mercoledì, luglio 16, 2008

Osservazioni relative

all'articolazione degli Uffici dirigenziali di livello non generale dell'amministrazione centrale e periferica del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la procedura per il conferimento dei relativi incarichi dirigenziali.

Il Coordinamento Nazionale, in data odierna, ha inviato una nota che si riporta qui di seguito, al Sen. Sandro Bondi Ministro per i Beni e le Attività Culturali, al Prof. Giuseppe Proietti Segretario Generale del Ministero per i Beni e le attività Culturali, alla Dott.ssa Antonia Pasqua Recchia Direzione Generale per l'organizzazione, l'innovazione, la formazione, la qualificazione professionale e le relazioni sindacali, al Presidente Corte dei Conti Dott. Tullio Lazzaro, al Cons. Maria Elena Raso Presidente della Sezione Controllo Beni Culturali della Corte dei Consigliere, al Cons. Rocco Colicchio Presidente della Sezione Controllo Beni Culturali della Corte dei Consigliere, al Cons. Vittorio Giuseppone Servizi alla persona Beni Culturali:

In merito all'articolazione degli Uffici dirigenziali di livello non generale dell'amministrazione centrale e periferica del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la procedura per il conferimento dei relativi incarichi dirigenziali, lo scrivente sindacato è intervenuto in sede di discussione nella seduta del 10/06/2008 su convocazione dell'amministrazione al fine di essere sentito unitamente alle altre OO.SS. ed è costretto con la presente a formulare alcune osservazioni che qui di seguito vengono espresse:

Infatti con D.M. 9 luglio 2008 si è provveduto a spostare dall'amministrazione centrale a quella periferica 12 posizioni di I livello stipendiale. A riguardo questa Organizzazione sindacale, nel condividere l'attenzione posta dell'Amministrazione per gli uffici che operano a livello territoriale in situazioni di ben nota complessità e difficoltà e che meritano riconoscimenti anche economici, tuttavia non si comprende la contraddittoria motivazione alla base del mutato orientamento dell'Amministrazione, rispetto a quanto stabilito con il D.M.28 febbraio 2008, sulla graduazione delle funzioni dirigenziali non generali. I lavori svolti dalla commissione costituita ad hoc il 2 luglio 2008 dal Segretario Generale,hanno prodotto in tempi record (poche ore in due giorni!) un risultato a dir poco discutibile. La proposta motivata è stata accolta dall'Amministrazione, "per la fondatezza dei presupposti e il carattere convincente delle motivazioni". A dire il vero, noi della Confsal-Unsa  non ci sentiamo affatto convinti di tale semplice e superficiale asserzione!   Da una parte , la commissione riconosce e ammette di non avere ritenuto utile avviare"un'analisi dei parametri di valutazione sulla scorta di una puntuale comparazione di numerosi dati, quantitativi e qualitativi, che devono alimentare un corretto sistema di graduazione…"dall'altra, ritiene validi i quattro criteri elaborati dalla precedente commissione del 2004, ai quali certamente ha fatto riferimento  anche il precedente D.M.28 febbraio 2008 , che sulle graduazioni e posizioni retributive degli uffici dirigenziali non generali, centrali e periferici, non aveva alcun rilievo dalla corte dei conti.

Pertanto, la commissione ha considerato che la situazione risultante dal D.M.28 febbraio 2008"non sembra pienamente convincente ed equilibrata (in questo modo si decide sulle sensazioni estemporanee e personali??),  e ciò va a svantaggio degli Istituti territoriali…", ma a parere dello scrivente sindacato, non" sembra" altrettanto convincente ed equilibrata la posizione alla quale la commissione perviene (e che l'Amministrazione fa propria) nel differenziare non si sa come, e graduare compiti e ruolo del dirigente a livello centrale. Siamo convinti che posizioni graduate debbano certamente esistere in periferia, dove chiaramente emerge il diverso grado di esposizione e responsabilità ma non è altrettanto sostenibile per il centro.    

Inoltre è singolare la scelta dell'Amministrazione di voler forzatamente penalizzare ulteriormente i servizi che dovranno occuparsi di qualità, promozione e comunicazione. Con questi presupposti la Confsal-Unsa Beni Culturali, esprime viva preoccupazione, poiché tale prassi del tutto anomala rafforza l'idea che l'Amministrazione dei Beni Culturali non vuole cambiare  e che i processi di innovazione, modernizzazione,semplificazione,non le appartengano, considerato che con questo modo di procedere si vuole continuare ad essere un'Amministrazione pienamente  ancorata a schemi e meccanismi ormai superati.

Questa è la chiave di lettura che può chiaramente spiegare le ultimissime scelte operate dall'Amministrazione, in quanto per la stessa è più importante gestire gli affari generali che lavorare per migliorare la qualità,per comunicare e promuovere il nostro patrimonio culturale.

E' opportuno infine, a parere di questo Coordinamento Nazionale che l'Amministrazione ritiri in via di autotutela il D.M. 9 luglio 2008 che risulta a tutti gli effetti carente  di motivazione, illogico e contraddittorio per aver modificato in maniera ingiustificata proprie e recentissime determinazioni, nonché lesivo di legittime aspettative di quanti hanno già sottoscritto i precedenti contratti in corso di registrazione del D.M.28 febbraio 2008 successivamente ritirato,e di quanti hanno già presentato domanda di attribuzione di incarichi a seguito della circolare n.131 anch'essa ritirata.

La Corte dei Conti, a cui la presente nota viene contestualmente inviata è pregata di valutare attentamente le osservazioni in essa formulate e all'uopo assumere tutte le determinazioni a riguardo.

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