giovedì, aprile 11, 2013

COMUNICATO STAMPA DEL 11.04.2013

Primo maggio Musei Statali chiusi, salta la notte dei Musei dopo il flop della settimana della cultura.

DA OGGI CELEBRIAMO LA DISFATTA DEFINITIVA DEI BENI CULTURALI ITALIANI

 

 

13 aprile 2013, una data da ricordare, afferma il Segretario Nazionale CONF.SAL-UNSA Beni culturali Dott. Giuseppe Urbino.

Oggi infatti il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha dimostrato un'ulteriore falla riguardante il miglioramento della fruizione della cultura italiana e questo a causa dell'incompetenza e dell'inadeguatezza al ruolo istituzionale dell'attuale Ministro.

Inutile nasconderci dietro un dito, prosegue Urbino, se il MiBAC fosse stato un Dicastero che conta, con a capo un vero Ministro con gli attributi, gli accordi sulle aperture straordinarie del 1° maggio 2013 e sulla notte dei Musei previste per il 18 e 19 maggio 2013 si sarebbero potuti firmare con tutto beneficio per i cittadini e turisti.

Invece, per motivi esclusivamente burocratici, ma evitabilissimi se il MiBAC fosse stato un Ministero rispettato, tutto questo è saltato e saltando, gli accordi non solo non sono stati firmati, compromettendo la principale risorsa del nostro Paese, ovvero il turismo, ma anche la possibilità di guadagnare una piccola somma di incentivo ai dipendenti partecipanti al progetto.

Vorrà dire, precisa Urbino, che questa volta la festa del primo maggio si celebrerà alla vecchia maniera, con una serrata della cultura e con la piena libertà di riposo dei lavoratori.

Peccato però che il progetto era su base volontaria e la CONF.SAL-UNSA aveva anche proposto l'ingresso ai Musei con una tariffa simbolica di un euro.

Il Ministro Ornaghi e gli alti burocrati del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, sempre pronti a prendere a recepire in maniera restrittiva le rigide griglie di contabilità, proseguono a dire che dobbiamo adeguarci agli standard europei quando non sono neanche in grado di assicurare un'apertura straordinaria.

Peraltro, conclude Urbino, adeguarci agli standard europei dovrebbe dire adeguare anche lo stipendio dei lavoratori pubblici agli stessi standard e questo, come sappiamo, non è nelle intenzioni dei nostri governanti.

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