lunedì, maggio 06, 2013

com stampa 6 maggio 2013 Quesiti referendari

 

COMUNICATO STAMPA DEL 06.05.2013

BATTAGLIA e PELACCHI: “CONTRATTI E PENSIONI, ABROGHIAMO LE LEGGI CHE DA ANNI PENALIZZANO I LAVORATORI PUBBLICI E PRIVATI”

 

Il Comitato per i Referendum, promosso dalla Federazione Confsal-Unsa e dall’Unità Sindacale Falcri-Silcea ha depositato nella data di oggi, 6 maggio 2013, presso la Suprema corte di Cassazione i 6 quesiti referendari volti all’abrogazione della Legge che blocca i contratti dei dipendenti pubblici e di quella che riforma il regime pensionistico, la c.d. Riforma Fornero.

“Mentre ai magistrati, che hanno già alti livelli retributivi, hanno riconosciuto adeguamenti stipendiali automatici, con tanto di arretrati, i dipendenti pubblici medi, con un reddito di 1.300 euro, sono ancora mortificati da una legge che blocca da anni contratti e stipendi”, afferma Massimo Battaglia, Segretario generale della Federazione Confsal-Unsa, che prosegue “il sindacato ha deciso di farsi promotore di questa iniziativa referendaria perché lo strangolamento economico che stanno patendo i dipendenti pubblici ricade sulle loro famiglie, sui loro figli e sulle stesse imprese che sono costrette a chiudere a causa della massiccia contrazione della domanda interna del nostro Pese. Vogliamo pertanto dare la possibilità a tutti i cittadini, lavoratori e loro famigliari, di protestare contro queste politiche di austerity che colpiscono sempre le fasce sociali più deboli”.

Gli fa eco Aleardo Pelacchi, Segretario generale di Unità Sindacale Falcri Silcea Confsal, co-promotore dei referendum, il quale dichiara “Attraverso questi referendum vogliamo tutelare centinaia di migliaia di lavoratori che ad un passo dalla pensione si vedono costretti a proseguire l’attività lavorativa anche oltre i 40 anni di regolare contribuzione, incolpevoli dei problemi economici causati da una cattiva gestione delle risorse pubbliche di questo Paese. Il nostro obiettivo pertanto”, conclude il Segretario “è di abrogare la riforma Fornero anche utilizzando lo strumento referendario”.

                                                 

 

 

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