giovedì, febbraio 12, 2009

BOLLETTINO SINDACALE - del 12-febbraio-2009

BOLLETTINO SINDACALE
del 12-febbraio-2009


ELEZIONE DEI TRE RAPPRESENTANTI DEL PERSONALE
PER IL CONSIGLIO SUPERIORE DEI BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI

NON LI VOTARE!!!

Ribadiamo le motivazioni che la CONF.SAL-UNSA Beni Culturali porta a sostegno dell’astensione.
Mancano pochi giorni alle elezioni dei 3 rappresentanti del personale e… l’unica certezza è che l’essere eletti, rappresenta solo ed esclusivamente una gratificazione personale dei vari candidati e la possibilità di poter dire: “Il nostro sindacato è migliore degli altri”, visto che non vi è più una lotta sindacale ma rimane solo il primato dei personaggi che si contendono le iniziative senza mai arrivare a nulla di concreto in favore del personale.
Al di là di quanto previsto dalla legge e delle valide motivazioni che ne hanno visto la costituzione venti anni fa, questo organo si è visto via via svuotare del significato originario fino a diventare un contenitore vuoto e privo di reale potere, non ultimi ma significativi i drastici tagli al bilancio ordinario del Ministero che contraddicono obbiettivamente i propositi di potenziamento dell’azione di tutela enunciati dal Ministro Bondi alla Camera.
Non ha alcuna prerogativa in merito alle problematiche del personale, è un organismo consultivo con scarsissimi poteri, e se ne potrebbe indubbiamente fare a meno.
In un momento storico come quello che stiamo vivendo, che vede il Pubblico Impiego messo alla berlina da alcuni “politici” malati di protagonismo nonché in un momento di recessione che sta assottigliando ulteriormente il nostro già magro salario, insomma, con tanti e tanti problemi concreti che assillano il lavoratore pubblico (per non parlare nello specifico del settore dei Beni culturali), dobbiamo assistere al solito sperpero di denaro pubblico per una elezione inutile in un organo altrettanto inutile.
Come per le precedenti tornate elettorali, la nostra Organizzazione Sindacale si è astenuta dal presentare la propria lista, per i motivi ormai resi più volte noti, e a proposito di candidati, giungono voci che alcuni di essi, appartenenti ad altre OO.SS., stanno cercando di convincere i nostri iscritti a votare per loro poiché, questa è la motivazione riportata “non partecipare all’ elezione equivale a lasciare libertà di voto”.
Le cose non stanno esattamente così. E’ vero che ogni persona è libera di fare le proprie scelte ma la nostra linea politica è quella dell’ astensione.

In altre parole, noi non diciamo ai nostri iscritti e simpatizzanti “votate per chi volete”.

Noi della CONF.SAL-UNSA Beni Culturali diciamo a voi tutti:
“Non andate a votare”

Questa nostra indicazione non vuole prevaricare alcuna volontà individuale di ciascun lavoratore, ma semplicemente far riflettere gli stessi sull’utilità o meno di essere “usati” al momento dagli stessi sindacati che da sempre hanno fatto “il bello e il cattivo tempo” a discapito del personale che guarda caso avrebbero dovuto degnamente rappresentare.
Giuseppe Urbino


Notizie dalla Federazione Confsal-Unsa


Perché SI agli Accordi: nuovo Modello Contrattuale e CCNL Comparto Ministeri Biennio Economico 2008-2009

Cari colleghi,
adeguarsi al mondo del lavoro che si rinnova, cogliere il cambiamento delle realtà economiche e finanziarie che hanno sovvertito le regole tradizionali di ogni previsione, rilevare l’immediatezza dei tempi con i quali mutano la durata degli istituti normativi, contrattuali, organizzativi e amministrativi, comportano da una parte momenti di sofferta riflessione e dall’altra coraggiosa capacità decisionale di interpretare al meglio lo sviluppo, sociale ed economico di una società che si trasforma velocemente.
E’ molto più semplice restare ancorati alle vecchie norme contrattuali, obsolete e deleterie, che esporsi a riforme evolutive le cui chiavi di lettura possono essere,purtroppo , facilmente e demagogicamente manipolate a proprio uso e consumo.
Siamo convinti da sempre che il ruolo operativo del sindacato debba essere rivolto sul piano operativo a concludere e firmare accordi normativi ed economici che, relativamente alle situazioni contingenti del paese, comportino dei miglioramenti giuridici ed economici. Chiudersi su posizioni oltranziste dicendo a priori sempre no a qualsiasi proposta di riforma, significa uscire dal ruolo del sindacato per innestarsi su posizioni politico-ideologiche che trascinano nel tempo vertenze e trattative che non consentono di conseguire alcun risultato concreto.
Questa premessa per dare un responsabile significato alla linea sindacale svolta:

