lunedì, maggio 05, 2008

COMUNICATO STAMPA

Giuseppe Urbino (Confsal- Unsa Beniculturali):

"IL CONSIGLIO DI STATO  STOPPA L'ULTIMO COLPO DI MANO DI RUTELLI.

BOCCIA IL DECRETO E RIDUCE LE PRETESE DI ARCUS.

 

"Rutelli voleva cedere ad Arcus S.p.A. la gestione finanziaria degli investimenti in opere pubbliche, senza prevedere una supervisione da parte del Ministero o di altro organo governativo".

 

"DOPO IL RIDIMENSIONAMENTO DEI GIUDICI DI PALAZZO SPADA INTERVENGA IL NUOVO MINISTRO CHIUDENDO ARCUS

E RIPORTANDO LE COMPETENZE ALL'INTERNO DEL MINISTERO DELLA CULTURA"

 

"Quanto auspicato  dalla Confsal Unsa Beniculturali  qualche giorno fa – afferma il Segretario Generale Giuseppe Urbino –  in parte è avvenuto dopo la pronuncia del Consiglio di Stato,  che ha bocciato un decreto dell'ultimo minuto con il quale Rutelli voleva  affidare alla società Arcus - la Spa controllata dal Mibac – la gestione totale ed incontrollata di gran parte dei fondi pubblici, insomma, un vero e proprio colpo di mano, uno spostamento di competenze, dall'amministrazione centrale ad una S.p.A, una società che dopo la gestione Urbani è finita più volte nel mirino della Corte dei Conti.

 

Una gestione alquanto grossolana quella di Rutelli nei venti mesi trascorsi al Collegio Romano – prosegue il sindacalista – prima la questione delle nomine dirigenziali generali e non generali e dulcis in fundo la vicenda Arcus,  quest'ultima gestita in condominio con Antonio Di Pietro, ex ministro delle Infrastrutture, come una cassaforte personale da cui attingere anche per questioni clientelari. Un vero e proprio pericolo per le casse dello Stato sventato per fortuna dal Consiglio di Stato che  ha ricondotto in extremis l' Arcus in una zona d'azione più consona alle ragioni che l'hanno vista nascere.

 

"Ora dopo la bocciatura del Consiglio di Stato – tuona Urbino – intervenga il nuovo Ministro della cultura,  chiuda la S.p. A. e  riporti le competenze all'interno del Ministero per i beni e le attività culturali di concerto con il dicastero delle Infrastrutture.  Anche l'On. Gabriella Carlucci (PDL) giorni fa dichiarò che Arcus sperpera denaro pubblico : La capillarizzazione dello sperpero – disse la  Carlucci - parte dalla sede di Arcus, voluta a tutti i costi in via Barberini dal  management, per un canone di locazione mensile pari a 18mila euro. Non si comprende - spiegò l'esponente del Pdl - perche' sprecare soldi quando il Mibac ha sedi idonee per accogliere un numero esiguo di persone quante sono quelle che lavorano per Arcus (all'incirca otto persone). Altra anomalia e' come mai una societa' che dovrebbe contenere i costi, cosi' come ha sempre affermato la Corte dei Conti, paga invece stipendi di 95mila e 65mila euro a un direttore centrale non indispensabile, e di circa 65mila euro al responsabile amministrativo.

 

Tra l'altro ci attendiamo un intervento deciso della Corte dei Conti  -  afferma l'esponente della Confsal Unsa BC- affinchè non registri il decreto a firma Rutelli- Di Pietro predisposto poco prima delle elezioni per una spesa di ben 107 milioni di euro. I giudici amministrativi lo rispedisca al mittente per le valutazioni dei prossimi ministri della Cultura e delle Infrastrutture  e si faccia  al più presto chiarezza  sulla gestione di Arcus di cui solo in pochi oggi sanno.

Auspico trasparenza soprattutto sulla pubblicazione di tutti, ripeto tutti i progetti fino ad oggi finanziati,  sul sito internet della società, www.arcusonline.org,  dove all'appello mancano diversi interventi decisi da Arcus, come ad esempio il  progetto(per cui Arcus ha erogato  750 mila euro) che si riferisce al recupero della Torre di Montebello sita in Montenero di Bisaccia, guarda caso – conclude il sindacalista – "patria" dell'ex Ministro moralizzatore Antonio Di Pietro".

 

 

Roma, 05 maggio 2008

 

 

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