martedì, marzo 05, 2013

comunicato stampa

BATTAGLIA: "Sconfitte le aberrazioni giuridiche dell'art. 1, commi 98 e 99 della L. 228/12 del governo Monti (ritenuta del 2,50% sull'80% della retribuzione)"

 

"Una grande vittoria del sindacalismo contro il dispotismo del governo e della sua legislazione presuntuosa e lesiva dei diritti dei lavoratori pubblici." afferma Massimo Battaglia, Segretario generale della Confsal-Unsa, il quale continua "È questo il significato dell'ordinanza del giudice del Tribunale di Reggio Emilia su ricorso presentato, tramite i propri iscritti, dalla Federazione Confsal-Unsa e dallo studio legale dell'avv. Pasquale Lattari, mediante la quale viene eccepita la questione di costituzionalità sui commi 98 e 99 dell'art. 1, L. n. 228/12, su come disciplina la questione relativa alla trattenuta del 2,50% sull'80% della retribuzione dei dipendenti pubblici."

 

La legge n.112 del 2010 aveva equiparato proprio i dipendenti pubblici a quelli privati anche per ciò che riguardava la contribuzione sul TFR (trattamento di fine rapporto), applicando anche ai primi l'aliquota obbligatoria del 6,91%, senza eliminare però l'ulteriore trattenuta del 2,50% sull'80% della retribuzione.

La Corte Costituzione aveva dichiarato incostituzionale la norma, nella parte in cui non escludeva l'ulteriore trattenuta del 2,50% ritenendo discriminatorio il trattamento riservato ai dipendenti pubblici rispetto a quelli privati per i quali tale trattenuta non viene applicata.

 

"Il Governo Monti" spiega Battaglia "anziché disporre la restituzione dei soldi ai lavoratori ha compiuto un'aberrazione giuridica, abrogando semplicemente la norma della L. 122/10 e dichiarando oltretutto estinti di diritto tutti i giudizi pendenti sull'argomento."

 

"Non è la prima volta che per finalità di bilancio dello Stato si stravolgono i basilari  principi giuridici del nostro ordinamento, specie per quanto attiene il lavoro pubblico" dichiara Battaglia, che aggiunge "il giudice ha ritenuto fondata la posizione della Confsal-Unsa riconoscendo che vi è stata «una illegittima interferenza del potere legislativo nella sfera della giurisdizione» nel disporre l'automatica estinzione dei giudizi pendenti."

 

"In questa fase di compressione delle relazioni sindacali- conclude Battaglia -il sindacato non sta fermo ma agisce anche con lo strumento giurisdizionale per difendere i lavoratori con tutti i mezzi a disposizione"

 

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