mercoledì, ottobre 06, 2010

DAL NOTIZIARIO DEL MESE DI AGOSTO

Statali: sempre più vicini alla soglia di povertà

 

Il Governo, attraverso il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, continua a tergiversare su una astrazione di cifre, infatti continua ad affermare, che nel pubblico impiego gli stipendi negli ultimi 15 anni hanno avuto un maggiore aumento, rispetto al settore privato. Il Ministro Brunetta, afferma che considera questo fatto, un vero e proprio paradosso che non può durare a lungo. Viceversa noi sosteniamo che quanto affermato dal Ministro Brunetta, debba essere respinto al mittente . Infatti se fosse vero tutto ciò, non si spiegherebbe come possano esistere buste paga da 1.000/1.200 euro. Inoltre, legate ad un contratto di categoria, bloccato fino al 2012. Oltre che rinviare al mittente la provocazione invitiamo lo stesso Ministro ad uniformarsi di più alla realtà e svolgere il suo mandato con più imparzialità politica e sana onestà. Basterebbe conoscere di più il lavoro nel pubblico impiego e sapere con quanta fatica i lavoratori non riescono a raggiungere neanche la terza settimana del mese e l’indebitamento a monte sulle buste paghe incide con notevoli trattenute sullo stipendio e varie uscite  per debiti contratti con banche e finanziarie.

Pertanto, non possiamo credere, che si possa giungere ad una percentuale d’accrescimento del salario nel pubblico impiego, mettendo nel “calderone”, anche i lauti stipendi dei Magistrati, degli Avvocati dello Stato, dei Capi Dipartimento, dei Direttori Generali, dei Manager Pubblici e di tutte quelle Lobby, che i mille euro per loro rappresentano solo briciole. Solo l’ignoranza di persone che vivono al di sopra della loro possibilità, possono non capire lo stato di necessità dei pubblici dipendenti.

Questa è la situazione attuale di cui il ministro alla Funzione Pubblica, non conosce a fondo e non comprende le stridenti contraddizioni dei redditi del lavoro dipendente, nonché le profonde diversità economiche, che regnano all’interno della Pubblica Amministrazione. Così facendo il ministro si nasconde dietro il dito di una mano e non valuta sufficientemente la questione economica, con la corretta oggettività.

Ecco giustificata l’assordante campagna denigratoria nei confronti dei pubblici dipendenti, organizzata “ad hoc”, proprio in previsione del blocco del contratto. Una campagna diffamatoria che, indicava proprio nelle sfere più basse del pubblico impiego, un’incontenibile e radicata propensione all’assenteismo e all’improduttività. Che dire delle promesse fatte da Ministro Brunetta di rinnovare i contratti alla loro scadenza, che la crisi finanziaria andava via via dissolvendosi e che si intravedeva una congiuntura più  favorevole per la nostra nazione. È bastato poco per scaricare il costo dello stato sociale direttamente sui lavoratori del pubblico impiego, che mai come in questo momento rappresentano una “cassa pronta” a cui farne uso immediatamente.

Di pari passo il Governo provvede a scaricare l’intero balzello di tasse direttamente sulle spalle dei più deboli, un vero e proprio attacco diretto, verso quelle categorie che non possono dare una risposta adeguata. Si parla tanto di stanare gli evasori fiscali, ma con i continui tagli nel pubblico impiego diventa quasi impossibile poter condurre una vera e propria battaglia contro gli evasori.

Questo spiega, perché non sono stati indicati e collocati nello stesso contenitore, tutte le suddette categorie. All’opinione pubblica, è stata consegnata una statistica dei “polli” che fa percepire un risultato così devastante, infatti il rinnovo del Contratto riprenderà all’inizio del 2013, mentre nel frattempo, gli aumenti delle tasse, dei tributi e dei servizi continuano inesorabilmente ad avere corso, senza contare ovviamente l’inarrestabile aumento dei generi alimentari e delle cose di largo consumo. Il Governo, con questa linea politica sta attaccando solo ed esclusivamente i lavoratori del pubblico impiego e contribuisce ad indebolire ulteriormente la figura dei pubblici dipendenti, poiché, oltre che pagarli poco li mette in un vortice di prestazione parassitaria che non corrisponde alla realtà. Diversamente come farebbe a funzionare la macchina statale, e tutti i servizi annessi e connessi, ed in particolar modo per quanto riguarda il nostro settore: i Musei, le Biblioteche, gli Archivi, ecc. se non ci fosse l’impegno, la costanza, la capacità di operatori seri e preparati.

Il ministro Brunetta anziché fornire freddi numeri e false statistiche, farebbe bene ad osservare e studiare meglio la realtà così comprenderebbe che i suoi dipendenti, fanno parte ormai della triste e discussa nuova soglia di povertà.

Se consideriamo che all’Estero i dipendenti pubblici percepiscono stipendi più alti di circa il 30% -40% a parità di costo della vita, mentre in Italia anziché rapportare gli stipendi a quelli europei, vengono introdotte sempre di più distanze economiche ben lontane dai parametri dell’UE e soprattutto il tutto si accompagna con l’ingratitudine da parte di uno Stato, che anziché esaltarne le qualità, li scaraventa in un bailamme di irriverenze, tacciandoli quali fannulloni e parassiti. Pertanto, ai prossimi incontri con le Parti Sociali, il Ministro Brunetta dovrà stabilire l’intesa su come affrontare la fase di blocco del contratto, anche se come abbiamo visto, la prospettiva si presenta al quanto negativa e la situazione dei dipendenti pubblici va ben oltre il limite delle possibilità.

Non ci resta che fare appello alla nostra Federazione e Confederazione, affinché continuino a supportare, anche in questa fase la difesa salariale dei lavoratori del comparto del Pubblico Impiego.

Giuseppe Urbino

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