giovedì, ottobre 25, 2012

UN NUOVO SISTEMA PER RICICLARSI PER I POLITICI... E’ CIO’ CHE APPARE LA NUOVA NOMINA DELLA MELANDRI AL MAXXI.

 

La tormentata storia del Maxxi, voluta e caldeggiata non solo dell’allora Ministra Melandri, la quale se ne è presa tutta la paternità, ma a memoria d’uomo bisognerebbe seguire il tracciato di chi prima di lei è stato Ministro e qualche impronta l’ha pur lasciata, spianando la strada per gli atti successivi. Ma la cosa che più desta stupore, non è tanto se la Melandri va o non va al Maxxi, anche se di questo ci può dispiacere o meno, ma è il fatto che la vera anomalia è che all’inizio di questa sconfortante vicenda, per chi ancora si ricorda, fu messo alla presidenza l’ex Direttore Generale appena pensionato Pio Baldi con la speranza che essendo il Maxxi una fondazione potesse portare quanti più fondi dall’esterno per consentire al massimo il funzionamento. E’ sotto gli occhi di tutti, invece, che c’è stato un pieno fallimento della prospettiva idealizzata e la situazione non è stata poi tanto così idilliaca, tanto da costringere il Ministro a nominare un commissario nella persona dell’attuale Segretario Generale Antonia Pasqua Recchia.

Si fa un gran parlare di ridurre i costi delle Pubbliche Amministrazioni, mentre dall’altra parte, si mettono in piedi carrozzoni per nulla a costo zero che hanno l’unico effetto di ritorno l’accentuarsi di un ulteriore carico di spese, dal momento che queste si sottraggono agli ordinari organi di controllo, senza considerare poi il personale del MiBAC che risulta distaccato presso questa Fondazione e regolarmente retribuito dal Ministero. Pertanto, la nomina di Giovanna Melandri alla presidenza del Maxxi, oltre che lasciarci sbigottiti, non può che farci riflettere sulla pessima gestione della cultura da parte del Governo, in questo caso rappresentato dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali Lorenzo Ornaghi. Nel fuggi fuggi generale che sta interessando tanti esponenti storici del PD, vista l’aria di rottamazione che tira, qualcuno ha pensato di trovarsi un’oasi felice e dimettersi da parlamentare prima di essere probabilmente dimessa dal voto popolare (o non più candidata dal suo partito…).

Sia chiaro, non abbiamo nulla contro l’On. Melandri in quanto parlamentare, perché presumiamo che abbia saputo fare il suo mestiere e non vogliamo né possiamo entrare nel merito del suo lavoro a Montecitorio. Ma il momento storico che stiamo vivendo esige un cambiamento ed è il popolo a chiederlo con forza, non a caso si sta affermando il cosiddetto  “fenomeno Grillo”. Quello che a noi preme sottolineare è che la scelta di Ornaghi per la presidenza del Maxxi non risulta affatto chiara e sembrerebbe essere stata dettata più da logiche spartitorie che da una decisione ponderata e tecnica. La Melandri si difende dagli attacchi dei detrattori affermando di aver istituito lei il Maxxi e definendosi un tecnico che è stata chiamata da un altro tecnico ad un incarico di prestigio.

Sappiamo che non percepirà compensi per questo incarico ma non per sua scelta, bensì in

virtù di una legge del 2010, che ha introdotto il criterio per cui chiunque amministri una fondazione culturale non percepisce stipendi o indennità. Ma non è questo il punto. Compenso o no, il posto che andrà a ricoprire è di altissimo prestigio e, soprattutto di potere.

Una scelta dettata da logiche politiche e non tecniche è una scelta, a nostro avviso, sciagurata e contro la cultura che Ornaghi dovrebbe invece difendere e rilanciare.

Senza nascondersi dietro un dito, sappiamo tutti che la Melandri non è un tecnico. Certo, è stata Ministro per i Beni e le Attività Culturali, ma solo in quanto appartenente ad un Governo politico e membro dell’esecutivo dei Democratici di Sinistra.

Non ci risulta essere un Architetto, Ingegnere, Storico dell’Arte, Restauratore, o quant’altro (infatti si è laureata in Economia e commercio all'Università La Sapienza di Roma).

E’ come se affidassimo il reparto di pediatria a un geriatra… Qualcosa ci capisce in quanto medico ma non è la stessa cosa!

Eppure Ornaghi, che fa parte di un governo tecnico, che dice tanto di voler difendere la specificità di questo Ministero, (tale è stata la motivazione per non avere il calo di organico previsto dalla recente Spending Review), possibile che non sia riuscito ad individuare nelle notevoli figure professionali presenti nel MiBAC una persona capace e tecnicamente preparata, ma sia andato a prendere proprio nell’ambito del riciclaggio politico?

Forse una ragione c’è: essendo lo stesso Ornaghi un tecnico ingaggiato dai partiti e quindi dai politici, è probabile  che sia il prezzo da pagare nell’attenersi alla quadratura del sistema politico attuale che vede un Governo non votato dai cittadini ma sostenuto da coloro che in teoria dovrebbero essere i rappresentanti del popolo, ma che in realtà, essendo loro stessi autonominati, non possono fare altro che conservare le loro antiche tradizioni di esercizio del potere, purché con buona pace di tutti, si possa salvare la facciata.

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