- dalla nostra Confederazione Confsal con la sottoscrizione dell’accordo del 22 gennaio 2009 sul nuovo modello contrattuale, che avrà una durata sperimentale di quattro anni;
dalla scrivente Federazione Confsal-Unsa con la sottoscrizione del 23 gennaio 2009 del CCNL – Comparto Ministeri – biennio economico 2008-2009;
NUOVO MODELLO CONTRATTUALE
In linea estremamente sintetica le modifiche riguardano aspetti importanti e sostanziali sui quali tutte le OO.SS. che da anni siedono al tavolo delle trattative, ne hanno condiviso le linee di indirizzo che ora, solo per qualche sindacato, sono divenute improvvisamente inaccettabili.
Ci limitiamo a dare questo iniziale commento perché non rientra nello stile politico sindacale della nostra Federazione aprire polemiche che fuoriescano dai compiti e dal ruolo istituzionale della nostra organizzazione.
- CONTRATTO UNICO – è un grande risultato, da decenni auspicato da tutte le forze sindacali (!!), datoriali e politiche, che accomuna tutti i lavoratori dei settori pubblici e privati sul piano della contrattazione che sarà per tutti su due livelli: nazionale e di 2° livello (aziendale o territoriale);
§ Contrattazione Nazionale – si avrà la certezza che tutti i lavoratori sparsi nel territorio nazionale avranno trattamenti normativi ed economici comuni, dovuti in base ai settori di appartenenza;
§ CONTRATTAZIONE DI 2° LIVELLO – Aziendale o Decentrata – sarà la sede competente per trattare il salario delle produttività e del merito, la sede cioè dove si è più consapevoli per una più trasparente applicazione. Queste valutazioni ne hanno suggerito il potenziamento, unitamente alla considerazione che le modifiche al titolo V° della Costituzione, introduttive del federalismo fiscale, tendono a trasferire relazioni sindacali e livelli di contrattazione nell’ambito delle strutture locali;
- RIDUZIONE DEL NUMERO DEI CONTRATTI - la riduzione dei numero dei contratti nazionali nei diversi comparti rientra nella politica della semplificazione della arcaica contrattazione;
- DURATA TRIENNALE – agli effetti normativi ed economici - un risultato richiesto da tutte le parti sindacali in quanto l’esperienza di questi anni ha rilevato un accavallamento, fra la durata quadriennale della parte normativa e quella biennale della parte economica, che ha determinato una continua apertura e chiusura di trattative all’Aran, ritardando anche di qualche anno i termini di chiusura degli accordi. Questa soluzione, coerente con il contratto unico, consentirà una certezza di trattamenti uniformi per tutti i lavoratori ed una maggiore tempestività per il rinnovo dei contratti;
- INFLAZIONE – l’aspetto più dolente dell’accordo per la contrapposizione di opposti interessi fra salario e profitto. L’accordo del Luglio ’93 sul tasso d’inflazione programmato ha prodotto una costante perdita del potere di acquisto dei lavoratori per l’incolmabile differenza fra inflazione programmata e quella reale, mai pienamente recuperata negli scorsi contratti. La previsione sarà ora affidata ad un soggetto terzo e la verifica degli scostamenti dei prezzi fra quelli previsti e quelli reali sarà effettuata a livello interconfederale.
§ IPCA – Indice Prezzi Consumo Armonizzato – sul piano europeo. Questo indice sarà depurato della variazione dei prezzi delle materie energetiche importate che tanta povertà ha determinato nel 2008 in molte famiglie italiane. Infatti, nel triennio 2009-2011, l’ipca è calcolato al 6,7% contro il 4,6% del precedente tasso d’inflazione programmato e quindi con una differenza in positivo del 2,1%. Tale differenza, e la detassazione e decontribuzione del salario accessorio, possono portare ad un aumento retributivo nel triennio di una certa consistenza.
- AGEVOLAZIONI FISCALI - si tenga conto che nella contrattazione di 2° livello, cioè decentrata o aziendale, il salario della produttività e del merito godrà di una detassazione e decontribuzione, come sopra indicato;
- RITARDO RINNOVO CONTRATTI - saranno individuati tempi e procedure per impedire il comodo ritardo entrato in uso nel rinnovo dei CCNL. In particolare saranno individuati i tempi per la presentazione delle piattaforme sindacali e per la definizione delle trattative;
- SETTORE PUBBLICO IMPIEGO – le risorse per gli aumenti contrattuali saranno concertate dai sindacati con i ministeri competenti e la verifica degli scostamenti dell’IPCA sarà effettuata alla scadenza del triennio con recupero nel successivo triennio contrattuale;
- RISOLUZIONE VERTENZE - Ferma restando l’autonomia contrattuale saranno ricercati strumenti di conciliazione ed arbitrato per la soluzione delle controversie di lavoro;
