giovedì, gennaio 31, 2013

NOTIZIARIO ON-LINE SINDACATO CULTURA LAVORO N. 83/12 DEL MESE DI GENNAIO

NUOVE TASSE:

La "crescita" di Monti: un paradossale raggiro Penalizzata la parte più debole del Paese

 

Oltre un anno fa, all'atto di assumere la guida del governo, Mario Monti, chiamato da tutte le forze politiche con il compito specifico di salvare il paese dalla bancarotta, delineò sinteticamente le linee del suo programma riconducibili a due punti essenziali: rigore e crescita. programma a cui si è attenuto puntualmente dimostrando grande professionalità anche se con qualche variazione interpretativa personalissima e decisamente discutibile. Infatti per quanto riguarda il rigore non c'è certamente da lamentarsi.

Ha tassato tutto il tassabile e anche di più dal momento che la pressione fiscale è salita mediamente nel 2012 al 44,3 per cento e nel gennaio 2013 è già schizzata al 45,3 per cento con conseguenze assai prevedibili dal momento che già ora l'inflazione per quanto concerne il carrello della spesa ha toccato ufficialmente il 4,3 per cento ma quella percepita è assai più elevata. Le previsioni per il futuro, pertanto sono semplicemente drammatiche. Direttamente o indirettamente hanno pagato e pagheranno tutti: dai lavoratori dipendenti, ai pensionati, alle casalinghe, ai terremotati e quant'altro. Analogo discorso si può fare per la crescita perché è oggettivamente indiscutibile che siano cresciuti i poveri dal momento che oltre il 30 per cento degli italiani è indigente o vicino alla soglia di povertà mentre il 60 per cento degli stessi fa fatica a tirare avanti tant'è che ha alienato risparmi e ori di famiglia, è cresciuto il numero delle aziende costrette a chiudere, oltre 150 mila nel 2012 e le chiusure si stanno intensificando al ritmo di 200 al giorno, sono cresciuti in maniera esponenziale i disoccupati dei quali oltre un milione è under 35, è cresciuto il numero di coloro che impoveriti oltre misura e privi dell'ombrello del welfare in ben nove milioni rinviano le spese sanitarie, sono cresciuti i malati in cerca di un posto letto che la soppressione di tanti ospedali ha reso quasi introvabile, sono cresciuti del 55 per cento gli aspiranti all'acquisto di una casa per i quali è quasi impossibile ottenere un mutuo, è cresciuta la carenza di uomini e mezzi atti a garantire la sicurezza dei cittadini. E come se non bastasse il 2013 è iniziato con una raffica di aumenti che ha colpito in particolare il settore dei servizi e poi come Monti aveva già stabilito scatterà un aumento dell'iva di un punto a partire dal prossimo mese di luglio (dal 21 al 22 per cento) che comporterà una crescita supplementare dei prezzi e inoltre, come aveva già lasciato intendere il premier, a breve vi sarà un ulteriore incremento dell'imposizione fiscale per far fronte al deficit della Sanità pubblica. Che questo esasperato, puntiglioso, indefesso e forse anche un po' rancoroso attivismo fiscale possa avere attinenza con la crescita del paese è, oggettivamente, un vero e proprio paradosso. Quello che è cresciuto ed anzi si è molto impoverito è infatti lo stato in cui versa la parte più debole del paese per il gap esistente tra i poveri e i ricchi: i poveri sono sempre più poveri mentre i ricchi sono ancora più ricchi tant'è che pur rappresentando solo il dieci per cento della popolazione detengono ormai il 45 per cento della ricchezza nazionale complessiva. Un gap che si è notevolmente ampliato nel 2012 rispetto agli anni precedenti.

Ora Monti si ripresenta agli italiani non più come tecnico ma come politico con una agenda tutta sua nella quale si impegna a proseguire sulla strada precedentemente intrapresa dal suo governo con le due già sperimentate priorità: il taglio delle tasse (sembra di un punto percentuale ma solo se ve ne sarà la possibilità) e, naturalmente, il suo cavallo di battaglia ovvero la crescita. Se il programma è questo, e non v'è dubbio che lo sia per la solennità con cui è stato presentato, dopo la grandine dobbiamo attenderci non tanto la tempesta quanto il diluvio. È la riproposizione di un metodo che è costato alle famiglie oltre 2 mila euro nel 2012 e che costerà loro altri 1.500 euro nel 2013 per un totale di 3.500 euro nell'arco di poco più di dodici mesi. Non resta che coprirsi bene, sempre che Monti non si accorga che anche le coperte si possono tassare, e magari trovare un antidoto sicuro che ci protegga da tanta e decisamente troppo improvvida ed indigesta crescita montiana.

Federico De Lella

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