giovedì, novembre 25, 2010

RIFLESSIONI E PROSPETTIVE FUTURE SUL SINDACATO


Lo scenario politico, finanziario ed economico del Paese e talmente in profonda mutazione che appare difficile prevederne gli esiti. Una cosa appare certa: il 2011 continuerà ad essere un anno preoccupante per la pesante crisi economica ancora in atto nel paese.
Le dimensioni indefinibili della crisi finanziaria, priva di confini e limiti per le caratteristiche mondiali che la governano, ha scompaginato i punti di riferimento tradizionali sui quali poggiava la politica sociale ed economica del paese.
I due grandi poli partitici trovano grandi difficoltà a raccordarsi al loro interno per il fatto di non riconoscersi in sintonia su alcune tematiche che traggono origine da organizzazioni con culture diverse.
Se perde compattezza l'opposizione perché, ad esempio, nel Partito Democratico con le diverse culture sociali e politiche presenta problemi di convivenza, con la compagine politica le cui componenti spingono ulteriormente per l’individuazione di una nuova leadership, mentre l’altra parte degli oppositori inviano segnali di attenzione per la costituzione del cosiddetto centro, cosi da rendere ipotizzabile un terzo polo politico. In questo gioco delle parti, di antica lettura nella storia politica del nostro paese, si rende difficile il ruolo del sindacato che potrebbe vedere compromessa l'unità per i diversi radicalismi che si potrebbero accentuare.
" sindacato tende a perdere l'antica sua identità perche avverte l'insufficienza a riempire le esigenze della società che cambia per cui si diffonde nelle varie organizzazioni la ricerca di nuovi spazi organizzando, come ad esempio la Cisl, specifici forum di intese con associazioni religiose o di credi socio-ideologici volti a coinvolgere interessi più diffusi e coinvolgenti.
A fronte di un possibile ridimensionato del ruolo del sindacato, di una conseguente ricaduta dell'acquisizione di ritenute di iscrizioni sindacali e di una "razionalizzazione" delle liberta sindacali, si impone una seria riflessione sulla ricerca di finanziamenti alternativi o integrativi attraverso lo sviluppo di servizi di assistenza sociale.
I governi della nuova società hanno perso di vista "la persona" che non e più al centro delle regole associative ed in questa marasma il sindacato cerca una sua identità difficile da individuare. E' impossibile reclamare nuove risorse economiche per riaprire i contratti di lavoro bloccati fino al 2013 per volere governativo, quando nel contempo masse di lavoratori perdono l'occupazione; oppure conciliare la sussidiarietà con le rivendicazioni specifiche.
II decentramento, meglio conosciuto come federalismo, modifica le strutture delle Stato e la solidarietà fra enti territoriali non si realizza con un atto unico centralizzato, perche diventa una mutualità che cerca a Livello locale la sussidiarietà;
Se il federalismo svuota di contenuto il centro decisionale di Roma per aumentare l'operatività decisionale della periferia, proprio per essere più vicino ai problemi dei cittadini, anche il sindacato dovrà diversamente caratterizzare la propria organizzazione strutturale dando più spazio alla periferia e riducendo quella centrale;
le diversità cl1e oggi sotto vari aspetti ancora esistono, in particolare nel sindacalismo autonomo, devono essere meglio disciplinate ed orientate per poter interpretare più incisivamente le aspettative e le esigenze dei lavoratori;
I'evasione e I'elusione fiscale, il lavoro sommerso e minorile sono un male endemico che deve essere comunque eliminato, o quanto meno ridotto, perché le risorse sottratte alla collettività costituiscono un reato sociale e morale che non può essere più consentito in una fase di grande crisi economica e sofferenza sociale;
il conseguimento di un quadro sindacale semplificato e un obiettivo da conseguire perché non e più tollerabile persistere in stagioni contrattuali lunghe, tardive e disarmoniche.
A cura di Stefano Innocentini

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