mercoledì, ottobre 06, 2010

DAL NOTIZIARIO DEL MESE DI GIUGNO

L’operato di Bondi su Arcus sempre di più in rotta di collisione con la Magistratura ordinaria e contabile

 

Sono anni che il nostro sindacato ha più volte denunciato la mancata trasparenza nella gestione di Arcus S.p.A. e, solo da qualche settimana i magistrati contabili, si accorgono che le cose non vanno.

Se ne accorgono perché è intervenuta la magistratura ordinaria ma, avrebbero potuto intervenire molto prima se avessero letto con attenzione proprio le relazioni al parlamento redatte dal consigliere preposto al controllo degli atti di Arcus.

Le relazioni sono a disposizione di tutti, sono sul sito internet della Corte dei Conti e se andiamo ad analizzare bene l’intera gestione della Spa in condominio tra Beni culturali e Infrastrutture si capirà che non è solo il problema di Propaganda Fide.

Detto questo è arrivato il momento di fare realmente chiarezza sul carrozzone che distribuisce denaro pubblico a pioggia senza declamare i criteri pubblicamente. Lo scarica barile della responsabilità che sta avvenendo in questi giorni tra potere politico e quello amministrativo è la prova lampante dell’inutilità, di tenere ancora in piedi Arcus Spa. Ma se a decidere gli interventi sono i due ministri, quello dei Beni culturali e quello delle Infrastrutture e non il presidente e il Cda di Arcus, che senso ha tenere in piedi una società per azioni il cui elevato costo di gestione pesa fortemente sulla spesa pubblica? (Non va dimenticato che Arcus per esempio spende circa 18 mila euro al mese per la sua sede nel centro di Roma per ospitare meno di dieci dipendenti).

Si riportino al più presto le competenze all’interno del Ministro dei Beni culturali, e si metta subito in liquidazione la Spa, oggi come oggi non ci sono più scuse, Arcus deve essere chiusa”. A poco servono le dichiarazione del Ministro dei Beni culturali Sandro Bondi il quale  rivendica di aver adottato "procedure per l' assegnamento di fondi ispirate alla massima trasparenza ed efficienza" ad Arcus, la società in condominio tra  il ministero dei beni culturali e quello delle infrastrutture finita al centro dell' attenzione per le indagini sui grandi appalti.

"Quando sono arrivato al ministero - afferma Bondi in un passaggio di una lettera di replica a 'Repubblica' Arcus operava senza alcun regolamento.

E' stata mia premura dotarne di uno affinché fossero stabilite procedure per l' assegnamento di fondi ispirate alla massima trasparenza ed efficienza.

Tra l'altro voglio chiarire che lo statuto di Arcus non vieta di finanziare restauri del patrimonio ecclesiastico, come peraltro da sempre fanno le nostre sovrintendenze".

Il ministro Bondi sottolinea, più in generale, che "l' obiettivo principale del ministero, e del direttore per la valorizzazione, Mario Resca, è di aumentare e migliorare la qualità dei servizi al pubblico, incentivando, al contempo, la libera concorrenza e trasparenza del mercato nell' esclusivo interesse pubblico".

Troppi sono i fatti che lasciano pensare ad una gestione diversa, tanto diversa che è del tutto fuori dai canoni tradizionali. Si è intrapresa una strada troppo pericolosa e molto appetibile agli interessi esterni che sempre di più premono per entrare con forza nella complessa gestione dei Beni Culturali.

 

 

 

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