lunedì, novembre 26, 2012

NOTIZIARIO ON-LINE SINDACATO CULTURA LAVORO N. 81/2012 DEL MESE DI NOVEMBRE

 Lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri

 

Il Segretario Generale Massimo Battaglia ha fatto pervenire una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, relativa alle rivendicazioni stipendiali dei dipendenti pubblici:

Sig. Presidente,

Le scrivo questa lettera per far sentire la voce di un popolo che spesso è denigrato e mediaticamente umiliato solo per il fatto di appartenere alla categoria dei lavoratori statali, i quali, ogni giorno tra mille difficoltà, riescono a far sì che la pubblica amministrazione continui a funzionare. La Federazione Confsal-Unsa che rappresento è il quarto sindacato del comparto dei ministeri, e il primo in alcuni dicasteri; per questo avverto la grande responsabilità verso migliaia di lavoratori e delle loro famiglie di trasmettere le loro rivendicazioni, i loro timori, le loro insicurezze, ma anche la loro rabbia, alla classe politica in generale e al governo che Lei guida. So bene che Lei sta cercando di fare del suo meglio nel contesto di una crisi continentale che stiamo attraversando, ma mi permetta di richiamare la Sua attenzione sul fatto che -sperando di non essere considerato uno dei tanti che protestano solo per il gusto di farlo- i lavoratori sono in una condizione al limite della sopravvivenza, poiché con 1.200 o 1.400 euro al mese non riescono più a garantire una sicurezza di vita al proprio nucleo familiare.

La drammatica contrazione del potere di acquisto degli stipendi medi – oggi divenuti bassi- è resa ancor più insostenibile a causa delle tasse che tutti i governi, quelli prima di Lei ed anche il suo, hanno catapultato su tutti i lavoratori dipendenti. Certo, il nostro Paese sta vivendo la crisi più difficile degli ultimi 40 anni. Ma è innegabile che tale situazione trovi una delle cause primarie nella gestione della cosa pubblica realizzata dall'intera classe politica, la quale non ha fatto nei decenni quello per cui il popolo l'ha eletta in Parlamento. Al contrario, essa ha beneficiato di ampi privilegi, a tutto vantaggio di sé stessa e dell'organizzazione partitica che ne ha assicurato l'elezione.

Per tutto questo Sig. Presidente, unendo senso di necessità e memoria storica, ho l'obbligo, per il ruolo ricoperto, di farmi portatore nei suoi confronti di quanto emerso nella nostra ultima manifestazione di protesta del 10 novembre 2012 tenutasi a Roma, intitolata "Stipendio Day", in cui migliaia di persone hanno democraticamente gridato la loro rabbia ma anche il loro orgoglio di essere lavoratori che hanno giurato fedeltà alla Repubblica italiana, ed hanno richiesto l'adeguamento degli stipendi al costo della vita per poter assolvere alle responsabilità di padri e di madri di famiglia.

Per tale motivo, a loro nome, sono a chiederLe un intervento diretto, politico, volto a aprire immediatamente i contratti del pubblico impiego.

Nella speranza che Ella possa trovare un minuto della sua giornata per rispondere alla mia lettera, Le garantisco che la sua eventuale risposta sarà trasmessa ai lavoratori da me rappresentati.

Massimo Battaglia

Nessun commento:

Posta un commento