- ATTUAZIONE DI SCIOPERI – per impedire la polverizzazione delle iniziative di sciopero volte a paralizzare, in particolare, i settori a forte presenza di servizi pubblici essenziali, le nuove regole dovranno prevedere l’insieme dei sindacati rappresentativi della maggioranza dei lavoratori per proclamare gli scioperi, al termine della tregua sindacale predefinita.
CCNL – COMPARTO MINISTERI – BIENNIO ECONOMICO 2008-2009
Il contratto sottoscritto dalla Federazione Confsal-Unsa e dalle altre federazione del Pubblico Impiego CISL e UIL – necessita di una indispensabile e prioritaria premessa: i tre sindacati hanno sottoscritto l’accordo dopo che il Ministro della Funzione Pubblica Brunetta ha inserito di proprio pugno nel testo dell’accordo del 30 ottobre 2008 l’impegno a recuperare “integralmente”, entro il 30 giugno 2009, i tagli, operati dalla legge 133/2008 a decorrere dal 1 gennaio 2009, sulle risorse dei Fondi Unici di Amministrazione e dei fondi delle leggi speciali. L’operazione di recupero, sulla base delle norme sulla contabilità di Stato, avrà luogo dopo l’approvazione della legge di assestamento del bilancio dello Stato.
I punti più significativi del CCNL – comparto Ministeri – biennio economico sono così sintetizzabili:
- data sottoscrizione accordo 23 gennaio 2009 ;
- data erogazione aumenti: busta paga di febbraio 2009, con gli arretrati di gennaio 2009;
- 2008 -aumento annuo Indennità vacanza contrattuale pari a euro 112;
- 2009 - aumento mensile: 78,00 euro lorde in busta paga;
- 2009 - recupero risorse del Fua e Fondi leggi speciali, pari a circa 720 miliardi di euro, già tagliate dalla legge 133/2008 con decorrenza 1 gennaio 2009, i cui importi medi mensili pro capite possono oscillare da circa 80 a 350 euro a seconda del settore di appartenenza;
- Potenziamento della contrattazione integrativa attraverso l’utilizzo dei risparmi aggiuntivi realizzati mediante la razionalizzazione e la riduzione dei costi di funzionamento delle amministrazioni.
CONCLUSIONI
Non abbiamo la pretesa di essere stati esaustivi sull’accordo per il nuovo modello contrattuale, anche perché molti istituti richiedono verifiche e controlli da provare sul campo, per trarne le definitive conclusioni e gli eventuali correttivi da apportare.
Abbiamo, però, la consapevolezza di aver opportunamente chiuso una trattativa sul rinnovo del CCNL – Comparto Ministeri- per il biennio economico 2008-2009 che presentava esigue risorse economiche per l’anno 2008, previste dalla legge finanziaria 2007 approvata dal precedente governo, limitate alla sola vacanza contrattuale, mentre quelle per l’anno 2009, previste dalla atipica legge finanziaria (c.d. manovra estiva - legge 133/2008) erano rapportate ad un aumento del 3,2 % che, data la gravità della eccezionale crisi finanziaria con le conseguenti ricadute economiche, non consentiva ulteriori integrazioni dalla parte politica.
Si tenga conto che in caso di mancato accordo, il Ministro competente avrebbe potuto procedere autonomamente alla corresponsione degli aumenti non solo limitatamente alla minori risorse disponibili dalle due leggi finanziarie ma, cosa assai più grave, mantenendo i tagli ai fondi Fua e Speciali, già disposti dalla citata legge 133/2008.
Riteniamo, pertanto, che coloro che hanno assunto posizioni oltranziste e negazioniste si assumeranno la responsabilità di aprire una partita conflittuale che difficilmente potrà portare ulteriori benefici ma che sicuramente comporterà una vanificazione degli aumenti, erogati con la nostra sottoscrizione del CCNL, attraverso il pagamento delle ritenute subite per le giornate di sciopero effettuate o da effettuare.
Per questi motivi invitiamo i colleghi iscritti e non iscritti alla nostra Federazione di essere cauti e riflessivi nelle decisioni da assumere tenendo conto che gli scioperi oggi costano troppo per le ristrettezze economiche delle nostre famiglie e che gli obsoleti ricorsi ai referendum sono stati sempre inconcludenti per la poca trasparenza, per la preordinata influenzabilità oltre che per il naturale pilotaggio che ne hanno condizionato l’ineccepibilità del risultato.
Dichiariamoci, invece, pronti anche a dure azioni di lotta se il Governo non procederà con la dovuta urgenza ad aprire il confronto e la conseguente decretazione per dare attuazione ai nuovi istituti previsti dagli accordi sottoscritti, finalizzati ad affermare una nuova e positiva immagine della P.A. alla quale vogliamo essere sempre più onorati di appartenere.

