venerdì, agosto 03, 2012

NOSTRO COMUNICATO N.49/12

Fannulloni, Spending Review e noiosità del posto fisso: tanti luoghi comuni con un unico scopo, quello di infangare i servitori dello stato e colpire le fasce più deboli della popolazione.

 

Con l’approssimarsi del periodo feriale, riteniamo doveroso fare alcune sintetiche considerazioni circa la situazione politico-sindacale attuale, alla luce delle drastiche misure prese da questo Governo tecnico che, stando ai risultati ed alle pessime previsioni, sembra nutrire nei confronti del Pubblico Impiego una particolare ostilità.

Ormai è cosa nota che, nel calderone della 'Spending Review' i nostri governanti hanno fatto il possibile e l’impossibile per infilarci misure drastiche e vessatorie nei confronti dei lavoratori pubblici.

Questa 'Spending Review', che altro non significa che “Revisione della spesa”, è stata introdotta dall’ex Ministro dell’Economia Padoa Schioppa, (quello che ha coniato l’infelice termine di bamboccioni, riferito ai nostri figli che non trovano lavoro…), facente parte dell’esecutivo nel Governo Prodi.

In buona sostanza, si tratta dell’analisi dei capitoli di spesa nell’ambito dei programmi delle attività da attuare da parte dei singoli dicasteri al fine di individuare le voci passibili di taglio, per evitare inefficienze e sprechi di denaro.

Il focus di questa azione di bilancio è quello di pervenire a un più efficiente controllo nell’utilità effettiva della spesa pubblica.

Peccato che, come sempre accade, i tagli per evitare inefficienze e sprechi di denaro si sono concentrati nei settori più fragili e già tartassati.

Il settore pubblico, purtroppo, è ormai da anni sotto i riflettori dei Governi che si sono succeduti nel tempo e che lo hanno additato come fonte di tutti i mali del Paese.

Non dimentichiamoci la vergognosa campagna mediatica (seguita purtroppo anche da norme a dir poco vessatorie) che, sotto il Governo Berlusconi, ha infangato l’onorabilità e la dignità dei pubblici dipendenti che sono stati additati come “Fannulloni” dal Ministro Renato Brunetta.

Tornando all’attualità, il sentore è quello di un Governo che, con la scusa di questa benedetta 'Spending Review' vuole creare precarietà toccando settori, come quello pubblico,  che in realtà potrebbe aver bisogno, al massimo, di una riorganizzazione e non di tagli.

Peccato che chi guida questo Governo ha recentemente e candidamente affermato che il posto fisso è noioso…

Forse dimentica che tantissimi giovani disoccupati gradirebbero assai annoiarsi a vita pur di ottenere un lavoro.

Peraltro, battute del genere, dette da chi un posto fisso ce l’ha ( è o non è Senatore a vita?), lasciano il tempo che trovano ma è grave che siano state pensate e dette pubblicamente.

Ad ogni buon conto, e qui veniamo al dunque, la nostra Federazione CONF.SAL-UNSA sin dal primo momento non è stata a guardare e non a caso ha indetto uno sciopero nel mese di dicembre u.s. e due recenti giornate di mobilitazione a Roma.

Il coinvolgimento dei Coordinamenti aderenti alla Federazione è stato massimo e lusinghiero ed anche il nostro apporto si è fatto sentire.

Non dimentichiamoci che anche noi del Coordinamento Beni culturali, siamo sempre stati in prima fila nel denunciare le storture di un sistema che sta mettendo a rischio il nostro futuro e quello dei nostri figli.

Chi ci segue sa che non ci siamo mai tirati indietro nel sostenere la nostra Federazione nelle giuste battaglie che sta portando avanti per le rivendicazioni dei lavoratori pubblici, così come altrettanto abbiamo sempre fatto, (tramite assemblee, comunicati, notiziari, comunicati stampa ecc.ecc.), per denunciare le tutte le storture della pessima  gestione del MiBAC (vedasi rischio esternalizzazioni e poi ancora ARCUS, ALES, allegre consulenze e quant’altro).

Pertanto, da parte nostra, ce la stiamo mettendo tutta per far sentire la voce degli iscritti e dei lavoratori tutti ed i risultati, anche in termine di adesione al nostro sindacato, ci stanno dando ragione.

A proposito di adesione al sindacato, riteniamo utile fare alcune brevi considerazioni sulla necessità, in questo momento storico, di iscriversi alla nostra Organizzazione Sindacale.

Forse qualcuno potrebbe essere titubante o addirittura ostile di fronte all’eventualità di un’iscrizione ad un sindacato.

Noi, per quanto ci riguarda, non possiamo che rivendicare con orgoglio la nostra autonomia, che significa liberi da ogni vincolo partitocratico e lontani da logiche di potere.

Questa linea ci ha sempre contraddistinto e ci ha portato a diventare il primo tra i sindacati autonomi ( la CONF.SAL è infatti la quarta sigla sindacale dopo CGIL, CISL e UIL e, pertanto, la prima fra tutte le sigle autonome).

Il sindacato però è composto di donne e uomini, di lavoratrici e lavoratori che, con la propria adesione, lo rendono numericamente più forte e questo, nel concreto, significa dare la possibilità alla nostra Federazione di avere sempre più peso e potersi confrontare alla pari con tutti i sindacati, soprattutto con i cosiddetti “Confederali”.

Quando parliamo di “peso” ci riferiamo naturalmente alle deleghe, ovvero alle iscrizioni, che sono la linfa vitale del nostro sindacato.

Senza iscrizioni il sindacato, qualsiasi sindacato, è nulla.

Il sindacato rappresenta sì tutti i lavoratori, ma opera su delega dei propri iscritti, quindi non basta essere dei simpatizzanti.

Se si vogliono salvaguardare i propri diritti di lavoratori è indispensabile fare un piccolo sforzo, osare un po’ e compilare la delega di iscrizione che, nel nostro caso, è scaricabile dal sito internet www.unsabeniculturali.it alla voce ISCRIZIONE del menù laterale di sinistra.

Tale delega, debitamente compilata e firmata in tutte le sue parti dovrà pervenire in originale a questo sindacato CONF.SAL-UNSA Coordinamento Nazionale Beni Culturali, c/o Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Via del Collegio Romano, 27 CAP 00186 Roma.

Mai come in questa occasione si rivelerà vero il detto “L’unione fa la forza”.

Buone vacanze a tutti.

 

IL SEGRETARIO NAZIONALE

(Dott. Giuseppe Urbino)

 

 

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