mercoledì, febbraio 03, 2010

i "PASTICCI" di FIRENZE PONTE VECCHIO & NUOVI UFFIZI

i "PASTICCI" di  FIRENZE PONTE VECCHIO  &  NUOVI UFFIZI

 

 

NEL nostro notiziario di ottobre 2009 si riportava la notizia che a Firenze sul Ponte Vecchio «qualcuno» aveva esposto una mega pubblicità che di fatto dava una "negativa immagine e mancata salvaguardia delle condizioni di luce, prospettiva ed alterazione delle condizioni di ambiente in violazione al Codice dei Beni culturali e del paesaggio" e che pertanto la nostra struttura della Toscana ha avanzato formale protesta per quanto era successo e richiedeva un intervento superiore del Ministero per i dovuti chiarimenti, constatato anche il continuo – inopportuno –  battibecco fra la Soprintendente al Polo museale Fiorentino e la stampa locale, oltre alla querelle con il Comune di Firenze e la non chiarezza sulle autorizzazioni.

Nel mese di novembre perviene la risposta da parte della Soprintendente al Polo museale Fiorentino che, nel sdrammatizzare l'accaduto, metteva in ridicolo la nostra posizione, perché a suo dire poteva replicare che il nostro appellarsi al rispetto dell'art. 45 del Codice dei beni Culturali era fazioso in quanto «comunque è indispensabile un ponteggio per effettuare lavori al paramento murario e che è necessario proteggerlo, per eseguire i lavori in questione, con un telo onde evitare la caduta sui passanti dell'intonaco rimosso. Quindi o che sia bianco od effigiato da immagini il telo deve esserci e la prospettiva, per la durata dei lavori, è comunque alterata…»

A chi ci legge preferiamo lasciare il commento dovuto a così tanta manifesta semplicità…

A questo punto, abbiamo ripreso carta e penna ed abbiamo insistito con il Ministero affinché fosse fatta chiarezza una volta per tutte, perché "l'articolo 49 del Codice vieta di porre cartelli nelle aree dove ci sono beni culturali e che c´è bisogno dell'autorizzazione della Soprintendenza ai Beni Architettonici per stabilire se danneggiano la pubblica fruizione del monumento". Ma ciò, può anche significare che «anche se c'è l´auto-rizzazione, questa potrebbe essere stata rilasciata non interpretando correttamente la norma». Inoltre, abbiamo fatto presente che non andava tralasciato il Codice dove prevede anche la difesa del paesaggio, che all'articolo 153, recita più o meno così: "È vietata la posa in opera di cartelli pubblicitari che rechino pregiudizio al bene paesaggistico".

Pertanto, nel richiedere ulteriori elementi conoscitivi che la situazione richiedeva (magari una ispezione, prima che qualcuno si pronunciasse ancora inopportunamente), ripetevamo che, in ogni caso, gli articoli 45, 49 e 153 del Codice erano chiari in proposito, anche perché "le foto del Ponte Vecchio apparecchiato hanno fatto il giro del mondo" e potevano dare adito ad un brutto precedente! Finalmente, il 15 gennaio, il Ministero fa sapere che non gli è piaciuto il Ponte Vecchio "apparecchiato", e manda a Firenze una ispezione negli uffici della Soprintendenza al fine di verificare se l'installazione della maxi pubblicità (inopportuna) abbia o meno rispettato tutti i vincoli del codice dei Beni culturali e del paesaggio e quali procedure amministrative sono state seguite, oltre al verificare se la convenzione in atto era stata fatta rispettando le regole della scelta fra più offerenti in relazione alla "offerta economica più conveniente".

La posizione della CONF.SAL-UNSA su tutta questa vicenda è stata molto chiara sin dall'inizio: "Non si vuole il taglio delle 'teste' di chi ha sbagliato, ma la massima chiarezza di comportamento in una disciplina (quale quella della pubblicità sui Monumenti e Luoghi d'arte) dove per battere cassa si vuole permettere tutto: basta pagare! A questo, Noi non ci stiamo, e quindi, abbiamo ribadito anche all'Ispettore che non intenderemo fare chiudere il 'caso' a tarallucci e vino, o con un niente di fatto perché ormai il tempo è passato, come vorrebbe la Direzione Generale di Cecchi (dato che su tutta la vicenda è sempre stata zitta ed immobile). Infine, prima di arrivare ad un qualsiasi pronunciamento sulla vicenda, abbiamo ipotizzato la necessità di coinvolgere anche una Commissione di esperti del Consiglio Superiore dei Beni Culturali.

Questa drammatica vicenda, senz'altro ci ha insegnato che occorre un disciplinare certo che regoli: - le eventuali concessioni di autorizzazione;  chi deve cercare (raccogliere) i fondi necessari (l'Amministrazione, le Associazioni, singoli Privati od 'esperti procacciatori'); il relativo rapporto qualità-prezzo;  come deve essere fatta l'installazione, la sua grandezza e la relativa immagine (messaggio) pubblicitaria.

 

 

 

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