Renato Plaja


DDL A/C 2031 Brunetta: Pubblico Impiego, limitazione alla Contrattazione

In precedenti comunicati (cfr. n. 21/09 del 22 gennaio 2009, n. 07/09 del 9 gennaio 2009 e n. 245/08 del 26 novembre 2008) avevamo dato conto dello sviluppo dei lavori dell’Atto Senato n. 847 relativo alla “Delega al Governo finalizzata all'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e alla efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni nonché disposizioni integrative delle funzioni attribuite al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro e alla Corte dei conti”.
Il Disegno di Legge, completati i lavori al Senato, è stato trasmesso alla Camera e classificato Atto Camera n. 2031. Le Commissioni I (Affari Costituzionali) e XI (Lavoro Pubblico e Privato) riunite in sede referente hanno terminato i lavori, apportando modifiche al testo e lo hanno consegnato all’esame dell’aula, la quale ha iniziato i lavori nella seduta pomeridiana di ieri, lunedì 9 gennaio 2009. Se le modifiche saranno confermate l’atto dovrà tornare al Senato per la terza lettura.
Spicca, tra le modifiche apportate dalle Commissioni, la previsione dell’articolo 1 del DdL Brunetta, volto alla modifica dell’art. 2 del Decreto Legislativo n.165/2001 che fino ad oggi prevede la possibilità per i contratti di derogare disposizioni di legge relative al rapporto di lavoro nella Pubblica Amministrazione salvo che la Legge non disponga espressamente il contrario.
La modifica introdotta dispone invece che i contratti o accordi collettivi possono derogare previsioni di Legge nel rapporto di Pubblico Impiego solo se la Legge lo prevede espressamente.
In sostanza questo significa tornare indietro di anni, inficiando quel consolidato indirizzo volto alla privatizzazione del rapporto di lavoro nell’Amministrazione Pubblica.
Non solo. L’introduzione della modifica, se approvata:
- svilisce il valore della norma contrattuale;
- registra un arretramento contrattuale del sindacato;
- accresce la centralizzazione del potere legislativo.
Altre modifiche da sottoporre all’attenzione sono le seguenti:
· previsione dell’obbligo di permanenza per almeno 5 anni nella sede di prima destinazione anche per i vincitori di procedure di progressione verticale.
· Agevolare la mobilità nella Pubblica Amministrazione al fine di limitare il ricorso a consulenze e a contratti di lavoro a termine
· Prevedere, al fine di favorire detta mobilità, una tabella di comparazione fra i livelli di inquadramento relativamente ai diversi comparti di contrattazione.
· Prevedere l’obbligo per il personale a contatto con il pubblico di indossare un cartellino identificativo, oppure di esporre sulla scrivania una targa indicante nome e cognome.
Il DdL prevede inoltre l’istituzione, entro la cornice di una riorganizzazione dell’Aran, di un autonomo organismo volto alla verifica dell’efficienza della Pubblica Amministrazione.
Il Finanziamento di detto organismo, ivi compreso il pagamento degli emolumenti dei suoi vertici, sarà effettuato con i fondi reperiti dalle risorse previste per l’attuazione della Legge sulla Vicedirigenza, fondi ridotti dalle Commissioni della Camera da 4 a 2 milioni di € per l’anno 2009 e da 8 a 4 milioni di € per 2010.
Vi terremo aggiornati sugli ulteriori sviluppi.

