello: tra abbandono, decadenza, aste deserte e promesse non mantenute

 

Il Complesso monumentale denominato "Real Sito di Carditello"un tempo luogo incantato, realizzato nel 1784 da Ferdinando IV di Borbone su progetto del Collecini, è oggi precipitato in un inarrestabile gorgo di abbandono e decadenza, che fa apparire surreale e malinconica la struttura  ultimamente depredata di tutto quello che si poteva asportare. Cancelli, gradini di marmo delle scale, acquasantiere della cappella, e perfino l'intero impianto elettrico, sono stati rubati e tutto ciò che non poteva essere portato via è stato brutalmente distrutto. La reggia si è, insomma, trasformata in una gigantesca cava di materiali pregiati, che non è difficile immaginare indirizzati verso le oscene ville dei signori della malavita locale.

In merito alla vicenda è intervenuta, Maria Rosaria de Divitiis, presidente regionale Fai Campania, denunciando come ancora ad oggi non si palesi chiaramente la volontà, innanzitutto, di chi, come e quando si possa mettere un punto fermo e definitivo per "salvare" la "Reggia" di Carditello. Troppe fumose iniziative giustamente non consolavano il sindaco di San Tammaro che si è rivolto al Capo dello Stato per non assistere impotente all'assurdo, incalzante pericolo di vedere in mani pericolose quel che resta delle migliaia di ettari bonificati dai Borbone, che avevano impiantato a Carditello un allevamento di cavalli di razza e una moderna azienda agricola con scuderie, stalle, granili, e la produzione di latticini. E un Real sito per la Corte ispirata all'allievo Ferdinando Collecini dal suo maestro Luigi Vanvitelli, un grande complesso contornato dalle abitazioni dei coloni in un'idea di Villa- Masseria che vuol sottolineare uno stile di vita, consono al tempo dei Lumi, ricco di affreschi, sculture, opere d' arte.

E non è mancato certamente il sostegno del nostro presidente della Repubblica Napolitano (che nell'opinione comune rappresenta il faro che può dar luce a tutte le vicende oscure che offendono il nostro Paese). Il suo incontro con il sindaco e quanti si sono rivolti a lui ha dato un ulteriore impulso all'attenzione dei media, alla comunicazione, alla sensibilità di quanti possono prendere atto e denunciare l'urgenza della salvezza di quel che nonostante tutto ancora resta di Carditello, del suo patrimonio, del paesaggio e dell' ambiente oltraggiati dall' orrore e dallo squallore di sversamenti di ogni genere di rifiuti, dalle razzie delle bestie umane che, vanificando le speranze dei restauri effettuati negli anni Ottanta, continuano a devastarlo.

Ma sarebbe riduttivo definire così pesantemente soltanto i vandali che hanno depredato la Reggia. Ben più nobili vandali sono quanti (di diverso colore politico) dopo la legge finanziaria regionale del 19 gennaio 2007 (n.1, art.31, co.19) non hanno dato seguito alla delibera per l'acquisizione del Sito al patrimonio regionale mentre si profilavano le vendite all'asta che dal 2010 per i crediti avanzati dall'ex Banco di Napoli nei confronti del proprietario Consorzio di Bonifica del Bacino del Volturno inferiore si sono svolte regolarmente fino a tutto lo scorso mese di marzo. Da allora si è organizzata una cordata di associazioni, enti, consorzi, comuni, pro loco, clubs e comitati, accanto alle istituzioni (Sun, Soprintendenza ai Beni architettonici del territorio) collegati nell'appello-manifesto "Salviamo Carditello". Accanto a questo manifesto-appello si può tentare ancora di sottoscrivere con una grande catena pubblico-privata una raccolta di fondi atta a intervenire nella vendita all' asta del Sito per la soddisfazione dei crediti del Banco di Napoli. Ma per lasciarlo in proprietà del Consorzio? Questo non significa risolvere il problema, come afferma giustamente il sindaco Cimmino. Bisogna d' altra parte scongiurare il pericolo di veder finire nel possesso di qualche discutibile personaggio questa meraviglia. Già qualche indiscrezione giornalistica fa trapelare il nome di un palazzinaro che si farebbe avanti per farne un resort di lusso. E allora che fare? Acquisire il bene all'asta? Questa ennesima soluzione si è per ora conclusa con un nulla di fatto visto che dopo quella del 12 luglio anche quella del 19 luglio per la seconda volta nel giro di dieci giorni è andata deserta.  Non è arrivata nessuna busta contenente offerte per l'acquisto, da parte di privati, enti o società, dell'ex fattoria borbonica che sorge nel territorio di San Tammaro che continua a vivere in uno stato di profondo degrado senza contare la sua chiusura al pubblico. Il giudice Valerio Colandrea ha aggiornato la eventuale vendita del bene ad altre due date: quella del 17 gennaio 2013 e del 31 dello stesso mese. La prima asta avverrà in maniera tradizionale, la seconda comprenderà anche la formula dell'incanto. Ma la notizia è che il giudice ha anche deciso di abbassare il prezzo del sito da 11 milioni e 250mila euro (la base d'asta di oggi) a 10 milioni. Una soglia sotto la quale difficilmente si scenderà, secondo indiscrezioni trapelate in ambienti giudiziari, anche se dovessero andare deserte le aste del prossimo gennaio.

Il Giudice Colandrea si è espresso anche su un contenzioso che vede da tempo contrapposte l'amministrazione comunale di San Tammaro e quella provinciale: la pulizia delle strade adiacenti il monumento, che lascia davvero a desiderare anche per l'inciviltà di quanti vi sversano materiale di risulta di ogni genere. Per il magistrato il compito di tenerle in maniera decorosa tocca sicuramente agli enti ed entro ottobre vuole che Comune e Provincia trovino un'intesa. La prossima seduta, prevista per gennaio 2013, si aprirà con un'offerta pari a 10 milioni di euro. In tutto ciò le rassicurazioni e le promesse del 20 marzo scorso del Ministro per i Beni e le Attività Ornaghi per scongiurare l'asta di Carditello e l'individuazione reale di risorse  finanziarie  con la collaborazione della Regione che fine hanno fatto?  Sorrisi, speranze, promesse. Da allora nulla è successo e del "Real Sito" non se ne parla più. Problema accantonato. Certamente questo prolungato silenzio è quantomeno sospetto.

Marco Calaci

 

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