mercoledì, ottobre 06, 2010

DAL NOTIZIARIO DEL MESE DI SETTEMBRE

STORIA INFINITA DI UNA LUNGA RIQUALIFICAZIONE

 

 

Per chi come noi da tempo ha seguito la complessa e tortuosa vicenda del personale in via di riqualificazione, dopo quella già effettuata all’interno delle aree, deve purtroppo constatare l’abnorme dilatazione dei tempi rispetto all’emanazione del bando, avvenuta già da diversi anni, della riqualificazione attuale, ovvero per il passaggio tra le aree ed in particolare ci riferiamo al passaggio dall’ex area B all’ex area C. Si potrebbe obiettare che questo ritardo sia dovuto alle restrizioni a monte che le normative espressamente prevedevano. Se fosse stato solo questo, avremmo  avuto una sorta di palese giustificazione ma, in realtà, purtroppo dobbiamo non solo prendere in considerazione la mancanza di volontà politica da parte degli amministratori pubblici che nei diversi governi si sono succeduti, ma soprattutto dalla mancanza di adeguatezza e serietà di alcuni “pseudo – sindacalisti” del nostro Ministero che, presi dalle loro alterne vicende del tutto personali, hanno maldestramente svenduto l’intera partita sacrificando, di fatto, l’interesse e le aspettative primarie dei dipendenti del MiBAC. 

Infatti, ognuna delle tre sigle confederali, ha volutamente e continuativamente distratto il tavolo nazionale portandolo a discutere di  tutt’altro, senza mai approdare in tempi  rapidi alla completa definizione dei processi di formazione e riqualificazione.

La CGIL e CISL del Ministero, da una parte hanno ostacolato la fluidità del lavoro al tavolo nazionale, tergiversando con futili motivi di discussione che non portavano a nulla di concreto, semmai allontanavano sempre di più le parti, ingenerando reazioni anche contrastanti dalle altre rappresentanze sindacali.

La UIL bac d’altra parte, si è “inalberata” sul suo “piedistallo” credendosi l’unico sindacato “portatore di verità” e sempre pronto a dispensare indicazioni, forme ed azioni di lotta, che tutto lasciano pensare se non l’eterno compromesso, tra chi deve mediare sulle situazioni, quando invece c’è poco da conciliare perché, se pur vero è che la norma va interpretata, il passo successivo altro non può essere che quello di dargli e pretendere con forza e vigore, la sua completa applicazione.

La CONF.SAL-UNSA Beni Culturali, pur avendo manifestato il proprio dissenso sul “cattivo sindacato” di CGIL – CISL – UIL di settore, ha più volte denunciato il fazioso comportamento e ha svolto il proprio ruolo con coraggio, affinché si desse mantenimento alla parola data ai lavoratori, sia sullo scorrimento delle graduatorie a seguito della disponibilità dei posti, e qui ci riferiamo ai passaggi all’interno delle aree, sia perché proseguisse l’impegno di prevedere per tutti i dipendenti rimasti fermi un percorso formativo che potesse veramente riqualificare detto personale.

Purtroppo, tra lungaggini burocratiche e sindacali, si è perso molto tempo e ormai la riforma Brunetta non ci lascia molto spazio.

Occorre fare tutto in fretta, anche se permangono situazioni ancora da decidere da parte degli organi giurisdizionali competenti in materia, fermo restando la decisione degli organi suddetti, si è tuttavia ritenuto che comunque i lavoratori del MiBAC dovevano sostenere gli esami per la riqualificazione riferita al passaggio dall’area B all’area C posizione economica di C1, ottenendo a tempo debito   l’assenso dell’Amministrazione che, anche subito dopo gli esami che si stanno sostenendo, possano effettuare gli esami tutti quelli che a suo tempo avevano fatto ricorso ottenendone la sospensiva per l’esclusione vista la mancanza del requisito dell’anzianità, anche se com’è noto, ciò non può subito determinarsi per tutti gli altri dipendenti riammessi a seguito della riapertura delle procedure, poiché per volontà dell’Amministrazione, quest’ultimi dovranno attendere la discussione d’ appello dinnanzi al Tar del Lazio.

Tutto questo dovrà realizzarsi entro il 31 dicembre 2010, altrimenti in base alla normativa vigente, le progressioni sono valide solo ai fini giuridici. Al punto in cui siamo, tocca fare di tutto pur di salvare il salvabile onde consentire l’ agognata riqualificazione a tutti coloro i quali aspirano ad un avanzamento della propria carriera. Ovviamente tutti sanno che i posti messi a concorso sono limitatissimi, anche se le possibilità di ampliarne il numero, nonostante le restrizioni governative, potrebbe concretizzarsi, e questa è la nostra posizione ufficiale. La CONF.SAL-UNSA Beni Culturali continuerà a svolgere il ruolo che gli compete, anche se per fare questo dovrà pagarne il prezzo di una agguerrita coalizione sindacale che ci vedrà tutti contro.

 

 

 

 

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