Renato Plaja


Stralcio dal notiziario Confsal n. 23 del 11.02.2009:

NOTIZIE DAL GOVERNO

AUTO, ELETTRODOMESTICI E MOBILI NEGLI INCENTIVI VARATI DAL GOVERNO

Il Consiglio dei ministri del 6 febbraio 2009 ha approvato, su proposta del Presidente Berlusconi e dei Ministri dell'economia e finanze, Giulio Tremonti, e dello sviluppo economico, Claudio Scajola, un decreto-legge che contiene misure di sostegno a settori industriali in crisi. Le finalità del provvedimento sono: affrontare la crisi del settore con interventi urgenti di sostegno alla domanda; far convergere le politiche nazionali con le indicazioni della Commissione europea e con le misure già adottate o in corso di adozione da parte degli altri Paesi europei; orientare le scelte dei consumatori verso prodotti a basso impatto ambientale che vanno nella direzione degli obiettivi di Kyoto. La rottamazione prevista nel decreto legge interessa potenzialmente 15 milioni di vetture. Confermato il bonus da 1500 euro per la rottamazione di un auto euro 0, euro 1 e euro 2, immatricolate fino a dicembre '99, a fronte dell'acquisto di un auto euro 4 e euro 5 con emissioni di Co2 sotto i 130 grammi/Km se a gasolio e sotto i 140 grammi se a benzina. ''Per incentivare l'innovazione e la ricerca di prodotti meno inquinanti - ha detto Scajola - abbiamo "spinto" molto sul metano, l'alimentazione elettrica e l'idrogeno. Se un veicolo di questo tipo viene acquistato come prima macchina il bonus è di 1.500 euro, se si rottama un'auto vecchia e si acquista un veicolo verde l'incentivo arriva a 3mila euro. Inoltre, ha precisato il ministro - se i veicoli di questo tipo sono a emissioni ridottissime il bonus è di 3.500 euro''. Per favorire il ricambio di veicoli commerciali leggeri, ''ad esempio i furgoncini utilizzati da padroncini'' il governo ha previsto un bonus di 2.500 euro se a fronte dell'acquisto si rottama un veicolo immatricolato entro dicembre '99. Anche in questo caso il bonus aumenta fino ad arrivare a 4.000 euro se, a fronte della rottamazione si acquista un'auto a metano o a idrogeno. Per la rottamazione di moto e motorini e l'acquisto di un nuovo veicolo a due ruote euro 3 il bonus è di 500 euro.

Renato Plaja


IL RAPPORTO DEL CNEL SUL LAVORO CHE CAMBIA

È stato presentato a Roma il 2 febbraio 2009 nella Sala della Lupa (Montecitorio) il rapporto "Il lavoro che cambia", iniziativa promossa dal CNEL in collaborazione con la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica. Alcuni dei temi analizzati: - Trasformazioni del contesto: si analizzano le principali modificazioni demografiche intervenute e si approfondiscono i fenomeni più importanti dell'ultimo ventennio (evoluzione della mobilità e crescita dell'immigrazione). - Cambiamento e conferme nel lavoro italiano: molti cambiamenti sono causati da vari fattori: prolungamento della durata della vita, rallentamento delle nascite, trasformazione dell'Italia da paese di emigrazione a paese di immigrazione, ripresa delle migrazioni interne dal Sud al Centro-Nord; - Offerta di lavoro e occupazione femminile: la partecipazione delle donne al lavoro è ancora la più bassa dell'Unione Europea; poco diffuso è il part-time; frequente è l'abbandono del lavoro da parte delle madri; la reale penalizzazione retributiva non differisce da quella media europea e dipende in gran parte da un effetto di discriminazione. - Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: la situazione italiana presenta un grave deficit di conoscenza riguardante soprattutto i fattori di rischio da cui hanno origine patologie correlate all'attività lavorativa, ed i raffronti internazionali confermano che l'Italia sembra incapace di abbattere la frequenza di eventi infortunistici, specie quelli più gravi e mortali. - Lavoro minorile: il tema è affrontato in una prospettiva nazionale e internazionale; sono passate in rassegna leggi e convenzioni che regolano la posizione dei minori che lavorano, nonché definizioni e metodologie che in sede internazionale sono state offerte per giungere ad una quantificazione del fenomeno su scala globale; sono messi in luce gli aspetti che legano lavoro minorile e povertà; è avanzata, infine, la proposta di realizzare un Sistema informativo statistico del lavoro minorile per valutare le politiche da realizzare e programmare interventi mirati. (fonte:notizie dal Governo newsletter anno X n. 6 del 10 febbraio 2009)

