martedì, luglio 03, 2012

Opere di pubblica utilità: sì, ma non a casa mia A volte, però, le ragioni sono valide La discarica di rifiuti non si farà più a ridosso di Villa Adriana.

Diciamo quindi che la vibrante protesta degli abitanti del luogo per contrastare una discarica di rifiuti, che non doveva nemmeno essere ipotizzata tanto era inconcepibile, ha avuto pieno successo. Si trattava del resto di una presa di posizione più che valida mentre assai spesso in Italia le proteste delle popolazioni locali si moltiplicano al solo accenno di un qualsivoglia insediamento di pubblica utilità nel loro territorio. il fatto è che nel nostro paese, forse storicamente troppo giovane, non si è ancora solidificata la concezione di bene collettivo ma resiste contro ogni logica quella di bene individuale. Così ogni comunità piccola o grande che sia si arrocca nella difesa del “suo” territorio anche a discapito dell’interesse dell’intera nazione. Ormai è diventata una prassi: popolazione locale in rivolta se solo si prospetta l’ipotesi di installare nel territorio una centrale idroelettrica, un rigassificatore, un termovalorizzatore, una discarica per rifiuti, un’autostrada, una ferrovia.

Sembra quasi di essere tornati all’Italia dei Comuni che, autosufficienti in tutto, si chiudevano ai prodotti non locali e si amministravano in piena autarchia.

proprio ora che sembra giunto il momento di guardare con ottimismo ai paesi europei arrivati a superare la fase dell’isolazionismo mercantilista per cercare di approdare alla ben più importante unità politica e ai liberi scambi commerciali, certe forme localistiche di protezionismo appaiono a dir poco anacronistiche.

Tuttavia esistono anche talune eccezioni perché, a volte, la protesta delle popolazioni locali è ben motivata e merita la massima considerazione da parte delle autorità locali e nazionali.

È il caso della nuova discarica dei rifiuti prodotti da Roma che, in alternativa a quella di Malagrotta ormai satura, avrebbe dovuto sorgere a Corcolle nei pressi di Tivoli.

Discarica indispensabile per evitare che si ripetesse nella Capitale una situazione di degrado ambientale analoga a quella verificatasi a Napoli.

E questo è un dato di fatto indiscutibile. Tuttavia nel caso specifico esistevano controindicazioni validissime per quanto riguarda la località prescelta. il luogo individuato dagli esperti per la discarica si trova a soli 700 metri da Villa Adriana, uno dei più affascinanti e ricchi siti archeologici italiani che, annualmente, è visitato da milioni di turisti e che per il suo riconosciuto valore storico-artistico-culturale è patrimonio dell’Unesco.

E vi è di più. gli splendidi resti di quella che fu la residenza dell’imperatore Adriano, definita assai giustamente la Versailles dell’antica Roma, rappresentano soltanto un terzo dell’intero complesso originario che deve ancora essere riportato alla luce e quindi tutto il territorio circostante è soggetto a nuovi ritrovamenti archeologici.

È chiaro che in questa situazione e per questi motivi la protesta degli abitanti del posto, alla quale si era unita quella di studiosi, artisti ed intellettuali e persino del New York Times, aveva ben motivo di essere. Non bisogna mai dimenticare, inoltre, che al di là della conservazione e della valorizzazione dei nostri Beni culturali che pure rappresentano l’oro nero del nostro paese, l’Italia ha ben precise responsabilità circa l’utilizzo, la conservazione, la disponibilità e la visibilità dei siti archeologici come quello di Villa Adriana che sono giustamente patrimonio dell’intera umanità.

Certe scelte, pertanto, vanno accuratamente effettuate, meditate, valutate, senza affidarsi esclusivamente ai pareri di un geologo e alle decisioni di un prefetto né, tantomeno, come nel nostro caso, la soluzione del problema si può delegare al presidente Monti che ha prima dato il suo consenso al luogo prescelto per la discarica per poi fare precipitosamente marcia indietro di fronte alla sollevazione generale di tutto il mondo della cultura nonché dei suoi stessi Ministri.

Questa volta, quindi, la protesta degli abitanti del luogo ha avuto motivazioni del tutto condivisibili con il risultato di impedire che fosse perpetrato un ennesimo scempio ai Beni culturali del nostro paese.

Federico De Lella

 

 

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