giovedì, gennaio 31, 2013

NOTIZIARIO ON-LINE SINDACATO CULTURA LAVORO N. 83/12 DEL MESE DI GENNAIO

BASTA AI TAGLI INDISCRIMINATI NEL PUBBLICO IMPIEGO E SI' AL RINNOVO DEL CONTRATTO !!!

 

Tagli, tagli, tagli. Ecco l'eredità che ci lascia il Governo Monti riguardo al Pubblico Impiego. Con un temine inglese, quasi impronunciabile "Spending review" , che poi altro non sarebbe che la revisione della spesa pubblica, si sta giustificando quanto di peggio un Governo di presunti tecnici ha potuto escogitare.

Siamo stati sempre dell'idea, e lo ribadiamo anche in questa sede, che un Governo di veri tecnici avrebbe dovuto agire diversamente, soprattutto nei confronti delle fasce più deboli della popolazione tra le quali ormai possiamo annoverare anche i pubblici dipendenti.

Si poteva agire con riduzioni della spesa, come ad esempio quella sugli armamenti, e anche con la vendita del patrimonio immobiliare dello Stato, per non parlare della riduzione degli scandalosi privilegi economici della "Casta".

Gli economisti, quelli veri, sono concordi nell'affermare che aumentare la pressione fiscale e agire come ha il Prof. Monti nei confronti del Pubblico Impiego,  porta inevitabilmente ad una fase di recessione.

Gli stipendi sono fermi, l'occupazione è bloccata, le pensioni sono un miraggio.

Viene da dire: "povera Italia" e poveri noi che siamo passati dal Bunga Bunga di Berlusconiana memoria alle grinfie di qualcuno che doveva agire come asettico tecnocrate ed invece ha svelato il suo vero volto di ambizioso politico che partecipa persino alla ormai imminente campagna elettorale in qualità di leader di un movimento che porta il suo nome.

Tornando ai tagli nel Pubblico Impiego, è notizia recente che sono stati firmati i tre decreti che aprono la strada alla riduzione delle piante organiche in 76 amministrazioni centrali dello Stato. In poche parole, sono coinvolti 9 ministeri (tra i quali anche il MiBAC), 21 enti di ricerca, 20 enti pubblici non economici, 24 Enti Parco, Inps ed Enac.

La "cura dimagrante" comporterà 7.576 esuberi complessivi (tra Dirigenti e personale non dirigenziale) e a questo "grazioso regalo" del Governo tecnico si aggiunge il blocco dei salari e del turnover. Anche il 2013, pertanto, sarà un anno di sacrifici per noi dipendenti pubblici che ci vedremo applicare quanto previsto dalla normativa sulla "Spending review" ovvero, sintetizzando:

pensionamento ordinario;

prepensionamento;

mobilità volontaria;

part-time;

messa in disponibilità (con l'80% della retribuzione per due anni e che può concludersi anche con il licenziamento).

Leggendo alcuni quotidiani, colpisce come tali notizie vengono accuratamente riportate ma con la precisazione che i pubblici dipendenti non si devono allarmare poiché tanto si tratta di misure estreme che verranno successivamente concordate con le Organizzazioni Sindacali.

E' un po' come dire che è scoppiata la guerra, dobbiamo andare al fronte ma tanto non si farà male nessuno, è solo un gioco.

La realtà è che dobbiamo lottare per far cambiare queste normative vessatorie che fanno seguito ad un clima intimidatorio e diffamatorio che va avanti da anni ed ha visto il suo culmine con le lotte anti pubblico impiego e anti pubblici dipendenti (definiti addirittura fannulloni), dell'ex Ministro Renato Brunetta.

E' su questo che dobbiamo riflettere e su questo la nostra Federazione CONFSAL-UNSA sta già lavorando con la predisposizione di un'agenda politica da sottoporre alle forze politiche affinché si impegnino a lavorare per il rinnovo dei contratti, per una più equa tassazione e si definisca una volta per tutte quale Pubblica Amministrazione vogliamo (che non è certo quella definita da Brunetta o dei tagli del Governo attuale).

Per quanto riguarda il nostro Dicastero, il MiBAC, proprio a seguito dei tagli dovuto alla "Spending review" l'attività di tutela del patrimonio storico, artistico e culturale in genere sta collassando a seguito di una pessima gestione del nostro perennemente assente Ministro Ornaghi che ci sta facendo rimpiangere persino Bondi o Galan (ed è dire tutto).

Perché non tagliare le consulenze? Oppure chiudere definitivamente le Società controllate dal Ministero, salvaguardando naturalmente il posto di lavoro dei dipendenti?

Si preferisce invece bloccare il rinnovo dei comandi, privando il MiBAC della preziosa collaborazione di tanti lavoratori esperti che hanno sempre dato il loro prezioso contributo.

Giuseppe Urbino

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento