mercoledì, ottobre 06, 2010

Dal comunicato della Federazione Confsal-Unsa n. 60/10

IL LAVORO PAGA, LA PIAZZA NO

 

La Federazione Confsal-Unsa ribadisce la sua contrarietà ad alcune norme del D.L. 78-10, pur apprezzandone altre dello stesso provvedimento che vanno nella direzione richiesta e auspicata, quali quelle relative alla lotta all’evasione fiscale e quelle relative alla limitazione delle consulenze e delle auto blu (per le quali però chiediamo una stretta maggiore rispetto al 20% previsto).

La bassa affluenza e partecipazione allo sciopero solitario proclamato dalla CGIL consente di trarre delle valutazioni sia politiche che sociali dalle quali non si può prescindere se si vuole realizzare una seria attività sindacale nel reale interesse dei lavoratori.

Per prima cosa è necessario sottolineare un aspetto per nulla secondario: la crisi è vera, e la pagano sulla propria pelle i lavoratori pubblici, molti dei quali, con il reddito a disposizione, stentano ad arrivare alla quarta settimana del mese (e non pochi nuclei familiari arrivano alla terza settimana); in queste condizioni si assottiglia di molto lo spazio di manovra per partecipare ad uno sciopero, che comporta un corrispondente taglio di stipendio.

Dalle considerazioni sociali ne discendono quelle politiche.

Chiedere ai lavoratori tali sacrifici non significa, per noi, fare l’interesse del lavoratore stesso. Inutili, anzi controproducenti, sono quelle le scelte, fondamentalmente ideologiche, che sembrano privilegiare l’interesse delle organizzazioni e non dei lavoratori.

Il nostro essere autonomi, di cui andiamo sempre più orgogliosi, si sostanzia nella capacità di avere una prospettiva non vincolata alle ideologie tradizionali. Autonomi quindi dall’ideologia, ma anche dalla politica, con la quale intratteniamo rapporti, mai subordinati, al fine di lavorare costruttivamente per proporre norme necessarie e modificare quelle che ci appaino sbagliate. È il lavoro concreto e costruttivo che porta risultati, non i proclami demagogici di una piazza che oggi è sempre più svuotata di presenza e di contenuti.

Il D.L. n. 78/10 è –lo ribadiamo- estremamente vessatorio per il pubblico impiego. Ci stiamo battendo giornalmente per l’approvazione di alcuni emendamenti chiave, che ne correggerebbero la portata. Chiediamo l’eliminazione del blocco dei rinnovi contrattuali per la tornata 2010-2012, e di finanziare la riapertura delle procedure contrattuali con la verifica delle maggiori entrate al 2011; chiediamo l’eliminazione del tetto alle retribuzioni per i redditi medio-bassi ancorate ai livelli del 2010  e, in subordine, lo stralcio della parte relativa alla limitazione del salario accessorio ai livelli del 2010 (previsione di cui abbiamo evidenziato la profonda incoerenza e illogicità, cfr. comunicato n. 56/10); chiediamo di far coincidere il diritto ad andare in pensione con il diritto a percepire l’assegno pensionistico; chiediamo di decurtare ancora la spesa per le auto blu,  che gravano con un costo smodato sulle casse pubbliche: il taglio del 20% è ancora poco, e possono essere fatte ulteriori economie da reinvestire per il personale.

Continuiamo a lavorare insieme, con spirito battagliero e costruttivo, per mantenere viva la dialettica e il confronto –a volte anche duro, quando è necessario- con il mondo politico, al fine di giungere a risultati concreti per tutti.

Congiuntamente alla Confsal, abbiamo chiesto un incontro con il Ministro Brunetta per verificare l’impatto della manovra sul lavoro pubblico e rappresentare le nostre posizioni per dare voce ai lavoratori.

 

Il Segretario Generale

Massimo Battaglia

 

Nessun commento:

Posta un commento