giovedì, novembre 25, 2010

POMPEI: PALESTRA DEI GLADIATORI .E LUPANARI!


RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

In questi giorni c’è un gran parlare del crollo della palestra dei gladiatori a Pompei. Anzi, è diventato un caso nazionale a tal punto da trasformarsi nell’ultima tegola, forse fatale sul governo Berlusconi. Eh già, poiché raramente si sono chieste le dimissioni di un ministro dei Beni Culturali per dei crolli riguardanti il nostro patrimonio artistico. Intendiamoci: il fatto in sé è a dir poco grave e indice comunque di una situazione ormai collassata da decenni di abbandono e di politiche puramente speculative. Se questo ministro Bondi ha delle responsabilità (e non solo sull’ultimo episodio di Pompei) è giusto che se ne vada senza tanti complimenti. Ma quale tipo di responsabilità può avere un ministro in questo contesto? Perché in tutto questo gran vociare contro Bondi, nessuno si è mai posto anche le responsabilità dei soprintendenti e city-manager che da dieci anni si sono succeduti? Possibile che nessuno si è posto la domanda dell’operato e delle responsabilità scientifiche e gestionali della soprintendenza di Pompei, dove hanno operato per dieci anni soprintendenti e city - manager? Nessuno ricorda quando l’ex soprintendente Guzzo tuonava a mezzo stampa che i mali di quel sito non erano i malaffari bensì il personale di custodia che andava privatizzato al più presto? Perchè, tranne qualche sindacalista isolato, nessuno di questi moralisti odierni gridò allo scandalo, chiedendo l’immediata rimozione di Guzzo, quando si scoprì che la sua consorte faceva parte del Consiglio di Amministrazione “Electra”, società appaltatrice in quel di Pompei e di Roma, con delle pendenze giudiziarie riguardanti degli insediamenti abusivi in loco, a tal punto che l’allora deputato Alfano chiese l’intervento degli ispettori? Nessuno si è mai posto le conseguenze disastrose della triste gestione soprintendente-city-manager, vero colpo di grazia ai decennali problemi di Pompei, con un tale spreco di denaro e di progressivo degrado, a tal punto da doverla commissariare? E se da Pompei passiamo alla soprintendenza archeologica di Roma, constatiamo che sempre nell’ultimo decennio alla Domus Aurea vi sono stati ben quattro crolli (due volte riguardanti le strutture del sito e due volte a degli alberi secolari del giardino) e sempre per puro miracolo non si sono lamentate vittime tra il pubblico e il personale A.S.V.
Anzi, il soprintendente di allora, La Regina e l’ex ministro Melandri, succeduta a Veltroni, tutti e tre targati P.D. minimizzarono dichiarando al mondo intero che si era trattato solo di un “lievissimo” cedimento ( sic! ). L’ultimo crollo avvenuto il Marzo scorso ha evidenziato come possono essere “lievissimi” certi crolli (!) Idem al Palatino dove qualche anno fa crollò un muro adiacente al percorso al pubblico e sempre per miracolo non ci fu una strage. Morale della favola? Nessuno ha pagato per le loro responsabilità: soprintendenti, direttori tecnico-scientifici, responsabili per la sicurezza e tutti coloro che ruotano (pagati profumatamente, s’intende!) a quella grande greppia che và sotto il nome di “opere di restauro, manutenzione e valorizzazione dei Beni Culturali”. Non saremo certo noi a difendere un Bondi, né sotto il profilo politico e/o amministrativo ma che da certi pulpiti politici, in particolar modo di sinistra si levino degli strali ipocritamente moralisti, proprio dalle figure di un Veltroni e della Melandri, beh… questo è troppo!
La verità è che il crollo di Pompei è la conseguenza ultra decennale di politiche affaristiche operate sia da destra che da sinistra, tali da ridurre alcune soprintendenze a dei lupanari, se vogliamo usare un termine ad hoc, con buona pace per una sincera e reale politica di risanamento del nostro patrimonio artistico e di valorizzazione di tutto il personale ivi operante. Ma questa è un’altra storia…
Enzo Lepone

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