giovedì, ottobre 25, 2012

Teatro di Pompei: inchiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata sui    costi del restauro

Spesi 7,5 milioni di euro anziché i 500mila previsti

 

E’ quanto emerge dal resoconto della Commissione Cultura del Senato e denunciato dall’ Osservatorio patrimonio culturale.

Si tratta di lavori di restauro del teatro antico di Pompei per la stagione teatrale del 2010, per i quali sono stati spesi 7,5 milioni di euro invece dei 500mila previsti al progetto iniziale.

Dalla discussione pubblica della Commissione Cultura del Senato dedicata alle problematiche del sito archeologico di Pompei si viene a sapere, tra l’altro che anche «la mancata programmazione di nuovi spettacoli nel teatro è dovuta, fra l'altro, al sequestro disposto dalla Procura del materiale scenico e impiantistico acquistato allora dal commissario».

Tali lavori ebbero inizio dopo un progetto preparato dalla Soprintendenza archeologica di Pompei con un appalto iniziale di poco meno di 500 mila euro, aumentato poi da altri interventi disposti nel periodo della gestione Commissariale degli scavi e messi in pratica con procedure semplificate a seguito delle deroghe dovute allo stato d’emergenza per Pompei

Nel corso dei lavori, in base a quanto documentato da foto e video resi pubblici da diversi media, furono usate tecniche d’intervento considerate invasive, come ad esempio l’uso del cemento, la realizzazione di finte gradinate in tufo moderno e l’utilizzo di tecnologie pesanti tra cui l’impiego di martelli pneumatici, tutto ciò incompatibile con la fragilità dell’area archeologica.

Abbiamo deciso di riportare questa notizia, già resa nota dai media, perché riteniamo doveroso tornare puntualmente sull’argomento Pompei, sito archeologico unico al mondo ma, nel contempo, con vecchi problemi non risolti e che sembrano ormai essere diventati cronici.

Dai cani randagi al mercato delle guide in nero, passando per i fin troppo frequenti crolli e la carenza di personale di vigilanza, Pompei mostra tutti i segni del degrado di cui il Ministero per i Beni e le Attività Culturali non può che esserne responsabile.

Ad onor del vero, non possiamo non rammentare che adesso si parla del “Grande Progetto Pompei”, che si tratta di un intervento da 105 milioni di euro tra fondi Fesr (Fondo europeo per lo sviluppo regionale) e nazionali, che si pone l’obiettivo della riqualificazione del sito archeologico di Pompei entro il mese di dicembre 2015.

Noi sappiamo che il MiBAC, ha focalizzato la propria attenzione su interventi mirati a:

- la riduzione del rischio idrogeologico, con la messa in sicurezza dei terrapieni non scavati;

- la messa in sicurezza delle insulae;

- il consolidamento e restauro delle murature;

- il consolidamento e restauro delle superfici decorate;

- la protezione degli edifici dalle intemperie, con conseguente aumento delle aree visitabili;

- il potenziamento del sistema di videosorveglianza.

Forse qualcosa comincia a muoversi e ci auguriamo che veramente questi obiettivi saranno raggiunti.

L’esperienza passata però insegna che non possiamo e non dobbiamo abbassare la guardia e la notizia dell’ inchiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, con la quale abbiamo iniziato questo articolo, desta viva preoccupazione e ci lascia sgomenti.

Pompei, croce e delizia del nostro patrimonio culturale, riuscirà finalmente a risollevarsi definitivamente o dovremo sempre apprendere e riportare notizie sconfortanti?

 

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