lunedì, marzo 04, 2013

NOTIZIARIO ON-LINE SINDACATO CULTURA LAVORO N. 84/13

Beni culturali Lazio: 200 milioni bloccati in cassa

 

È di qualche giorno fa l'articolo de «Il Messaggero» in cui si parlava di come, seppur in tempo di crisi e di tagli ai budget, al MiBAC si abbiano dei fondi e non si riesca a utilizzarli. Uno dei casi riguarda la Direzione Regionale del Lazio, che nel 2012 ha avuto un totale di entrate pari a 334 milioni di euro, ne ha spesi 121, con un residuo di cassa pari a circa 209 milioni. Si tratta di "fondi residui", ovvero di quelle risorse annuali per direzioni generali, soprintendenze, archivi, biblioteche e istituti, rimaste nelle casse inutilizzate. «Una radiografia della capacità di spesa dei vertici della cultura di Roma e Lazio – si legge su 'Il Messaggero' - la offre una circolare emanata nei giorni scorsi (protocollata al 29 gennaio) dalla Direzione generale del Bilancio del Ministero dei Beni culturali, dedicata al "Monitoraggio delle contabilità speciali e conti di tesoreria unica al 31 dicembre 2012". Il rilevamento dei dati passa al setaccio i centri di responsabilità sul territorio nazionale, rivelando che lo scorso anno il governo ha assegnato al Ministero 786 milioni per le Soprintendenze ordinarie.

Ma a fronte di questo tesoretto, solo 322 milioni sono stati spesi, pari ad un misero 41 per cento. Inoltre, nelle casse delle Soprintendenze speciali sono poi entrati 333 milioni, ed è stato speso il 37 per cento, con un residuo di 208 milioni.

Pensare che una direttiva emanata dal MiBAC del gennaio 2012 fissava il traguardo finanziario di spesa, da conseguire al 31 dicembre 2012, del 48 per cento. Un target che a Roma è stato in alcune situazioni disatteso. Come nel caso della Soprintendenza ai beni architettonici di Roma, che nel 2012 ha registrato quasi 10 milioni di euro a disposizione, ma ne ha spesi poco più di 4,2 con un residuo di circa 5,3 milioni, pari al 44 per cento dei fondi a disposizione». Dal canto loro i dirigenti degli Istituti asseriscono che i dati occorre saperli leggere e interpretare, poiché in molti dei casi i fondi in cassa non sono disponibili, bensì già impegnati e contrattualizzati in progetti pluriennali.

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