Paolo Marco Nigi


ARAN- CCNL DIRIGENTI AREA 1 MINISTERI

Si riporta, qui di seguito, la circolare ANDIP n.24 /09 relativa alla prosecuzione della trattativa, all’ARAN, per il rinnovo del CCNL Dirigenti Area 1:
“il 6 c.m., presso l' ARAN, è proseguita la trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro per il quadriennio 2006/2009 (parte normativa e parte economica ) per il personale dirigente dell 'Area 1 Ministeri.
Nel corso dell'incontro è stato dibattuto l'argomento relativo al "TRATTAMENTO ACCESSORIO " legato alla Retribuzione di Risultato.
I rappresentanti dell'ARAN hanno illustrato la loro proposta articolata secondo le seguenti linee di tendenza :
1) - Determinazione di una quota significativa delle risorse finanziarie disponibili da destinare al trattamento accessorio (da contrattare). La quota significativa dovrebbe essere, secondo l'ARAN, del 30% ;
2) - L'erogazione della retribuzione di risultato dovrebbe essere effettuata sulla base di criteri di " premialità " e di "gradualità" con la costruzione di un sistema di fasce o livelli di merito , non inferiori a tre e non superiori a cinque, con un rapporto tra una fascia e l'altra di 1,75;
3) - Nelle suddette fasce verrebbe collocato una quota del 15% o del 20% del personale sulla base della valutazione dei singoli dirigenti.
La suddetta proposta è stata respinta con determinazione dall'UNSA e dalla maggioranza delle OO.SS. presenti all'incontro perchè, ove attuata, costituirebbe un arretramento dei trattamenti economici dei dirigenti.
L'UNSA ha ritenuto inaccettabile la proposta perché:
1) - L'aumento della quota delle risorse finanziarie da destinare alla retribuzione di risultato (dall'attuale 15% al prevedibile 30%) significherebbe sottrarre nella sostanza una quota di pari entità alle risorse da destinare alla retribuzione tabellare ed alla retribuzione di posizione ( fissa e variabile ) con la inevitabile conseguenza di vedere diminuita di fatto la retribuzione di parte fissa con prevedibili danni economici ai fini pensionistici;
2) - Pur condividendo la costruzione di un sistema di fasce o livelli, la definizione del rapporto tra una fascia e l'altra dovrebbe costituire materia di contrattazione decentrata nazionale (Contratto Integrativo di Amministrazione) e non materia di CCNL. Comunque l'UNSA ha respinto il rapporto di 1,75, proposto dall'ARAN, che, se attuato, porterebbe a un divario nella retribuzione di risultato (forbice), tra la prima e l'ultima fascia, da 1 a 9,37 e ciò non è assolutamente accettabile;
3) - Il criterio del contingentamento percentuale, predeterminato e vincolante, del personale dirigente da collocare nelle diverse fasce o livelli di merito è stato negato perché se attuato comporterebbe una incomprensibile ed inaccettabile discriminazione per quei dirigenti che a parità di valutazione si vedrebbero esclusi inopinatamente da quella determinata percentuale.
L'ARAN si è riservata di riconsiderare l'intera questione e si è impegnata a formulare nuove proposte da esaminare nei prossimi incontri.
Al termine della riunione i rappresentanti dell'ARAN hanno consegnato alle OO.SS. la documentazione riguardante la proposta sulla regolamentazione delle "NORME DISCIPLINARI " (Obblighi del dirigente - Sanzioni e procedure disciplinari – Codice disciplinare - Sospensione cautelare in corso di procedimento disciplinare - Sospensione cautelare in corso di procedimento penale - Rapporto tra procedimento disciplinare e procedimento penale). Su questo argomento ci sarà un apposito confronto in occasione della prossima tornata.
Sarà cura di questa Presidenza tenere informata la categoria sugli ulteriori sviluppi della trattativa. ”

Giuseppe Conti

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